diciannove

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Forse quei tre giorni di ormai settimane lontane, trascorsi al loft, erano stati molto più di una semplice e breve convivenza. La piccola Stilinski, varcando di nuovo la porta di quel monolocale, sentiva di essere nella sua seconda casa. Le luci soffuse, l'ambiente diroccato, più che metterle inquietudine la tranquillizzavano, ma mai quanto il ragazzo che aveva di fianco.

-Sicuro che va bene per te...per voi, se resto qui stanotte?- domandò Sierra, stringendosi nella giacca di pelle che le aveva dato il ragazzo.

-Sei una coinquilina sicuramente migliore di Cora, Isaac e Peter messi insieme.- asserì il mannaro, con un leggero ghigno all'angolo destro delle labbra. -E poi.- continuò. -Hai bisogno di stare un pò lontana dalle...preoccupazioni.- Derek mimò le virgolette con le dita, e Sierra si trovò ad annuire.

Perché si, era inutile negarlo: Stiles, in quel momento, era una ulteriore preoccupazione per lei. Voleva, anzi, aveva proprio bisogno, di parlare con suo fratello, ma sapeva benissimo anche lei che i suoi desideri non erano corrisposti da quest'ultimo. Aveva bisogno di stare da solo, al massimo con Scott.

-Resti qui ad una condizione.- disse il ragazzo dai capelli corvini voltandosi nella sua direzione, con un tono di voce all'apparenza fermo e deciso.

-Tu dormi in camera mia, e io sul divano.- ordinò. Alla ragazza tornarono in mente entrambe le notti in cui il mannaro a momenti la costringeva a dormire sul letto morbido, invece che sul divano duro e vecchio...lui d'altronde cercava di essere gentile come meglio poteva, e si innervosiva quando la piccola Stilinski rifiutava quelle comodità.

Sierra capì di non potersi sottrarre a quella specie di imposizione, e si limitò ad annuire sorridendo. Le parole di Derek, o meglio la dolcezza nascosta in esse, le avevano fatto sciogliere il cuore.

Si posò delicatamente sul letto ordinato, fin troppo, e lasciò le gambe a penzoloni, a toccare il pavimento. Non spostò il copriletto, poiché era ancora vestita e doveva cambiarsi. Prese a rigirarsi il ciondolo della collana di sua madre tra le mani. Lo faceva sempre, certo, ma questa volta non con le solite intenzioni.

-Perché quella faccia?- la voce di Derek la riscosse dai suoi pensieri. Le aveva portato un'altra coperta, in caso sentisse freddo, e per Sierra, anche questo, fu un gesto dolcissimo, assolutamente non da lui.

-Stavo pensando,- sbuffò lei, gettandosi sul materasso. -Dovrei togliere questa collana.- esalò, cercando di staccarsi il cordino d'argento dal collo con uno scatto deciso, ma si fece solo male. Derek si sedette accanto a lei, posandole una mano dietro la nuca, dove c'era già il segno del cordino.

-Perché?- domandò, scuotendo il capo e corrugando la fronte. -Perché se prima vedevo questo ciondolo come una delle poche cose che mi rimane di mia madre,- iniziò la ragazza, con gli occhi lucidi. -Ora invece mi ricorda solo l'ipotesi che Stiles sarebbe potuto...non esserci, oggi. Voglio liberarmi di tutto ciò che mi possa ricordare delle parole di Deaton.- concluse.

Da quando il mannaro si era seduto accanto a lei, Sierra aveva iniziato a tormentarsi le mani, e anche se non sapeva il motivo, quella vicinanza le faceva bene, fin troppo, e la cosa la spaventava. Non aveva mai sentito nulla di tutto ciò con Derek, o almeno, nulla era mai stato così forte.

Il mannaro scosse la testa, sorridendo e quasi sussurrando. -E' inutile liberarti delle cose materiali, se poi il peso più grande di tutti resta dentro di te.- disse, riferendosi a Lilith. Era doloroso sentirselo dire, ma aveva ragione. -Non devi rinnegare il tuo passato, né il tuo presente. Non dico che devi andarne fiera, certo, ma questo è ciò che sei, e non puoi odiarti.- concluse, poggiandole volontariamente una mano sulla coscia.

-Tu dici?- domandò Sierra, per cercare di non pensare a quel calore sulla gamba che bruciava sulla sua pelle. Derek si alzò in piedi, e senza dire nulla cominciò a sfilarsi la maglietta.

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora