Capitolo 36

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Jessica Pov.

È buio.
Che succede?
Vedo delle luci ad intermittenza, sento dei suoni, delle voci.
Sono sirene della polizia? Chi sono queste persone?
Non riesco a riconoscere nessun volto.
I miei occhi non riescono a restare aperti.
È di nuovo tutto buio.

Provo ad aprire gli occhi, a fatica. Attorno a me è tutto bianco.
Dove sono? Vorrei voltarmi per osservarmi intorno, ma non riesco a muovermi.
Ogni singola parte del mio corpo è indolenzita.
Sposto un po' lo sguardo, ma non riconosco nessun oggetto presente in questa stanza.
Oh, c'è mia sorella. Che ci fa qui?
Mi guarda e subito si alza, dicendo qualcosa.
Mi volto dalla parte opposta della stanza e vedo mia madre. Perché è così agitata? Ha pianto?

"Chiama subito il dottore!" Finalmente riesco a sentire qualcosa.

Mia madre si avvicina subito a me, accarezzandomi il viso.

"Come ti senti?"
"Mh.." Non riesco a dire nulla.

Sono in ospedale?
In camera entra quello che sembra un medico, che inizia a farmi dei test e delle domande. Riesco a rispondere, ma mi sento ancora molto confusa.
Perché non mi raccontano cosa è successo invece di chiedermi come mi chiamo?!

"Mamma.." La chiamo, non appena finisce di parlare con il dottore.
"Tesoro.." Si avvicina.
"Che è successo?"
"Non ricordi? Avete avuto un incidente.." Abbassa lo sguardo.

Un incidente?
Cerco di sforzarmi e qualche ricordo comincia a tornarmi alla mente.
Sento dei fastidi alle braccia e quando abbasso lo sguardo noto di avere alcune bende e dei cerotti.

"Sono rimasta svenuta per molto?"
"No, meno di un'ora.. La botta ti ha provocato un trauma cranico leggero, ma il dottore ha detto che non ha causato danni.."
"Come è successo? Non ricordo molto.."
"È normale, sei sotto effetto di medicinali.. Un'automobile guidava in controsenso e vi ha prese in pieno.."

Cerco di sforzarmi, ma per adesso è tutto molto sfocato.

"Mi fa male tutto.."
"A causa dell'urto contro lo sterzo hai riportato qualche frattura alle costole.. E l'uscita degli airbag non ha aiutato molto, anzi.."
"Cosa sono tutte queste bende?" indico con lo sguardo le mie braccia.
"Il vetro anteriore dell'auto si è distrutto e vi hanno colpito dei pezzi di vetro.."
"Sono profondi?"
"Alcuni si, ma per fortuna in pronto soccorso sono riusciti a togliere tutti i pezzi di vetro che erano rimasti, non c'è bisogno di operarti.."

Adesso si spiega tutto il dolore.
Dei flash mi attraversano la mente.
Eravamo in macchina, stavamo tornando a casa.
Nicholas si era svegliato a causa nostra.
E poi ricordo solo che delle luci mi hanno abbagliata.

"Mamma, dov'è Nicholas?!" Cerco di alzarmi di colpo, provocandomi del dolore.

Perché non è qui con me?!

"È con tuo padre.."
"Dove?! Sta bene?!"
"Lo hanno portato in pediatria per fare degli accertamenti, ma credo stia bene.."
"Credi?! Chiama papà, voglio sapere come sta!"

Mi stacco la flebo che ho al braccio e mi scopro dalle lenzuola, ma lei e mia sorella cercano di tenermi ferma.

"Non fare stupidaggini! Adesso vado io da Nico!" Dice Rebekah cercando di calmarmi.
"E vai invece di stare qui!" Le rispondo male e con tono agitato.

Guarda mia madre, che le fa segno di andare.
Sta per uscire, ma si ferma davanti la porta.

"Che stai aspettando?"
"Sono qui.." Si volta verso di me.

Mi metto a sedere, sistemandomi un po', e dopo qualche secondo entra in camera mio padre con Nicholas in braccio.

"Mamma.." Mi sorride lievemente non appena mi vede.

Gli sorrido anche io, ma la mia felicità svanisce subito, quando noto che ha il braccio ingessato.
Senza neanche rendermene conto, gli occhi mi si riempiono di lacrime.

"Che ha?" Chiedo verso mio padre.
"Niente di grave, ha delle lievi fratture.. Guariranno lentamente, stai tranquilla."

Inizio a singhiozzare e tendo le braccia verso Nicholas.
Mio padre lo avvicina a me e delicatamente poggia Nico sulle mie gambe.

"Non piangere mamma.." con la mano libera, mi asciuga una lacrima.

Come ho potuto?
Come ho potuto permettere che una cosa del genere capitasse proprio a mio figlio?

"Mi dispiace piccolo.." abbasso lo sguardo, stringendolo a me.
"Non fa niente, mammina.." appoggia la testa al mio petto, abbracciandomi.

Non mi perdonerò mai una cosa del genere.
Nessun dolore fisico potrà mai competere con ciò che sto provando adesso vedendo il mio bambino ferito.
Ferito per colpa mia.
Continuo a piangere, singhiozzando terribilmente.
Sento il materasso abbassarsi da un lato e, quando mi volto, noto mia sorella seduta accanto a me.
Mi abbraccia, senza dire nulla.
Restiamo in questa posizione per qualche minuto, poi alzo lo sguardo quando sento altre voci in corridoio.

"Smettila di piangere, ok?" mia sorella mi asciuga il viso dalle lacrime con un tovagliolo.

Qualcuno bussa alla porta, socchiusa, e mia madre si alza subito.

"Salve signora.." sembra una voce conosciuta, anzi, sono tante voci.
"Ciao ragazzi.."
"Hey, bionda.." un Mark con un sorriso triste sul viso entra nella mia stanza.
"Che ci fate voi qui?" dietro di lui noto tutti gli altri.
"Eravamo poco più avanti di voi per strada.. Quando abbiamo sentito il botto siamo tornati subito indietro.."

Mark si avvicina, baciandomi la fronte.

"Come ti senti?" Charlotte si avvicina al mio letto, accarezzandomi i capelli.
"Ho passato momenti migliori.."

Abbasso lo sguardo verso Nicholas, accoccolato al mio petto.

"Jessi, l'importante è che state bene.."
"Poteva andarvi peggio.." anche Amy si avvicina.
"Lo so.. Ma è colpa mia. Mi sono distratta per un attimo e questo è il risultato.."
"È inutile che adesso ti dai la colpa.. Ormai è successo, state tutti bene, l'importante è questo.."
"Come posso non darmi la colpa, Mark? Nicholas ha il braccio ingessato e Nicole chissà come sta! Io guidavo, io mi sono distratta!"
"Jessica, un pazzo stava guidando ubriaco in contro senso! Probabilmente sarebbe successo lo stesso, anche se non ti distraevi!"

Possono dirmi tutte le cose che vogliono, ma in questo momento è inutile.

"Dov'è Nicole?" chiedo verso mia madre. "Come sta?"

Ho paura di ascoltare la risposta.
Ho paura di aver causato danni anche a lei.

"In una delle stanze accanto.." risponde mia sorella.
"Come sta?" ripeto la domanda.
"Dovrebbe essere nelle tue stesse condizioni, tranquilla.." continua mia madre.
"Era sveglia quando è arrivata l'ambulanza sul posto.." interviene mio padre.
"Voglio andare da lei.."
"C'è Caroline, tranquilla.. Non è da sola.. Ci sono anche i suoi.." mi informa Charlotte.
"Jessica, non puoi muoverti.. Non devi fare sforzi." Mia madre si avvicina un po'.
"Non mi importa.. Voglio vederla!"
"Avrete tempo per vedervi.. Per una volta non puoi fare come ti dico?"
"Portami una sedia a rotelle se non vuoi che cammini! Voglio andare dalla mia ragazza, ho bisogno di vederla!" comincio ad agitarmi.

Mia madre si volta verso mio papà.
È a braccia conserte sull'uscio della porta. Guarda prima lei e poi me.

"Papà.." lo supplico, con voce tremante.

Mi guarda per qualche altro secondo, per poi uscire dalla stanza.
Ma certo.. Come potevo pensare che le cose stessero migliorando tra di noi? Fin dal primo momento mi ha fatto capire che l'ho deluso, scegliendo Nicole.. E se pensavo che qualcosa stesse cambiando, adesso ho capito che non è così. Lui non cambierà mai idea su di me, su di noi.
E adesso, mettendo in pericolo non solo la mia vita ma anche quella di Nico, l'ho deluso ancora una volta..

"Jessica.." è la sua voce.

Alzo lo sguardo e lo vedo. Davanti la porta, con le mani poggiate su una sedia a rotelle.

"Andiamo.." mi sorride.

Non ci credo.. Non mi sembra vero.
Tutti i pensieri di poco prima svaniscono in un attimo ed ecco che io sto di nuovo piangendo.
Mark prende Nicholas in braccio e mio padre si avvicina, scoprendomi dalle lenzuola ed aiutandomi a scendere dal letto.
Provo dolore, dolore al petto, alle costole, alle gambe, alle braccia e mi gira la testa.
Mi aggrappo per qualche secondo a mio padre, restando ferma.

"È normale che ti giri la testa.. Non dovresti neanche alzarti.." dice lui, mentre mi tiene stretta dalla vita.
"Lo so, voglio solo vederla qualche minuto.."

Annuisce, baciandomi sulla fronte e poi aiutandomi a sedermi sulla sedia a rotelle.
Era da tempo che mio padre non mi baciava. 
Si, decisamente tutti i pensieri di poco prima adesso non esistono più nella mia mente.
Inizia a spingermi ed usciamo in corridoio.
Mio padre entra in una o due stanze successive alla mia e noto subito la signora Sanders e Christian. La donna è seduta vicino al letto, mentre il fratello della mia ragazza è vicino la finestra.
Saluto entrambi solo con un cenno della testa, che ricambiano. Anche mio padre li saluta.
Prendo un respiro profondo e finalmente sposto lo sguardo verso la mia ragazza.
Sentendo probabilmente la voce di sua madre, apre lentamente gli occhi e si volta verso la porta.

"Hey.." cerco di sorriderle e di trattenere le lacrime.

Mi avvicino più che posso, spingendo la sedia a rotelle.

"Hey.." sussurra, abbozzando un sorriso.
"Come ti senti?"
"Come se mi avessero appena investita.." beh, almeno non ha perso il suo senso dell'umorismo.

Entrambe ridiamo, per poi fare una smorfia di dolore.

"Qualcosa mi dice che per un po' dovremmo evitare di ridere.." continua.
"Già.."

Ci guardiamo per qualche secondo, senza dire nulla.

"Mio padre ha detto che.. Che ti hanno ritrovata sveglia.. Mi dispiace.."
"È dispiaciuto di più a me vederti svenuta e con le braccia sporche di sangue.." esce un braccio fuori dalle lenzuola, accarezzandomi il viso. "Ho pensato fossi morta, in realtà.. E non riuscivo a fare nulla, non riuscivo a muovermi.."

Qualche altra lacrima abbandona i miei occhi.
Nicole sfiora un punto sul mio viso e al tocco sussulto un po', probabilmente devo avere qualche graffio.

"Mi dispiace.." ripeto, poggiando la mia mano sulla sua, ancora sulla mia guancia.
"Nico sta bene, vero?"

Abbasso lo sguardo.

"Jess.."
"Gli hanno dovuto ingessare il braccio, ma per il resto sta bene.." tengo lo sguardo basso.

La sento sospirare.

"Mi dispiace.." sussurra stavolta lei.

Finalmente alzo lo sguardo e anche lei ha gli occhi lucidi.

"Se c'è qualcuno che deve chiedere scusa quella sono io.. Io guidavo.."
"Tu guidavi, ma io ti ho fatta distrarre.."

Cerca di alzarsi un po', mettendosi seduta.

"Non ti azzardare.." mi punta il dito contro. "Non ti azzardare a darti la colpa per quello che è successo.."
"E come faccio? Guarda dove siamo!"
"No.. Entrambe abbiamo colpa, Jess."

Sapevo che Nicole avrebbe cercato in ogni modo di non farmi assumere tutte le colpe, ma come posso non sentirmi totalmente responsabile?
Resto in silenzio, soffermandomi a guardarle il viso.
Ha un cerotto sopra il sopracciglio sinistro e vari graffi sul collo, e così come me ha diversi graffi sulle braccia. 
Sforzandomi, riesco ad alzare il braccio e sfiorarle il cerotto.

"È profondo?"
"Che cosa?"

Mi guarda confusa ed io sorrido alla sua buffa espressione.

"Hai un cerotto gigantesco sul viso, amore.."
"Ah, questo.." si tocca il punto.
"Mi ha graffiata una scheggia di vetro.. Mi hanno detto che ho perso un po' di sangue e mi hanno messo dei punti.."
"Ti resterà la cicatrice.."

Lei fa spallucce.

"Le cicatrici sono belle.." cerca di sorridermi.

Sarà anche vero, ma ogni volta che la guarderò mi ricorderò di questa notte.

"Dov'è Caroline? Charlotte mi ha detto che era qui con te.."
"È andata a prendere dei caffè.."

Di nuovo silenzio.

"Almeno ti ha messo i punti un bel dottore?"

Riesco a farla ridere.

"Credo che i bei dottori esistano solo in Grey's Anatomy! Mi ha messo i punti una donna, ma era grande e non molto bella.."
"Vorrei tanto ridere, ma proverei troppo dolore, quindi meglio se mi trattengo!" 
"Jessica.. Come stai?" sentiamo qualcuno entrare in stanza.

Caroline si mette subito davanti a me, abbracciandomi.

"Piano, piano, piano!" mi romperà qualche altra costola!
"Scusa.. Come stai?"
"Così.." indico la sedia a rotelle.
"Stavo per andare nella tua stanza ma ho visto Amy in corridoio e mi ha detto che eri qui.."
"Si.. Volevo solo vedere come stava Nicole.."

Caroline mi sorride dolcemente per poi avvicinarsi alla madre della mia ragazza, passandole un bicchiere con del caffè, suppongo.
Poco dopo, Nicole mi fa sapere che, per fortuna, oltre il leggero trauma cranico e qualche altra piccola ferita causata dai vetri, non ha riportato altri danni.
Lo stesso vale per me, oltre a una o due costole rotte, non ho riportato gravi danni.

"Ah, siete entrambe qui."

Il padre di Nicole entra in camera, saluta mio padre e poi si avvicina al letto di Nicole.

"Siete state due irresponsabili!" dice di punto in bianco.
"Papà, non ora.." Nicole cerca di interromperlo.
"Ora, invece." Suo padre è fermo.

Non credo di averlo mai visto così serio.

"Spiegatemi come è successo!"

Sposto lo sguardo verso Nicole e dopo esserci guardate per qualche secondo, entrambe abbassiamo la testa.

"Noi.." inizio. "Io.." mi correggo, alzando leggermente lo sguardo.
"Noi." Afferma decisa Nicole.

La guardo, poi torno a guardare suo padre.

"Mi sono distratta un attimo.. Nicholas si era svegliato e stavo cercando di tranquillizzarlo.. Quando mi sono voltata ho visto le luci dell'altra auto e non sono riuscita ad evitarlo.."
"E non vi hanno mai detto che alla guida non bisogna distrarsi?" chiede retoricamente l'uomo.
"Papà, non c'era nessuno per strada! Non potevamo di certo immaginare che ci fosse un pazzo a guidare in contro senso!"
"Invece dovete immaginarlo! Dovete stare attente, specialmente la notte!"
"Stiamo bene, non c'è bisogno di fare tutti questi drammi!" Nicole si altera un po'.
"State bene? Hai una ferita sul viso! Se l'impatto fosse stato più violento probabilmente adesso non saresti nemmeno qui a parlare! Jessica ha le costole rotte e il bambino ha un braccio ingessato!"
"Carlos!" interviene la signora Sanders, ottenendo l'attenzione del marito. "Sarebbe successo comunque.."

Ha ragione.
Quell'auto è arrivata all'improvviso e non so fino a che punto avrei avuto i riflessi pronti per deviarla.
Il signor Sanders sta per ribattere, ma mio padre gli poggia una mano sulla spalla.

"È normale che tu sia agitato adesso.. Ma stanno bene, vedila così.." dice mio padre.

L'uomo si siede ai piedi del letto, osservando la figlia, che gli sorride, cercando di tranquillizzarlo.

"Ci sono foto?" rompo il silenzio che si è creato.
"La polizia si è incaricata di scattare le foto.." dice mio padre.
"Posso vederle?"
"Farò in modo di fartele avere."
"Grazie.." gli sorrido.
"Vi dispiace andare via?" chiede Nicole. "Ho un po' di mal di testa e vorrei provare a dormire.."
"Vuoi che chiamo un dottore?" subito sua madre si alza, avvicinandosi al letto.
"C'è già un dottore qui, mamma.." lei ride, indicando mio padre.

Ridiamo tutti, compreso mio padre.

"È normale che  sia stanca e abbia mal di testa, stai tranquilla.." mio padre rassicura la mamma di Nicole.

La signora Sanders annuisce e ci invita tutti quanti ad uscire dalla stanza.
Io sono ancora vicino al letto di Nicole.

"Vai anche tu.." si volta verso di me.
"Sicura?"

Lentamente e con un lieve sorriso sulle labbra, annuisce.

"Riposa un po' anche tu.."
"Va bene.."

Le prendo la mano, portandola alle mie labbra e baciandola.
Lei accarezza la mia e poi faccio segno a mio padre che può riportarmi in camera.
Quando rientro in camera, i miei amici sono ancora tutti qui, chi in piedi e chi sulle poche sedie presenti.

"Dov'è Nico?" chiedo, notando la sua assenza.
"È fuori con tua sorella.."
"Perché?"

Nel frattempo mio padre mi aiuta a sistemarmi sul letto.

"Non voleva dormire e Rebekah lo ha portato un po' fuori.."

Sto per rispondere ma d'improvviso un flash mi sfiora la mente.
Josh.
Deve sapere cosa è successo a Nico, non posso di certo tenerglielo nascosto.

"Devo chiamare Josh.."
"Perché?" chiede Mark.
"Perché deve saperlo.."
"Non credo sia necessario.." continua, quasi indifferentemente.
"Magari lo chiami domani.." Charlotte ha quasi lo stesso tono del mio migliore amico.
"Adesso mi avete seriamente rotto tutti e due!" rispondo fredda e fissandoli entrambi.
"Scu.. Scusa?" Mark mi guarda stranito.

Non credo di essermi mai rivolta a loro in questo modo.

"Sono mesi ormai che Josh fa di nuovo parte della mia vita e di quella di Nico e voi vi comportate ancora come il primo giorno! Sono stanca!"
"Dai, Jessi.." Charlotte ruota gli occhi.
"Dai un cazzo!"

Ringrazio che in questo momento Nicholas sia fuori, perché sta uscendo la parte volgare e aggressiva che c'è in me.

"Sono stanca! Non mi importa se vi sta sulle palle, se non volete averci a che fare e cose così, ma non voglio più sentire che voi parlate male di lui! Non fino a quando a me va bene come lui si comporta! E quando inizierà a fare qualche cazzata allora parlerò male di lui anche io, ma non ora!"

I miei amici mi guardano, in silenzio.
Li guardo minacciosa, puntato loro un dito contro.

"Non voglio più sentirvi parlare di lui. Non una singola parola."
"Come vuoi.." I due alzano le spalle.
"Adesso hai finito di usare questo linguaggio?"

Mi volto e noto che mia madre è proprio davanti la porta.
Che imbarazzo!

"Si, adesso si.." cerco di mantenermi seria, ma vorrei solo sprofondare.

È raro che i miei genitori mi sentano parlare in questo modo!

"Adesso, per favore, andate via.. Vorrei provare a riposare."

Fanno come gli chiedo, senza obbiettare troppo.
Aspetto che mia sorella ritorni in camera con Nicholas e nonostante abbia detto anche a mia madre che poteva andare via, lei ha comunque deciso di restare qui, per non lasciare me e Nicholas da soli, Rebekah invece è tornata a casa con papà.
Per fortuna mio padre è riuscito a far sistemare Nico in camera con me, anziché lasciarlo in pediatria.
Lui è riuscito a dormire, io e mia madre non molto.
Più che altro, ho passato il resto della notte a parlare con Nicole, via messaggi.

Ad un certo punto, credo di aver preso sonno, perché il mattino seguente, quando riapro gli occhi, noto di avere ancora il cellulare tra le mani.
Mi guardo attorno alla stanza e noto Nicholas già sveglio, che guarda la tv che abbiamo in camera.

"Buongiorno.." dico, con ancora la voce impastata dal sonno.

Lui si volta leggermente e mi sorride.

"Ciao mamma.."

Lentamente provo ad alzarmi, cercando di fare meno sforzo possibile, e mi avvicino al suo letto.

"Come ti senti?" gli accarezzo i capelli.
"Mi fa un po' male il braccio.." sfiora il gesso che si ritrovo al braccio.
"Lo so piccolo.. È normale.."

Si sposta un pochino, facendomi spazio e invitandomi a stendermi accanto a lui.
Mi sdraio e lui poggia la testa sul mio petto, io lo stringo a me, nonostante mi faccia male.
Prendo il cellulare dal comodino e guardo l'ora.
Sono quasi le otto del mattino, mia madre non è in camera, forse sarà andata a fare colazione e sicuramente tornerà seguita da qualche medico.

"Quando andiamo a casa?" mi chiede Nicholas.
"Spero presto.." gli accarezzo i capelli.

Come avevo immaginato, poco dopo il medico è entrato in camera.
Ha fatto altri accertamenti sul mio stato e dato un'ultima controllata a Nicholas, per poi uscire fuori e fermarsi a parlare con mia madre.

"Buongiorno!" ci saluta sorridente, non appena entra in camera.
"Giorno.."
"Ciao nonna!"

Mia madre poggia sul comodino un sacchetto, probabilmente contenente del cibo, e poi mi fa un riassunto di ciò che ha detto il dottore.
Stiamo bene, quindi non c'è bisogno di tenerci ancora qui. Entro la giornata ci faranno uscire!
Chiedo a mia madre di uscire per lasciarmi da sola con Nicholas.
In realtà vorrei chiamare Josh e non mi va di parlare con lei davanti.

"Hey piccolo.." chiamo mio figlio, attirando la sua attenzione.
"Mh?" alza lo sguardo verso di me.
"Che ne dici se chiamiamo tuo papà, eh?"
"Si!" risponde entusiasta.

Cerco il contatto di Josh nella rubrica.
Osservo il suo nome scritto sullo schermo per qualche secondo, poi avvio la chiamata.

"Pronto?" risponde, dopo qualche squillo.
"Ciao, Josh.." cerco di sembrare tranquilla.
"Hey, Jessi! Come va? Tornata dalla vacanza?"
"Si, si.. Anche se non è finita come speravo.."
"Cioè? È successo qualcosa?"
"Ehm, in realtà si.. Però niente di grave!"
"Mi spaventi cosi.."
"No, stai tranquillo.. Io e Nico abbiamo avuto un incidente.."
"Cosa? State bene, vero?" Il suo tono è diventato subito preoccupato.
"Si, diciamo di sì.. Io ho qualche costola rotta e Nico ha il braccio ingessato, ma ha solo delle lievi fratture.."
"Oh, merda! Ascolta, io sono al lavoro, ma posso lasciare e venire da voi subito!"

Ma come fanno gli altri a non notare il suo cambiamento?

"Oh, no no.. Stai tranquillo, ok?"
"Ma è successo adesso?"
"No, stanotte.. Volevo chiamarti, ma quando ho realizzato che non ci eravamo fatti poi così tanto male ho preferito non allarmarti nel bel mezzo della notte.."
"No, Jessi.. Quando succedono queste cose non devi farti problemi, ok? Non quando si tratta anche di Nicholas.."
"Va bene.." Sorrido lievemente.
"Allora.. Posso venire più tardi in ospedale?" Chiede, dopo qualche attimo di silenzio.
"Tra un po' ci dimettono, puoi venire a casa se vuoi.."
"Non dà fastidio ai tuoi?"
"No, non credo.. E poi io e Nico ti vogliamo li, quindi non mi importa molto di quello che pensano."
"Wooh, la botta dell'incidente ti ha fatta diventare un po' più cattiva?" Ride.
"No!" Rido anche io. "È che sono stanca della gente che deve continuamente giudicarti male.."

Resta in silenzio, senza dire nulla.

"Questo non me lo aspettavo.." Dice poi.

Sorrido.

"Mamma, posso parlarci?" Mi chiede Nico.
"Certo piccolo.."

Prima di passargli il telefono, attivo la modalità di video chiamata, che Josh accetta.
Sistemo il telefono in modo che sia io che Nico entriamo nell'inquadratura e noto Josh che si sistema un po' i capelli.

"Ciao Josh!" Lo saluta il piccolo, agitando la manina.
"Ciao campione! Come stai?"
"Bene, anche se mi fa un po' male il braccio.." Nicholas, nonostante il dolore, gli sorride.
"Fammi vedere.." Gli chiede Josh.

Nicholas alza un po' il braccio, mostrando il gesso verso l'inquadratura.

"Beh, sembra perfetto per essere colorato! Non credi?"
"Posso davvero disegnarci?" Nico si volta verso di me, esaltato dalla notizia.
"Certo che puoi! Possiamo farci tutti i disegni che vuoi! Così diventa più bello e te lo invidieranno tutti!" Continua Josh.
"Allora quando arriviamo a casa voglio farci tanti disegni! Mi aiutate?" Chiede verso di me e poi voltandosi di nuovo verso suo padre.
"Certo!" Diciamo contemporaneamente.

Parliamo con Josh per ancora qualche minuto, quando poi lui ci saluta per tornare al lavoro.

Qualche ora dopo, dopo esserci lavati e vestiti, possiamo lasciare l'ospedale.
Stiamo bene, tutto sommato, quindi non c'è motivo di tenere occupati dei letti inutilmente.
Mio padre continua a spingermi sulla sedia a rotelle fino a quando non arriviamo all'auto, apre lo sportello posteriore e fa salire Nicholas.

"Jess.." Sto per salire anche io, quando sento chiamare il mio nome, e solo una persona mi chiama così.
"Hey.." le sorrido.

Nicole si avvicina e poggia una mano sul mio fianco, dandomi un bacio sulla guancia.

"Ciao Nicole!" la saluta Nicholas.
"Ciao piccolo!"

Nicole si sporge verso l'interno della macchina, baciando poi sulla guancia anche il mio piccolo.

"Come ti senti?"
"Mi fa un po' male il braccio e mi fa prurito!" Nico fa una smorfia.
"Poi ti presto una bacchetta magica per far passare il prurito!"
"Una bacchetta magica?" ecco che comincia ad esaltarsi.
"Si! Con me ha funzionato!" Nicole gli fa l'occhiolino.
"Anche a te hanno messo il gesso qualche volta?"
"Si, ero un po' più grande di te!" gli scompiglia un po' i capelli.
"Questa cosa non la sapevo!" intervengo anche io.
"Un giorno te la racconterò!" lei ride.

I miei genitori salutano Nicole e dopo salgono in macchina.
Lei mi aiuta a salire e richiude lo sportello.

"Ci vediamo più tardi.." abbasso il finestrino, così da poter parlare meglio.

Lei annuisce semplicemente per poi darmi un bacio sulla guancia.
Torna verso la sua auto e mio padre mette in moto, cominciando a guidare.

Quando arriviamo a casa la prima cosa che faccio e stendermi sul mio letto.
Adesso comincio a sentire tutta la stanchezza della notte.
Mia madre entra in camera, facendomi sapere che ci penserà lei a sistemare Nicholas, così che io possa riposare un po'.
Vorrei provare un po' a dormire, magari adesso che sono a casa riuscirò.
Non appena però chiudo gli occhi, le immagini dell'incidente mi riappaiono alla mente.
Le luci che ci abbagliano, le sirene, il risveglio in ospedale.
Avanti, stupido cervello, spegniti un po' e fammi dormire. Solo un po'..
Ovviamente non c'è verso.
Scendo di sotto, in cucina ci sono sia mia madre che mio padre.

"Jessica.." mi chiama mio papà.
"Dimmi.."
"Sono riuscito ad avere le foto dell'incidente.." mi tende una busta.
"Oh.. Grazie.."

La prendo e poi mi avvicino al freezer, per prendere del ghiaccio.
Mi sistemo sul divano, con il ghiaccio sulle costole e comincio a guardare le foto.
La mia auto è distrutta davanti. Costerà un sacco farla sistemare di nuovo! Anche se, in teoria, quell'uomo deve risarcirci i danni.

Quando sento la voce di Nicholas dalla cucina, rimetto subito le foto dentro la busta, non ho voglia che lui le veda.
Entra in salone, sedendosi sul divano, in mezzo alle mie gambe.
Accendiamo la tv e cambio canali continuamente, fino a quando Nico non mi obbliga a tenere sul canale dedicato ai cartoni animati.

"Quanto sono brutti.." indico gli animali disegnati sullo schermo.
"Non è vero!" sbuffa.
"Invece si.. I cartoni che guardavo io erano più carini!"
"Tu guardavi solo quelli Disney!"
"Appunto!"
"Ma me li hai fatti vedere quasi tutti ormai, non posso guardare sempre quelli!" ride.
"Beh, hai ragione.."

Lui mi guarda con sguardo da: 'si, lo so che ho ragione!'
Prendo il cuscino che ho a lato e lo lancio verso di lui, cercando ovviamente di non metterci troppa forza.

"AHIO!" comincia a ridere e mi rilancia il cuscino, solo mettendoci più forza di me e colpendomi alle gambe.
"HEY!" faccio una smorfia di dolore.

Cerchiamo entrambi di prendere il cuscino, io tirando verso la mia parte e lui dalla sua.

"Non vale, io ho solo un braccio!" continua a tirare il cuscino, ridendo.
"Ed io ho le costole rotte e non posso muovermi, direi che siamo pari!"

Il piccolo scoppia a ridere ed io non riesco a trattenermi, nonostante il dolore alle costole.
Se solo ripenso al fatto che poteva succedergli di peggio in quella macchina, per colpa mia, continuo a sentirmi male.
Se l'impatto fosse stato più forte non so quante possibilità avrebbe avuto.
E di certo io non sarei qui, adesso.
Non credo riuscirei mai ad andare avanti con la mia vita, senza di lui.

"Stai piangendo?" mi riporta sul mondo reale.
"Mh?" mi tocco le guance e noto che qualche lacrima è caduta dai miei occhi. "Oh, no, no.." alzo lo sguardo verso l'alto, sperando di fermare le lacrime.

Si sporge un po' verso di me, sfiorandomi una guancia con la sua piccola manina e mi sorride.
Non dice nulla, solo un piccolo sorriso e poi torna a concentrarsi sui suoi cartoni animati.
Voleva rassicurarmi, come fa sempre.
È proprio vero che l'amore che può mostrarti un bambino è unico e spesso molto più profondo rispetto a quello di un qualsiasi altro adulto.

Sento il campanello suonare e mi distraggo dai miei pensieri, il che credo sia un bene, perché potrei riprendere a piangere.
Poi, la voce di mia madre.

"Josh, ciao." Sembra abbastanza fredda.
"Salve signora.."

Mi volto verso Nico, che non sembra aver sentito la voce di Josh.

"Nico.." lui si volta a guardarmi. "C'è papà!" con la testa indico la porta e lui sorride.

Scende dal divano, incamminandosi verso l'entrata di casa.

"Josh!" gli sento urlare.
"Hey, piccoletto!"

Sento la porta chiudersi, segno che mia madre non lo ha sbattuto fuori casa.
Lentamente mi alzo, qualche attimo dopo i due entrano in salone e Nico corre di nuovo sul divano.

"Io sono in cucina.." dice mia madre, per poi lasciarci soli.
"Hey.." gli sorrido.
"Ciao.." ricambia il sorriso, avvicinandosi.

Si avvicina e, inaspettatamente, mi abbraccia.
Ok, questo non me lo aspettavo.
Come non mi aspettavo neanche che avrei ricambiato l'abbraccio, eppure l'ho fatto.

"Come stai?" chiede, man mano che si allontana.
"Non proprio al pieno delle mie forze.." cerco comunque di sorridergli.
"Come è successo?" Josh si siede sulla poltrona, accanto al divano.
"Un'ubriaco stava guidando nella mia stessa corsia, ma in direzione opposta.."
"Oh, ca.. spita!" si trattiene, ricordandosi che Nico è proprio accanto a noi.
"Già.. Diciamo che, è stata un po' anche colpa mia, perché mi sono distratta e quando mi sono voltata verso la strada era troppo tardi per poterlo evitare.. Non è stato proprio un'incidente frontale, ma quasi!"

Lui fa una smorfia di dolore e poi indica il ghiaccio che tengo sull'addome.

"Effetti collaterali.." cerco di ridere e lui fa un sorriso triste. "Dopo l'impatto sono usciti gli airbag, che hanno fatto molto più danno della botta tra le due auto.."
"Si, gli airbag sono famosi per creare più danni di quanto non debbano evitarne.."
"Con la pressione e l'urto i finestrini si sono frantumati, e questo ne è il risultato.." indico i vari graffi sulle spalle e sulle braccia.
"Giochiamo un po'? Basta parlare dell'incidente!" Nico scende dal divano, posizionandosi davanti a noi.
"E come vorresti giocare?" Josh gli da subito retta.
"Visto che non possiamo andare a giocare fuori, facciamo qualche gioco da tavolo?" il piccolo guarda verso il gesso che ha al braccio.

Spero vivamente che possa guarirgli il prima possibile. Non voglio vederlo così per troppo tempo.

"E gioco da tavolo sia! Fammi vedere cos'hai!" Josh si alza e Nico sorride felice.

Gli prende la mano e lo trascina su per le scale.

"Ho l'armadio pieno!" gli sento dire.

Dopo qualche minuto, quando i due riscendono, Josh sta portando con se almeno quattro scatole di quattro giochi diversi.. Qualcosa mi dice che si prospetta un lungo pomeriggio di giochi!

Devo ammettere però che non è andata poi così male.
Nico, pazientemente, ha spiegato le regole dei vari giochi a Josh, che puntualmente non capiva nulla!
Vederli giocare in questo modo, andare così d'accordo e ridere così, mi ha riempito il cuore di gioia, non potrei chiedere nulla di più per mio figlio.

Due ore e quattro partite dopo, vinte due da Nico, una da me e una da Josh, sento la voce di mia sorella dalla cucina e poco dopo entra in salone.

"Oh, come siete belli! State giocando alla famiglia?" dice ironica.

Direi che ci ha lanciato una freccia con tutto l'arco, altro che semplice frecciatina.

A questa affermazione ci sono tre diverse reazioni.
Nico che, esaltato, scoppia a ridere; Josh che abbassa lo sguardo ed io che invece le lancio una brutta occhiata.

Lei si siede sul divano libero, mettendosi a guardare la tv, mentre noi continuiamo a giocare con Nicholas, stavolta però cominciando a disegnare sul gesso, proprio come gli aveva detto Josh.

Nei giorni successivi è stato tutto un po' strano. Le giornate non sono passate proprio in modo veloce e ieri sono stata persino male. Ho avuto mal di testa forte per tutto il giorno e sensazione di vertigini, dal nulla.
Mio padre ha detto che è normale che io stia così e mi ha dato delle pillole per il mal di testa.
Nicholas invece sta un po' meglio, riesce a muoversi meglio nonostante il gesso, anche se durante la notte gli fa più male.
Sono tre notti che lo faccio dormire nel letto insieme a me, perché la prima notte passata a casa ha avuto degli incubi, quindi non me la sono proprio sentita di lasciarlo da solo.. E poi, diciamocela tutta, anche io avevo bisogno di lui.
L'altro ieri è venuto a trovarci Jake. Era da un po' che non ci sentivamo e mi è sembrato giusto farlo sapere anche a lui.. In realtà mi era mancato, non ci vedevamo da un bel po'!
Anche Nicole sta un po' meglio, o così almeno dice.. Credo però che anche a lei sia rimasto il trauma, spesso dalla mia finestra, la notte, vedo il riflesso della luce del cellulare, segno che non dorme poi così tanto come voglia farmi credere.
Cerca di farmi credere che sta bene solo per far stare meglio me.
Ed io la amo sempre di più.

Adesso sono seduta sul divano in salone, a guardare un po' di tv.

"Mamma.." Nico sale sul divano, incrociando le gambe.
"Dimmi piccolo.." Distratta, gli lascio un bacio sulla fronte.
"Ma Nicole è la tua fidanzata?"

Oh merda.
E questa da dove esce fuori?

"Scusa?" Mi volto verso di lui.
"Fidanzata.. Come Mark e Caroline!"
"Che ne sai tu di Mark e Caroline?"
"Me lo ha detto Mark!"
"Oh.."

Ok, Jessica.. Direi che è arrivato il momento della verità..

"Tu e Nicole sembrate fidanzate.. Come loro!"
"E da cosa lo sembriamo?" Adesso sono curiosa.

Insomma, con Nicole abbiamo sempre cercato di evitare certi atteggiamenti davanti a lui, da cosa se ne sarebbe accorto?

"Non so, si capisce.."
"Oh.. E da cosa nasce questa tua improvvisa curiosità?"
"Volevo chiedertelo da un po', però poi c'è stato l'incidente.."
"Beh, si.. Nicole è la mia fidanzata.."

Bene, gliel'ho detto.. E ora?

"È un problema per te?" Sono agitata come se stessi aspettando con ansia la sua benedizione!
"No! Io voglio bene a Nicole!" Mi sorride teneramente.

Si, infondo lo sapevo già.. Però avere un'altra conferma non fa male.

"Non è un problema che sia una ragazza?"

Mi sto addentrando in uno strano discorso con un bambino di cinque anni. Chissà a dove porterà..

"Dovrebbe essere un problema?" Sembra un adulto alcune volte questo bambino.
"N.. No, credo di no.. Insomma, se per te non è un problema, non lo è neanche per me!"
"Quindi vi sposerete?" sembra felice!
"Hey, vacci piano.. Non siamo ancora a quel punto!" Rido, scompigliandogli i capelli.
"Tu vorresti?"
"Credo.. Di si.. Non lo so, non ci ho mai pensato!"

E non è nei miei piano pensarci! Non per un paio di anni almeno!

"Nicholas!" sentiamo la voce di mia madre in corridoio.
"Sono qui!" urla il piccolo.

Pochi secondi dopo mia madre entra in salone.

"Io vado a fare un po' di spesa.." dice, rivolta verso di me. "Tu vuoi venire?" stavolta si rivolge a mio figlio.

Lui si volta verso di me, come per chiedermi il permesso.
Io alzo le spalle, facendogli capire che può fare come preferisce.
Sorride, abbracciandomi e poi scendendo dal divano, correndo verso mia madre.

"Dai, vai a metterti le scarpe.." gli dice mia madre, scompigliandogli i capelli.

Il piccolo fa come gli dice, correndo di sopra.

"Come ti senti?" mia madre si avvicina, sedendosi sul braccio del divano.
"Meglio, rispetto a qualche giorno fa.." le sorrido.

Mi accarezza il viso, solo come una madre sa fare e mi sorride.
Resta a coccolarmi per qualche minuto, fino a quando mio figlio non riscende e i due escono di casa.

Poco dopo decido di salire in camera, entro, togliendomi la maglietta al volo e restando in reggiseno.
Ho le spalle e la schiena piena di graffi e il tessuto della maglia, anche se leggero, mi porta un po' di fastidio.
Per fortuna fa caldo, così non sembro pazza se resto semi nuda!
Sento la porta della mia stanza aprirsi, ma non ci faccio molto caso, continuando a smanettare sul cellulare, tanto, probabilmente sarà mia sorella, dato che siamo sole in casa.
Sento una mano sfiorarmi la schiena e poco dopo delle labbra sul mio collo.
No, decisamente questa non è mia sorella.
Mi volto leggermente, scontrandomi con l'odore dello shampoo della mia ragazza.
Porto una mano sul suo viso, mentre lei continua a baciarmi la spalla.

