Nicole Pov.
"Mi incazzo eccome Nicole! È la terza volta in una settimana che ti dimentichi di avvisarmi che sei con i tuoi amici in giro!" la mia ragazza sta urlando al telefono già da cinque minuti.
"Lo so, amore, hai ragione.. Ti chiedo scusa, ancora!"
"Non me ne faccio niente delle tue scuse! Mi dà fastidio questa tua non curanza!"
Resto in silenzio, non so bene come giustificarmi.
"Sono consapevole del fatto che tu ti stia vivendo questa nuova avventura con spensieratezza e con questi nuovi amici, però, dall'altro lato, non mi piace essere messa in disparte.." ha calmato un po' i toni.
"In disparte? No, questo mai!" non ne combini mai una giusta Nicole.
"Beh, ti sei dimenticata di avvisarmi per tre volte di fila... La prima volta mi sono detta: ma si, sarà con i suoi amici, non la disturbo; la seconda volta mi sono addirittura preoccupata, perché non ho avuto tue notizie fino a tarda sera; alla terza volta, se ci permetti, mi incazzo e mi sento anche di troppo. Come se ti stessi addirittura disturbando."
Nicole, come ti sei permessa di farla stare così male?
Ma che ti sta prendendo?
È passato più di un mese da quando sono qui a Seattle e devo ammettere che tutto stava procedendo abbastanza bene, fino ad oggi.
"Io.. Io non avrei mai voluto che tu arrivassi a farti questi pensieri. E non so neanche come giustificarmi, perché non l'ho fatto intenzionalmente. Mi faccio prendere dall'euforia del momento e.."
"E ti dimentichi di me.." me la immagino, sul suo letto, a testa bassa.
"No, no, mai! Non devi mai pensare queste cose Jess, mai."
Lei resta in silenzio e così anche io.
"Ti amo, troppo, per potermi dimenticare di te." Abbasso lo sguardo, vorrei piangere.
Continua a non dire nulla.
"Jess.. Dì qualcosa, per favore."
"Cosa vuoi che ti dica? Non ho molto da dire.."
"Non voglio litigare.."
"Neanche io.."
"Io posso assicurarti che non l'ho fatto di proposito. Non devi pensare che tu sia una dimenticanza, perché non è così! Non faccio che pensarti, non faccio che immaginarti qui con me. Non farti condizionare solo da un messaggio mancato!"
"Non si tratta solo di un messaggio mancato, si tratta che, a volte, mi sento messa di lato.."
"Ma non è così! Credimi piccola. Ti prometto che d'ora in poi farò più attenzione a queste cose."
"Va bene.."
Non mi sembra molto convinta. E ha ragione, devo dimostrarle che sono seria con i fatti, non di certo a parole.
Restiamo ancora in silenzio, ad ascoltare l'una il respiro dell'altra.
È vero, ho frequentato più pub in questi mesi qui a Seattle che in tutta la mia vita. Questi nuovi colleghi hanno preso la brutta abitudine di uscire almeno tre volte a settimana e, sinceramente, mi piace trascorrere del tempo con loro e Caroline. Mi diverto, anche se a volte facciamo troppo tardi e l'indomani al lavoro è una vera tortura. Ma in tutto questo nuovo modo di vivere io non ho mai messo da parte Jessica. Lei è sempre nei miei pensieri.
Penso a lei quando vedo una nuova parte della città e la immagino accanto a me, mano nella mano.
Penso a lei quando sono per strada e guardo le vetrine, perché lei si fermerebbe ad ognuna di esse, soprattutto adesso che sono quasi tutte cose addobbate per natale.
E poi penso a lei di notte. Quando sono sola, sdraiata sul mio letto e, se mi concentro, sento il suo profumo ed è un po' come se fosse con me.
"Vorrei abbracciarti e dormire con te stanotte." Dico.
"E io vorrei tu mi stessi abbracciando in questo momento."
E restiamo così, un po' in silenzio e un po' a dirci cose tenere, per tutta la notte.
Fortunatamente l'indomani mattina è sabato e non sono costretta ad alzarmi presto.
Vado in cucina, dove trovo già la mia migliore amica, seduta al tavolo.
"Che buon odore di caffè.." cerco di sorriderle.
Lei mi guarda per qualche attimo.
"Perché mai hai quel sorriso triste da appena sveglia?"
Caspita, non le si può nascondere proprio nulla.
"Ieri ho avuto una discussione con Jessica.." mi verso un po' di latte nella tazza e prendo i cereali dalla credenza.
"E non avete risolto?"
"In teoria si, però mi sento in colpa, nonostante io non abbia fatto nulla di proposito.."
"Posso sapere cos'è successo?" si volta verso di me.
Le racconto cosa ci siamo dette ieri sera al telefono e lei mi ascolta, senza interrompermi.
".. Ma non lo faccio intenzionalmente e non so come farle capire questa cosa."
"Beh.. diciamo che ci sono solo due opzioni per la soluzione di questo problema." Finalmente parla.
"Cioè?"
"O riesce a capire che sei davvero così e quindi accettare la situazione oppure ti manda definitivamente a quel paese!"
"Ma.. Non mi aiuti così!"
"Lo so, ma cosa potrei dirti?
"Che sono una deficiente, questo puoi dirlo senza dubbio."
"Oh, ma quello lo sai già da te!"
Sospiro e mi concentro sulla mia tazza di latte.
"Allora, che vogliamo fare oggi?" Cambia discorso.
"Niente, voglio sprofondare nel letto!" sbuffo.
"Sai che, quasi, quasi ti do ragione.."
"Cos..?" mi volto a guardarla, com'è possibile che Caroline non voglia uscire? "Stai male?"
"In realtà è da un paio di giorno che non mi sento bene.."
"Cioè?"
"Ecco.. Ho un ritardo.. Quindi credo sia per quello.."
"Caroline.. Cosa stai cercando di dirmi?" Che significa che ha un ritardo? Io potrei ucciderla.
Lei mi guarda e fa spallucce, senza sapere esattamente cosa dire.
"Di quanto? Io ti uccido! Non puoi restare incinta adesso!"
"Due settimane.." stringe gli occhi, consapevole che potrei picchiarla.
"Ma i preservativi esistono! E le pillole! E tutto ciò che serve per prevenire ciò!" alzo un po' la voce.
"Lo so! Pensi che non abbia preso precauzioni?"
"Dimmelo tu!" incrocio le braccia.
"Comunque.. Dovrei fare un test?" abbassa la testa.
"Beh, non saprei.. Possiamo anche aspettare cinque mesi e vedere se ti spunta la pancia! Cazzo, certo che devi fare il test! E se fosse necessario, andrai anche dal ginecologo!"
Direi che non è proprio il momento adatto per un pargoletto.
Restiamo in cucina ancora un po' e poi Caroline si decide ad uscire per andare in farmacia e con la scusa porta qualcosa di pronto per il pranzo.
Dal canto mio, non appena la mia amica è andata via, mi sono buttata sul letto, con le cuffie alle orecchie e la mia solita playlist per il malumore.
Lo so, non è il massimo ascoltare musica triste quando si è giù, ma io preferisco così.
Non so spiegare la sensazione che sento.
È come se avessi questa morsa allo stomaco che non vuole mollarmi da ieri sera.
Con Jessica abbiamo chiarito, ne sono consapevole, ma sto sempre così quando litighiamo, è un po' come se mi uccidesse dentro.
Tra qualche giorno sarà il Ringraziamento. Caspita, lo scorso anno, proprio in questo periodo, una meravigliosa ragazza dagli occhi azzurri mi fermava al campus, dicendomi che qualcosa mi era caduto dalla tasca e, così, come se mi conoscesse da sempre, si offre di aiutarmi nel mio percorso di dimagrimento.
E oggi è la mia fidanzata, una delle persone più importanti della mia vita.
Infondo, anche io sono diventata importante per lei. Riusciremo a superare questa piccola discussione.
Sposto lo sguardo verso il telefono, le ho mandato il messaggio del buongiorno ma non ho ancora ricevuto risposta. Probabilmente sta ancora dormendo.
Anche se.. qui sono quasi le undici, quindi significa che da loro è già l'ora di pranzo. E lei di solito non dorme mai fino a quest'ora.
Nel frattempo, sento la porta di casa aprirsi. Deve essere Caroline.
"Allora?" entro in cucina.
"L'ho preso. E ho preso anche degli hamburger per pranzo." Poggia due buste sul tavolo.
"Sei pronta?" le chiedo, mentre mi siedo accanto a lei.
"Mmh.. No." Tiene lo sguardo fisso sul test di gravidanza.
"Stai tranquilla.." le accarezzo la mano.
Nel frattempo, sento il mio telefono vibrare.
Sorrido.
"Buongiorno."
"Buongiorno a te!" risponde la mia ragazza, dall'altro capo del telefono.
"Posso dirglielo?" sussurro verso Caroline.
Lei mi fa segno di no con la testa, io annuisco e le faccio capire di aspettare che finisca la chiamata.
"Scusami se non ti ho risposto prima al messaggio, non mi ero resa conto che fosse già così tardi! E stiamo pranzando solo adesso!"
"Non ti preoccupare, anche io oggi mi sono svegliata un po' più tardi." Mi siedo sul letto di camera mia.
"Qui oggi è una bellissima giornata e ne abbiamo approfittato per sistemare le decorazioni di Natale all'esterno!"
"Le decorazioni? Di già?"
"Beh, manca solo un mese!" ridacchia.
"Beh, si..."
"E poi scusa, lì le strade non sono addobbate?"
".. In realtà, si.. Ma non avevo realizzato che mancasse così poco!"
Lei scoppia a ridere, ride sempre quando mi mostro distratta.
Oh, la sua risata.
Sempre una boccata di aria fresca per i miei polmoni.
"E poi lo sai che a Nico piace un sacco addobbare!"
"Ed eravate soli?" chiedo.
"C'era mia sorella. Doveva venire anche Josh, ma gli hanno cambiato il turno al lavoro e quindi abbiamo dovuto trovare un sostituto all'ultimo minuto."
"E cioè?" curiosa di sapere chi sono riusciti ad incastrare.
"Christian!" lei ride.
"Mio fratello?" sono un po' scioccata.
"Abbiamo altri Christian in comune?" lei se la ride.
"Wow, a stento ha voglia di addobbare casa nostra! Come sei riuscita a minacciarlo?"
"In realtà ha fatto tutto mia sorella, gli avrà detto qualcosa ed è riuscita ad incastrarlo!"
"Fantastico! Adesso gli scrivo, dicendogli che deve fare esattamente lo stesso a casa nostra!"
Entrambe ci facciamo una bella risata.
Poi però mi ricordo che Caroline è ancora di là ad aspettarmi.
"Hey amore, c'è Caroline che mi chiama per aiutarla in una cosa, ci sentiamo più tardi?"
"Si, ovvio. Ti videochiamo prima di cena!"
Sorrido.
"Perfetto. A dopo."
"A dopo!"
Riaggancio la chiamata e corro in cucina.
"Hai già letto le istruzioni?"
"Si, devo solo andare a fare la pipì qui sopra."
"Vuoi chiamare Mark?"
"Che? No! Voglio solo che mi tieni la mano.." continua a tenere lo sguardo basso, sul test.
"Mentre fai la pipì?"
"No, cretina! Dopo!" mi lancia la scatola vuota del test e poi la vedo sorridere sotto i baffi.
Beh, sono riuscita nel mio intendo di farla sorridere.
"Dai su, andiamo a scoprire se aspettiamo un piccolo Mark!"
"Aspettiamo? Adesso ti sei messa in mezzo?"
"Mi sembra ovvio. Sarò pur sempre la zia!" faccio spallucce.
Lei ride ancora e poi ci spostiamo in bagno.
Fortunatamente non dobbiamo aspettare molto per il risultato.
"Beh.." inizia lei, guardando quel piccolo aggeggino.
"Devi farti visitare comunque da un ginecologo, per avere la certezza."
"Lo so.."
Jessica Pov.
Abbiamo appena finito di cenare e finalmente posso chiudermi in camera e videochiamare la mia ragazza.
L'ultima volta che ci siamo viste è stato sabato scorso, mi manca un sacco.
Si, questa settimana mi ha fatto innervosire e non poco. Anzi, a dirla tutta, sono ancora un po' arrabbiata. Non mi sembra una cosa così difficile mandare un messaggio e avvisare che non guarderà il telefono per ore.
Io sono felice se lei si diverte con i suoi nuovo compagni, davvero, però mi farebbe piacere non essere messa in disparte.
Tornando alla nostra videochiamata, mi sta raccontando di come hanno trascorso la mattinata lei e Caroline.
"E quindi, non dovrebbe arrivare nessun mini-Mark, per fortuna! Però, ovviamente, le toccherà fare una visita ginecologica, per eliminare ogni dubbio."
"Io penso che Mark sarebbe svenuto se Caroline fosse rimasta incinta sul serio! Sembra uno forte, ma queste notizie non le regge!" scoppio a ridere, immaginandomi la scena.
Anche lei scoppia a ridere, è così bello poterla guardare.
"Sei bellissima, cazzo." Dico, improvvisamente.
Lei abbassa lo sguardo,, come fa sempre quando si imbarazza.
".. Ti amo." Sussurra.
"Anche io."
Passiamo tutta la notte a chiacchierare come non ci succedeva da un po'. Si è fatto veramente tardi e io avrei tanto voluto averla accanto stanotte, ho bisogno di sentire un suo abbraccio, il suo odore. Mi manca tutto di lei.
Quella notte l'ho sognata.
Ho fatto un sogno che avevo già fatto un po' di tempo fa. Noi due a Parigi.
Prima o poi riuscirò a baciarla in cima alla Torre Eiffel, ne sono certa. La porterò a cena in uno di quei ristoranti romantici e lussuosi che lei odia, solo per poterla ammirare in imbarazzo e regalarle una rosa.
E poi passeggeremo in quelle piccole vie, dove io le ruberò qualche bacio e lei mi stringerà a sé.
"Mamma! Mamma!"
"Mmh.."
"Dai mamma, svegliati!!"
Mi sento scuotere e riesco lentamente ad aprire un occhio.
Mio figlio è già operativo e sta cercando di svegliarmi.
"Che c'è? Che ore sono? Perché non stai dormendo, è domenica!"
"C'è papà! Dai vestiti e andiamo a giocare!" continua a saltellare esaltato, io invece continuo a non capirci niente.
Riesco a mettermi seduta e mentre mi strofino gli occhi, prendo il telefono. Caspita, sono già le dieci del mattino.
Mi alzo, trascinata in cucina da mio figlio, dove trovo Josh seduto al tavolo e mia madre che gli versa del caffè.
Oddio, io sono in pigiama e con i capelli arruffati, che vergogna.
"Buongiorno!" lui ride, vedendomi in quelle condizioni.
"Buongiorno.." saluto in generale. "Nico mi ha letteralmente trascinata giù dal letto."
"Gli avevo detto che non c'era bisogno, ma ha insistito!" continua lui.
"Io vado in salone, se avete bisogno, chiamate." Mia mamma prende un vassoio con dei biscotti, una tazza di caffè e ci lascia soli.
Porto indietro i capelli e li lego in un cipollotto scombinato, tanto peggio di così non può andare.
Lui mi guarda, imbambolato.
"Nico, andresti a prendermi gli occhiali?" Chiedo a mio figlio.
"Ok!" lui corre sopra.
"Che c'è?" chiedo a Josh, notando che mi sta ancora fissando con una faccia da pesce lesso.
"Niente, è che.. sei bellissima anche in queste condizioni."
Oh, questo era inaspettato.
Abbasso lo sguardo e sorrido, imbarazzata.
"Sono un disastro, smettila!"
Per fortuna Nicholas rientra in stanza e mi toglie da quella situazione imbarazzante.
"Comunque, scusa se mi sono presentato all'improvviso, volevo fare una sorpresa a Nico."
"Ma figurati, io di solito non mi sveglio mai così tardi, ma ieri sera sono andata a letto tardissimo."
"Sei uscita?" mi chiede, mentre prende in braccio Nico e lo fa sedere sulle sue gambe.
"No, no.. Sono stata al telefono con Nicole."
Mi alzo, versandomi del caffè anche io e portando dei biscotti in tavola.
"Potevi chiamarmi! Volevo salutarla!" mi sgrida mio figlio.
"Stavi già dormendo tu, stasera la richiamiamo, ok?" gli sorrido.
Lui annuisce.
"Allora, in cosa consiste questa sorpresa per Nico?" guardo Josh.
"Mmh.. Luna Park?" guarda prima me, per avere il consenso, e poi Nico, che sta già fremendo.
"Ti prego mamma!" Salta come uno di quei pupazzetti a cui dai la carica.
".. ma si dai!" faccio spallucce e poi sorrido.
"Sii!" continua a saltellare.
"Dai, vai a vestirti!"
Saliamo al piano di sopra, Josh si occupa di far lavare e vestire Nico mentre io corro a farmi una doccia.
Diciamo che non vado ad un Luna Park da un sacco di tempo, quindi l'idea non mi dispiace per nulla.
Quasi un'ora dopo siamo in fila per entrare. Ci sono un sacco di decorazioni natalizie e questa cosa mi piace tantissimo.
Nicholas sta fremendo, vorrebbe provare tutte le attrazioni e vincere tutti i peluche possibili.
Si, esatto, suo padre sta provando a fargli vincere un peluche in uno di quei giochi dove bisogna sparare. Nico prova con la versione per bambini mentre lui con quella per adulti.
Circa quindici minuti dopo, ecco Nico con in braccio il suo nuovo cagnolino ed io con il mio nuovo panda, regalatomi da Josh.
Ci alterniamo per far fare a Nico un sacco di attrazioni e alcune riusciamo anche a farle tutti e tre insieme.
Scatto un sacco di fotografie, io amo le foto. Foto a Nico, foto alle attrazioni, foto a loro due e foto a noi tre.
Si fa l'ora di pranzo e ci sediamo in uno dei tavolini dell'area ristoro, mentre Josh è in fila per prendere dei panini, ricevo una chiamata da Nicole.
"Hey, buongiorno dormigliona!" beh, li saranno tipo le dieci del mattino.
"Come siamo pimpanti.. Buongiorno.." sbadiglia.
"Ti sei svegliata adesso?"
"Mh, si.. Da poco. Mi sto versando giusto adesso il caffè."
"Ah bene.."
"Ma dove sei? Sento chiasso in sottofondo."
"Sono al Luna Park con Nico e Josh, adesso ti mando qualche foto!"
"Passamela!" Nico prova a strapparmi il telefono dalle mani. "Ciao Nicole!!" dice, quando se ne appropria.
"Ciao piccolino! Ti stai divertendo?" le sento dire.
"Si tantissimo! Ho vinto un peluche e ho fatto tante giostre! Anche l'auto-scontro!"
"Oh beh, allora quando torno posso sfidarti!"
"Sii!" lui ride.
Mi scoppia il cuore quando Nico ride così con Nicole.
Josh ritorna con i nostri panini e Nicholas mi restituisce il telefono. Io mi allontano un pochino, per poter parlare con lei
"Allora, oggi che fai?" Le chiedo.
"Nulla, non mi va di uscire.. Caroline invece si sta già preparando."
"Per andare dove?" chiedo curiosa.
"Boh, da qualche parte con gli altri." Posso immaginarla mentre fa spallucce.
"E perché tu non ci stai andando?" mi appoggio alla staccionata della zona ristoro.
"Te l'ho detto, non mi va.."
"Anche ieri non ti andava di uscire. Non starai evitando per via della nostra discussione, vero?"
"No, ma va.. Figurati.. Solo, non ho voglia."
"Tanto non mi convinci!"
"Lo sai, ogni tanto ho bisogno di starmene da sola in casa. Quando Caroline mi ha detto che sarebbe uscita, sono stata felice. Più tardi mi preparo qualcosa per pranzo, mi guardo un episodio di qualche serie tv e poi, se mi va, torno a dormire.. mi rilasso solo al pensiero!"
Scuoto la testa.
"Sei senza speranza!"
"Lo so, per questo mi ami!"
"Cretina.." io rido.
Beh, si, in effetti suona tutto in perfetto stile Nicole.
Però, nulla mi toglie dalla testa che sia ancora un po' provata dalla nostra discussione.
"Ci sentiamo più tardi? Torno da Nico e Josh."
"Si, certo. A dopo!"
"Ciao, ciao!" le mando un bacio e poi riaggancio.
Ritorno dai due ometti, che stanno ridendo e giocando insieme.
Quanto sono teneri insieme. Devo ammettere che, nonostante Nico sia esattamente identico a me, qualche espressione uguale a Josh la ha. Questa cosa non può che farmi sorridere.
Mi risiedo al tavolo, finendo il mio pranzo, e poi torniamo alle varie attrazioni.
Ci divertiamo per tutto il pomeriggio, tra ruota panoramica, giostra coi cavalli e zucchero filato. È ormai buio quando Josh ci riaccompagna a casa.
"Quando ci rivediamo?" gli chiede il piccolino.
"Domani sono a casa tutto il giorno, se la mamma è d'accordo, puoi venire a pranzo da me." Mi guarda con gli occhioni dolci.
Abbasso lo sguardo verso Nico e anche lui ha lo stesso sguardo.
"Per me va bene." Faccio spallucce.
Sul volto di Nicholas spunta un sorriso enorme. Mi abbraccia e poi salta in braccio a Josh.
Ormai Nico ha legato con i suoi nuovi nonni e si trova a suo agio con loro, che stanno iniziando a viziarlo.
"Dai, adesso entra e comincia a prepararti psicologicamente per una doccia!" gli scompiglio i biondi capelli.
"No, dai! Non mi va!" ecco che inizia a frignare.
"Come non ti va? Vuoi fare il bambino puzzolente?" Josh lo prende in giro.
"Non sono puzzolente!"
"Non lo sarai, dopo la doccia!" continua lui.
"E va bene!" Nicholas sbuffa e poi fa per entrare in casa.
"Non mi saluti?" anche Josh mette su il broncio.
Lentamente, Nicholas si riavvicina a lui, si fa prendere in braccio e da un bacio al padre, ancora sconsolato.
Io mi guardo tutta la scena ridendo. Ogni volta che si parla di doccia sembra che stia per essere messo al rogo. E riesce a recitare la parte benissimo.
Sposto lo sguardo su Josh, dopo che Nico è rientrato in casa.
"È stata una splendida giornata!"
"Molto. Sono contento ti sia divertita anche tu!"
"Io adoro i Luna Park! Ed era una vita che non ci andavo! E poi sono tornata a casa con lui!" stringo il peluche che ha vinto quella mattina.
Sorride e mi guarda.
"Allora, domani a che ora posso passare?"
"Quando vuoi."
"Verso le undici?"
"Va bene!"
"A domani, allora!"
Si avvicina, mi lascia il solito bacio sulla guancia, e poi risale in macchina.
Quando entro in casa, mia madre è appoggiata allo stipite della porta della cucina.
".. Si?" la guardo interrogativa.
"È diventato proprio un bravo ragazzo." Sta sorridendo, mi lascia intuire che ci ha spiati dalla finestra.
"Si.." mi limito a dire, per poi salire al piano di sopra.
Faccio la doccia a Nico e una volta messo a letto, il piccolino crolla subito, data la stanchezza della giornata.
Anche io mi butto a letto e racconto a Nic della giornata, poi decidiamo di vedere un film insieme. Io con i miei pop corn e lei con la sua amata cioccolata.
È strano e piacevole allo stesso tempo.
Il giorno seguente Josh è venuto a prendere Nico all'orario stabilito ed io ho potuto passare del tempo a studiare e ad allenarmi. Domani è il giorno del Ringraziamento e non ci sono lezioni per tutta la settimana, ma la prossima settimana e dopo le vacanze di Natale inizieranno gli esami e voglio provare a fare uno degli esami più difficili, sto studiando già da un mese e sono solo a metà programma.
Anche quest'anno abbiamo trascorso il pranzo del Ringraziamento insieme ai Sanders, stavolta però a casa nostra, peccato che quest'anno non ci sia la mia ragazza. Lo scorso anno è stato particolare, ci eravamo appena conosciute, ma ricordo che da subito ho iniziato a parlarle di me e idem lei. Un po' mi manca quel periodo, quando tutto è nuovo e iniziano a nascere i primi sentimenti.
La chiamo quando anche lei ha finito di pranzare, tutti in casa l'hanno voluta salutare e i miei le hanno chiesto come stesse andando li, poi mi sposto nella mia stanza, per poter avere un po' di privacy. Avvio la modalità di videochiamata.
"Ti ho vista che stavi nascondendo della cioccolata, eh!" la sgrido.
"Uffa.. Beh dai, è il Ringraziamento!" si giustifica.
"Senza speranza.." scuoto la testa.
"Allora, cosa avete mangiato?" cambia subito discorso.
"Il solito tacchino ripieno. Tu invece?"
"Anche.. Caroline ha voluto improvvisarsi cuoca e devo ammettere che non le è venuto male! Anche se è da ieri che prova a riempire quel pollo gigante e ha fatto non pochi casini in cucina!" lei inizia a ridere.
"Tipo?" rido anche io.
Mi racconta qualche disastro combinato da Caroline e di come lei se la sia fatta alla larga, soprattutto perché insieme avrebbero rischiato di dar fuoco a tutta la casa.
"Comunque mi ha scritto Kaylee chiedendomi di uscire stasera, ma ho rifiutato. Non capisco se non ha capito che sono impegnata o se lo ha capito e vuole provarci comunque!" ride.
"Non hai detto che le andava bene esserti amica? Forse punta a quello.."
"Non so, mi sembra troppo insistente.. Cioè, è simpatica, lo ammetto, mi ci trovo bene, ma non voglio che rovini questa possibile amicizia.."
"Wow, Nicole che cerca amiche!" rido, prendendola in giro.
"Non ridere! Proprio perché non ritengo chissà quante persone 'amiche' non mi va di distruggerne una potenziale."
"Beh, parlale, no? So che anche questo è difficile per te, ma così non rischi ci siano altri fraintendimenti.."
"Si, probabilmente hai ragione.. Ma stasera comunque non ho voglia di uscire, magari domani o sabato.."
"Amore, sei passata dall'uscire quasi tutte le sere a non uscire per cinque sere di fila. Sicura tu non lo stia facendo per me?"
Che palle, non volevo arrivare a questo. So che si diverte quando esce con i suoi nuovi colleghi e poi anche Caroline è uscita in questi giorni, mentre lei è rimasta in casa da sola.
"Ti giuro che non lo faccio per la nostra discussione, anzi guarda, scrivo a Kaylee e le dico che domani possiamo andare a prenderci qualcosa da bere. Va bene?" mi sorride.
"Si. Non privarti di nulla.."
Le sorrido anche io e restiamo a guardarci, come facciamo sempre, ma stavolta con uno schermo di mezzo e una qualità un po' scarsa.
"Mi manca baciarti.." dico, guardandola prima negli occhi e poi verso le sue labbra.
"Anche a me, piccola.. Ma dai, dobbiamo resistere solo altre quattro settimane e poi potremmo finalmente riabbracciarci."
Proprio così, tra poco meno di un mese la mia Nicole sarà di nuovo qui, per le vacanze natalizie.
Quel weekend Nico ha dormito da Josh e la domenica mattina io sono stata buttata giù dal letto dal mio migliore amico. A volte mi sembra di avere una maledizione addosso secondo cui non posso dormire fino a tardi.
Però mi ha portato i cornetti caldi, quindi sa farsi perdonare.
Resto a letto mentre lui si distende ai miei piedi.
"Allora, cosa ti porta qui?"
"Volevo stare un po' con te, ultimamente ci siamo visti poco.."
Smetto di mangiare e lo fisso con aria saccente.
"Mark, cosa vuoi?"
"Donna di poca fede!"
"Parla!"
"Ok, io.. Vorrei chiederti un aiuto.."
"Mh, interessante.." addento il mio cornetto al cioccolato.
"Ho bisogno di te per.. Per il regalo di Natale per Caroline.." parla a bassa voce, come se non volesse farsi sentire.
"Scusa.?" Si, lo sto facendo apposta.
"Dai, hai capito!"
"È la prima volta che fai un regalo ad una ragazza, vero?" scoppio a ridere.
"Beh, un regalo importante, si.." lui è ancora in preda all'imbarazzo.
"In che senso importante?" mi disarma vedere il mio amico così, è una cosa totalmente nuova.
"Nel senso che non ho mai fatto un regalo sentito, da persona innamorata."
Resto basita a guardarlo.
"Dai, non fissarmi così!"
"Scusa, è che proprio mi viene strano guardarti così.." gli sorrido teneramente.
"Mi aiuti..?" sposta lo sguardo verso di me.
"Si, ovvio! Ti stavo solo facendo soffrire un pochino.." ridacchio.
"Sei una stronza!"
"Allora, avevi in mente qualcosa?"
"No, per questo sono qui.."
"Mmh.. ok. Sai già cosa assolutamente non vorrebbe?"
Lui mi guarda confuso e fa spallucce.
"Sai cosa vorrebbe assolutamente? Se c'è qualcosa che le piace in particolare? Qualche passione?"
"Beh, si forse qualcosa.."
"Allora, facciamo una lista di queste cose che hai in mente e poi ci facciamo una bella chiacchierata con Nicole."
"Perché con Nicole?"
"Chi meglio di lei può aiutarti?"
"Ma non volevo farne una questione di stato.. è già tanto che sono venuto da te!"
"Sei venuto da me e quindi ti adatti ai miei metodi!" mando giù l'ultimo boccone.
"E va bene.." sbuffa.
Io sorrido soddisfatta.
E così trascorriamo quest'ultima domenica di novembre, soleggiata ma allo stesso tempo fredda.
Mark resta a pranzo da noi, invitato da mia madre e, dopo aver mangiato, ci mettiamo tutti in salone. Nico racconta a Mark e a noi come ha trascorso questi giorni con Josh, si diverte a raccontarci determinate cose e Mark si è comportato bene, senza insultare Josh o snobbare i racconti del piccolo.
Nel tardo pomeriggio, invece, riusciamo a chiamare Nicole senza che Caroline sia nei paraggi, così che il mio amico possa farsi dare tutte le giuste indicazioni per un regalo perfetto.
Queste ultime due settimane sono state particolarmente intense e stressanti. Ho sostenuto un esame, di cui aspetto ancora gli esiti e presentato la domanda per un tirocinio in ospedale. Sarebbe un'occasione meravigliosa, in quanto non tutti i ragazzi del terzo anno sono ammessi. Anche se dura solo sei mesi, potremmo iniziare a stare a contatto con dei medici veri e vederli in azione.
Mi preoccupa solo il fatto che, se mai venissi presa, molte persone penserebbero che è per merito di mio padre, quando invece gli ho specificatamente chiesto di starne fuori e mi sono fatta un culo enorme a studiare per poter avere la media alta che ho.
Sento particolare pressione per questa cosa.
In realtà, in questo periodo mi sento più stressata del solito. Dormo poco e spesso ho anche risposto male alle mie amiche.
Nonostante ciò, ho dovuto aiutare Mark a cercare questo regalo 'perfetto', come lo chiama lui. Però non sono stata molto concentrata, anzi, a dirla tutta, non ho neanche avuto voglia di cercare i regali per le mie amiche o per la mia famiglia.
Vorrei prendere un regalo anche a Josh. È stato un anno particolare per noi, un ritorno al passato mescolato ad uno strano presente.
Anche questo weekend Nicholas è con lui. Dorme da lui solo il venerdì sera, passano tutto il sabato insieme e poi vengono a casa, dove trascorriamo la serata insieme. Ormai va avanti così da un mese e la cosa non mi dispiace poi molto, mi trovo bene, a mio agio.
E come ogni venerdì sera, mi preparo la mia ciotola di pop corn da gustare davanti ad un film, con la mia maschera al viso.
Mia sorella si unisce a me ed anche mia madre.
"Stavolta scelgo io il film!" urla mia sorella, mentre si appropria del telecomando.
"Niente mostri!" dice mia madre.
"E niente psicopatici!" dico io.
"Come siete complicate!" sbuffa.
Neanche cinque minuti dall'inizio del film che il mio cellulare inizia a vibrare.
È un messaggio di Nicole.
-Io più tardi esco con gli altri, tu che fai?-
-Stiamo iniziando un film con mia sorella e mia mamma!-
-Allora ti lascio tranquilla, a dopo piccola <3-
-A dopo <3-
Ripoggio il cellulare sul tavolino e riprendiamo la visione del film. Non passa neanche un'ora che ecco che vibra di nuovo.
Stavolta però è una chiamata di Josh.
"Dai sbrigati!" mi urla mia sorella.
"Josh, dimmi.." rispondo, allontanandomi dal salone.
"Jess, Nico ha la febbre da qualche ora."
"Cosa? E perché me lo stai dicendo solo adesso?"
"Non volevo allarmarti, ci ha pensato mia madre a dargli qualcosa, ma non vuole saperne di scendere. Ho un po' di ansia."
"Cazzo Josh, dovevi chiamarmi subito, però! A Nico viene sempre alta la febbre, ci vuole l'antibiotico!"
"Cazzo, io.. Non lo sapevo.. sto un po' andando nel pallone.."
"Dammi cinque minuti e sono subito li!"
Ritorno in salone di corsa, mentre poso il cellulare in tasca.
"Che succede tesoro?" mi chiede mia madre.
"Era Josh, mi ha detto che Nico ha la febbre alta e non scende."
Le due donne si alzano di scatto, io e mia sorella corriamo al piano di sopra per toglierci il pigiama e infilare una tuta al volo e quando scendiamo c'è già mia madre con le chiavi della macchina in mano.
*
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Eccomi qui!
Beh, iniziano i primi problemi dettati dalla distanza. Ma le nostre ragazze sono forti, riusciranno a passare anche questa!
Mi piacerebbe sapere, come sempre, la vostra opinione, quindi lasciatemi qualche commento, se vi va! 😊
Alla prossima! 😘
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Blue like the sky // 🏳️🌈
Romance"Forse, prima di parlare del mio aspetto, dovrei presentarmi. Mi chiamo Nicole Sanders, ho 21 anni e frequento la Columbia University, a New York. Sono iscritta al secondo anno di Economia e in questo momento non mi viene nient'altro da aggiungere s...