Jessica Pov.
Faccio l'indifferente, avviandomi verso la porta.
"Ora non mi saluti neanche?"
"Dovrei?" inserisco la chiave nella serratura. Non lo guardo neanche.
Apro la porta, facendo a Nicole il gesto di entrare.
"Beh, potresti.. Sono venuto fin qui!"
"Mica te l'ho chiesto io."
Seguo Nicole dentro il mio appartamento. Sto per chiudermi la porta alle spalle ma lui la blocca.
"Ok, non era così che avevo pensato di iniziare.."
"Ah, adesso ti prepari anche i discorsi?" alzo finalmente lo sguardo, guardandolo in viso.
"Già.. Strano, ma vero!"
"Beh, complimenti, ora lascia la porta.."
"Vorrei parlarti, Jessica.."
L'unica cosa che riesco a fare è una risatina sarcastica.
"Perché dovrei volerti ascoltare?"
"Perché sono serio questa volta. Sono cambiate un po' di cose dall'ultima volta che ci siamo visti."
"Questo lo dici tu.. Io vedo sempre la stessa faccia di culo."
"Faccia di culo di cui eri innamorata! Ok no.. Non volevo.."
"Visto? Sei sempre il solito idiota!" sto per chiudere la porta ma lui la blocca nuovamente.
"Josh, lasciami in pace!"
"Solo venti minuti! E poi me ne vado!"
"Dieci!"
"Ok.."
"Aspetta qui.."
Riesco finalmente a chiudermi la porta alle spalle. Voltandomi trovo Nicole a guardarmi.
"È.. Il tuo ex, o ricordo male?"
"No, ricordi benissimo.. Quella faccia è difficile da dimenticare!"
"Non devi parlarci per forza.." si avvicina a me.
"Lo so, ma sembra davvero intenzionato a voler parlare e prima lo faccio, prima me lo tolgo dalle scatole.."
"Come vuoi.." mi lascia un bacio sulle labbra.
Mi tolgo la giacca, lanciandola sul divano.
"Vado a togliermi 'sto dente!"
"Hey.." mi prende per il polso. "Per qualsiasi cosa, urla!"
Rido, ripensando all'ultima volta.
"Tranquilla, Superman!"
"Supergirl, al massimo!"
"Giusto!"
La bacio nuovamente ed esco di casa. Josh è seduto sulle scale.
"Quindi.. Parla."
"Siediti.." indica accanto a se.
"No, grazie." Incrocio le braccia al petto.
Abbassa lo sguardo, come se si sentisse sconfitto da questo mio voler mantenere la distanza.
"Voglio.. Vorrei.."
Mh, bravo. Ora va meglio.
"Vorrei che mi dessi una chance.."
"Per cosa?" alzo un sopracciglio, non capendo.
"Con mio figlio.."
Rido, sarcastica.
"Tuo figlio, eh?"
"Mi sono pentito di averti lasciata da sola ad aver affrontato il tutto.. Sono cresciuto, sono diverso adesso!"
"Non ti sei neanche mai degnato di chiedermi come si chiamasse.."
"Perché se non sapevo il suo nome potevo far finta di nulla!"
"Beh, come hai fatto finta che non esistesse per quattro anni, continua per i prossimi!"
"Non voglio più far finta che non esista! Perché esiste! Ed io voglio conoscerlo!"
"Cosa dovrebbe farmi capire che adesso improvvisamente sei cambiato?!"
"Perché sono qui!"
"Potevi pensarci prima!"
"Ero solo un ragazzino, