Nicole Pov.
Jessica mi aveva proposto di andare a dormire da lei, ma in realtà vedere i suoi genitori sarebbe stato ancora peggio del vedere i miei, quindi mi sono semplicemente chiusa in camera a chiave, per evitare che mia madre potesse anche solo provare ad entrare.
Non ho nessunissima intenzione di parlarle, tantomeno dopo la serata. E probabilmente non l'avrò nemmeno domani mattina.
Non ho più pianto. Penso non ne valga neanche la pena. Però sono rimasta sveglia quasi tutta la notte, dormendo forse solo due o tre ore.
Il mattino seguente, come volevasi dimostrare, la mia faccia era peggio di quella di qualsiasi zombie. Poco mi importa in realtà, questa giornata non me la rovinerà nessuno ed io, anche se solo per oggi, dimenticherò tutto ciò che è successo ieri sera.
Scendo in cucina a fare colazione e per fortuna ancora nessuno è in giro per casa.
Solo dopo dieci minuti sento dei passi e qualcuno entrare.
"Tesoro.." mia madre entra in cucina ma io non le do molto conto, continuando a mangiare.
Si avvicina, sedendosi accanto a me.
Non mi volto neanche a guardarla.
"Fammi parlare, ok? Vorrei spiegarti ciò che intendevo dire ieri sera.. Io.."
"Non mi interessa." La fermo subito.
"Io sono felice che tu sia amica di Jessica, lo sai che adoro questa ragazza!"
"Non siamo amiche, mamma! Probabilmente è questo che non capisci!" finalmente punto i miei occhi nei suoi. "Non sono una bambina che non sa cosa vuole! Sono cresciuta, ma forse questo non vi è ancora chiaro! Sono in grado di prendere le mie decisioni! E, per la cronaca, io non sono il tipo che 'sperimenta' al college. Solo perché lo fanno quasi tutte non vuol dire che io sia come le altre!" mi sfogo, anche se in realtà le mie intenzioni erano quelle di non rivolgerle minimamente la parola. Anche se solo per oggi.
"Non penso che tu sia come le altre, lo sai! Pensavo solo che.."
"Non me ne frega più di tanto che cosa pensavi, sinceramente."
Mi alzo, portando la tazza verso il lavandino.
"Ieri hai detto chiaramente cosa pensavi, non vedo perché continuare a giustificarti."
"Non voglio che pensi che io non ti sti vicino.. Solo che.."
"Smettila di parlare!" alzo leggermente il tono di voce. "Non mi interessa, mamma! Oggi ho ben altro da fare che stare dietro alle tue stupide scuse!"
Lavo la tazza, riponendola poi al suo posto.
Non sia mai che debba anche sentirmi dire che non aiuto in casa!
Vado verso la porta della cucina, ma mia madre parla di nuovo.
"Nicole.." la sua voce trema.
"Oggi io e Jessica facciamo cinque mesi che stiamo insieme. Come vedi non si tratta solo di qualche notte passata all'insegna del divertimento." Dico, senza neanche voltarmi, per poi andare via.
Non era quello che volevo.
Non era così che immaginavo il ruolo di mia madre in questa mia storia con Jessica, ma ormai è andata così.
Speravo finalmente di poter intensificare il nostro rapporto, invece mi sono sbagliata.
Non dovrei neanche sorprendermi, va sempre tutto male nella mia vita.
Finisco di prepararmi, riorganizzando mentalmente le idee per questa giornata.
Non ho voglia di pensare a tutti i drammi familiari, voglio solo godermi questa giornata con la mia ragazza e divertirmi.
Indosso dei jeans scuri con una maglietta a maniche corte, considerando che ormai fa davvero caldo.
Lascio i capelli sciolti e mi trucco leggermente, cercando però di far scomparire le occhiaie.
Esco di casa salutando solo mio fratello, suono poi al campanello di casa Morris, sperando che non sia sua madre ad aprirmi.
"Hey.." per fortuna è la ragazza dagli occhi azzurri ad apparirmi davanti.
"Ciao.." sorrido. "Sei pronta?"
"Prendo la giacca e andiamo.."
"Si, prendi la giacca.. Infondo ci sono solo trenta gradi all'ombra oggi!"
"Fa caldo?" si blocca con il braccio rivolto verso l'appendiabiti.
"Si.." rido. "Però se vuoi portarla, fai tu.."
"Mh.."
Prende lo stesso la giacca, ma sono sicura che non ne avrà bisogno.
"Dov'è Nico?" chiedo.
"Nico?" inarca un sopracciglio.
"Si, quel bimbo biondo, nano, tanto tenero.. Dicono sia tuo figlio!"
"Cretina!" mi da un colpetto sul braccio. "Che devi fare con lui?"
"Deve venire con noi! Te l'ho anche detto!"
"Ah, eri seria? Pensavo stessi scherzando!"
"..." la guardo senza dire nulla.
È da un po' ormai che ho in mente questa giornata ed ero convinta di essere stata abbastanza seria quando le ho detto che mi sarebbe piaciuto che anche Nico venisse con noi. Evidentemente devo migliorare le mie espressioni serie, dato che nessuno mi crede mai.
"Andiamo a farlo vestire allora! Non ci metteremo molto!" mi bacia e poi si avvia verso le scale di casa sua.
Sbuffo, chiudendo la porta di casa e salendo le scale, proprio dietro di lei.
Nico sta giocando nella sua cameretta e non appena sua madre gli ha chiesto se volesse venire con noi, ha lanciato tutti i giochi per aria, venendo ad abbracciarmi.
Adoro sempre di più questo bambino, che posso farci?
Quando finalmente anche il piccolo è pronto, usciamo tutti e tre di casa ed io mi avvio verso l'automobile che utilizziamo maggiormente io e Chis, parcheggiata vicino al nostro vialetto.
"Guidi tu?" mi chiede Jess quasi sconvolta.
"Si, cara!" le faccio l'occhiolino.
"Wow! Segnerò questa data sul calendario!" ridacchia per poi salire in auto, subito dopo di me.
"Che stupida!"
Qualche minuto dopo essere partiti, Nico ha iniziato a raccontarmi della recita che ha fatto all'asilo, per l'ultimo giorno di scuola, e di tante cose inerenti la scuola.
Potrei stare giorni interi ad ascoltare questo moccioso parlare. Amo il suo modo di esprimersi ed è senza dubbio merito di sua madre, e sicuramente anche dei nonni, se ha questa buona proprietà di linguaggio, a soli cinque anni.
Non ho detto loro dove li sto portando, non voglio rovinargli la sorpresa, se così vogliamo chiamarla. Mettiamo la musica ad alto volume e cantando ci godiamo il tragitto in macchina.
Il viaggio è stato abbastanza tranquillo e la mezz'ora di strada non l'ho nemmeno percepita.
Avevo un po' d'ansia, considerando che non guidavo da un po', ma è andato tutto bene!
Scendiamo dall'auto e Jessica prende subito la mano a Nicholas.
"Siamo al mare!!" urla il piccolino.
Jessica mi guarda sorridendo, cercando però una risposta al perché io li abbia portati qui.
Dio, era un sacco di tempo che non venivo qui!
Non è una spiaggia come tutte le altre. Anzi, di spiaggia c'è ben poco. È più che altro una scogliera.
Mi soffermo a prendere un bel respiro di aria pura, osservando tutto intorno.
Non è cambiato molto dall'ultima volta che sono stata qui.
"Andiamo.." tendo la mano a Nico e lui la prende subito, senza però lasciarla a sua madre.
Passeggiamo lungo la scogliera, godendoci la meraviglia del paesaggio e i caldi raggi del sole che ci riscaldano.
Faccio loro strada per scendere verso la piccola spiaggetta che vi è in mezzo a tutti questi scogli, per far giocare un po' Nico.
"Posso togliermi le scarpe?" si rivolge a sua madre.
"Ok, ma non ti bagnare con l'acqua!"
"Va bene!" annuisce.
Il piccolo si toglie subito le scarpe, iniziando a correre qua e la lungo la spiaggia.
"È stupendo questo posto.." dice Jess.
"Già.."
Mi avvicino verso uno degli scogli, sedendomi e Jess fa la stessa cosa.
Le prendo la mano, giocherellando con le sue dita, come ormai faccio sempre.
"Non è una di quelle meravigliose spiagge di Miami, ma è un posto speciale per me." Mi volto a guardarla e lei mi sorride, guardandomi incuriosita. "Io e mio fratello siamo cresciuti tra questi scogli. Qui abbiamo imparato a nuotare ed è uno dei posti che più ci unisce.."
Faccio una pausa, osservando il piccolo biondino mentre gioca con la sabbia.
"Venivamo qui tutte le estati. A volte mia madre ci portava nei giorni di settimana, però era bello la domenica, quando veniva anche nostro padre. Lui adora questo posto tanto quanto noi! Passavamo solo qualche ora, ma erano le ore più belle!" osservo il paesaggio di fronte a me, mentre tutti i ricordi si materializzano davanti ai miei occhi.
Jessica mi lascia un piccolo bacio sulla guancia, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Io e Christian ci siamo venuti più di un anno fa. Abbiamo fatto una passeggiata e poi ci siamo seduti in uno di quei scogli, ricordando i vari momenti trascorsi qui, con i piedi immersi in acqua.." indico uno degli scogli poco distante.
"Ci sei mai venuta da sola?" chiede, mentre con la mano libera mi accarezza il braccio.
"Qualche volta.. Mi rilassa ascoltare il suono delle onde. Potrei stare ore e ore a guardare il mare e non stancarmi mai."
Scende di nuovo il silenzio tra di noi ed entrambe ci concentriamo nell'osservare Nico divertirsi.
"Potrà sembrare che non è un granché come posto.. Però.. Per me è speciale e volevo farti conoscere qualcosa in più del mio passato. Qualcosa di bello.." sposto un po' la testa per poterla osservare.
Lei alza lo sguardo, puntando i suoi occhi così chiari nei miei.
"Sono davvero felice che tu lo abbia fatto.." porta la mia mano alle sue labbra, baciandone il dorso. "Poteva benissimo essere il posto più brutto del mondo, ai miei occhi sarebbe diventato stupendo perché per te è speciale.."
Entrambe ci sorridiamo a vicenda ed io le bacio la fronte.
Non credo sia il caso baciarci davanti a Nico. Insomma, non ne abbiamo mai parlato, ma non credo che lui sappia di noi.
"Mamma! Nic!" ecco che il piccolo si avvicina a noi. "Possiamo andare lassù?" indica uno degli scogli più alti.
"Non esiste! È altissimo e poi non so nemmeno come ci si arriva!" ecco che fa subito la guastafeste!
"Ma sarà bellissimo da lassù!" il piccolo cerca di convincerla.
"È bellissimo davvero da li, Jess!" provo ad aiutare il piccolino.
"Mi mette paura già da qui, figurati da li!"
"Io so la strada per salire, non ti preoccupare.. E poi basta fare attenzione!" continuo.
Scendo giù dallo scoglio dove sono seduta, avvicinandomi a Nico, proprio di fronte Jess.
"Ti preeego!" diciamo in coro con il nanetto.
"Non mi guardate così, tutti e due!" indica prima lui e poi me.
Faccio gli occhi dolci e penso che Nico stia facendo lo stesso.
"E va bene.." si arrende.
"Siii!" Nicholas inizia a saltellare e poi si getta tra le braccia di sua mamma ed io faccio lo stesso.
Dopo aver messo le scarpe al piccolo, faccio strada ai due per poter salire. Non è così alto come lo fa sembrare Jess, ma non è neanche bassissimo. Però ne vale davvero la pena, da lassù vi è una vista incredibile!
Quando arriviamo, prendo Nico in braccio per potergli permettere una vista migliore. Jessica resta un po' più indietro rispetto a noi.
"Fate attenzione!"
"Non ti preoccupare.." le sorrido.
Ovviamente resto un po' distante dalla fine dello scoglio, non ho nessuna intenzione di far rischiare qualcosa al piccolo.
Mentre Nico osserva il panorama, osservo i suoi piccoli occhietti.
Brillano dall'emozione, proprio come quelli della sua mamma quando vede qualcosa che le piace.
Mi volto verso Jess, che ci sta guardando sorridendo.
Non so per quale motivo, ma sento il cuore accelerare i battiti.
"Che ne dici se adesso andiamo a mangiare qualcosa?" tocco il nasino del piccolo biondino.
"Si, ho un po' fame!" sorride.
"Perfetto!" ricambio il sorriso.
Faccio scendere Nico, che inizia a correre verso la sua mamma.
"Fai piano!" sua madre non fa in tempo ad avvertirlo che lui cade a terra.
Io e Jessica corriamo immediatamente verso il piccolo. Io arrivo per prima e aiuto Nicholas ad alzarsi.
"Ti sei fatto male?" sono un po' preoccupata. Siamo ancora in mezzo agli scogli, quindi non è proprio caduto sul morbido.
"Il ginocchio.." il piccolo dice a bassa voce.
Lo prendo in braccio, alzando un po' i suoi jeans, scoprendo il ginocchio.
Nel frattempo Jessica si è avvicinata e noto la sua espressione preoccupata.
"Amore, ti sei fatto male?" gli chiede la bionda.
"Ah, ma non è nulla.. È solo un po' sbucciato!" gli do un bacio sulla fronte, cercando di calmare un pochino entrambi.
"Mi fa male.." credo che tra poco inizierà a piangere.
"Andiamo verso la macchina, ho la cassetta del pronto soccorso, così lo disinfettiamo!" dico verso Jessica, mentre il piccolo si stringe di più a me.
Una volta in macchina, faccio sedere il piccolo su uno dei sedili, disinfettandogli la ferita e dandogli un bacio proprio sul ginocchio.
"Va meglio?" gli sorrido.
"Si!" annuisce.
Mi volto verso Jessica, che ci sta guardando sorridendo.
Chissà cosa pensa quando ci vede insieme.. Non smette mai di sorridere quando ci osserva!
"Dai, andiamo a mangiare!" rompe il silenzio che si era creato e tutti insieme ci dirigiamo verso la spiaggia.
Ci sediamo su una coperta e con il suono delle onde di sottofondo, iniziamo a pranzare con le varie cose che ho comprato.
In realtà volevo preparare qualcosa io, con l'aiuto di mia madre, ma considerando ciò che è successo, non avevo la minima intenzione di chiederle aiuto.
Nicole, non iniziare a pensare a tua madre proprio adesso! Goditi il momento e lascia perdere tutto il resto!
"Nicole.." il piccolo mi riporta alla realtà. "Perché ieri sera ti sei arrabbiata con la tua mamma?"
Merda, ieri non ho proprio pensato al fatto che ci fosse anche Nicholas.
Far vedere quella scenata anche a lui era l'ultima cosa che volevo!
"Nico!" sua madre lo richiama.
"No, lascia.." porto una mano in avanti, fermandola e annuendo.
Osservo il piccolino, che non sposta lo sguardo dal mio.
Faccio un respiro, cercando le parole giuste per spiegare il mio sfogo.
"Ti è mai capitato di arrabbiarti così tanto con la tua mamma da voler solo andare via e restare da solo?" spero di riuscire a fare un buon paragone.
"Si! Quando mi spegne la tv all'improvviso perché vuole che vado a fare il bagno!"
"Che mamma cattiva!" sorrido, osservando Jess, che sta ridendo.
"Io lo so che devo fare il bagno, però prima vorrei finire di vedere i cartoni!" si mette in piedi, per accentuare la sua posizione.
"Ti tratta come se fossi un bambino, eh?"
"Si! Mi dice sempre cosa devo fare anche se io lo so già!"
Ah, questi bambini. Sempre così tanta voglia di sentirsi grandi.
Cosa darei per far capire loro che non c'è nessuna fretta di crescere!
"Ecco.. La mia mamma ha fatto proprio questo. Anche se ormai sono grande, lei a volte mi tratta come se fossi ancora piccola.. E questo mi ha fatto arrabbiare. Tanto.." Cerco di spiegare.
"Le mamme sono strane!" Nico torna a sedersi.
"Eh già.. Però cercano di fare del loro meglio, anche se spesso sbagliano.." gli accarezzo i capelli.
"Non ci danno un manuale di istruzioni.." Jessica interviene.
Io e Nico ci voltiamo verso di lei.
"Quando diventiamo mamme, nessuno ci dice come affrontare le situazioni.. Facciamo del nostro meglio.. E se ti spegno la tv all'improvviso è solo perché ti ho già avvisato più di una volta e tu non mi hai dato ascolto!" gli dà un colpetto sul naso.
Sposta lo sguardo da Nico a me.
"Tua madre ha sbagliato, lo sappiamo entrambe.. Però noi mamme non possiamo sempre fare la cosa giusta. Crediamo di farla, crediamo di essere nella giusta direzione.. E invece siamo proprio all'opposto. Non ce ne rendiamo conto subito, ma poi lo capiamo.. Tua madre capirà di aver sbagliato, prima o poi." Mi accarezza la guancia.
"Doveva solo starmi accanto.. Invece ha fatto tutto il contrario!" abbasso lo sguardo.
"Lo so, amore.. Ma questo non vuol dire che non possa capire i suoi errori e cercare di rimediare.. Non allontanarla se cerca di farlo, ok?"
"Non lo so.."
Jessica non risponde, sa che adesso ho bisogno di riflettere e che sarebbe impossibile per me tornare da mia madre come se nulla fosse.
Apprezzo il fatto che sappia sempre quando non deve insistere sulle cose.
"Perché ora c'è silenzio?" Nico riporta l'attenzione su di lui e io e Jess ci lasciamo scappare una risata.
"Che ne dite di mangiare il dolce?" cerco di cambiare argomento.
I due biondi annuiscono sorridenti.
Dopo aver finito anche il dolce, ci sdraiamo tutti e tre sulla coperta e, cullato dal suono delle onde, il piccolo Nico, sdraiato tra me e la sua mamma, si addormenta.
Mi sposto su un fianco, per poter osservare la bionda, seduta, che osserva il mare.
"Posso farti una domanda?" rompe il silenzio.
"Certo.." io continuo ad accarezzare i capelli di Nico.
"Perché hai voluto portare con noi anche Nico?" lo guarda per un attimo, per poi concentrarsi su di me.
"Diciamo che.. Mi piace passare del tempo tutti e tre insieme." Le sorrido, facendo una piccola pausa. "Nico è una parte importante di te.. Io non la immagino la nostra storia senza questo piccolo mostriciattolo.." sorrido verso il piccolo.
Jessica sorride teneramente ed io mi metto a sedere, come lei.
"E poi.. Voglio creare un legame con lui.. Insomma, se.. Se la nostra storia dovesse diventare più seria.. Io non voglio solo essere 'la fidanzata della mamma'.. Voglio che lui mi voglia bene.." balbetto un po', perché non ho mai detto queste cose ad alta voce e adesso fa davvero uno strano effetto.
Il sorriso di Jessica si amplia sempre di più. Amo quel sorriso, non posso proprio farci nulla! Solo guardarla sorridere mi provoca le farfalle allo stomaco!
Si sporge leggermente sopra il piccolo, unendo le nostre labbra in un soffice bacio.
"Nico ti vuole già bene." Sussurra sulle mie labbra.
"Lo so.." sorrido osservandolo.
Mi sposto un po', sedendomi accanto a lei.
"Ti ho preso un regalo.."
"Amore.. Portarmi qui è stato già un bellissimo regalo!"
"Si, lo so.. Però.. L'ho vista in vetrina e l'ho subito immaginata addosso a te.." frugo dentro la mia borsa, fino a quando non trovo il piccolo pacchetto.
Glielo porgo sorridendo e lei lo prende tra le mani.
"Dai, aprilo.."
Scarta la carta con cui è avvolto e dopo qualche attimo apre la scatolina che si ritrova tra le mani.
L'espressione di Jessica dice chiaramente che il contenuto le piace. Rivedo nei suoi occhi lo stesso brillio che poco prima aveva suo figlio.
"Ti piace?" chiedo un po' titubante.
"È bellissima, amore.." continua a guardare la collana a forma di chiave all'interno della scatola.
Finalmente alza lo sguardo e si fionda sulle mie labbra, stavolta cercando di approfondire un po' il bacio, alla ricerca di un immediato contatto con la mia lingua, che non le nego.
Le accarezzo la guancia, allontanandomi solo quando sento davvero il bisogno di respirare.
"Buon mesiversario.." sorrido sulle sue labbra.
"Buon mesiversario a te.. E grazie.." si riferisce alla collana, che sta di nuovo guardando.
"Ti amo, Jess." La guardo dritta negli occhi.
"Ti amo anch'io."
Cerca di toglierla dalla scatolina, ma io la fermo subito.
"Prima che tu la indossi.. Volevo dirti una cosa." Tengo la mano sulla sua, carezzandola.
"Ok.."
Prendo un respiro profondo per poi guardarla negli occhi.
"Questa chiave per me non ha il solito significato del: 'questa è la chiave del mio cuore' e tutte quelle cazzate li. In questo ultimo periodo abbiamo avuto alti e bassi.. Problemi principalmente causati da me.." cerca di interrompermi, ma le poggio un dito sulle labbra per zittirla. "No, è vero Jess.. È stata colpa mia e di tutti i problemi mentali che mi creavo.. Colpa mia e delle mie stupide insicurezze, paure e sfiducia in me stessa. Ma di te io non ho mai dubitato. Mai. La fiducia sta alla base di ogni rapporto. La fiducia ne è la chiave. Se abbiamo pienamente fiducia l'un l'altra andrà tutto bene. Ed io ho fiducia in te, ok? Non dubitarne mai. Questa chiave rappresenta la mia fiducia nei tuoi confronti. "
Jessica non dice nulla, baciandomi e basta.
"Noi siamo la chiave del nostro rapporto." parla, qualche attimo dopo aver abbandonato le mie labbra. "Se tu non fossi la persona che sei, io non mi sarei mai innamorata di te. E se io non fossi come sono, probabilmente tu non mi avresti degnata di uno sguardo. Tu lo sai che anche io ho piena fiducia in te.." Mi accarezza la guancia. "Tutto ciò che siamo ci ha portate fino a qui e se continuiamo ad essere noi stesse, con le nostre paure e le nostre insicurezze, ma pur sempre con la fiducia verso l'altra, allora noi avremmo trovato la chiave per avere un bellissimo rapporto e per continuare a portare avanti la nostra storia."
La bacio con tutto l'amore possibile che possa infonderle, leccandole immediatamente il labbro inferiore, facendole capire di volere di più. Lei schiude subito le labbra, facendo entrare a contatto la sua lingua con la mia.
Le accarezzo la guancia e lei porta le braccia dietro il mio collo, facendo più pressione e facendomi capire che non ha la minima intenzione di lasciarmi andare.
Ci siamo allontanate solo quando abbiamo sentito Nico muoversi un po' e giusto in tempo prima che si svegliasse.
"Ma quanto hai dormito? Dieci minuti?" sua madre sembra quasi scocciata.
Il piccolo fa spallucce, sedendosi fra le gambe della sua mamma, che lo stringe a se.
Mentre lei continua a coccolare il piccolino, io ne approfitto per agganciarle la collana al collo.
"Ti sta d'incanto.." la guardo incantata.
"Non vedo l'ora di guardarmi allo specchio.." mi sorride.
Abbiamo trascorso quasi tutto il pomeriggio in quella spiaggia, tra Nicholas che correva e giocava qua e la ed io che raccontavo vari aneddoti della mia infanzia e di tutte le volte che sono caduta o mi sono fatta male tra questi scogli.
Quei due non hanno smesso di ridere per un attimo, prendendomi in giro di continuo.
Quando stavamo salendo in macchina per tornare a casa, Jessica mi ha letteralmente fregato le chiavi dalle mani, perché voleva guidare lei.
"Faccio così schifo quando guido?"
"No, scema! Però adesso devo portarti in un posto!" mi fa l'occhiolino, tornando poi a concentrarsi sulla strada.
"Nico, adesso ti accompagniamo a casa, ok?" Jess osserva il piccolo dallo specchietto retrovisore.
"Perché? E voi dove andate? Io voglio stare ancora con voi!"
"Perché dove andiamo adesso tu non sei invitato.." la bionda ridacchia.
"Sei cattiva!" le do uno schiaffetto sul braccio.
Il piccolo si lamenta un po', cercando di convincere sua madre a portarlo con se, ma con scarsi risultati.
Dopo averlo accompagnato a casa, Jessica riprende a guidare.
In realtà non ci metto molto a riconoscere la strada che stiamo percorrendo
Penso di conoscerla anche abbastanza bene, se devo essere sincera.
Spero di sbagliarmi.
Insomma, non penso voglia portarmi proprio in quel posto.
Non avrebbe senso.
Rimango in silenzio, sperando che svolti alla prima traversa che incontriamo per strada.
Non lo fa, proseguendo dritto.
Jess, perché mi stai portando li?
Mi volto verso di lei, che continua ad osservare la strada.
Qualche minuto dopo, dopo aver parcheggiato, spegne l'auto.
"Scendiamo!" mi sorride.
"Fai sul serio?"
Mi ignora, scendendo dall'automobile e facendo il giro verso il lato del passeggero, aprendomi la portiera.
La guardo, senza muovere un dito.
Mi tende la mano, continuando a sorridere.
"Perché mi hai portata alla mia scuola superiore?" prendo la sua mano, anche se di mala voglia, ed esco dalla macchina.
Mi chiudo lo sportello alle spalle, incrociando le braccia al petto, nervosa.
"Pensavo di essere stata chiara quando ti ho detto che questo non è uno dei miei posti preferiti.. O.. O sbaglio?" balbetto.
"Si, sei stata abbastanza chiara."
Sono sempre più confusa.
"Però.."
Mi prende la mano, incrociando le nostre dita e baciandone il dorso.
"Però..?"
"Però.. Hai anche detto una cosa che mi ha colpita, tra le altre."
"Di che stai parlando?"
Mi bacia la guancia, iniziando a camminare. Io la seguo, guardandomi un po' intorno.
Oddio, quanti ricordi legati a questo posto.
Brutti per la maggior parte.
Anzi no, non brutti.
Tristi.
Rallento un po' il passo, osservando verso il cortile.
Rivedo benissimo me e Caroline sedute sempre allo stesso tavolo.
Il nostro tavolo. Abbiamo passato tanti momenti insieme in questo cortile.
Devo ammetterlo, ci sono anche ricordi belli legati a questo posto.
Caroline rende tutti i ricordi più belli.
"Tutto ok?" la voce di Jess mi riporta al mondo reale.
"Più o meno.."
Mi volto verso Jessica, notando che ci siamo fermate proprio davanti la porta della palestra.
"La palestra? Amore che stai tramando?" la guardo sempre più confusa.
"Sei troppo agitata.. Rilassati un po'!"
Poggia una mano sulla mia guancia, unendo le nostre labbra e cercando di trasmettermi un po' di tranquillità.
Prendo un respiro profondo, cercando davvero di calmarmi.
Che motivo ho di essere nervosa?
Tutti, sostanzialmente!
Perché siamo qui? Cosa c'è qui dietro? Cosa sta succedendo?
"Dai, spiegami che ci facciamo qui.. Non voglio starci troppo, lo sai!"
"Quando mi hai raccontato del tuo passato, mi hai parlato di una cosa che non hai mai avuto alle superiori."
"La fama?"
Fama, eh! Non fame. Quella l'ho sempre avuta, purtroppo!
Mi guarda per un attimo con sguardo da rimprovero.
"Scusa.." le faccio la linguaccia.
Mi lascia la mano, uscendo dalla tasca un mazzo di chiavi, con cui apre la palestra.
"Perché hai le chiavi?"
"Smettila di fare domande!"
Apre una delle due porte, ma è tutto buio quindi non riesco a vedere nulla.
Si posiziona esattamente dietro di me, portando una mano sui miei occhi.
"Jess, non mi piace questa cosa.."
"Non sbirciare e fai qualche passo avanti."
Faccio come dice e sento il suo corpo allontanarsi un po', seguito da un piccolo rumore, probabilmente l'interruttore della luce.
"Sei pronta?"
"Dovrei?"
Lentamente sposta la mano e dubbiosa apro gli occhi, avendo paura di ciò che avrei avuto davanti.
Ecco, questa è l'ultima cosa che mi sarei aspettata.
La palestra è completamente addobbata con palloncini e festoni e c'è persino un tavolo con qualcosa da mangiare e delle bevande.
Mi volto verso Jessica, non capendo esattamente cosa sia tutto ciò.
"Ogni ragazza merita di sentirsi una principessa almeno una volta nella sua vita. Merita una serata dove possa sentirti amata e apprezzata. Una sola serata, dove trascorrere del tempo con i suoi amici ed essere ammirata per quanto bella sia quella sera. E solitamente questo accade al ballo di fine anno. So che non sei vestita come una principessa e, probabilmente, non ti ci saresti mai vestita, però.. Anche tu meriti una serata dove poterti sentire ammirata, bella come sei. Tutte noi lo meritiamo e non è giusto che tu non abbia potuto avere la tua possibilità.."
Tutto ciò che riesco a fare e restare a bocca aperta di fronte alla meravigliosa donna che ho davanti e ciò che ha organizzato.
Non so cosa dire, non so cosa fare.
"Jess.. Io.."
Poggia un dito sulle mie labbra.
"Non devi dire nulla.. Solo.. Concedi almeno un ballo a questa ragazza pazzamente innamorata di te.." il suo sguardo si posa per qualche attimo sulle mie labbra, che sta ancora accarezzando con il suo dito.
Annuisco, incapace di dire qualsiasi cosa.
Si allontana, andando verso uno stereo, poggiata poco distante, premendo il tasto del play.
Torna subito verso di me e le sue mani finiscono immediatamente sui miei fianchi, mentre mi avvicina a lei, ed io porto le braccia intorno al suo collo.
La bacio cercando di trasmetterle tutto l'amore possibile, mentre le prime note della canzone iniziano a risuonare per tutta la palestra.
"People say we shouldn't be together.
Too young to know about forever.
I say they don't know what they're talkin' about."
Credo di aver già sentito questa canzone, ma non conosco bene le parole.
La osservo e lei mi sorride, mantenendo lenti i nostri movimenti.
"Ascolta le parole.." sussurra.
"They don't know about the things we do.
They don't know about the "I love you"'s."
"Loro non sanno nulla di noi. Di ciò che facciamo e dei nostri 'ti amo'.." parla a voce bassa, ripetendo le frasi della canzone.
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Blue like the sky // 🏳️🌈
Roman d'amour"Forse, prima di parlare del mio aspetto, dovrei presentarmi. Mi chiamo Nicole Sanders, ho 21 anni e frequento la Columbia University, a New York. Sono iscritta al secondo anno di Economia e in questo momento non mi viene nient'altro da aggiungere s...