"Non avevo ancora visto in che condizioni avevi la schiena.." sussurra, mentre sfiora la mia spalla.
"Non mi fanno molto male.. Solo fastidio.."

Si allontana un po', guardandomi la schiena e sfiorando qualche punto.

"Anche io non sono messa poi molto bene!" Ride.
"Fammi vedere.."

Mi volto, facendo scivolare dolcemente la mano sotto la sua canottiera.
Lei se la lascia sfilare via, per poi voltarsi.
A differenza mia, lei ha persino qualche cerotto, quindi è probabile che abbia qualche ferita poco più profonda rispetto alle mie.
Le sfioro delicatamente la schiena, spostandole i capelli e baciandole uno dei graffi che si ritrova sulla spalla.

"I finestrini hanno fatto proprio un bel lavoro!" Volta leggermente la testa, per guardarmi.

Lei riesce a ridere e scherzarci su, io continuo ancora a sentirmi responsabile.
Mi soffermo a guardarle il tatuaggio e noto un graffio anche lì.

"Non si rovina, vero?" Porto la mano verso la sua spalla, sfiorando il punto.
"Mh, no.. Non credo.. È solo un graffio!"
"Jessica, io sto.." La voce di mia sorella di espande per tutta la stanza.

Si ferma a guardarci ed io e Nicole restiamo immobili, senza sapere cosa fare.
Si, è una situazione alquanto equivocabile, dato che entrambe siamo in reggiseno.

"Reb, non è come sembra!" Cerco la mia maglietta e tiro a Nicole la sua.
"Si, certo!" Si mette a braccia conserte.
"Davvero!" Provo a difendermi.
"L'ultima volta che mi hai trovata in una situazione del genere hai cacciato il mio ragazzo in modo molto poco carino, e ora fai lo stesso?" Per fortuna il suo tono non è molto serio.
"Stavo cercando di evitare che facessi qualcosa di cui poi magari ti saresti pentita! E poi in casa c'era anche mamma!"
"Beh, adesso in casa ci sono io.."
"Reb, davvero.. Non stavamo facendo nulla, le stavo solo facendo vedere come ho la schiena, dopo l'incidente.." Nicole prende la parola.
"Fa vedere!" Pare si sia dimenticata di tutto!

Nicole si toglie di nuovo la canottiera, voltandosi di spalle verso mia sorella.

"Caspita, sei messa male anche tu!" Osserva la schiena della mia ragazza.
"Già, è quello che stavo dicendo a tua sorella.."

La mia ragazza si riveste, girandosi nuovamente verso di noi.

"Non sapevo avessi un tatuaggio.. Non ci avevo mai fatto caso!"
"Si, ormai ce l'ho da un paio d'anni!"
"È bello!"

Nicole le sorride.

"Ad ogni modo.." Si volta di nuovo verso di me, puntandomi il dito contro. "Ero solo venuta a dirti che sto uscendo.."
"Ok.."

Si avvicina alla porta.

"Niente sesso in casa quando noi siamo qui!" Continua a puntarmi il dito.

Voglio scavarmi una fossa con le mie stesse mani.

"È usate prec.. Ah, voi non ne avete bisogno!" Sbuffa.

Nicole scoppia a ridere.

"Non è giusto!"

E finalmente esce dalla mia camera, lasciandoci da sole.

"Voglio morire.. Che vergogna!" Porto le mani sul viso, coprendolo.
"Dai, non stavamo facendo nulla davvero!" Lei ancora ride.

Mi prende i polsi, portandomi le braccia intorno alla sua vita, mentre lei porta le braccia intorno al mio collo.

"Buongiorno.." sussurra sulle mie labbra.
"Buon pomeriggio.." la correggo, sorridendo.
"Si, quello che è.." e unisce le nostre labbra.

Resta qualche attimo sulle mie labbra, poi si allontana.
Ci guardiamo per qualche secondo, poi il mio sguardo si sposta sulla cicatrice sul sopracciglio, che fino a qualche giorno fa non c'era.
La sfioro delicatamente con il pollice, per poi scendere sulla guancia.
Lei volta leggermente il viso, baciandomi la mano.

"Ah, ma come sei entrata?" inarco un sopracciglio.
"Ho sfondato la porta, ovvio!" fa una faccia seria, per poi mettersi a ridere.
"Scema.." le do un piccolo schiaffo e rido anche io.
"Tua madre e Nico stavano uscendo e quindi mi ha lasciato libero accesso alla casa!"
"Aah.." in effetti, i tempi coincidono.

I suoi occhi si spostano sulle mie labbra e si avvicina un po'.

"Posso baciarti ancora?" il suo sguardo vaga dai miei occhi alle mie labbra.
"Inizi a chiedere il permesso dopo sei mesi?"

Sorride e poi mi bacia.

"Posso raccontarti una cosa?" le chiedo, mordendomi il labbro inferiore.

Lei fa spallucce e mi trascina verso il letto, dove ci sediamo.

"Ieri ho fatto venire Josh a casa.."

Alzo lo sguardo verso di lei, che mi guarda con aria impassibile.
Perché mi guarda così? Che ho detto di male? Non ho ancora detto nulla!
Non le ho ancora raccontato niente e lei si sta già facendo le paran.. Oh, credo di aver capito!

"Non c'è nessun doppio senso!" incrocio le braccia al petto.
"Oh, questo mi rassicura!" adesso ride.
"Cretina!" le do un colpo di cuscino sul viso.
"No, niente guerra di cuscini!" cerca di difendersi.
"E tu non fare l'idiota!" le do uno schiaffo sul braccio, cercando di non colpire le varie ferite.
"E tu formula le frasi correttamente!" ricambia il colpo.
"Ok, allora.. Ieri Josh è stato qui.. Va bene?"
"Si, più o meno!"
"Scema.." le do un altro colpo.
"Mi stai insultando davvero tanto oggi!"
"Mi fai raccontare?!" mi metto a braccia conserte.
"Va bene.." alza le mani, arresa.

Prendo un respiro, cercando di ritornare seria.

"Voleva venire in ospedale, ma considerando che ci hanno dimesse in mattinata, gli ho detto che sarebbe stato meglio venire qui a casa.."
"Hai fatto bene, se lo volevi qui.." anche lei sembra essere tornata seria.
"Lo volevo qui per Nico.."
"Lo so.." mi sorride.
"Però.. Ho fatto una cosa.." chiudo un occhio, colpevole.
"Del tipo?"
"Non so se te lo hanno raccontato, tipo Caroline.. Ma.. Ho urlato contro Mark e Charlotte.. E c'era anche mia madre.."
"Che vuol dire che hai urlato conto di loro? Che gli hai detto?"
"Sono stanca del fatto che debbano sempre criticarlo o sminuirlo, nonostante lui si stia comportando bene, per adesso!"
"Cosa gli hai detto?" ripete.
"Praticamente, di farsi i fatti loro.. Il tutto in modo leggermente più volgare.."

Sta per dire qualcosa, ma io continuo.

"Gli ho detto che non devono più nominarlo, in mia presenza! Che non devono parlare male di lui, soprattutto finché fa le cose per bene!"
"Se è quello che vuoi, hai fatto bene a dirglielo.. Anche se.."
"Mh?"

Si sposta un po' con il busto, per essere rivolta maggiormente a me.

"Loro lo fanno solo perché ti vogliono bene, eh.. Questo lo sai, no? Ti hanno vista star male per quel ragazzo, non vogliono ricapiti.. Sono solo protettivi!"
"Lo so, è che.." non mi fa finire.
"Anche io sono così con Caroline, in un certo modo.. Se dovesse ripresentarsi quel coglione che l'ha fatta stare male per anni, stai pur certa che io non mi risparmierei! E così fanno loro.. Ti vogliono solo proteggere.."

Oh, merda.. Credo abbia ragione.
Sospiro.

"Uff.."

Mi lascio cadere sul letto, poggiando la testa sul cuscino e coprendomi gli occhi con un braccio.

"In un certo senso, lo so che lo fanno per me.. Ma mi da davvero fastidio sentirli parlare così.. Io l'ho visto il suo cambiamento, ci sto avendo a che fare tutti i giorni da un paio di mesi ormai e.. Lui è diverso.."

Mi sento quasi in colpa nel dire queste cose proprio a lei.

"Jess, tu non devi giustificarti con nessuno.. Non possono decidere gli altri per te, non possono dirti chi tenere o meno nella tua vita.. Loro possono semplicemente consigliarti e cercare di proteggerti, ma poi sei tu quella che decide tutto. Sta tutto nelle tue mani."

Sposto il braccio, guardandola.

"Hai ragione, lo so.. Ma a volte vorrei semplicemente il loro supporto.."
"Dopo la sfuriata che gli hai fatto, probabilmente cambieranno un po' atteggiamento!" ride.

Le prendo la mano, intrecciando le sue dita alle mie.

"Lo so che odi sentirmi parlare di lui, ma avevo davvero bisogno di parlarne.."
"Hey, con me devi sentirti libera di poter parlare di qualsiasi cosa, ok?" si volta verso di me, guardandomi seriamente.

Annuisco.
Si sdraia, sporgendosi verso di me e accarezzandomi il viso.
Ci guardiamo, perdendoci l'una negli occhi dell'altra.

"Ti amo.." sussurra, baciandomi poi la punta del naso.
"Io di più.." sorrido, chiudendo gli occhi.

Le sue labbra si poggiano sulla mia fronte, sulle mie guance e poi sulle mie labbra.
Le sfioro il labbro inferiore con la lingua e lei mi lascia libero accesso, facendo incontrare le nostre lingue.
Mandiamo avanti questa lunga e lenta lotta, fino a quando entrambe non sentiamo la necessità di prendere aria.

"Posso appoggiarmi?" indica il mio petto.
"Meglio di no, fanno ancora male.." mi sfioro le costole.

Mi lascia un bacio sul petto, per poi sdraiarsi su di un lato, poggiando il viso su una mano.

"Ah, prima che me ne dimentichi!" si rialza, prendendo una busta vicino la mia scrivania.

Deve averla poggiata quando è arrivata, perché non è mia.

"Questa dalla a Nico!" mi dice, tendendomi qualcosa.
"Una.. Una bacchetta per mangiare cinese?" ok, adesso sono confusa.
"Si! È la mia bacchetta magica! Quando avrà prurito, potrà grattarsi con questa!" lei sorride.
"Tutto qui?" sorrido anche io.
"Che ti aspettavi?"
"Non so.. Qualcos'altro!"
"Beh, tu dagliela e basta!"
"Va bene.." mi sporgo un po' e lei, capendomi al volo, unisce le nostre labbra. "Ah, Nico mi ha chiesto di te.." le dico, sorridendo.
"In che senso?" inarca un sopracciglio.
"Nel senso.. Voleva sapere se sei la mia ragazza!"
"Non è vero.." mi guarda con un'espressione mista tra il serio e il confuso.
"Sono seria! Mi ha detto che sembriamo come Mark e Caroline.."
"E.. E che gli hai detto tu?"

Mi metto a sedere anche io.

"Gliel'ho confermato, cosa volevi che facessi? È faticoso tenerglielo nascosto.. Soprattutto quando ti vede spesso!"
"Dav.. Davvero glielo hai detto? Pensavo.. Non so, volessi aspettare almeno un paio d'anni!" ride, prendendomi in giro.
"Cretina!" rido, dandole una piccola spinta.

Si avvicina, sedendosi sulle mie gambe e prendendomi il viso tra le mani.

"Quindi.. Adesso posso baciarti, davanti a lui?" sorride, a pochi millimetri dalle mie labbra.

Io annuisco e i nostri sorrisi si sfiorano fino ad unirsi.

"E posso.. prenderti la mano, senza crearmi troppi problemi?" prende la mia mano, unendo i nostri palmi e facendo incrociare lentamente le nostre dita.
"Assolutamente.." annuisco ancora.

Torno a sdraiarmi e Nicole fa lo stesso, riprendendo la posizione di poco prima, sdraiata su un fianco verso di me, con il gomito sul letto ed il viso poggiato sulla mano.
Mi guarda, sorridendomi con le labbra e con gli occhi.
Vorrei mettermi nella sua stessa posizione, ma le mie costole di certo non gradirebbero.
Mi sporgo però leggermente verso di lei, baciandole la punta del naso.

"Hey.. Ehm.. Credi.. Credi dovremmo riprendere quel discorso..?" balbetta un po'.
"Quale discorso?" la guardo, inarcando un sopracciglio.
"Quello.. Quando eravamo in macchina.."

Le prendo il mento, facendo in modo che possa guardarmi.

"In questo momento, non me ne frega proprio un cazzo di quello di cui stavamo discutendo!"

La bacio e lei sorride a contatto con le mie labbra.

"Non ti si addice proprio per niente questo linguaggio scurrile!" mi prende in giro.
"Lo so, ma a volte mi faccio prendere dal momento!"

Sorride, prendendomi il viso tra le mani e unendo di nuovo le nostre labbra.




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Ciao a tutti!
Capitolo un po' pesante, con tutta la questione dell'incidente!
Il prossimo sarà molto più leggero, giusto per riprenderci da questa situazione, e poi ci sarà la partenza di Nicole per Seattle, quindi vedremo come affronteranno questa distanza!

Come sempre, fatemi sapere le vostre opinioni l

Alla prossima! 😘

Blue like the sky // 🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora