𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •

trenta

Quella mattina non venne svegliata, come accadeva di solito, dal sole caldo di fine primavera, perché quella mattina, come se il tempo fosse coerente con gli animi sia di Sierra che di Derek, era parecchio nuvoloso.

Tuttavia la ragazza ancora immaginava nulla, per cui quando si svegliò la prima cosa che fece fu stiracchiare le braccia verso l'alto, e solo allora si accorse che nessuno la stava più stringendo. -Derek?- lo chiamò, ancora con le palpebre semichiuse, ancora stanche. Non arrivò nessuna risposta, e allora decise di aprire definitivamente gli occhi.

Si girò verso il lato dove la sera prima c'era il suo ragazzo, accanto a lei, con il respiro sul suo collo, e tutto quello che vide fu il lenzuolo bianco, leggermente sgualcito. Quando tastò in quella direzione e constatò che il posto occupato dal mannaro fosse gelido, freddo, rimase davvero male. Sierra era, ed è, una tipa che è solita a crearsi mille problemi e pensieri nella testa, perciò il fatto di non trovare accanto a lei il suo ragazzo, quando la sera prima le aveva promesso che l'avrebbe stretta anche per sempre, se era ciò che l'avrebbe fatta sentire meglio, le diede sicuramente tanto su cui riflettere.

Rimase per qualche minuto seduta sul materasso, con le ginocchia strette contro il petto, ma la sua delusione, il suo rammarico, venne messo a tacere da uno strano profumo di zucchero che proveniva dal piano di sotto. Sierra riconosceva l'odore dell'impasto dei pancake, perciò i suoi occhi, se prima si erano spenti subito, si riaccesero di una strana luce, che nasceva all'interno delle sue iridi solo quando stava accanto al suo ragazzo, o pensava a lui. Quindi, in quel periodo, aveva perennemente quella luce negli occhi, che a differenza di quanto pensava Derek, la rendeva viva, felice.

Si tolse velocemente le coperte di dosso e si infilò una felpa, pronta a correre lungo le scale. Si fermò un attimo quando lesse la data sul calendario, appeso prima della fine della rampa delle scale. Il suo ultimo anno di liceo stava terminando, e, naturalmente come suo fratello, aveva paura.

I fratelli Stilinski parevano gli opposti, certo, ma in realtà entrambi avevano parecchie caratteristiche in comune. Infatti, nessuno dei due amava i cambiamenti, e specialmente l'idea di andare al college, nonostante entrambi avessero fatto domanda per la stessa struttura nella stessa facoltà, poiché entrambi erano intenzionati a studiare criminologia -altra caratteristica e interesse che li accomunava.

Avevano paura che, una volta finito il liceo, non sarebbero stati più gli stessi. Stiles era terrorizzato dall'idea di non poter più girare per i boschi di Beacon Hills con Scott, anche perché il branco era cominciato proprio da loro due e da una passeggiata in uno dei boschi, dove un piccolo McCall di appena sedici anni era stato morso.

Sierra aveva paura di non poter più passare le serate in compagnia delle ragazze, o stare a sentire Isaac che le raccontava come andavano le cose con Allison, dato che dopotutto quella con Scott non era solo una pausa, ma forse qualcosa di più definitivo dato che anche lui si vedeva stesse iniziando a nutrire una certa simpatia verso Kira. E poi, Sierra aveva terribilmente paura di non poter prendere più in giro il suo ragazzo assieme a Cora e Peter.

Già, il suo ragazzo. La maggior parte dei suoi pensieri andavano a lui, a quel sourwolf che pensava fosse lo stesso che le stava cucinando i pancake per colazione. Entrambi i fratelli Stilinski erano terrorizzati, perché erano convinti che il college avrebbe potuto cambiare ogni cosa. Avevano paura che, presto o tardi, tornati a Beacon Hills insieme ad uno straccio di laurea, avrebbero perso di vista i loro migliori amici.

I due pensavano spesso, e ne parlavano anche insieme, del timore che avevano che un giorno magari avrebbero passeggiato per i marciapiedi di Beacon Hills incontrando qualcuno del branco, e magari non si sarebbero neanche salutati. In sintesi, l'idea di poter diventare dei perfetti sconosciuti con le persone più importanti della loro vita, con la loro seconda famiglia, faceva accapponare la pelle ad entrambi.