Capitolo 38

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Nicole Pov.

"Merda!" sbatto i piedi a terra, nervosa.
"Cazzo Nicole, se ti agiti non concludiamo nulla!" mi richiama la mia migliore amica.
"Se magari mi aiutassi a capire dove andare mi agiterei di meno!"

Siamo appena arrivate in una nuova città, dopo un volo di quasi sei ore, e non sappiamo che autobus prendere, sta diluviando e sto tenendo una valigia e due ombrelli!
Come faccio a non agitarmi?

"Se magari la smettessi di stare incollata al cellulare!"
"Se magari taci! Sto cercando il numero dell'autobus da prendere!"

Perché non possiamo semplicemente chiedere ai passanti?!

"Allora, la fermata del bus dovrebbe essere proprio in queste zone.."

Caroline finalmente alza lo sguardo e si guarda intorno.

"Guarda, penso sia quella!" indica l'altra parte della strada.
"Sicura che sia da quel lato e non da questo?"
"Si, guarda tu stessa se non mi credi!"

Mi passa il cellulare e io le passo di nuovo il suo ombrello, controllando la strada.

"Si ferma proprio davanti il condominio dove dobbiamo andare noi.."
"Ok, allora andiamo!"

Le passo nuovamente il cellulare e ci incamminiamo verso l'altro lato della strada.

"È quello Nic!" indica uno degli autobus che si sta avvicinando.
"Ma non è possibile!"

Caroline comincia a correre, cercando di attraversare sulle strisce pedonali, facendo fermare un sacco di automobili.
Ovviamente correndo, si lo sto facendo, l'acqua delle pozzanghere schizza sui jeans e sono completamente fradicia quando riusciamo ad arrivare alla fermata.
Ah, l'autobus è partito senza di noi, ovvio.

"Che schifo di vita..."
"Dai, non dovrebbe passare molto per il prossimo.." Caroline si siede sulla panchina della fermata, al coperto.

Qualche minuto dopo ecco arrivare di nuovo l'autobus e dopo circa dieci minuti di strada, scendiamo alla nostra fermata.

"Dovrebbe essere questo.." la mia amica guarda in alto, verso l'insegna.
"Suoniamo, allora.."

È un palazzo enorme, di quelli un po' antichi.
Perdiamo qualche minuto a capire come questo citofono funzioni, viva l'ignoranza, e quando finalmente qualcuno ci risponde, balbettiamo un po' prima di farci capire e farci aprire.

"Buongiorno ragazze.." una signora sulla quarantina ci sorride da dietro il bancone della reception.
"Buongiorno.." rispondiamo entrambe.
"Datemi il cognome." Ci dice.
"Sanders e Anderson."

La donna perde qualche attimo a scrivere i nomi al computer e poi fa un'espressione confusa.

"No, non c'è nessuna prenotazione con questi cognomi."
"Cos.. Cosa?" ma oggi l'universo ce l'ha con noi?
"Oh, ci siamo espresse male noi.." dice la mia amica. "Non abbiamo prenotato, siamo le nuove stagiste dell'azienda Quicken Loans, nello stage è incluso l'appartamento in questa residenza.."
"Non mi risultano comunque i vostri cognomi.." la donna continua a guardare il monitor del computer.
"Come è possibile?!" comincio ad agitarmi.
"Le mostro l'email con la conferma.." Caroline prende il cellulare e poi lo passa alla donna.

La signora osserva il cellulare per qualche momento, poi sembra che una lampadina le si sia accesa.

"Credo di aver capito dove sta l'errore."

Io e Caroline la osserviamo, aspettando risposta.

"C'è un'altra residenza che porta questo nome, sono due! Questa maggiormente affitta camere, quella dove andate voi è apposita per gli studenti."

Merda.

"E.. Ed è lontano?" chiede la mia amica.
"No, vi segno la strada su questa mappa.." prende un foglio, con la mappa della zona, credo, e comincia a spiegare. "È un errore che commettono in molti.."

Caroline prende la mappa e me la passa.

"Beh, allora la ringrazio e scusi per il disturbo!" dice educatamente.
"Arrivederci." Mi limito io, ed entrambe usciamo.
"Beh? È lontano?" le chiedo.

Vorrei solo sbattere la testa al muro.

"Mh, per come mi ha spiegato lei, no.. Dobbiamo proseguire per quella via.." indica di fronte a noi.
"Almeno sembra aver smesso di piovere.. Ma non vorrei parlare troppo.."

Ci rimettiamo in cammino, sbraitandoci a vicenda, perché entrambe abbiamo dato per scontato che fosse questo il posto, senza assicurarcene per bene.
Sono le nove e mezzo del mattino, sono bagnata a causa della pioggia, abbiamo camminato, corso e ancora non abbiamo concluso nulla.
Inizia proprio bene questa nuova avventura!
Quando finalmente troviamo il posto, prima di entrare, entrambe preghiamo che sia quello giusto.

Per fortuna, il vecchietto alla reception riesce subito a trovare i nostri nominativi, subito per modo di dire, ha dovuto cambiare tre volte gli occhiali e non riusciva a scrivere i nostri nomi alla tastiera, ma alla fine è riuscito a darci la chiave del nostro appartamento, spiegandoci varie regole.

"Forza Nic, corri! Siamo in ritardo di un'ora!"

Un'ora dopo, stiamo correndo, si io sto correndo ancora, verso l'azienda dove avremmo dovuto essere circa due ore fa, ma purtroppo abbiamo perso altro tempo a sistemare alcune cose nell'appartamento e l'azienda non si trova proprio vicino, quindi abbiamo anche dovuto prendere la metro.

Quando entriamo ci dirigiamo alla reception e senza salutare chiediamo subito a che piano dobbiamo andare.

"Chiama l'ascensore!" la incito.
"L'ho chiamato!"
"Chiamalo più forte!!"

Si, siamo entrambe troppo agitate.
Beh, chi non sarebbe agitato se il primo giorno di stage arrivi in ritardo di due ore?
Insomma, dovremmo essere super puntuali!

"Perché non siamo venute qui ieri? Ci saremmo risparmiate tutto questo schifo!" mi agito.
"Perché il biglietto costavo il doppio!"

Finalmente l'ascensore arriva e Caroline preme il pulsante con il cinque stampato sopra.
Ovviamente l'ascensore si ferma ad ogni piano, per far salire gente.
Perché l'universo lo sa quando sei di fretta.
Lo sa!

Quando finalmente si aprono le porte e usciamo dalla scatola di metallo, tutto ciò che notiamo è poca gente seduta alle postazioni dei computer e altri che si stanno sistemando, come per andar via.

"Perché non c'è nessuno?" chiede la bionda.
"Non ne ho idea.. Forse abbiamo sbagliato piano?"
"La ragazza della reception ci ha indicato il quinto piano.."

Ci guardiamo attorno, spaesate, fino a quando un ragazzo, forse qualche anno più grande di noi, si avvicina.

"Che state facendo qui?" ci chiede.
"Oh, ecco.."
"Uhm, noi.."

Entrambe balbettiamo, sembriamo due dementi.

"Volete comprare una vocale?" il ragazzo ride.

Che figura di merda.
Entrambe abbassiamo la testa, imbarazzatissime.

"Dai, riprovate." Ride ancora.
"Siamo qui per lo stage!" riesce a dire Caroline.
"Oh.. E perché siete arrivate quasi all'ora di pranzo?"

L'ora di pranzo? È già così tardi? Ecco perché c'è questa calma!

"Uhm, ecco.. Siamo arrivate qui stamattina, da New York abbiamo avuto qualche difficoltà con la residenza e poi non trovavamo la strada per arrivare qui.. Inoltre ci avevano detto che il primo giorno andava bene qualsiasi orario, quindi.." spiega la mia amica.
"Ah, capisco.. Beh, comunque io sono Paul, il capo stagista!"
"Oh, che fortuna.." continua lei.
"Se avete fatto tutto di fretta, immagino non abbiate ancora pranzato.."
"No, infatti.." ridacchia.
"Che ne dite di venire con me, così vi presento gli altri stagisti? Dopo pranzo così vi spiego cosa farete.."
"Sembra una buona idea! Comunque, io sono Caroline! Lei è Nicole!"
"Piacere!" sorride prima alla mia amica e poi a me, ed io ricambio il sorriso.

Ci sorpassa, chiamando di nuovo l'ascensore, per scendere al primo piano.
Il capo degli stagisti, mi sono già dimenticata come si chiama, ci mostra la caffetteria e il bar, all'interno dell'edificio, dove la maggior parte degli impiegati pranza ogni giorno.
Prendiamo da mangiare e ci sediamo ad un tavolo dove ci sono già un ragazzo e una ragazza.

"Hey ragazzi, loro due sono le nuove stagiste.. Le ho incontrate al piano di sopra, sembravano due agnelli smarriti!" ci prende un po' in giro, ma senza cattiveria.
"Ciao.." io e Car salutiamo, imbarazzate.
"Ciao, piacere, io sono Alex!" si presenta la ragazza.
"Io sono Will." Continua il ragazzo di fianco a lei.
"Io sono Caroline, lei è Nicole."

Mi limito a fare un cenno con la mano.

"Loro sono stagisti da qualche mese.." ci spiega il capo.
"Per qualsiasi cosa, chiedete pure!" sorride la ragazza.

Credo che entrambi abbiano la nostra età.
Lei sembra poco più alta di me, mora, capelli non troppo lunghi e porta gli occhiali.
Lui sembra uno di quei figli di papà che ti viene voglia di prendere a pugni, uno di quelli viziati, che hanno tutto non appena schioccano le dita. Indossa un maglioncino e sotto una camicia, perché il colletto fuoriesce.
Lei invece è vestita molto più elegantemente di me e Caroline, indossa camicia e pantalone, noi siamo venute in felpa e jeans invece.

"Hey, sapete cosa vi aspetta adesso, vero?" la ragazza ci guarda.
"In che senso?" chiede Car.
"Se sperate di cominciare subito a lavorare e imparare qualcosa, vi sbagliate!" fa una leggera risatina. "Tutto quello che farete per almeno le prossime due settimane, sarà fare fotocopie e caffè!"

Beh, come immaginavo!

"Non spoilerare ciò che le attende!" il capo la sgrida, ridendo però.
"Le sto solo preparando!"
"Quello è il mio compito!"
"No, il tuo compito sarà dire loro come vogliano il caffè!" continuano a ridere e battibeccare.
"Fino a una settimana fa c'eri tu al loro posto, quindi non fare l'altezzosa!" continua l'altro ragazzo.

Io e Caroline ci guardiamo, senza sapere esattamente come rispondere.

"Quando torniamo su, vi presento il capo del reparto.." dice il capo degli stagisti.
"Non dovete avere paura di lei.. Insomma, forse un po' si! È una che esige molto dai suoi dipendenti, cerca sempre di spronarci al massimo.. Anche se spesso ti viene voglia di strangolarla, è un bravo leader! Te lo fa capire se gli stai simpatico e crede tu possa fare di meglio!" continua Bill. Si chiama così, no? Forse no..

Sento il cellulare vibrarmi in tasca.
È un messaggio da parte della mia ragazza.
Ci siamo sentite poco, le ho mandato solo qualche aggiornamento durante la mattinata.

-Hey amore, come va?-

Sorrido come un'idiota.
È un semplice messaggio, senza nulla di particolare, eppure mi fa sorridere.

-Bene amore, abbiamo quasi finito di pranzare e tra poco il capo degli stagisti ci spiegherà cosa fare i primi giorni.. Siamo arrivate tardi!-

La risposta arriva quasi subito.

-Che ora è li?-

Alzo lo sguardo sulla parte alta dello schermo, osservando i numeri sulla destra.

-Le 12.43.. Perché?-
-Qui sono le 15.43.. Ma non c'erano più ore di differenza?-

Non ci credo..

-Solo 3 ore? Perché non abbiamo mai cercato su Google, anziché farci miliardi di problemi?-

Mi viene da ridere e Caroline lo nota.

"Che succede?" mi chiede, mentre sorseggia la sua Coca-Cola.
"Niente, io e Jessica siamo due idiote.." continuo a sorridere, osservando lo schermo.
"Perché?"
"Perché abbiamo appena scoperto che il fuso orario è solo di tre ore, quando pensavamo fossero almeno cinque ore!"
"Non vi siete mai accertate della cosa?" mi guarda confusa.
"No, come dicevo, siamo due idiote! Eravamo così preoccupate, tre ore sono davvero poche!"
"Io e Mark infatti siamo tranquilli.. Come è possibile che non avete mai cercato su internet?!"

Faccio spallucce perché non so darle una risposta.
Il cellulare mi trema tra le mani.

-Siamo due stupide! Beh, meglio per noi! Ci sentiamo dopo, adesso ho lezione! Baci, ti amo!-
-A dopo, ti amo anch'io!- le rispondo.

Possiamo farcela tranquillamente, tre ore non le sentiremo neanche.

Dopo circa una mezz'oretta di relax, o forse anche poco più, decidiamo di tornare al piano superiore.

Ci dirigiamo all'ascensore e quando le porte si riaprono al quinto piano, i due ragazzi si allontanano, mentre il capo degli stagisti resta con noi.
Mi guardo un po' intorno, adesso le postazioni cominciano a riempirsi e l'ufficio fa decisamente un altro effetto.
Il ragazzo cammina poco più avanti a noi ed io ne approfitto per avvicinarmi alla mia amica.

"Car, come si chiama questo tizio? Me ne sono dimenticata.." le sussurro all'orecchio.

Lei mi guarda con sguardo da: 'sei senza speranza', e poi mi sorride.

"Paul.."
"Oh, grazie.."

Paul, Paul.. Dai, non te ne dimenticare, ti prego!
Il tipo, si Paul, si ferma davanti una porta in vetro e ci guarda.

"Questo è l'ufficio della signora Wilson, Georgia Wilson. Cercate di stare tranquille, magari può sembrare un po' intimidatoria, ma non è poi così antipatica!"

Io e Caroline annuiamo e così lui bussa.

"Avanti." Sentiamo provenire da dietro la porta.
"Signora Wilson..?" apre lentamente la porta e poi entra, lasciando spazio anche a noi. "Volevo presentarle le due nuove stagiste."

La donna, impegnata a scrivere qualcosa tra il computer e i fogli che si ritrova davanti, non ci degna neanche di uno sguardo.

"Vi dispiace ritornare tra dieci minuti? Sto finendo una cosa." Dice, in un orribile accento britannico.
"Oh, va bene. Allora nel frattempo faccio fare un giro alle ragazze.."

Non gli risponde neanche e così noi usciamo.
Bene, sembra già una gran snob.

"Dai, approfittiamone allora per fare un giro qui intorno.. Come potete vedere ognuno qui ha una sua postazione, poco più in là invece ci sono delle scrivanie dove lavorano gli stagisti e, nel caso in cui dovessero continuare a lavorare qui, verrà affidata anche a loro una scrivania."

Cammina un pochino, mostrandoci quelle scrivanie di cui parlava e dove infatti stanno lavorando i ragazzi con cui abbiamo pranzato.

"Ci sono solo loro due?" gli chiedo.
"Si, e adesso anche voi due. Non possiamo tenere troppi stagisti, poi diventerebbe difficile gestirli."
"Capisco.."
"Questa è la sala caffè, potete tranquillamente servirvi da voi e soprattutto non prendetevela se qualcuno degli impiegati dovesse chiedervi di preparargli il caffè, è routine per i nuovi stagisti e a loro ormai piace un po' sfruttarli.."

Ci indica la macchina del caffè e ci fa anche vedere come funziona.

"Così come probabilmente vi chiederanno di fare delle fotocopie.."

Usciamo dalla stanza del caffè ed entriamo in un'altra stanza, non eccessivamente grande, dove ci sono almeno tre fotocopiatrici.

"Vi faccio vedere come si usa, avvicinatevi."

Che bello, imparerò ad usare le macchine del caffè e le fotocopiatrici.
Emozionante.

"Scusa ma.. A cosa è dovuto il passaggio dal fare il caffè al lavorare in quella scrivania?"
"Diciamo che.. Dovete riuscire a farvi notare, fate domande, date le vostre opinioni.. Tempo fa, quando sono entrato come stagista, mi ricordo di una mia collega che era talmente timida e insicura da non riuscire ad interagire con i più grandi ed è rimasta più di un mese nell'ombra, perché non si faceva notare e nessuno conosceva le sue capacità. Quindi, passate del tempo con i vari impiegati, cercate di farvi spiegare cosa non capite.. Questo genere di cose, insomma."

Io e Caroline annuiamo e circa dieci minuti dopo ci ritroviamo di nuovo nel grande ufficio della signora Wilson.

"Piacere, Nicole Sanders." Mi presento, stringendole la mano.
"Caroline Anderson." La mia amica bionda fa lo stesso.
"Buon pomeriggio ragazze, io sono Georgia Wilson." La donna si posiziona davanti a noi, con le mani dietro la schiena, poggiate alla scrivania.

Non è molto grande, penso sia sulla quarantina.
Capelli lunghi, mori, non troppo alta. Porta gli occhiali da vista ed è vestita in modo semplice ed elegante, pantalone nero e camicia.
Una bella donna, si.

"Scusatemi per prima, ma dovevo assolutamente finire una cosa." Non ci sorride, ma non è neanche troppo scorbutica.

Certo, se non avesse questo accento britannico sarebbe anche meglio, eh.

"So che resterete qui per quattro mesi, all'incirca.. Corretto?"
"Si!" le risponde Caroline.
"Bene.. Vediamo allora di formarvi per bene. Che anno universitario state frequentando adesso?"
"Quest'anno iniziamo il terzo, signora." Continua Car.
"Bene.. Ok, allora.." si sistema meglio gli occhiali sul naso. "Da domani vi farò avere una tabella, ogni giorno sarete affidate ad un tutore diverse, così da capire come il mio personale lavora e capire i diversi metodi di pensiero. Voglio cambiare le cose, sono stanca di vedere stagisti sprecare il loro potenziale facendo caffè e fotocopie, quindi.. Mostratemi le vostre capacità, fate colpo sui miei dipendenti, non fatevi mettere i piedi in testa. Fatemi vedere cosa sapete fare ed io non perderò tempo a farvi sedere su quelle scrivanie lì fuori."

Beh, questa mi sembra una bella cosa!
Sapevo che i primi tempi poteva essere più complicato, ma non mi sembra il caso di buttare del tempo facendo caffè.

"Oggi purtroppo non posso dedicarvi più di tanto tempo, ma domani ci sediamo e ci facciamo una bella chiacchierata, per conoscerci." Abbozza un sorriso.

Ci volta le spalle e torna a sedersi alla sua scrivania.

"Paul, oggi le lascio alle tue mani." Gli dice.
"Va bene, signora."
"Potete andare." Fa un gesto con la mano per indicarci di uscire.

Usciamo dall'ufficio e Paul si richiude la porta alle spalle.
Lo guardiamo, mentre lui sospira.

"Posso dirvela una cosa?" guarda prima me e poi la bionda.
"Si, certo.." gli rispondo.
"Avete avuto una fortuna allucinante! Io, prima di essere affidato ad un tutore ci ho messo almeno due settimane! È un bene che finalmente si sia decisa a cambiare le cose."
"Allora.. Oggi che si fa?" Caroline mi guarda.
"Innanzitutto, non state insieme. Dividetevi e fatevi un giro qui intorno, magari presentatevi con il personale..." ci suggerisce Paul. "E, ovviamente, per qualsiasi cosa, non fatevi problemi a chiedere a me o agli altri.."
"Grazie!" dico io.
"Io torno a lavoro." Fa un cenno con la mano e poi ci dà le spalle, allontanandosi.

Caroline si volta verso di me ed io alzo le spalle, confusa.

"Come ti è sembrata la signora Wilson?" le chiedo.
"Mh, non lo so, in realtà.. Non è proprio miss simpatia, ma non mi è sembrata neanche troppo antipatica."
"Già, lo penso anche io.."
"Forse domani avremo modo di parlarci un po' di più."
"Beh, che facciamo allora? Ci dividiamo?"
"Ok, a dopo!"

Mi volto, scrutando attentamente le varie postazioni.
In realtà non so esattamente cosa dovrei fare.
È normale che ci abbiano lasciate a noi stesse? Siamo appena arrivate e non ci hanno detto nulla, se non come preparare i caffè e come fare da schiave. Non so neanche dove sia il bagno!

"Hey tu.." mi giro verso la voce, non so se stiano chiamando me.

Un uomo mi fa segno con la mano ed io mi avvicino.
Eh, caspita. Che bell'uomo.  Sarà al massimo sulla trentina, non più di trentatré, di bella presenza.
Capelli ordinati, barba curata. Indossa una camicia blu e.. Non riesco a vedere cosa indossa sotto, è coperto dalla scrivania.
Si ok, forse lo sto analizzando un po' troppo.

"Dice a me?" mi indico.
"Si.. Sei nuova?" mi sorride.

Mi avvicino un po' alla sua scrivania.

"Si, sono una nuova stagista."
"Ah, ecco.. Senti, ti dispiace andare a prendere nella sala delle fotocopie le ultime cose che ho mandato a stampare?"
"Oh, si.. Certo.."

La signora Wilson vorrà pure cambiare le cose, ma forse non lo ha detto ai suoi dipendenti.
Vado verso la stanza dove ci sono le fotocopiatrici e nel tragitto mi volto a cercare Caroline, che sta vagando per l'immenso ufficio.

Nella stanza c'è la ragazza con cui abbiamo pranzato.
Oh, merda, non mi ricordo come si chiama.

"Come procede?" mi chiede, lanciandomi una rapida occhiata e poi raccogliendo dei fogli.
"Uhm.. Abbiamo conosciuto la signora Wilson e adesso uno dei dipendenti mi ha mandato a prendere dei fogli che ha stampato.. Ma.." guardo le varie fotocopiatrici, cercando di capire cosa dovrei prendere. "Non ho la più pallida idea di cosa dovrei prendere.."

Poi noto che in una delle fotocopiatrici ci sono dei fogli, già stampati.

"Forse sono questi.."
"Quando ti mandano a ritirare ciò che stampano, ti conviene farti dire in quale fotocopiatrice hanno mandato l'invio della stampa, così non ti confondi." Mi sorride e poi esce dalla stanza.
"Oh, grazie.." dico, ma probabilmente non mi ha sentita.

Prendo i fogli e poi ritorno dall'uomo di prima.

"Non mi ha detto in che fotocopiatrice avrei dovuto prendere i fogli, ma dato che erano gli unici, ho pensato fossero questi." Li poggio sulla sua scrivania.

Lui gli dà una rapida occhiata e poi alza lo sguardo su di me.

"Si, sono questi. Grazie." Mi sorride dolcemente.

Oh, dio. È bellissimo.
Sembra uno di quegli attori delle serie tv su cui sbavare ore e ore.
L'uomo non mi degna più neanche di uno sguardo, così mi allontano dalla sua scrivania.
Avrei bisogno di un caffè adesso, ma non vorrei sembrasse inappropriato.
Bah, chi se ne frega, potrei sclerare di brutto se non bevo adesso la mia dose di caffeina.

Mi avvicino alla saletta che ci ha mostrato poco prima Paul, quella per il caffè appunto.
C'è altra gente, devo comportarmi in modo naturale e non sembrare agitata come in realtà sono.
Faccio un cenno con la testa, come saluto, perché alcuni si sono voltati verso di me, dopo mi avvicino al tavolo per prendere un bicchiere e mi verso un po' di caffè.

"Nic!" Caroline spunta alle mie spalle e per poco non salto in aria, versando tutto il caffè.
"Ma che ca... Sei impazzita?"
"Stai già facendo una pausa?" mi guarda con le braccia incrociate al petto.
"Beh, no.. Cioè.. Io.. Ho bisogno del mio caffè!"
"Sei incorreggibile! Torna di la, forza!"
"Aspetta, fammi almeno finire!"

Fa segno di negazione con la testa, come per dire: 'sei senza speranza'.
Lei sta per uscire dalla stanza, ma io la fermo.

"Dimmi." mi guarda.
"Ti.. Ti devo chiedere una cosa.."
"Dimmi.." ripete
"Io non mi ricordo i nomi di quei ragazzi, mi rinfreschi la memoria?"
"Sei imbarazzante.."

Scoppia a ridere e poi cerca di trattenersi, per non attirare troppo l'attenzione.
Uffa, cosa posso farci se la mia memoria fa schifo?
La mia amica mi ripete i nomi e stavolta li ripeto a mente più volte, poi getto via il bicchiere e ritorno nella zona uffici.

Beh, di certo non posso dire che abbia fatto chissà quante cose, mi sono limitata a stare solo un po' in giro e leggere qualcosa, anche perché non ci ha considerate quasi nessuno.
Solo gli altri stagisti, dopo circa un'ora che vagavo come una vagabonda, mi hanno dato dei fogli da compilare, che poi avrebbe dovuto firmare la signora Wilson o qualcun altro di livello alto.

Finalmente si fa l'orario di andare via.
Vedo l'ufficio pian piano svuotarsi, salutiamo gli altri stagisti e poi scendiamo giù, con l'ascensore, che ho già preso troppe volte per i mi gusti, oggi.
Usciamo dall'edificio ed io mi soffermo a guardarmi intorno.
Sono solo le sei del pomeriggio, ma è già buio.
Le strade sono illuminate, la gente passeggia, coperti con le loro sciarpe e i loro cappotti.
Fa davvero freddo.

"Che vogliamo fare?" mi chiede Caroline.
"Mh, non saprei.. Andiamo un po' in giro e poi cerchiamo un posto dove cenare?" alzo le spalle.
"Va bene!"

Proseguiamo così lungo tutta la via dove si trova l'edificio dove 'lavoriamo'.
Ci sono un sacco di negozi, credo sia una delle vie più frequentate.
Inizialmente io e Caroline non parliamo, non facciamo commenti.
Siamo entrambe un po' confuse, probabilmente. O almeno, io lo sono.
La giornata non è proprio andata come mi aspettavo, non abbiamo fatto praticamente nulla e tutto quello che ho imparato è come preparare un cappuccino.
Spero vivamente non vada così per molto, non sono qui per questo.. Anche se, me lo aspettavo. Quindi non posso lamentarmi.

Continuiamo a camminare e guardarci intorno fino a quando non incrociamo un fast food e, non conoscendo altri posti, ci fermiamo li a mangiare.
Ci sediamo al tavolo fuori ed entrambe continuiamo a non dire nulla.
Poi finalmente i nostri sguardi si incrociano.

"Ehm.." dice lei.
"Io.. Non sarà tutti i giorni così, vero?"
"No, assolutamente no! La signora Wilson ha detto che vuole cambiare le cose!"
"Come hanno fatto i ragazzi prima di noi?"
"Non lo so! Forse.. Oggi infondo era solo il primo giorno, è normale non sapere come muoversi.. Vedrai che domani andrà meglio.."

Sospiro, perché lo spero davvero.

"Ordiniamo da mangiare?" le chiedo.
"Si, ti prego.. Voglio solo tornare a casa e buttarmi sul mio letto."

Incrocia le braccia sul tavolo e poi butta la testa sopra di esse, disperata e stanca.
Io, invece, mi alzo ed entro per poter ordinare. Per fortuna non è molto tardi, infatti non c'è quasi nessuno.

Qualche minuto dopo ritorno al tavolo, poggiando il vassoio.

"Ho preso il solito anche per te, più le ali di pollo.. Se ti va possiamo dividerle!"
"Si!" i suoi occhi si illuminano, lei ama le ali di pollo!

Ci buttiamo sul cibo e, letteralmente, ci strafoghiamo. Come se non mangiassimo da giorni!

"Facciamo schifo!" le dico, mentre mastico l'ultimo boccone.
"Facciamo sempre schifo!"

In effetti.. Quando ci ritroviamo a mangiare in un fast food siamo sempre due ingorde.

Sento la suoneria del mio cellulare, riesco a pulirmi le mani e finalmente lo prendo da dentro la borsa.

"Hey mamma.."
"Ciao tesoro, come va?"
"Ehm, diciamo tutto bene.. Ci siamo fermate a cenare."
"Perché 'diciamo'? È successo qualcosa?" usa un tono un po' più preoccupato.
"Oh, no, no.. Solo che.. La giornata non è andata proprio come immaginato, è stato abbastanza noioso stare li, inizialmente ci hanno detto che sarebbe stato così per i primi tempi, invece dopo il capo, la signora Wilson, ci ha detto di voler cambiare le cose.."

Mi allontano un po', non riesco a stare ferma mentre parlo al telefono.
Racconto vari dettagli a mia madre, del capo e degli altri stagisti, mentre anche Caroline chiama sua madre.
Poco dopo, quando sia io che Car salutiamo le nostre madri, ci avviamo verso casa.
Abbiamo sbagliato metro due volte, ma alla fine siamo riuscite a tornare a casa. Già, direi che il senso dell'orientamento scarseggia in tutte e due!

Rientriamo in casa, Caroline lancia le chiavi sul tavolo della cucina e poi ci dividiamo, ognuna nella sua stanza.
È un appartamento piccolo, ma carino.
C'è la cucina, due stanze da letto, un bagno e un piccolo soggiorno, con divano e televisore.
Sembra abbastanza confortevole per tutte e due, c'è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, credo, quindi ci andrà più che bene per i prossimi mesi.

Mi tolgo le scarpe e richiudo la porta della mia stanza alle spalle, lanciandomi sul letto, sfinita.
Come primo giorno è stato frenetico e noioso allo stesso tempo e pieno di nuove cose!
Tiro fuori il cellulare dalla tasca, una chiamata persa da Jessica.
Guardo l'orario, sono da poco le nove, dovrebbe essere ancora sveglia lei.
La richiamo e dopo qualche squillo mi risponde.

"Amore.." dico, appena sento la sua voce.
"Hey, piccola.. Come va?"

Oh, Dio.. È così piacevole sentirla. Non la vedo da solo ventiquattro ore e già mi sembra un'eternità.

"Bene, stanca.. Scusami, non avevo sentito la chiamata prima!"
"Oh, tranquilla.."
"Con Car siamo andate a mangiare fuori e siamo tornate in metro, probabilmente è stato li che hai chiamato.."
"Allora, come è andato il primo giorno?"
"Ehm, è iniziato in modo troppo frenetico ed è finito in modo troppo noioso.."
"Perché noioso?"

Mi alzo, comincio a mettermi il pigiama mentre le racconto per filo e per segno come è andata la giornata, iniziando dall'autobus perso, parlandole degli stagisti, fino a quando non siamo uscite.
Ho parlato quasi tutto il tempo io, lei mi ha solo detto che la sua giornata è stata come tutte le altre, divisa tra lezioni e studio.

"Ah, c'è uno dei dipendenti che ho conosciuto che.. Dovresti vederlo, è bellissimo!"
"Hey, non puoi fare apprezzamenti così su chiunque incontri, mi ingelosisco!" potrei giurare che ha messo il broncio.
"Lo sai che adoro fare apprezzamenti e osservare gli altri! E tu non hai motivo di essere gelosa, io mi limito a guardare.."
"Si suppone che tu debba avere occhi solo per me.."
"Non fare la gelosona adesso! Lo sappiamo entrambe che tu non ti fai scrupoli a guardare gli altri!"
"Cosa? Non è vero!"
"Ti ho beccata più volte a guardare il culo alle ragazze!"
"N.. Non è vero!"

Comincia un po' a balbettare e prova a giustificarsi, io, dal canto mio, scoppio a ridere.

"Amore, non è un problema per me.. Lo sai!"

Resta qualche attimo in silenzio. Dio, vorrei vedere la sua espressione corrucciata in questo momento.

"Mandami una foto di questo tizio.." dice, improvvisamente.
"Cosa?"
"Se è così bello come dici, voglio vederlo anche io!"

Scoppio di nuovo a ridere.

"Io.. Ti amo, lo giuro!" continuo a ridere.

Anche lei scoppia a ridere ed io le prometto che avrei scoperto il suo nome e le avrei mandato la foto.

Siamo rimaste a parlare più di un'ora, quando poi lei ha dovuto staccare perché si era fatto tardi lì e domani avrebbe avuto lezione.

Il mattino seguente Caroline ha, letteralmente, dovuto buttarmi giù dal letto.
Non perché non avessi sentito la sveglia, ma perché lei l'aveva puntata un'ora prima e pretendeva che anche io mi alzassi.
Ovviamente ci è riuscita, perché lei è un elefante quando si tratta di queste cose!
Mi ha tolto le coperte di dosso e mi ha spinta giù dal letto! Ma si può essere così cattivi di prima mattina?!

Per lo meno, siamo arrivate in orario in ufficio. Ma non ho avuto tempo né di fare colazione né di bere un caffè!
Notando che ancora c'è poca gente e nessuno ha iniziato a lavorare, scendo al bar del piano di sotto, da sola.
Non ho la minima intenzione di rivolgere la parola a Caroline o a qualsiasi altro essere vivente questa mattina. Potrei sbranare chiunque.

Ordino un caffè lunghissimo e un muffin. Mi siedo ad uno degli sgabelli al bancone e mentre sorseggio il mio adorato caffè, cerco di calmarmi un pochino.
Ho una lunga giornata da affrontare e non posso di certo iniziarla così.

"Buongiorno." Di fianco a me spunta Will, lo stagista conosciuto ieri.

Lo osservo dai piedi fino all'ultimo pelo di quei capelli perfetti e ricoperti di gel, dove poggiano gli occhiali da sole.
Pantalone nero, camicia blu e tra le braccia tiene la giacca.
Che fighettino di merda.
Poi magari è un bravo ragazzo, eh.. Per carità. Ma mi dà l'impressione di uno che si sente il padrone del mondo.

"Giorno.." mi degno di fare un mezzo sorriso, giusto per non sembrare l'antipatica e asociale che sono.
"Come è andata poi ieri?" mi chiede, mentre ordina il suo caffè.
"Mh, bene.. Oggi dovrebbe andare meglio." Io sorseggio il mio.
"Ve lo auguro.." mi sorride.

Cosa crede, che io sia come tutte le altre e che con questo sorrisino mi farà cadere ai suoi piedi? Tze!
Neanche cinque minuti dopo, il bar è già pieno di gente.
Saluto Will, che ha cominciato a parlare con altre persone, e torno al piano superiore.

"Hey.." Caroline si avvicina, non appena mi vede uscire dall'ascensore.
"Hey.." mi guardo intorno, l'ufficio si sta riempiendo.
"Paul è arrivato, dice che la signora Wilson di solito arriva un po' più tardi degli altri, quindi possiamo stare tranquille per ora.." mi informa.
"Mh.. Quindi ieri abbiamo fatto ritardo da far schifo e oggi anticipo da far schifo.."

Una via di mezzo mai, eh?

"Se ti piace pensarla così.." fa spallucce ed io la fulmino con lo sguardo.

Ce ne stiamo tranquille per un po', sedute in un angolino, fino a quando non vediamo avvicinarsi Paul, che ci informa che possiamo andare nell'ufficio della signora Wilson.
Adesso comincia a salirmi l'ansia e sento un buco allo stomaco.
Non sono brava a presentarmi e ho paura di non saper parlare bene! Mi confondo sempre in questi casi ed entro in panico.
Caroline mi dà un colpetto alla spalla e mi sorride. Si, ha un modo tutto suo per infondermi coraggio!

Bussiamo alla porta con su il nome della signora Wilson e, quando sentiamo una voce darci il permesso, entriamo.

"Buongiorno." Ci sorride, con quel suo accento britannico e un caffè enorme in mano.
"Buongiorno." Salutiamo educatamente entrambe.
"Accomodatevi, su.." fa segno sulle due sedie di fronte alla sua scrivania.

Mi guardo un po' intorno, ieri non ho avuto il tempo di farlo.
L'ufficio è grande e luminoso, c'è una grande finestra e persino un divanetto. Una delle pareti è occupata da una libreria stracolma di libri, mentre nell'altra parete vi sono foto e attestati.

La donna di fronte a noi comincia con il presentarsi e col presentare l'azienda, per poi farci qualche domanda, come il piano di studi fatto fino ad ora, i nostri voti e ciò che abbiamo intenzione di fare dopo l'ultimo anno.
In realtà è stata una chiacchierata tranquilla, pensavo di peggio. Certo, la mia ansia è rimasta fino a quando non siamo uscite, però ad un certo punto penso di essermi calmata un pochino.

Usciamo dall'ufficio ed entrambe osserviamo il foglio che ci ritroviamo tra le mani, quello con gli orari che avremo dovuto seguire e i nomi dei dipendenti con cui saremo state durante questa settimana.

"Oggi sono con Brandon Miller.." dico, con gli occhi ancora sul foglio.
"E chi è?"
"Come dovrei fare a saperlo?" le chiedo retorica.
"Io sono con Annie Simon.." dice a sua volta.
"E chi è?"
"Come dovrei fare a saperlo?" mi chiede con il mio stesso tono di voce di poco prima.

Ci guardiamo un po' confuse, poi decidiamo di separarci.
Dalla parte opposta alla mia sta arrivando Will, appena uscito dall'ascensore.
Gli chiedo chi sia questo signor Miller con cui avrei dovuto passare la giornata, lui me lo indica e, quando i miei occhi lo incontrano, faccio un sorriso.
È il tipo figo che ieri mi ha chiesto di andargli a prendere le fotocopie. Che gran colpo di fortuna!
Mi avvicino alla sua scrivania, penso che sia arrivato da poco perché non ha ancora acceso il computer.
Lui alza lo sguardo e incrocia i miei occhi. Oh cielo, ha gli occhi azzurri!

"Posso aiutarti?" mi sorride.
"Si, buongiorno.. Oggi.. La signora Wilson mi ha detto che sono con lei.." balbetto.
"Ah, già.. Ci aveva avvisati di questo cambiamento."

Si volta, prende una sedia vuota dalla scrivania accanto e la posiziona vicino alla sua.

"Siediti! Io sono Brandon! E dammi del tu, sono giovane!"
"Piacere, Nicole Sanders." Gli stringo la mano e poi mi siedo.

Accende il computer e comincia a spiegarmi su cosa stava lavorando negli ultimi tempi.
Devo ammettere che molte cose non le ho ancora studiate e mi ha completamente spiazzata, ma molte altre cose le ho capite e.. Devo dire che è piacevole vedere in pratica quello che ho studiato in questi anni.

L'ora di pranzo arriva abbastanza in fretta, Brandon è stato tranquillo nei miei confronti e mi ha persino lasciato compilare alcune cose.
Quando scendiamo al bar per poter pranzare, Caroline mi indica il tavolo dove sono già seduti Paul e Will, Alex invece arriva in contemporanea a noi.

"Allora, come è andata questa seconda mattinata?" ci chiede la ragazza.
"Abbastanza bene, per me!" dico io, mentre do un morso al mio panino. Sto morendo di fame!
"Anche per me, in realtà.."
"Sono contenta che almeno a voi sia andata così, e che la signora Wilson finalmente abbia deciso di cambiare le cose!" continua.
"Si, non penso che avrei retto più di tanto a fare solo caffè!" riprende la mia amica. "Hey, ma qui non ci sono altri posti dove mangiare?" cambia argomento d'improvviso.
"Oh, si certo.." stavolta le risponde Paul. "A volte preferiamo mangiare qui solo perché viene comodo, ma qui in giro ci sono tanti posti.. Domani cambiamo, così vi facciamo anche conoscere la zona!" sorride.
"Perfetto!" Car ricambia il sorriso.

Continuiamo il nostro pranzo tranquillamente e dopo mezz'ora circa, Caroline mi trascina via.

"Che vuoi fare? Dove stiamo andando? Fammi riposare!"
"Vieni con me!"

Mi trascina dentro l'ascensore, le cui porte si chiudono poco dopo la nostra entrata.
Preme un pulsante, ma non riesco a vedere quale.
Dio, gli ascensori di questo palazzo sono sempre pieni! Deve lavorarci davvero tanta gente!

"Dove mi stai portando?" le chiedo.
"Non so, ho premuto un pulsante a caso!"
"Cosa? Perché? È l'orario di pausa, dovremmo riposare!"
"Dai, voglio vedere un po' com'è questo palazzo! Non avremo altro tempo libero, all'infuori di queste pause!"
"Beh, si.. Hai ragione.."

L'ascensore si ferma su vari piani, ma io e Caroline scendiamo solo all'ultimo, ossia il nono.

"Questo palazzo è altissimo!" dico, una volta fuori.

Ci guardiamo intorno, qui non ci sono uffici o scrivanie, piuttosto sembra esserci un altro bar.

"Andiamo in giro.."

Mi prende la mano e curiosiamo un po'.
Non c'è tantissima gente come al primo piano, però i tavolini sono quasi tutti pieni.

Ci sono delle grandi vetrate da dove è possibile ammirare la città. Spero che avremo del tempo per fare le turiste, voglio visitare quanti più posti nuovi possibili!

"Domenica andiamo un po' in giro, ok?" le dico.
"Si, sperando che continui a fare bel tempo, è già tanto che oggi ci sia il sole!" ride.

Guardiamo ancora attorno, e poco dopo ci fermiamo al bancone, ordinando qualcosa da bere.

"Probabilmente adesso dovremmo tornare.." le dico.
"Si, tra poco scendiamo.."

Sento uno strano fastidio, come se qualcuno mi stesse fissando, così mi volto, guardandomi in giro, senza vedere nessuno. Forse sarò pazza.
Accanto a me, però, c'è una ragazza che mi sta davvero guardando, anche se in modo strano.
La guardo anche io, perché sembra una faccia conosciuta, e lei continua a squadrarmi.

"Scusa, devo sembrare pazza ma, non ci siamo già incontrate?" Mi chiede.
"Stavo cercando di capire.." mi interrompo, perché in me si accende una lampadina. "Sei la ragazza del bar!"

Lei è ancora confusa.

"Ehm, questa estate, in vacanza.. Lavoravi al bar di tuo.. Zio? Qualcosa del genere.."

La sua espressione si illumina e le sue labbra formano una O.

"Si, mi ricordo adesso!"
"Che ci fai qui?" Le chiedo.
"Ci lavoro!"
"Oh.."
"E tu?"
"Sto.. Sto seguendo uno stage, oggi è il secondo giorno!"
"Hey.." Caroline mi chiama e mi guarda confusa.
"Oh sì, scusa.. È la ragazza che ho conosciuto in vacanza, quella che ti dicevo ha scambiato Nico per mio figlio!"
"Ah, sì! Adesso ricordo.. Piacere, Caroline!"

La mia amica le tende la mano e la ragazza la stringe subito, sorridendole.

"Kaylee, piacere!"

Poi guarda me e mi tende la mano.

"Oh, giusto.. Nicole!" Le sorrido e le stringo la mano.

Ma guarda tu quanto è piccolo il mondo!

"Io devo tornare al lavoro comunque.." indica verso l'ascensore. "Ci vediamo in giro, allora!" mi sorride.
"Anche noi dovremmo tornare." mi volto verso Caroline, che sbuffa.
"Eh va bene, torniamo giù.." dice, sconfitta.

Kaylee fa una risata e poi tutte e tre ci avviamo verso l'ascensore.

"Piano?" mi chiede.
"Quinto.."

Lei preme il pulsante e poi mi guarda confusa.

"Anche io lavoro al quinto piano.. Da quanto siete qui?"
"Oh, siamo arrivate solo ieri.." le rispondo, scrollando le spalle.
"Io ieri sono stata tutta la mattinata qui.."
"Siamo arrivate dopo l'ora di pranzo.." le spiego.
"Ah, adesso è chiaro, allora." Ci sorride.

È proprio carina quando sorride così.

"Ieri abbiamo avuto un sacco di problemi, siamo atterrate qui ieri e poi non trovavamo la residenza! Un macello!" le spiego.
"Un primo giorno intenso!"
"Molto.." rispondo.

Il campanello dell'ascensore suona e le porte si aprono, così tutte e tre usciamo e Kaylee si ferma davanti a noi.

"Hey, perché stasera non venite a bere qualcosa con me e gli altri?" indica dietro di lei, in un punto a caso.
"Gli altri, chi?" chiede Caroline.
"Gli altri stagisti.. Capita spesso che dopo il lavoro andiamo tutti insieme a bere qualcosa, se volete aggregarvi.."

Proprio in quell'istante Alex si ferma vicino a Kaylee e le lascia dei fogli.

"Questi sono i dati che avevi chiesto." Le dice.
"Grazie mille!" le sorride Kaylee. "Alex, ho detto alle ragazze se stasera volevano unirsi a noi, è un problema?"
"Non per me.." neanche ci guarda, che già sta andando via.
"Vanno sempre tutti di fretta.." io odio la fretta.
"Decidete per stasera, io torno al lavoro!"
"Va bene, ti facciamo sapere.." le dico e poco dopo è già di spalle, che si allontana.

"Ci vuoi andare?" mi volto verso la mia amica.
"Perché no.. A te va?"
"Si, voglio bere, quindi!"
"Idiota!" mi spinge e ride.

Mi guardo intorno, l'ufficio e le varie postazioni cominciano a riempirsi e così sia io che Car ritorniamo ai nostri posti.
Io in questo momento vorrei solo dormire e Brandon ha la mia stessa espressione assonata.
Quando entrambi sbadigliamo, nello stesso momento, scoppiamo a ridere.

"Vorrei tanto dormire.." dice, mentre mi passa alcune scartoffie.
"Si, pure io.. Sono talmente abituata al riposino pomeridiano che, quando non dormo, ho bisogno di almeno tre caffè." Mi massaggio gli occhi.
"Allora vai a prepararne sei, perché anche io ne avrò bisogno!"

Beh, con la scusa di preparare il caffè, almeno non sto seduta davanti tutti quei fogli.
Entro nella saletta e preparo due lunghi caffè, che basterebbero per cinque persone.
Per fortuna lui non è uno che si ammazza di lavoro, infatti non abbiamo fatto tantissime cose oggi. Però non è neanche uno che non fa nulla, anzi.

Finalmente si fa l'orario di andar via e, dopo aver salutato Brandon, aspetto Caroline davanti l'ascensore.
Anche gli altri ci raggiungono e finalmente usciamo tutti dall'enorme palazzo in cui siamo stati chiusi tutto il giorno.

"Manca solo Kaylee, giusto?" chiede Alex.

Non abbiamo neanche il tempo di risponderle, che la ragazza spunta alle nostre spalle.

"Ora che siamo tutti... Andiamo a mangiare?" propone Alex, mentre si sistema meglio la sciarpa.
"Si, sto morendo di fame!" risponde il fighettino.

Alex guarda anche noi altri e tutti annuiamo.

"Portateci in un buon posto!" la mia amica si rivolge agli altri.
"Si, fateci provare qualcosa del posto.."

Non mi dispiacerebbe mangiare qualcosa di nuovo e poi di certo non ho voglia di mangiare di nuovo al fast food.

"Mmh.. Fatemi pensare.." Paul si porta la mano sotto il mento e guarda verso l'alto.
"Possiamo portarle in quel ristorante in fondo alla strada. È ottimo!" suggerisce Will.
"Ho capito quale intendi.. Ma non è un po' troppo elegante?" Alex lo guarda.
"Oh no, non portateci in posti eleganti! Non siamo quel tipo di persone noi.." Caroline gesticola.
"Voi siete più tipe da kebab e coca cola, vero?" Kaylee ci guarda e ride.
"Hai capito tutto!" rido anche io.
"Andiamo, vi porto in un posto dove fanno il miglior kebab di tutta Seattle!"

Mi prende a braccetto e comincia a trascinarmi, tutti gli altri ci seguono.

"Siete seri? Kebab?" sento disgusto nella voce di Will.

Tze, l'ho detto io che quello è un figlio di papà abituato al lusso!
Prendiamo la metro e scendiamo una o due fermate dopo.

"È poco più avanti.." mi dice Kaylee, che mi sta ancora tenendo a braccetto.
"Ragazze, voi di dove siete esattamente?" ci chiede Paul, mentre camminiamo.
"New York.. O meglio, studiamo a New York, ma viviamo in periferia.." gli risponde Car.
"Non sono mai stata a New York.. Bella vero?" Alex si avvicina, posizionandosi al mio lato.
"Io adoro quella città. Puoi essere la persona più stramba del mondo, nessuno ti noterà.. Li la gente è talmente abituata a cose strane, che ormai non ci fa più neanche caso!" stavolta le rispondo io.
"Facciamo che.. Adesso che siete qui, vi facciamo fare il tour della città, e quando verremo noi a New York, voi farete lo stesso!"
"Mh, ci sto!" le sorrido.
"Allora cominciamo domenica!" continua la ragazza.
"Direi che è perfetto!" Caroline batte le mani, entusiasta.
"Voglio venire anche io, eh!" urla Paul da dietro.
"Andiamo tutti! No?" Alex guarda Will e poi Kaylee, che sono gli unici a non aver detto nulla.
"Per me non ci sono problemi!" Kaylee fa spallucce.

Vedo Alex voltarsi verso Will. Immagino la faccia disgustata che starà facendo.

"Avanti Will, non fare l'antipatico!"
"E va bene, vengo anche io!" sembra quasi che lo dica sbuffando.

Alex si volta, abbracciandolo e saltellando.
Bah, chissà.. Magari gli piace!

Finalmente arriviamo, ordiniamo e poi prendiamo posto. Fortuna che ci sono tavolini anche dentro e non solo fuori, si gela!
Mangiamo e chiacchieriamo tranquillamente.
Di certo non avrei mai pensato che il secondo giorno mi sarei già trovata a cenare con gente nuova, ma la cosa non mi dispiace.
Sono qui per fare una nuova esperienza, per fare nuove conoscenze e direi che, nonostante il brutto inizio di ieri, non stia andando proprio male.

Certo, queste persone sedute con me non le conosco ancora, magari si riveleranno antipatici, ma può anche essere che sarà il contrario e riuscirò a farci amicizia.
Non punto in alto, sostanzialmente mi basta anche parlarci civilmente, però non mi dispiacerebbe creare un legame, passare altre serate come questa.
Sarebbe bello se qui ci fosse Jessica.. Lei di sicuro sarebbe molto più socievole di me!

"A che stai pensando?" vedo una mano che mi svolazza davanti.

Mi risveglio dai miei pensieri e mi volto verso la mano.
Kaylee mi guarda con un'espressione tra il confuso e il divertito.

"Nulla, pensieri random.." le sorrido.
"Stavamo decidendo dove andare a bere qualcosa. Tu ne hai voglia?"
"Si, decisamente!"
"Nicole e l'alcool sono una cosa sola!" ecco che Caroline comincia a farmi cattiva pubblicità.
"Dai!" la richiamo.
"Dovevo avvisarli.."
"Cerchiamo di bere poco tutti quanti allora, domani si lavora!" Kaylee ride.

Anche gli altri scoppiano a ridere ed io mi copro il viso con le mani per la vergogna.

"Visto che tu hai scelto dove mangiare, fate scegliere a me dove andare a bere!" Alex punta il dito verso Kaylee.
"Va bene, non ci sono problemi per me.." fa spallucce.
"Però non portateci in posti caotici, va bene?" continuo.
"Si, tranquilla!"

Si, come no.. Alla faccia della tranquillità!
Ci ritroviamo in un pub, non molto distante da dove abbiamo cenato, e di tranquillo non c'è proprio nulla.
La musica è alta e il locale è pieno.. Non affollato, ma di certo non era ciò che volevo.

Ci sediamo ad un tavolino e Kaylee si offre volontaria per andare a ordinare le birre per tutti.
Carino da parte sua, se non fosse che mi ha trascinata con lei!

"Non potevano andare i ragazzi?" mi avvicino al suo orecchio, mentre attraversiamo la pista da ballo.

Lei si volta di scatto e si avvicina al mio orecchio.

"Volevo stare un po' con te!" sorride e poi riprende a camminare.

Arriviamo al bancone, ordina le sei birre e nell'attesa, si siede.
Poggia il gomito sul bancone e il mento sulla mano, poi mi osserva.

"Che c'è? Ho qualcosa in faccia?"
"No, no.. Tranquilla!" se la ride. "Stavo pensando che.. Qualche volta dovremmo venire a bere qualcosa, da sole!" lo dice in modo indifferente, ma con un sorrisino sotto i baffi.
"Mmh.. Se me lo stai chiedendo come amica, allora ok! Ma se ci stai provando con me, non si può proprio fare!"

Non so se ci stia davvero provando con me, non credo di essermi mai mostrata così sicura di me e devo ammettere che non mi dispiace mostrare un po' di sicurezza.
La guardo qualche secondo, poi bevo un sorso di birra, appena posata davanti a noi dal barista.





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Buon pomeriggio a tutti!
Allora.. La nuova avventura di Nicole è cominciata, piena di sfiga e con tanti nuovi personaggi!
Il prossimo capitolo invece sarà dal punto di vista di Jessica, vediamo come sta affrontando lei le sue giornate senza Nic!

Se non vi ricordate della "ragazza delle vacanze", il che sarebbe più che comprensibile, è apparsa nei capitoli 34 e 35, quelli dove sono in vacanza!

Beh, fatemi sapere cosa ve ne sembra di questo capitolo in generale, dei nuovi personaggi e di come sta andando la cosa!
Alla prossima! 😘

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