Capitolo 4

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Fu una strana settimana quella trascorsa dopo il giorno del Ringraziamento.
Jessica mi ha incitato ad andare a correre con lei. La prima volta mi ha solo scritto che mi avrebbe aspettata di fronte casa sua, io non le ho risposto. Semplicemente mi feci trovare sotto casa.
L'ho avvisata che io di correre non sono mai stata capace, non era una cosa che mi piaceva particolarmente. Abbiamo corso per un'eternità, o almeno, quei 5 minuti mi erano sembrati un'eternità.
Continuammo quel pomeriggio, tra pause di sola camminata alternati alla corsa. E così per la settimana a seguire, tutti i giorni. Mi trovavo bene insieme a quella biondina, stavamo bene l'una in compagnia dell'altra e quella settimana abbiamo trascorso molto tempo insieme.
Una cosa che mi piace particolarmente di lei? Semplice. Mi fa ridere. Ed è una cosa stupenda.

Quella mattina, il primo venerdì di Dicembre, mi ha chiesto di farle compagnia in giro per negozi. L'aria natalizia cominciava a farsi sentire per la città e tutti già cominciavano a comprare i primi regali, io, invece, non ne avevo alcuna voglia. Avrei aspettato l'ultimo giorno, come ogni anno.

"Quanti regali devi fare?" le chiedo.
"Non ho idea, in realtà.. Forse dovrei fare una lista!"
"Addirittura una lista? Io farò i regali alle persone essenziali, tanto per rispettare un po' la 'tradizione'." Faccio il segno delle virgolette con le dita.
"Ma quanto spirito natalizio, eh!"
"Io amo il Natale per il cibo, non per i regali!"
"Non ci provare neanche! Quest'anno te lo scordi tutto quel cibo! Non te lo vorrei ricordare, ma stai seguendo una dieta!" mi dice lei, usando un tono severo.
"Hey calmati, lo so anche io! Ma non vorrai impedirmi di mangiare tanta buona cioccolata, spero!"
"Ovvio che si, mia cara!"

Mi paro davanti a lei e specchio i miei occhi da cucciolo bastonato nei suoi più azzurri che mai.

"Almeno un po'!" chiedo con tono supplichevole.
"Poco, molto poco.." mi risponde lei, cedendo alle mie quasi preghiere.
"Grazie!" le getto le braccia al collo e sento le sue braccia circondarmi la vita.

Mi allontano un po' imbarazzata e con lo sguardo sulle mie interessantissime scarpe.
Perché? Perché l'ho abbracciata? Ma da quando faccio queste cose? Nicole riprenditi!

"Prego" mi dice con il sorriso sulle labbra. "Andiamo?"
"Si!" mi rimetto al suo fianco e riprendiamo il tour per i negozi.

Dopo qualche ora, ancora a mani vuote, ci ritroviamo sedute sulla stessa panchina del parco dove ci eravamo fermate il giorno del Ringraziamento, a sorseggiare della cioccolata calda.

"Si gela!" quasi urla lei, scaldandosi le mani sfregandole tra di loro.
"E non ho neanche una sciarpa, credo che tornerò a casa con la gola ghiacciata." continua, quasi piagnucolando.
"Sembri un bambino che fa i capricci." non riesco a trattenere una risata, è così tenera.
"Non ridere di me!" mi spintona leggermente e quasi non mi cade la cioccolata che tenevo tra le mani.
"E se mi sporcavo?!" faccio la finta indignata.
"Ti stava bene!" si volta dall'altro lato, incrociando le braccia sotto il petto.

Quella scena mi fa sorridere e istintivamente mi tolgo la sciarpa per avvolgerla al suo collo. Lei, dal canto suo, si volta e mi guarda stranita.

"Non fare quella faccia. Si chiamano atti di gentilezza!"
"Grazie, ma non avrai freddo tu?" noto che si stringe nella sciarpa.
"Tranquilla, ci sono abituata!" e le sorrido dolcemente, bevendo un altro sorso.
"Io non l'ho mai sopportato.."
"Dove abitavi prima di venire qui?" le chiedo, cambiando argomento.
"Howell, New Jersey." abbassa lo sguardo, credo le manchi la sua città d'origine.
"E come mai vi siete trasferiti qui?"
"Mio padre è stato trasferito a New York, ha provato per diversi mesi a viaggiare, ma non gli resta neanche un minimo di tempo libero e poi c'è un gran dispendio di soldi, quindi abbiamo deciso di trasferirci, così che possa venirgli più semplice andare al lavoro e a me più vini andare alla Columbia.."
"Ma allora perché non vi siete trasferiti direttamente a New York?"
"Affari loro.. Non mi interessa." Si legge la tristezza sul suo volto.
"Non volevi andare via, vero?"
"Ho dovuto lasciare la casa dove sono nata e cresciuta. Ho dovuto abbandonare tutti i miei familiari e tutti i miei amici. Ed ancora è passato solo un mese.."
"Beh ma puoi sempre andare a trovarli o loro venire qui.." cerco di esserle di conforto, ma mi rendo conto che non avrei dovuto insistere.
"Si ovvio, ma non sarà mai come vivere nella stessa città.."

Blue like the sky // 🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora