Capitolo 33

2.8K 48 0
                                    


Jessica Pov.

"Seattle? La Seattle che sta dall'altra parte della costa?" chiedo, tirandomi un po' su.

Credo di non aver capito bene.
Spero di non aver capito bene.

"Si.." risponde, abbassando lo sguardo.
"Wow.." stavolta mi metto a sedere, poggiando le spalle alla testiera del letto, tirando con me il lenzuolo per coprirmi.

Mi volto verso di lei, che continua a tenere lo sguardo basso. Sembra quasi sentirsi in colpa.

"Hey.." le prendo la mano, intrecciando le nostre dita.
"Mi dispiace.." continua a non guardarmi.
"Guardami."

Finalmente alza lo sguardo, fissando i suoi occhi nei miei.

"Perché dici che ti dispiace? Non devi amore! Neanche un po'.. È una cosa bella!" le sorrido dolcemente.
"Ci sono circa cinque ore di volo da qui a Seattle.. Significa che per almeno due mesi, e forse anche più, ci vedremo pochissimo.."

Due mesi.

"Abbiamo affrontato cose peggiori, ok? Non sarà di certo un po' di distanza ad allontanarci!"
"Lo so.. Ma ho paura lo stesso.." abbassa di nuovo lo sguardo.
"Quando ve lo faranno sapere ufficialmente?" le chiedo dopo qualche attimo di silenzio.
"Metà/fine luglio, credo.."
"E quando dovreste partire poi?"
"Non lo so, ottobre forse.."
"Dai, e ti stai preoccupando da adesso? Abbiamo tutta l'estate davanti ancora!"

Siamo ancora a giungo, ne abbiamo di tempo per decidere come comportarci!

"Beh, si.. Quello si!"
"Sconfiggeremo anche questa!"

Mi lancio sulle sue labbra, sorridendo su di esse.
Poggio la testa sul suo petto, stringendomi al suo corpo ancora nudo e addormentandomi poco dopo, con il suo braccio attorno al mio collo e la sua mano tra i miei capelli.

Cerco di riaprire gli occhi quando sento il calore dei raggi del sole sul mio viso.
Esco un braccio da sotto le lenzuola, cercando il cellulare sul comodino e trovandolo poco dopo. Accendo il display. Sono quasi le nove del mattino e ci sono già due chiamate da parte di mia madre. Per fortuna ieri sera mi sono ricordata di scriverle un messaggio dicendole che non sarei tornata a casa. Se non l'avessi fatto probabilmente adesso ci sarebbe la polizia in giro a cercarmi!
Mi volto, assicurandomi che la mia ragazza sia ancora accanto a me.
Non vorrei mai ritrovarmi come in quei film, dove il protagonista si volta e trova il letto vuoto.
Credo che sia una delle sensazioni più brutte che si possano provare.
Per fortuna non è il mio caso.
La ragazza dai capelli scuri è ancora qui, accanto a me, che dorme beatamente.
Il suo viso è così rilassato.. Dubito che quando si sveglierà sarà ancora così tranquilla..
La conosco, passerà la giornata a pensare e ripensare a ciò che è successo con sua madre ed io non so davvero come potrò aiutarla.
Ieri siamo state tutto il giorno fuori e probabilmente ci ha pensato poco, ma oggi.. Oggi si ritorna alla realtà ed io non so davvero come reagirà.

Muovendomi lentamente, riesco ad uscire dal letto senza svegliarla.
Mi accorgo di essere ancora nuda, così indosso la prima cosa che trovo nell'armadio, non che ci siano molti vestiti, tengo solo qualche maglietta!
Esco dalla stanza, richiamando mia madre per capire per quale dannato motivo mi abbia chiamata così presto.
Nel frattempo scendo al piano di sotto, alla ricerca di un po' d'acqua, ricordandomi poi che in casa non c'è nulla.
Dopo aver chiuso la chiamata con mia madre, che non voleva proprio nulla, mi chiudo in bagno per farmi una bella doccia fredda.
Cerco di pianificare la giornata, per quando torneremo a casa con Nicole.
Ho un assoluto bisogno di passare del tempo con mio figlio. Durante queste vacanze non voglio staccarmi da lui neanche per un secondo! Magari potrei anche chiamare Josh. Nicholas è così felice quando passiamo del tempo tutti e tre insieme.
È vero che non saremo mai una vera famiglia, ma questo non vuol dire che non possiamo passare del tempo tutti e tre insieme.
Esco dal bagno e indosso gli stessi vestiti di ieri, non avendo altro di decente da indossare.
Considerando che qui non c'è nulla da mangiare, meglio andare a comprare qualcosa.
Spero solo che Nicole non si svegli prima del mio ritorno. Non sia mai che sia lei a provare la sensazione di trovare il letto vuoto!
Decido di fare due passi a piedi, c'è un bar giusto a qualche isolato da qui e non ha senso prendere l'automobile.

Quando rientro a casa, per fortuna trovo Nicole ancora nel mondo dei sogni.
Mi sdraio accanto a lei, sdraiata di lato e con il viso rivolta verso il mio lato.
Le sposto qualche ciocca di capelli che le cade sul viso, perdendomi ad osservarla.
Ripenso alla giornata di ieri. La mattinata insieme a Nico, il suo posto preferito, il ballo che le ho organizzato.
Dio, è stato tutto così perfetto.
Vorrei poter vivere tutti i giorni come quello di ieri.
Senza drammi, senza preoccupazioni. Solo noi.
Porto la mano sul mio collo, esattamente sulla collana che mi ha regalato lei.
Non ho la minima intenzione di toglierla. Mai.
Le bacio dolcemente la punta del naso e lei si muove leggermente.
Poggio le labbra sulla sua fronte, per poi teneramente baciarle entrambe le guance.

"Mmh.." finalmente da un segno di vita.

Le accarezzo la forma del viso mentre lei cerca di aprire gli occhi.

"Ciao.." riesce a dire, con un occhio aperto e uno ancora mezzo chiuso.
"Buongiorno.." le sorrido.
"Non mi guardare.." un sorriso imbarazzato si forma sul suo viso e subito si copre con il lenzuolo.

Rido vedendola così imbarazzata e cerco di spostare il lenzuolo, mostrando di nuovo il suo viso.

"Ti ho portato la colazione.."
"Uh, una bella notizia!" scherza.
"Scema!" le do un colpo sul braccio per poi alzarmi.

Le lancio una maglietta e mentre lei si riveste io poggio sul comodino del suo lato del letto il caffè che le ho preso e un muffin al cioccolato.
Si risiede sul letto ed io non ho il tempo di allontanarmi che lei mi ferma per un braccio, tirandomi e facendomi sdraiare su di lei.

"Piano!" rido.
"Non mi hai dato il bacio del buongiorno!" sorride avvicinando le sue labbra alle mie.
"Ah, giusto!" mi avvicino di qualche millimetro, allontanandomi poi del tutto, alzandomi. "Forse però prima dovresti fare colazione!" le faccio la linguaccia.
"Guarda quanto sei stronza!" mi guarda con la bocca spalancata.
"Io? Ti ho pure portato la colazione!" mi porto una mano sul petto, drammaticamente.

Lei si alza riuscendo a portare un braccio attorno alla mia vita, facendomi riavvicinare a lei.

"Voglio un bacio!" dice con tono minaccioso, ma con il sorriso sulle labbra.
"Prenditelo." Quasi la sfido.

Senza farselo ripetere porta una mano sulla mia nuca, per evitare che io possa allontanarmi, unendo le nostre labbra.
Nulla di più, solo un semplice bacio.

"Ora va meglio.." tiene ancora gli occhi chiusi.
"Dai, facciamo colazione!" le sorrido, dandole un altro piccolo bacio.

Ci sistemiamo di nuovo sul letto, bevendo i nostri caffè e commentando la giornata di ieri.
Meno di un'ora più tardi, anche Nicole è pronta per andare, dopo una fresca doccia, ed usciamo di casa, dopo aver sistemato tutto.
Stranamente ha voluto guidare lei anche stavolta.

"Credo che più tardi porterò Nico al parco.. Vuoi venire?"
"Mmh.. No, magari un'altra volta.." mi risponde distratta mentre parcheggia sul vialetto di casa sua.
"Oh, ok!"
"Non sia mai che passiamo troppo tempo insieme!" scherza, ovviamente.
"Ah, beh, giusto!" le reggo il gioco. "Ci sentiamo più tardi, allora!" la bacio sulle labbra, scendendo dall'auto e avviandomi verso casa mia.

"Mamma.. Sono a casa!" lancio la borsa sul divano del salone, per poi spostarmi in cucina.
"Alla buon'ora!" mi dice mentre sta sistemando delle scartoffie seduta al tavolo.
"Dov'è Nico?"
"Con tua sorella.." mi risponde distratta.
"Ah.."

Sto per uscire dalla cucina, quando lei mi richiama.

"Dimmi!"
"Vi siete divertite?"

Oh, questa domanda non me l'aspettavo.

"Si.." le sorrido.
"Anche Nicholas.. Ci ha raccontato dove siete state ieri mattina.."
"Si, lui adora giocare sulla spiaggia!" sorrido ripensando alla mattina precedente.
"Mi ha detto che Nicole gli ha curato le ginocchia sbucciate e che lo ha portato su uno scoglio alto, per fargli avere una visuale più bella.."
"Nicole lo adora.." sorrido ancora, abbassando lo sguardo stavolta.
"Sono felice che sia andato tutto bene.." anche lei sorride.

Mi volto nuovamente per uscire, ma stavolta sono io che mi blocco.

"Mamma.."
"Si tesoro?"

Torno con lo sguardo verso di lei, avvicinandomi un po'.

"Riguardo.. Riguardo quello che è successo l'altra sera, con la madre di Nicole.. Anche tu.. Anche voi la pensi come lei?"

Mi siedo accanto a lei, che si sta toccandosi le mani tra di loro per cercare le parole giuste, credo.

"È stato improvviso quando ce lo hai detto, non lo nego. Tuo padre ancora non lo ha accettato del tutto, però, cerchiamo di appoggiarti.. Diciamo che.. Non ci hai mai dato motivo di pensare una cosa simile di te, quindi non ci siamo mai posti il problema.."

Il problema.. Perché dovrebbe essere un problema, porca miseria?

"Non hai mai parlato di altre ragazze.. E dopo aver avuto Nicholas non.. Non mi sembra che tu sia stata impegnata sentimentalmente.. Non che io sappia.."
"No, infatti.." abbasso lo sguardo.
"Per noi.. Per me, almeno, non è poi chissà quale disgrazia che ti piacciano le ragazze, voglio che tu lo sappia.."

Sposto lo sguardo verso di lei.

"Non sono 'le ragazze', mamma.. Io non avevo mai avuto dubbi sulla mia sessualità prima.. È.. È solo Nicole!" alzo le spalle, quasi come se fosse una colpa.
"Lo so che è lei.. E non.. Non credo che tu stia 'sperimentando'. Insomma.. Magari all'inizio si, ho pensato che potesse essere solo una fase.. Però.. Da quanto state insieme adesso? Sei mesi? Insomma, l'avreste finita prima se fosse stato solo per gioco.."
"Cinque mesi.." la correggo. "E non è un gioco.. Non lo è mai stato.."
"Non ti devi giustificare con me per quello che provi.. L'importante è che tu sia felice. Tuo padre prima o poi lo capirà e se ne farà una ragione e così anche la famiglia di Nicole.."

Istintivamente la abbraccio, nascondendo il viso sul suo collo.
Lei mi stringe, accarezzandomi i capelli e baciandomi la fronte.

"Grazie, mamma.."
"Tutto quello che voglio è vederti sempre sorridere, Jessica. Nient'altro."

Resto tra le sue braccia ancora per un po', godendomi il profumo della sua pelle.
Il profumo della mamma.

"Mamma!" mi volto, sentendo la voce squillante del mio piccolo ometto.
"Amore mio!"

Nico mi corre incontro ed io lo prendo in braccio, facendolo sedere sulle mie gambe.
Anche Rebekah entra in cucina, sorridendomi.

"Io e Nico abbiamo finalmente finito il puzzle da cinquecento pezzi!" mia sorella si siede sul divanetto che c'è in cucina.
"Oh, davvero?" mi volto verso il piccolo.
"Si! Però la zia non è brava! Ho fatto quasi tutto io!"
"Quel bambino è troppo vanitoso, eh! Io ti avviso! Crede di saper fare tutto!" Reb incrocia le braccia al petto mettendo su un finto broncio.
"Tutto sua madre!" dice mia mamma.
"Non è vero!" mi difendo. "Io non sono vanitosa e tantomeno convinta di saper fare tutto!"

Sia la donna più grande che mia sorella mi fissano.

"Non è vero!" cerco di difendermi.
"Che succede qui? Una riunione di famiglia?" la figura di mio padre spunta davanti la porta della cucina.
"Papà, aiutami! Mi insultano!"

Chiedo immediatamente il suo aiuto, senza neanche pensare al fatto che il nostro rapporto è ancora un po' freddo e che non abbiamo la confidenza di prima.

"Cosa le state dicendo?" si volta prima verso mia sorella e poi verso mia madre, mantenendo il tono scherzoso.
"Che è sempre convinta di saper fare tutto! E che suo figlio ha preso la stessa caratteristica!"
"Ah, beh.. Ma è vero!"

Ho tutta la famiglia contro adesso, benissimo!

"Dai, almeno tu potresti difendermi!" Continuo, con la speranza di riuscire finalmente ad abbattere quel muro che si era creato da noi.
"Fin da piccola sei sempre stata convinta di saper fare sempre tutto! E crescendo ti è rimasta la stessa convinzione! Mi dispiace piccola, ma stavolta hanno ragione!" fa spallucce, sedendosi sul divanetto vicino a mia sorella.

'Piccola'. Sentendo quel soprannome un sorriso è nato spontaneo sul mio volto.
Pensavo non lo avrei più sentito chiamarmi così.
Pensavo che non mi sarei mai più sentita la 'piccola di papà'.

"Ok, mi arrendo! Non posso farcela contro tutti voi!" alzo le mani in segno di resa.
"Mamma.." Nico richiama la mia attenzione.

Si sporge un po', avvicinandosi al mio orecchio.
Il piccolino mi propone di fare il solletico a mia sorella, per vendicarci del fatto che ci avessero parlato in quel modo.

"Piccola peste che non sei altro.." dico a bassa voce per farmi sentire solo da lui.

È un piccolo malefico questo bambino!

"Vai prima tu.." gli dico.

Il piccolo scende dalle mie gambe, avvicinandosi teneramente a mia sorella.

"Mi prendi in braccio?" dice con voce dolce.

Mia sorella, ovviamente, lo prende in braccio e gli bacia la testolina.
Ecco che subito Nico inizia a muovere le sue piccole manine sui fianchi di mia sorella, che si fa scappare qualche risatina.

"Piccolo malefico!" mia sorella continua a ridere mentre cerca di fermarlo per i polsi.

Nel frattempo mio padre, sorridendo alla scena, si alza dal divano per avvicinarsi al frigorifero ed io ne approfitto per andare in aiuto di mio figlio, continuando a solleticare mia sorella.

"Vi siete coalizzati contro di me voi due?!" riesce a dire tra le risate.
"Così impari a parlare male di noi!" continuo a muovere le mani sui suoi fianchi.

Rebekah è ormai senza fiato ed io e Nico stiamo morendo dalle risate insieme a lei.

"Non fatevi male!" sento dire da mia madre, che ci sta guardando.
"BASTA!" Reb cerca di fermarmi, ma invano. "Mamma! Aiuto!"

Poco dopo ci fermiamo, ormai tutti senza fiato e con la coda dell'occhio osservo i miei genitori che sorseggiano il loro caffè mentre ci guardano sorridendo.
Dio, quanto mi erano mancati i momenti come questi!
Vedere mio padre sorridermi e trattarmi di nuovo come prima mi ha riempito il cuore di gioia.
Magari per adesso non sarà come lo era prima, ma oggi sono sicura di aver abbattuto il muro che si era creato tra di noi.
Muro che lui stesso aveva innalzato.

"Jessica.." è proprio lui a chiamarmi.
"Dimmi.." mi volto, calmando le risate una volta per tutte.

Fissa il suo caffè e poco dopo alza lo sguardo puntando i suoi occhi verdi sui miei.

"Domani faccio il turno di pomeriggio in ospedale.. Se vuoi, puoi passare."

Un lieve sorriso si fa largo sul mio volto ed annuisco.
Era da tempo che non mi chiedeva di andare in ospedale da lui.
Quando poteva, mi portava in giro con lui, facendomi da mentore.
Non mi chiedeva di andare in ospedale da almeno quattro mesi, da quando gli ho raccontato di Nicole.
Sposto lo sguardo su mia sorella, che mi sta già sorridendo.
Dopo qualche attimo di silenzio, sposto l'attenzione su mio figlio.

"Nico, ti va di uscire un po'?"
"E dove andiamo?" scatta subito sull'attenti.
"Tu dove vuoi andare?" gli sorrido.
"Al parco giochii!" dice canticchiando.
"E parco giochi sia!" lo bacio sulla guancia. "Vieni?" mi rivolgo a mia sorella.
"No, passo!" fa spallucce.
"Perché nessuno vuole venire? Anche Nicole ha beatamente denigrato il mio invito!"
"Fatti due domande e datti due risposte, che vuoi che ti dica!"
"Ti odio!"

Stavo per dirle una brutta parola, ma poi mi sono ricordata della presenza di mio figlio e dei miei genitori, quindi meglio evitare.

"Vai a lavarti i denti, su!"
"Ok!" mette su il broncio, ma comunque scende dal divano per salire al piano di sopra.

Pochi minuti dopo anche io vado in camera per darmi una veloce sistemata e cambiarmi i vestiti.
Quando scendo di sotto insieme a Nico, trovo anche i miei davanti alla porta.

"Uscite?"
"Si.. Abbiamo un po' di cose da sbrigare!" mi risponde mia madre.
"Ok.. Reb?"
"In camera sua.."
"Ah, ok! Ci vediamo più tardi allora."
"Ciao nonni!" li saluta il piccolo.
"Fate i bravi." Ci raccomanda mio padre.

Usciamo di casa e prendo subito la mano a Nico, avviandoci verso il parco giochi più vicino.

"Perché non chiamiamo anche Josh?"

Ok, questa mi ha spiazzato.

"Vuoi che lo chiamiamo?" abbasso lo sguardo verso di lui, che annuisce semplicemente.
"Va bene, come vuoi.. Ma non so se è libero.. Forse sta lavorando!"
"Chiamalo lo stesso!"

Titubante prendo il cellulare, cercando il suo nome tra i contatti.
Se dovesse rifiutare, Nico ci resterebbe male e sarà bruttissimo vedere la sua espressione così allegra scomparire.

"Pronto?" la sua voce mi riporta alla realtà.
"Hey, Josh.."
"Oh, Jessi! Come va?" qualcosa mi dice che non mi aveva riconosciuta.
"Bene.. Che stai facendo?"
"Niente, oggi non lavoro e sono a casa.."
"Ah.. Beh, io e Nico stiamo andando un po' al parco giochi, magari se ti va, raggiungici.."

Senza pretese, no?

"Si, certo! Mi farebbe piacere!"

Oh, wow.
Ho riposto davvero pochissime speranze in questo ragazzo e lui continua a sorprendermi.
Si sta comportando bene, sul serio!

"Ti aspettiamo allora.." sorrido, nonostante lui non possa vedermi.

Chiudo la chiamata dopo averlo salutato e vedo Nico che sta già fremendo, avendo capito che Josh verrà.
Vederlo così è davvero la cosa più bella della mia vita.
Non rimpiangerò mai quella notte con Josh, questo è poco ma sicuro.

Non appena arriviamo al parco giochi, Nicholas inizia a scorrazzare qua e là, giocando con gli altri bambini.
Meno di un'ora dopo ci ritroviamo nel terzo parco della cittadina, poiché a Nico non andava bene restare sempre nello stesso punto.
Come se ci fossero giochi diversi!

Mentre lo spingo sull'altalena, noto una persona a noi conosciuta passeggiare vicino al parco.

"Hey Nico, guarda un po' chi c'è!" indico poco più avanti a noi, facendo rallentare le spinte dell'altalena.

Il piccolo cerca di individuare il punto da me indicato.

"Lo zio Jake!"

Salta giù dall'attrazione, correndogli incontro, chiamandolo, e quando Jake lo vede lo prende subito al volo, scompigliandogli un po' i capelli biondi.

"Ciao piccoletto!" sento che lo saluta, mentre mi avvicino.
"Ciao zietto!" gli sorrido.
"Ciao sorellina.." ricambia il sorriso.
"Che ci fai qui?"
"Ero da un amico, stavo andando via!"
"Vieni a giocare un po'?" gli chiede Nicholas.

Mi guarda, come per chiedermi il permesso di poter venire.

"Se non devi andare via subito.." alzo leggermente le spalle.
"Posso stare un pochino.."
"Siii!" esulta il mio piccolino.

Ci avviamo nuovamente verso l'area di gioco e Jake inizia a rincorrere Nico qua e là per tutto il prato.
Fuori c'è una giornata bellissima e in giro ci sono tanti bambini con i loro genitori.
Mi siedo su una panchina li vicino, osservando zio e nipote correre e ridere tra di loro.
Qualche minuto dopo, Jake si siede accanto a me, lasciando Nico a dondolarsi sull'altalena.

"Come va?" si volta per sorridermi.
"Direi che va bene! E tu?"
"Non mi lamento.. A parte il lavoro un po' stressante, ma per il resto fila tutto liscio!"
"Sono contenta.."
"Nicole?" chiede.
"Sta bene, più o meno.."
"È successo qualcosa?" il suo tono si fa un po' più preoccupato.
"Soliti problemi in famiglia.."

Non mi sembra il caso di raccontagli tutti i dettagli.
Non penso che a Nicole farebbe piacere.

"Oggi credo di aver fatto un passo avanti con mio padr.. Con papà!" mi correggo, ricordando che è il padre di entrambi.
"Ah si?" mi sorride.

Annuisco.

"Magari piano, piano, riuscirò a far tornare il rapporto come quello di una volta!"

Dopo il momento di stamattina, ho capito che infondo lui mi vuole ancora bene e adesso farò di tutto per avvicinarmi a lui il più possibile.

"Sono davvero felice!" porta un braccio attorno la mia spalla, stringendomi a se.
"Hey bionda.." sento una voce abbastanza familiare.

Mi volto e mi ritrovo Josh proprio accanto a me.

"Ciao!" alzo la mano in segno di saluto.

Lui e Jake si guardano e si salutano con un'alzata di mento, giusto per educazione.

"Jake, lui è Josh.." gli dico. "Non ho idea se voi due vi conosciate o meno!"

Jake probabilmente ha ricollegato il nome al padre di Nicholas, dato che gliene ho sempre parlato, Josh invece sembra confuso.

"Mio fratello.." dico.
"Ah! Forse ci siamo già visti.." dice il mio ex.
"Si, forse.. Al compleanno di Nicholas." Continua mio fratello.

Jake si alza, tendendogli la mano.
Josh non si fa problemi e subito gliela stringe.

"Nicholas!" Josh cerca di attirare la sua attenzione.

Non appena Nicholas lo vede inizia subito a corrergli incontro.

"Papà!" gli salta in braccio.

Un improvviso nodo mi si forma allo stomaco sentendo come Nico lo ha chiamato.
Josh mi guarda con gli occhi sbarrati, il che mi fa capire che è la prima volta che Nico lo chiama in questo modo.

"Ometto! Come stai?" cerca di riprendersi dallo 'shock', scompigliandogli i capelli.
"Bene!"
"Stai facendo il bravo, vero? Non fai arrabbiare la mamma, no?"
"No! Faccio sempre bravo!" sorride a trentasei denti.

Josh lo fa scendere e Nico ritorna dai bambini con cui stava giocando fino a prima.
Io mi alzo, avvicinandomi al ragazzo e dandogli un pugno sulla spalla.

"Ahio! Che ho fatto?!" si massaggia il punto.
"Giuro su Dio che se fai stare male Nicholas ti farò soffrire così tanto che desidererai non avermi mai incontrata!"

Può anche starci che Nicholas si senta di chiamarlo 'papà', ma ciò significa che si sta affezionando a lui seriamente e non posso permettere che venga deluso ancora. Non quando si ritrova ad avere solo cinque anni.

"Non lo farò." Dice serio. "Te lo giuro!"
"Sarà meglio per te!"

Restiamo qualche attimo a guardarci, poi lui va verso Nico, giocando un po' con lui.
Mi risiedo accanto al mio fratellastro, incrociando le braccia al petto e sbuffando.

"Mi piace la tua versione minacciosa."
"Davvero?" rido.
"Mhmh.." annuisce. "Probabilmente sarei attratto da te, se non sapessi che sei mia sorella.. E ci proverei senza dubbio!"
"Cretino!" gli do un colpetto sul braccio.
"E tu ovviamente ci saresti stata!"

Spalanco la mascella, fintamente offesa.

"Mi stai dicendo che sono una che ci sta con chiunque?"
"Non chiunque.. Dai, mi hai visto?" si vanta.
"Sei uguale a tuo padre!" rido.

Anche mio padre ha questo modo di vantarsi e di sentirsi figo.

"E poi tu e Nicole vi sareste ritrovate a tirarvi i capelli per me!"
"Addirittura? Non ti è proprio andata giù che abbia preferito me a te, eh?" adesso sono io che mi vanto.

Lui si zittisce, colpito nel profondo.

"Meglio che vada via.."
"Si, meglio!" ridacchio.
"Sappi.." inizia ad alzarsi. ".. Che se mai troverò una ragazza, non te la presenterò!"

Scoppio a ridere mentre lui continua a fare segno di negazione con la testa.

"Sono già apposto con la mia, quindi puoi presentarmela tranquillamente!"
"Mah, non mi fido!"

Gli faccio la linguaccia mentre mi alzo.
Lui mi prende il viso con una mano, dandomi un bacio sulla guancia.

"Devo andare seriamente comunque!" sorride.
"Va bene.. Però ci vediamo presto, ok?"
"Ok! Salutami papà! E anche tua madre e Rebekah!"
"Va bene!"

Si avvicina a Nicholas per salutarlo e il piccolo si fa stringere senza problemi, poi tende la mano a Josh per salutarlo e il ragazzo ricambia.
Lo osservo mentre si allontana, salutandolo con la mano per un'ultima volta, per poi avvicinarmi a Nico e Josh.

"Mamma, guardami!" cerca di attirare la mai attenzione, mentre si arrampica su una di quelle casette di legno.
"Stai attento!" gli sorrido.
"C'è da dire che ha preso la mia agilità!" Josh lo osserva, incrociando le braccia al petto.
"Senza offesa, ma per fortuna da te non ha preso proprio nulla!"
"Quando riuscirai a trattarmi in modo meno ostile?" si volta a guardarmi.

Rimango per qualche secondo in silenzio.

"Non lo so, abbi pazienza! E continua a comportarti bene.." alzo le spalle.

Lui annuisce, continuando a guardarmi, mentre io mi volto verso nostro figlio.

"Possiamo affrontare seriamente il discorso?" dice dopo un po' di silenzio.
"Quale discorso?" lo guardo confusa.

Prende un respiro, per poi parlare.

"Lavoro da poco, è vero.. Non ho ancora messo molto da parte e non mi pagano chissà quanto, però vorrei poterti passare dei soldi al mese, per Nico." La sua espressione è seria.
"Davvero?" sono alquanto sorpresa.
"Si davvero!"

Lo guardo quasi sconvolta.

"Jessi, io non voglio che lui mi veda solo come il papà con cui andare al parco e giocare! Anche quello, senza dubbio.. Ma voglio essere il papà che lo va a prendere a scuola, che va alle sue recite, che gli insegna a giocare a calcio o qualsiasi cosa a lui piaccia! Voglio che lui la sera vada a letto e pensi: 'oggi mio padre è stato un buon padre'."

Lui non è per niente il Josh che conoscevo io.
Mi ero accorta del suo cambiamento, è vero.. Ma adesso realizzo seriamente come sia cambiato.

"E se un giorno farà qualcosa che a te non piacerà?" non so perché mi sia venuta fuori questa domanda.
"Allora ci sarai tu a tirarmi le orecchie e dirmi come comportarmi!" sorride.
"Davvero ti potrò tirare le orecchie? Perché avrei un po' di violenza repressa nei tuoi confronti!" lo dico in tono scherzoso, ma entrambi sappiamo che è la pura verità.
"Potrai picchiarmi tutte le volte che vorrai!"
"Adesso il discorso sta prendendo una strana piega!"

Entrambi ridiamo ed io gli do una piccola spinta.
Se si fosse comportato così fin da subito, probabilmente non avrei mai smesso di amarlo.

Un'oretta dopo, quando ormai si è fatta l'ora di pranzo, salutiamo Josh ed io il piccolo torniamo a casa.
Rientrando, Nico corre al piano di sopra, verso la sua stanza. Salgo anche io, posando la borsa sul letto della mia stanza e andando verso la camera di mia sorella.
Distratta apro la sua porta e mi ritrovo davanti qualcosa che non avevo di certo immaginato di vedere.
Sono confusa, forse sto sognando.
Che chi fa un ragazzo senza maglietta sdraiato su di lei?

"Jessica!" Rebekah si tira su a sedere e il ragazzo cade dal letto, correndo alla ricerca disperata della sua maglietta.
"C.. Ciao.." balbetta il tipo.
"Fuori, adesso." Indico fuori dalla stanza.

Il ragazzo lancia un'occhiata verso mia sorella, che non dice nulla, e poi esce di corsa dalla stanza.
Aspetto di sentire il rumore della porta dell'entrata che si chiude, per poi voltarmi verso Reb.
La guardo con un'espressione che sta a dire: 'ma che cavolo fai?'

"Non mi guardare così!" incrocia le braccia al petto.
"Ah, io non ti devo guardare così? Che diavolo stavi facendo? Poteva benissimo trovarti mamma in quelle condizioni!"

Mi avvicino al suo letto.

"Beh, non è successo!" si volta verso la finestra.
"Ma poi chi è quel ragazzo? Un tuo compagno di scuola?"

Abbassa lo sguardo, evitando di rispondermi.
Mi siedo sul suo letto, di fronte a lei.

"Hey, puoi parlare con me, lo sai.."

Alza di poco lo sguardo verso il mio ed io le sorrido, cercando di infonderle un po' di sicurezza.
Dopo qualche attimo, si decide a parlare.

"L'ho conosciuto a scuola.. Stiamo insieme da un mese, circa.."
"Uh.. E già ti senti pronta per il grande passo?"

Beh, un mese è davvero poco!
Non che io e Nicole avessimo aspettato più di tanto, eh.. Però, con Josh ci ho messo molto di più prima di.. 'Concedermi'.

"Tu avevi la mia età.."
"Questo non vuol dire che anche tu debba farlo adesso.. Soprattutto se non ti senti pronta."
"Tu come hai fatto a capire di essere pronta?"
"Mmh.. Perché ero letteralmente innamorata di quello stronzo."

Lei resta in silenzio, torturandosi le mani.

"Non devi farlo perché io l'ho fatto alla tua età e soprattutto non devi farlo perché lui vuole.. Devi farlo solo quando ti sentirai pronta."
"Te ne sei pentita?" mi chiede dopo un po'.
"No. Perché l'ho fatto con una persona che amavo. E so che anche lui ci teneva a me, anche se poi non me lo ha più dimostrato."
"E con Nicole? State ancora aspettando?"

Ok, adesso mi sento in imbarazzo.

"Uhm.. Vedi, a volte non si tratta solo di 'aspettare'. Perché puoi stare con una persona per tanto tempo e non provare nulla.."
"Quindi lo avete già fatto?" sul suo viso nasce un sorrisino.

Mi copro il viso con le mani, imbarazzata.

"Stavamo parlando di te, non di me!"
"Daai, raccontami! Non parliamo mai di queste cose!"
"Ci sarà un motivo, no?" mi scopro solo un occhio per guardarla.
"Voglio sapere com'è stato! Meglio di Josh?"

Tutto ciò non era previsto!
Mi vergogno tremendamente a parlarne con lei! È vero, parliamo spesso.. Ma non di queste cose!
Prendo un respiro profondo e, probabilmente rossa come un peperone, riesco a guardarla.

"Molto meglio!"

Lei scoppia a ridere ed io mi faccio contagiare.

"Chissà, magari dovrei avere la mia prima esperienza con una ragazza.." continua a ridere mentre fa spallucce.
"Fallo con chi vuoi, basta che sia una persona che ti piace seriamente e soprattutto, non farti mettere incinta, ti prego!"
"Scema!" mi da una spinta, ridendo ancora.

Mi avvicino a lei abbracciandola e lei ricambia l'abbraccio.

"La prossima volta che ti trovo con un ragazzo in casa lo faccio volare dalla finestra, però! Chiaro?"
"Chiaro!"

Sento la suoneria del mio cellulare e do una rapida occhiata al nome sullo schermo.
Perché la madre di Nicole mi chiama?
Beh, fatti suoi. Non ho la minima intenzione di rispondere.

"Non rispondi?" mi chiede mia sorella.
"No, non è importante."
"Ok.."

Riprendiamo la nostra chiacchierata e Rebekah mi ha raccontato qualcosa in più su questo ragazzo, di come si sono conosciuti e di come lei si senta davvero attratta da lui.
Nel giro di una mattinata mi sono sentita figlia, sorella maggiore e madre.
È dura essere tutte queste cose insieme!

"JESSICA!" sento mia madre urlare dal piano di sotto.
"Ma è la mamma?" chiedo a mia sorella.
"Penso di si!"
"Ma quando è tornata?" quando io e Nico siamo rientrati i nostri genitori non c'erano, ne sono sicura.

Lei fa spallucce, non sapendo rispondermi.
Probabilmente non li abbiamo sentiti entrare.
Esco dalla stanza, affacciandomi dalle scale.

"Che c'è?!"
"Scendi!"

Uff, che palle!
Faccio come mi chiede e vedo davanti la porta d'ingresso la signora Sanders, vicino mia madre.
Ma che vuole ancora? Non era chiaro il rifiuto di chiamata?

"Salve.." faccio comunque l'educata.
"Ciao Jessica.. Scusami se ti disturbo ma ho davvero bisogno di te.. Nicole non mi risponde al cellulare ed io non so davvero come rintracciarla!"

Beh, voleva pure che le rispondesse, dopo tutto il casino di ieri?

"Ehm.. No, in realtà non la sento da questa mattina." Cerco di sembrare il più cortese possibile.

Che poi è pure la verità. Dopo esserci salutate stamattina non ci siamo più sentite. 

"Forse Caroline l'ha sentita.." continuo, facendo spallucce.
"No, ho già chiamato anche lei! Mi ha detto che non l'ha sentita oggi.." la voce della donna sembra abbastanza preoccupata, in realtà.
"Provo a chiamarla, allora.."

Mi allontano per tornare di sopra, dove ho lasciato il cellulare.
Non mi sorprenderebbe se Nicole volesse solo ignorarla.
Sblocco il cellulare, cercando il suo nome tra la rubrica e chiamandola.
Squilla, quindi non lo ha spento.
Squilla ancora, ma niente.
Boh, chissà che starà facendo!
Prima di tornare al piano di sotto provo ancora a richiamarla, ma continua a non rispondermi.
Dai Nicole! Non far preoccupare anche me!

Dopo il terzo tentativo di chiamata scendo nuovamente al piano di sotto.

"Allora?" si avvicina subito.
"Non mi risponde, lo avrà lasciato silenzioso!"

La donna si scosta un po' i capelli, sospirando.

"Ma non è tornata a casa quando siamo tornate stamattina?"
"No. Non la vedo da ieri mattina, quando siete uscite e ho avuto sue notizie solo tramite tue madre, perché tu la chiamavi!"

Avrei delle cose da dirle, ma non vorrei sembrare maleducata.
Oh, fanculo!

"Non vorrei sembrarle maleducata, ma.. Non dovrebbe sorprenderla questa situazione.."
"Jessica!" mia madre mi richiama immediatamente.

La guardo come per dire: 'tanto lo sai che ho ragione io.'

"Questo non vuol dire che debba comportarsi come una bambina! Non può farmi preoccupare così!"
"È proprio questo il problema.. Lei continua a pensare che lei sia una bambina, ma non lo è. È grande abbastanza da sapere cosa fa. Se vuole ignorarla avrà le sue ragioni! Se vuole stare da sola, non deve dar conto a nessuno."
"Jessica, smettila di immischiarti!" continua mia mamma.
"Sto solo dicendo la mia, mamma.."

La mamma di Nicole resta in silenzio, contemplando le mie parole.
È così difficile capire che non possono tenerci per sempre sotto le loro ali?
Devono lasciarci andare, devono lasciarci cadere e farci rialzare da soli.
Devono farci fare le nostre esperienze e lasciarci vivere le nostre decisioni, senza giudicare continuamente.

La signora Sanders resta in silenzio.
Mia madre le si avvicina, accarezzandole una spalla.
Sospiro.

"Le farò sapere se riesco a rintracciarla.." dico alla fine, per poi salire, per l'ennesima volta, al piano di sopra.

Torno in camera mia, dopo aver controllato cosa stesse facendo Nicholas.

"Che succede?" Reb entra nella mia stanza.
"Nicole non le risponde al cellulare! E certo, cosa si aspettava? Credeva che dopo quello che ha detto, Nicole non avrebbe reagito?!" adesso posso sfogarmi liberamente.
"Sua madre è un'idiota.."
"Lo è! Insomma, ci ha praticamente sbattuto in faccia il fatto che lei pensa che tutto ciò non sia una cosa seria! Posso capire se lo pensava il primo mese, forse anche il secondo.. Ma adesso? Dopo cinque fottuti mesi? Come fa a non accorgersi che non è un gioco? Cosa ha sugli occhi? Del prosciutto?!"
"Non ti agitare, dai!" le viene da ridere.
"È ovvio che Nicole adesso non le risponda! Ciò che mi fa preoccupare è il fatto che non risponda neanche a me.. O a Caroline.."
"Avrà bisogno di stare da sola.."
"Quando siamo tornate pensavo stesse andando a casa, non mi ha neanche detto che aveva intenzione di andare chissà dove.."
"J, stare da soli significa stare da soli. Senza nessuno attorno.. Non la migliore amica e neanche la fidanzata.." si avvicina a me, accarezzandomi la spalla.
"Hai ragione, sorellina.."

Ha completamente ragione.
Dopo la 'serata in famiglia', non ha avuto molto tempo per starsene per conto suo.. Ieri siamo stati tutti il giorno insieme e probabilmente non ci ha pensato più di tanto, adesso invece tutti i pensieri le saranno tornati alla mente.
Abbraccio mia sorella per ringraziarla e poi entrambe andiamo nella stanza di Nicholas, per poi scendere di nuovo giù.
La signora Sanders per fortuna è andata via e mentre Reb e Nico si siedono a tavola, io aiuto mia madre a sistemare le ultime cose per il pranzo.

Per le successive due ore sono stata costantemente sull'attenti osservando continuamente il mio cellulare, sperando in qualche chiamata o anche uno stupido messaggio.

"Reb, io vado a cercarla!" mi rivolgo a mia sorella, seduta ai piedi del mio letto.
"Ancora nessuna notizia?"
"No.. Inizio a preoccuparmi.."
"Vuoi che ti faccio compagnia?"
"No, no.. Meglio se vado da sola!"

Mi infilo le scarpe al volo, prendendo la borsa.

"Tieni d'occhio Nico, per favore!"
"Si, tranquilla!"

Scendo al piano di sotto, informando velocemente mia madre e prendendo le chiavi dell'auto, mettendomi subito a guidare.
Ma dove dovrei cercarla? Potrebbe essere ovunque. Potrebbe addirittura essersene andata al campus.
Mi fermo ad un semaforo, riprovando a chiamarla.
Rispondi, rispondi.
Ma dopo un paio di squilli risponde ancora la segreteria.
Faccio un respiro profondo, ho bisogno di tranquillizzarmi un attimo per riuscire a pensare in modo ragionevole.
Forse so dove può essersene andata.
Scatta il verde ed io faccio ripartire l'auto, ripercorrendo la strada che abbiamo fatto insieme solo ieri.
Meno di venti minuti dopo scendo di corsa, correndo verso il vialetto della casa al mare dei miei.
Ovviamente Nicole non può essere dentro casa, quindi faccio un giro per il giardino, dopo aver scavalcato il cancelletto.

"Nicole.." la chiamo.

Ma oltre il rumore del mare non si sente nulla.

"Amore, sei qui?" arrivo nella parte posteriore della casa, ma di Nicole neanche l'ombra. "Ma dove ti sei cacciata?"

Mi siedo sul prato, demoralizzata.
Magari sto solo esagerando, probabilmente ha solo messo il cellulare silenzioso per non essere rotta le palle, però non è da lei comportarsi così.
Ignorarmi così.
Mi rimetto in piedi, tornando in auto e dirigendomi verso un altro posto.
Dio, ti prego. Fa che sia li.

Altri venti minuti passati a guidare e finalmente mi fermo.
Vedo la sua automobile parcheggiata proprio dove l'avevamo lasciata ieri.
Scendo, avviandomi verso la spiaggetta, dove finalmente la intravedo.
Mi lascio scappare un sospiro di sollievo, per poi avvicinarmi allo scoglio dove è seduta.
Si volta verso di me, sorridendomi lievemente.
Non è un bel sorriso però. È.. Triste.. E i suoi occhi.. Anche loro sono tristi..
Mi siedo accanto a lei, accarezzandole la mano.

"Hey.." la saluto.
"Ciao.."
"Che stai facendo?" le sorrido, baciandole la spalla scoperta.
"Nulla.. Guardavo il mare.." si volta verso di esso.
"Non hai risposto alle mie chiamate.." cerco di mantenere un tono tranquillo.
"Ho lasciato il cellulare in macchina.." non distoglie lo sguardo dal mare. "Scusa, non ti volevo far preoccupare.." mi sorride di nuovo, ma è lo stesso triste sorriso di prima.
"No, tranquilla.. In realtà tua madre era quella preoccupata.. All'inizio pensavo la stessi solo ignorando, poi ho capito che qualcosa non andava quando non hai risposto né a Caroline né a me.."

Non mi risponde, restando in silenzio a fissare le onde che continuano a scontrarsi contro gli scogli.

"Va tutto bene?"
"Mh? Si, si.." cerca di abbozzare un altro sorriso, con scarsi risultati.

Come vorrei leggerle nella mente in questo momento.
Sapere esattamente a cosa sta pensando e poterla aiutare come meglio possibile.
Incrocio le dita della mia mano con le sue, carezzandole il palmo.

"Ti va di dirmi a cosa stai pensando?"

Si volta lentamente, spostando lo sguardo su di me.

"Non sto pensando a nulla." Fa spallucce. "Sono venuta qui per pensare e stare un po' per conto mio, ma non ho pensato a nulla."

Ritorna a fissare il mare.
Questa non è la mia Nicole. La mia Nicole pensa, forse anche troppo. Pensa a qualsiasi cosa. Pensa e ripensa a ciò che le succede, facendosi mille problemi mentali.
Sembra.. Sembra quasi che questo sia solo il guscio vuoto di una lumaca ormai morta.
Non riesco a vedere neanche un minimo segnale che possa ricondurmi alla mia Nicole.

Non so che fare. Come devo comportarmi? Come la aiuto?
Le prendo il mento tra il pollice e l'indice, facendola voltare verso di me.

"Hey, reagisci, ok? Io ho bisogno della mia Nicole, non questa versione vuota di te!"

Traccia il contorno del mio viso con un dito, facendomi venire la pelle d'oca solo con il suo tocco.

"Per una volta che sono felice nella mia vita, mia madre deve sempre rovinare tutto." Il suo sguardo vaga dalle mie labbra ai miei occhi. "Prima non si accorgeva delle mie sofferenze, adesso sembra non accorgersi della mia felicità. Sbaglia sempre tutto con me."

Sto per aprire bocca, ma lei continua.

"Forse prima era colpa mia. Non le parlavo, non le raccontavo cosa mi succedeva a scuola.. Se mi fossi confidata con loro fin da subito, probabilmente molte cose sarebbero andate diversamente nella mia vita. Ma adesso.." fa una pausa. "Adesso ho fatto tutto nel modo corretto. Ho fatto coming out, pur consapevole della possibilità di un rifiuto, le ho fatto capire di essere davvero innamorata, eppure lei continua a non capirmi. Dove ho sbagliato?"
"Non hai sbagliato nulla, amore! Perché pensi sempre che sia tu quella a sbagliare? Perché per una volta non riesci a dare la colpa agli altri?"
".. Perché sono sempre stata io quella sbagliata."

Vorrei schiaffeggiarla.
E poi baciarla, perché mi fa davvero troppa tenerezza.

"Non guardarmi in modo pietoso.." dice.
"Non lo faccio.. Ma hai bisogno di reagire. Sei cambiata, non sei più la ragazzina che non sa difendersi! Tua mamma è un'idiota, ha sbagliato.. Non puoi continuare a tormentarti l'anima per qualcosa che hanno sbagliato gli altri!"
"Non sono io che decido come reagire a certe situazioni.. La mia mente fa tutto da sola."

Non c'è il minimo segno di emozione nella sua voce.

"Puoi benissimo decidere come reagire, nessuno te lo vieta, ma non mi piace vederti così!"

Lei scende dallo scoglio ed io faccio lo stesso, mettendomi di fronte a lei.

"Così come, Jess?!" alza un po' il tono di voce.

Almeno sono riuscita a provocarle una reazione!

"Così priva di te stessa! Questa non sei tu!"
"Si, invece! Sono io! Sono io che sono stanca di dover pagare sempre con le lacrime per un minimo di felicità! E non puoi dirmi come reagire o no! Perché se voglio chiudermi in me stessa e lasciare tutto fuori, posso farlo!"

Credo di averle provocato la reazione sbagliata, però!

"Certo che puoi! Non voglio di certo dirti io come devi reagire! Voglio solo aiutarti! Voglio starti vicina!"
"Jess, non mi devi stare per forza incollata tutto il tempo! Io sono una tipa solitaria, lo sai! Ho bisogno di starmene per conto mio, a volte!"

Faccio un passo indietro.

"Hai ragione.. Ecco il tuo spazio!" apro le braccia indicando tutto attorno a me e voltandomi, andando via.

Che cazzo stai facendo Jessica? Perché te ne stai andando?
Lei ha bisogno di te.
Non puoi andartene proprio adesso.

O forse si.
Forse quello che vuole adesso è davvero starsene per conto suo.
Non ha bisogno di me, in questo momento.

Ritorno a casa, chiudendomi nella mia stanza.
Mi sdraio sul letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
Ho fatto bene?
Ho fatto male?
Non lo so neanche io.
Ho reagito male, non avrei dovuto parlarle così.
Ho avuto paura, se devo dire la verità.
Non l'avevo mai vista così.. Mi ha spiazzata, mi ha presa impreparata.

Chiamo sua madre, dicendole semplicemente che Nicole mi ha risposto al telefono e che sta bene.
Di certo non devo darle spiegazioni.
Mando un messaggio anche a Caroline, è giusto che le faccia sapere che la sua migliore amica sta bene.

L'immagine degli occhi così vuoti della mia ragazza mi ritornano alla mente.
Mi sono già pentita di essermene andata via così, ma da un lato sono sicura che non avrei potuto fare nulla.
Lei non voleva parlare, non voleva me attorno ne nessun altro.
Chiudo gli occhi, ripensando mille e mille volte ancora a quei pochi minuti trascorsi insieme.
La mia mente da vita a tanti scenari diversi di come sarebbe potuta andare.
Avrei potuto abbracciarla mentre lei mi diceva di andare via.
Avrei potuto dirle più tranquillamente che le avrei lasciato lo spazio che desiderava.
Sarebbe potuta andare diversamente, invece io l'ho lasciata lì da sola.
Infilo le cuffie alle orecchie, facendo partire la prima canzone.
Credo di aver passato più di un'ora ad ascoltare musica e fissare il soffitto, immobile.

Con la coda dell'occhio vedo la porta aprirsi e quando vedo Nicole spuntare da essa mi tolgo le cuffie.

"Hey.." il mio tono di voce è freddo, ma non doveva uscir fuori così.
"Jess.. Per favore.."

Si avvicina al letto ed io mi metto seduta.

"Ho già abbastanza problemi con mia madre.. Non voglio litigare anche con te.. Non posso.. Non posso farcela se anche tu mi tratti così.." abbassa lo sguardo.

Senza dire nulla mi alzo velocemente, stringendola a me.

"Scusa.." le sussurro, mentre le accarezzo i capelli.
"No, scusa tu.." incastra il viso tra la mia spalla e il collo, stringendomi.
"Ho dato di matto.. Non ti avevo mai vista così, non sapevo cosa fare.."
"Io.. Mi sono sentita completamente vuota.. Sono riuscita a lasciare fuori da me tutte le sensazioni che provavo. E.. Era quello che volevo.. Per un po', volevo solo non dover pensare troppo."

Poggio la mia fronte sulla sua, chiudendo gli occhi.

"Non volevo lasciarti da sola.."
"No, invece hai fatto bene ad andartene.. Probabilmente ti avrei trattata male.."
"Non voglio più vederti così Nicole.. Promettimelo."

Lei alza un po' lo sguardo, scontrandosi con i miei occhi.

"Te lo prometto.."

Per qualche attimo osservo i suoi occhi, ancora spenti.
Privi di qualsiasi brillio.
Annuisco e la bacio teneramente.
Non tornerà la Nicole di sempre di punto in bianco, lo so già.
Le ci vorrà un po' di tempo, oggi si è completamente persa dentro se stessa e non sarà facile ritrovarsi.

La guido con me verso il letto, sdraiandoci e facendola accoccolare sul mio petto, accarezzandole i capelli.
Credo siamo rimaste in silenzio per davvero tanto tempo, ma non è stato un silenzio incomodo..
Non abbiamo sempre bisogno di parlare per sapere che stiamo bene insieme.
Quando ho capito che lei non aveva la minima intenzione però di raccontarmi cosa le è passato per la testa stamattina e come si sente nei confronti di sua mamma, ho deciso di prendere io in mano le redini per iniziare una conversazione, raccontandole della mattinata insieme a Jake e poi con Josh.
Le ho raccontato anche del piccolo passo avanti fatto con mio padre e lei ne è sembrata davvero entusiasta.
E così abbiamo trascorso tutto il pomeriggio a parlare di sciocchezze, ad ascoltare musica e coccolarci.
Verso la sera, poco prima dell'ora di cena, Nic riceve un messaggio da parte di Caroline dove diceva che gli altri sarebbero andati a casa sua per trascorrere una serata insieme, dato che i suoi genitori sono fuori casa.

"Ci vuoi andare?" le chiedo dopo averle baciato la fronte.
"Tu ci vuoi andare?" alza lo sguardo verso il mio.
"Te l'ho chiesto prima io!" rido.
"Si può fare.." risponde.
"Si può fare.." ripeto.
"Prima però fermiamoci a mangiare! Non tocco cibo da stamattina.."
"Come tu ordini, principessa!" la prendo in giro.
"Gne, gne.." mi fa il verso.

La bacio sulle labbra per poi alzarmi.

"Vado a sistemarmi il trucco.."
"Come se ne avessi bisogno!"

Le sorrido, uscendo dalla stanza, ma andando al piano di sotto.

"Mamma.." la chiamo.
"Sono qui.." sento dal salone.
"Io e Nicole stiamo andando a casa di Caroline.. Fallo sapere anche a sua madre, non penso lei glielo dirà."
"Va bene.." mi sorride tristemente.

Non so perché, ma mi sento in dovere di far sapere a quella donna che sua figlia sta bene.
So che a Nicole non gliene frega nulla in questo momento, ma riesco a capire anche come possa sentirsi la signora Sanders.

"Mamma.. Stasera può restare a dormire qui?" chiedo, con lo sguardo basso. "Non credo avrà voglia di tornare a casa.."

Non ci sono secondi fini.
Ho solo bisogno che la mia ragazza mi senta vicina e si sente al sicuro.

"Si, ma solo per stanotte."
"Grazie, mamma!" la abbraccio.

Ritorno al piano di sopra, stavolta sistemandomi davvero il trucco, e con Nicole usciamo di casa circa mezz'ora dopo.
Ci fermiamo a mangiare in una tavola calda e poi ci mettiamo in strada per andare a casa di Caroline.

D'improvviso sento la sua mano poggiarsi sulla mia coscia e muoversi pericolosamente.

"Heey.." la richiamo.

Lei non dice nulla, continuando ad accarezzarmi.

"Nicole.."
"Non sto facendo nulla!" con la coda dell'occhio noto che alza le spalle, indifferentemente.

La sua mano resta ferma dov'è e poco dopo Nicole si sporge un po', baciandomi la spalla nuda.
Nello stesso istante mi fermo ad un semaforo e ne approfitto per baciarle la fronte.
Riprendo a guidare quando scatta il verde mentre Nicole si spinge verso il mio collo, baciandolo.

"Ci farai ammazzare, sappilo.."

Non può fare così mentre guido!
Se continua potrei perdere del tutto la concentrazione, seriamente!

"Almeno moriremo felici!" mi da un altro bacio sul collo.
"Preferisco vivere ancora un po'!"

Piego un po' il collo, facendola allontanare.

"Ok, come desideri!" fa spallucce, tornando al suo posto.

Quando arriviamo sotto casa di Caroline, parcheggio sul vialetto proprio accanto le macchine degli altri, già li.
Tolgo le chiavi e sto per scendere ma Nicole mi ferma per un braccio.

"Mh?"
"Vieni qui!"
"Dai, ci stanno aspettando!" rido.
"Solo un bacio!"

Non ci metto molto a farmi convincere e con uno slancio mi metto a cavalcioni su di lei, portando le mani sul suo viso.
Non perde tempo ed unisce subito le sue labbra alle mie, mentre le sue mani scivolano sulla mia schiena.

"Dobbiamo entrare per forza? Non possiamo restare qui e.. Non so, fare l'amore tutta la notte?" mi bacia le guance e lentamente le sue labbra scivolano sul mio collo.
"Ormai che siamo qui.." sposto un po' la testa per lasciarle più spazio.

Muove la lingua su tutto il mio collo, baciandolo di tanto in tanto.
Una delle sue mani finisce sotto la mia maglia, accarezzandomi la schiena, mentre io sposto una mano sulla sua nuca.
Mi lascio scappare un gemito quando morde un punto del mio collo, probabilmente mi avrà lasciato un bel segno.
Passa subito la lingua su quello stesso punto, tornando poi sulle mie labbra.
I nostri respiri iniziano a farsi più affannati ma la mia lingua continua a lottare con la sua senza sosta.
È quando sento il suono dei messaggi del suo cellulare che mi allontano un po' da lei.

"Sarà sicuramente Caroline.."
"Non mi importa.." mi bacia.

Con uno strano movimento riesco a sfilarle il cellulare dalla tasca, facendo illuminare lo schermo per vedere chi era.

"Avevo ragione.. Ci stanno aspettando, manchiamo solo.. Manchiamo solo noi.." fatico a parlare perché lei mi sta di nuovo torturando il collo con la sua lingua e le sue mani adesso mi stanno sfiorando i fianchi.

Apro lo sportello e con non so quale forza di volontà riesco a scendere dall'auto.

"Non ci voglio andare più!" piagnucola.
"Lo dicevi prima! Dai, scendi!" le tendo la mano.

Lei la afferra e chiude lo sportello alle sue spalle.
Finalmente entriamo in casa e salutiamo gli altri, sparsi per il salone.

"Ce ne avete messo di tempo!" dice Caroline, mentre si siede sulle gambe di Mark.
"Stavamo litigando.." Nicole lo dice con indifferenza, cercando di sembrare credibile.
"Ah.. Allora quel segno che Jessica ha sul collo è dovuto alla tua violenza, eh?"

D'istinto porto una mano sul collo, coprendo il livido.
Tutti scoppiano a ridere e Nicole si avvicina, dandomi un bacio sulla guancia.

"Dovresti anche tu lasciarmi dei segni sul collo quando litighiamo!" la bionda si volta verso il suo, ormai, fidanzato.
"Meglio di no.. Poi mi scambiano per uno che picchia le donne!"
"Certo Mark, tu preferisci che siano le donne a picchiare te, eh?" Liam, uno dei nostri amici, lo prende in giro.

Ridiamo tutti, Mark compreso.
Mi siedo sull'unico posto libero rimasto sul divano, prendendo Nicole per il polso e facendola sedere sulle mie gambe.
Lei porta subito un braccio attorno al mio collo, puntando i suoi occhi sui miei.
Ci perdiamo nel nostro mondo e solo quando Mark parla più forte mi rendo conto che era rivolto a noi.

"Che?" dico, tornando nel mondo reale.
"Ho chiesto se avete già mangiato.. Smettetela di rintanarvi nel vostro mondo e state con noi!"

Io e Nicole ridiamo e lei dall'imbarazzo nasconde il viso nel vuoto tra il collo e la spalla.

"Ci siamo fermate a mangiare qualcosa mentre venivamo qui.." rispondo finalmente.
"Come sta Nico?" mi chiede Amy.
"Bene.. Oggi siamo stati al parco con Josh.."
"E..? Si sta comportando bene?" continua Charlotte.
"Anche fin troppo bene.. Non è più il ragazzino di cinque anni fa, ve lo giuro! È una persona completamente diversa!"

Nel frattempo sento le labbra di Nicole poggiate sul mio collo e bacarlo di tanto in tanto.
Le accarezzo i capelli, all'altezza della nuca.

"In che senso?"
"Ha detto delle cose.. Cose belle che.." inizio a balbettare un po'. "Che prima non mi sarei mai.. Aspettate di.." mi fermo, alzando gli occhi al cielo. "Amore, se continui così non riuscirò mai a dire una frase di senso compiuto.. Ti prego, fermati un secondo.."

Ma come potrei mai riuscire a parlare se lei continua a baciarmi proprio sul mio punto debole?
Tutti scoppiano a ridere, lei compresa.
Beh, almeno finalmente oggi ho sentito il suono della sua risata.
Riesco a riprendere il discorso, raccontando alle mie amiche della mattinata appena trascorsa.

E così tra un sorso di birra e una risata, la serata trascorre tranquillamente.

"Oh, oh.. E qui cosa abbiamo?" sento la voce di Liam parlare davanti al televisore.

Tutti ci voltiamo e i ragazzi iniziano a fare strani versi di esultazione.

"Non ho intenzione di guardare un film porno, sappiatelo!" dico indicando la televisione.
"Non è un porno.." continua Jimmy, il fidanzato di Charlotte.
"Ah me sembra di si!" continua Caroline.

Perché trasmettono queste cose in tv?
Oh, forse non è un porno.. Ci sono i registi che vengono intervistati.

"Credo sia una specie di documentario.." dice Mark.
"Ew.." Caroline si lascia scappare un suono di disgusto.
"Come fanno a piacervi le tette così grosse? Sono brutte!" afferma Char, mentre indica la tv.
"Tu non puoi capire!" ribatte Liam.
"Tutto ciò è raccapricciante!" Amy si volta per evitare di guardare la donna legata.

Io continuo a non capire perché stiamo guardando questo 'documentario' sul porno, ma va bene.

"Ho notato una cosa.." finalmente Nicole, adesso seduta accanto a me, dice qualcosa.

Ci voltiamo quasi tutti verso di lei.

"Perché quasi tutte le porno star si chiamano Jessica? Insomma, qui ne hanno già fatte vedere due.. Forse mi sono scelta la fidanzata sbagliata!" fa spallucce.
"Che vorresti dire?!" adesso le tiro un ceffone.
"Secondo me dovresti esserne contenta!" commenta Mark.
"Mica tanto.."
"Adesso giudichiamo una persona dal nome?" ma guarda cosa devo sentirmi dire!
"Beh, se è il nome di una porno star, si!"

Tutti scoppiano a ridere ed io do un leggero schiaffo alla mia ragazza, incrociando le braccia al petto.

"Dai, sto scherzando!" ride, tirandomi verso se e baciandomi.

Provo a ribellarmi un po', cercando di evitare le sue labbra, ma poi cedo, come una bambina che cerca di resistere ad una casetta fatta di caramelle.
Mi metto a cavalcioni su di lei, facendomi trasportare dal bacio che diventa sempre più passionale.

"Hey, hey! Il porno lo stiamo già vedendo in tv, non ne abbiamo bisogno anche qui!" Charlotte mi colpisce la testa con un cuscino ed io sbatto il naso contro quello di Nicole.

"Stronza!" mi volto subito, ritornandole il gesto e prendendola a cuscinate.
"Ahio.." sento Nicole lamentarsi.

La ignoro, continuando a lottare con Charlotte, che nel frattempo si è armata di cuscino.

Abbiamo continuato a giocare e prenderci in giro tra di noi per almeno un'altra ora, o forse anche di più.
Nicole sta tranquillamente chiacchierando con Mark, Charlotte e Liam, mentre gli altri guardano la televisione. Il 'documentario', per fortuna è finito.

"Caroline, possiamo parlare un po'?" mi avvicino alla migliore amica della mia ragazza, che si sta versando un po' d'acqua.
"Si, certo.."

Le indico fuori e ci avviamo verso il giardino.

"Che succede?" sorseggia la sua bevanda.
"Oggi è successa una cosa strana con Nicole.." mi torturo le mani.
"Tipo?" inarca un sopracciglio.
"A parte il fatto che è sparita senza dire dove fosse, quando sono riuscita a trovarla.. Lei non era lei.. Aveva gli occhi spenti, sembrava vuota.. Sembrava non ascoltare quello che le dicevo e parlava solo lei, accusandosi di sbagliare sempre.. Non l'ho mai vista così, non sapevo cosa fare.."

Faccio una pausa, osservando il suo viso contorto.

"Mi ha allontanata dicendo di volere il suo spazio e poco dopo è tornata da me chiedendomi scusa.. Car, sembrava un'altra persona!"
".. Non è la prima volta che le succede.."
"Cosa? Lei mi ha detto di non essersi mai sentita così.."
"Beh, forse non se lo ricorda.. Ma io lo ricordo bene.. Era completamente apatica. Non reagiva agli stimoli, non ascoltava chi le parlava.. Quasi come se ci fosse solo il suo corpo li.."
"Esatto! Sembrava che Nicole non ci fosse! Solo un guscio vuoto!"

Adesso che Caroline mi ha detto che non è la prima volta che le capita, sono ancora più spaventata di prima.

"Come.. Come l'hai aiutata? Che devo fare?"
"Non devi fare nulla.. Devi aspettare che le passi, che capisca che deve reagire.. E poi comunque adesso mi sembra stia meglio.." si volta a guardarla.
"Si, adesso sembra stia meglio.." la osservo anche io, mentre chiacchiera tranquilla con Mark.

Caroline mi accarezza una spalla.

"Stai facendo tutto bene, Jessi.. Stai tranquilla. Nicole è un po' particolare, ogni tanto ha bisogno dei suoi spazi, è vero.. Ma ormai non riuscirebbe più a stare senza di te."

Annuisco e la bionda mi stringe in un abbraccio, che ricambio immediatamente.
È una fortuna avere Caroline accanto.
Lei conosce Nicole meglio di me sotto alcuni aspetti, essendole stata accanto tutta la vita.
Ho proprio bisogno di qualcuno che mi aiuti in situazioni del genere.

"Mi tradisci con la mia migliore amica?" la voce di Nicole interrompe il nostro momento.
"Nah, preferisco le more alle bionde!" le faccio la linguaccia.
"Scusa?" Caroline incrocia le braccia al petto, fintamente offesa.
"Sei una bella ragazza, per carità.. Ma ho le mie preferenze anche io!" mi avvicino a Nicole, abbracciandola.
"Finalmente qualcuno che preferisce me a te!" dice Nic verso l'altra bionda, con tono serio ma ironico.

Questo mi sembra un commento abbastanza infelice, dovuto non alla Nicole che conosco io.
Con Caroline ci guardiamo e lei mi fa un segno con la testa che mi fa capire di aver intuito bene e di lasciar correre.
Caroline le fa la linguaccia, entrando poi in casa e lasciandoci da sole.
Nicole porta le mani sui miei fianchi, avvicinandomi ancora di più a lei.

"Ti dispiace se andiamo? Sono un po' stanca.."
"Certo, non ci sono problemi.." le bacio la fronte.

Rientriamo in casa ed iniziamo a salutare tutti quanti.

"Ci vediamo in questi giorni!" dice Mark.
"Ok! Buonanotte a tutti!" saluto, ormai davanti la porta.
"Ciao ragazzi.." Nicole fa lo stesso.

Gli altri ricambiano urlando tutti insieme.

"Mandate un messaggio quando siete a casa!" ci raccomanda Caroline, davanti la porta insieme a noi.
"Ok, mammina!" continua Nic.

Le due si abbracciano e dopo facciamo lo stesso io e la bionda.

"Ci sentiamo!" mi dice, ma io so che è un modo per dirmi che posso scriverle in caso di bisogno, riguardo Nicole.
"Certo! Ciao.."

Ci allontaniamo, salendo in macchina e avviandoci verso casa.

"Non andare subito a casa.. Svolta qui!" mi dice a pochi isolati prima di arrivare a casa.

Faccio come dice, seguendo le sue indicazioni per qualche altro metro fino a quando non ci ritroviamo in un posto abbastanza isolato.

"Perché mi hai fatto fermare qui? Ho paura!"

Io ho sempre paura dei posti bui!
Fa scattare le serrature dell'auto e con uno slancio si posiziona sulle mie gambe ed io porto il sedile un po' indietro, per poterci concedere più spazio.
Le sue labbra finiscono subito sulle mie, divorandosi a vicenda senza staccarsi un solo attimo.
Chiudo tra i denti il suo labbro inferiore, succhiandolo, mentre le mie mani vagano impazzite lungo la sua schiena e una delle sue finisce sulla mia nuca, dove fa pressione per unire ancora di più le nostre bocche.
Le nostre lingue continuano a lottare fino a quando entrambe non sentiamo l'urgente bisogno di respirare un po'.
Lei cerca di riprendere fiato ma io mi lancio immediatamente sul suo collo, ispezionando ogni singolo punto.
È quando le ricambio il favore di prima, succhiando un punto impreciso, che lei inizia ad ansimare più forte.

"Oddio!" geme, mentre stringe ancora di più tra le dita i miei capelli.

Le mie mani scendono sulle sue cosce fino poi ad arrivare al suo fondoschiena. Faccio pressione su di esso e lei si ritrova a gemere.
Porta le mani sulle mie guance e senza troppo preavviso la sua lingua si intrufola nella mia bocca, baciandomi con foga.
Non mi rendo neanche conto che ho sbottonato del tutto la sua camicia e adesso le mie mani sono sui suoi seni, coperti dal reggiseno.

"Sgancialo!" riesce a dire.

Ed io non me lo faccio ripetere, liberando immediatamente il suo seno.
Lo sposto un po', senza toglierlo del tutto perché ancora ha la camicia addosso e mi lancio immediatamente su uno dei suoi capezzoli, mentre con la mano libera stringo l'altro seno a coppa.
Lei continua a gemere ed ansimare sotto il tocco della mia lingua.
Con l'altra mano traccio un percorso partendo dal suo ventre fino ad arrivare sulla sua nuca, premendo un po' e unendo nuovamente le nostre labbra in un bacio necessario.
Le bacio il mento, scendendo poi lungo il suo collo e ritornando sul suo seno, mordendone un punto impreciso e lasciando un bel segno rosso.
Sento un calore espandersi tra le mie gambe e la mia pelle sembra andare in fiamme.
Mi spinge quasi con violenza verso il sedile, facendomi poggiare le spalle su di esso e impavida sgancia la mia cintura, sbottando i miei jeans e abbassando la zip ad una velocità disarmante.
Adesso è lei che si china sul mio collo, leccandolo con furia mentre una sua mano si intrufola nelle mie mutandine, entrando subito a contatto con la mia parte più intima, completamente bagnata.

"Ma quanto cazzo sei bagnata?" dice mentre continua ad ansimare.
"Stai zitta e usa questa lingua per altro!" porto le mie labbra sulle sue, leccando il suo labbro inferiore.

Non riesco a baciarla per molto, ritrovandomi a gemere incontrollatamente e lei, eccitata da ciò, spinge le dita sempre più velocemente, continuano a leccarmi il collo e mordendomi ogni tanto.
Riesco a sbottonare i suoi jeans e subito porto la mano tra le sue cosce, contro il suo centro.

"Oh, cazzo!" questo non se lo aspettava.

Per un attimo si immobilizza, godendo delle mie dita in mezzo alle sue gambe.

"Io ero quella eccessivamente bagnata, eh?" un sorrisino spavaldo si fa spazio sul mio viso.
"Stai zitta!" ripete quello che le ho detto poco prima, unendo le nostre labbra.

Ecco che riprende a muove le dita ed io faccio lo stesso.
Con una facilità estrema entro dentro di lei, spingendo sempre più velocemente.
I nostri gemiti si mischiano così come i nostri respiri.
Inarca la schiena, lasciandosi andare con la testa all'indietro ed io approfitto di questo momento per leccarle tutto il collo, fino ad arrivare al mento.
Cerco un contatto con le sue labbra, ma nessuna delle due riesce a mantenerlo a causa della mancanza di ossigeno.
Sento il mio corpo iniziare a diventare sempre più teso e so che ormai non manca molto al raggiungimento dell'orgasmo, così come per lei.
I miei fianchi ormai si muovono incontrollati ed entrambe aumentiamo le spinte fino a che uno dei più bei orgasmi che abbia mai avuto non si manifesta, contemporaneamente al suo.
Poggia la fronte sulla mia, diminuendo lentamente le spinte, così come faccio io con lei.

"Oh.. Mio.. Dio.." dico, cercando di recuperare un po' il respiro.
"È stato.." sembra non sapere proprio che termine utilizzare.

Fantastico. ­Straordinario. Perfetto.

"Intenso.." dico.




*
*
*
Salve a tutti!

Sono successe un po' di cose in questo capitolo.. Jessica si sta riavvicinando a suo padre e Josh sembra sempre più convinto ormai di voler essere un buon papà per il piccolo Nico!
Nicole invece ha subito qualche cambiamento.. Si è un po' persa, ha 'spento le emozioni', come direbbero i vampiri di The Vampire Diaries! 😂

Speriamo torni presto in se, anche se, dopo la scena rossa, direi che è sulla buona strada! 😛

Beh, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate senza esitazioni!

Alla prossima! 😘

Blue like the sky // 🏳️‍🌈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora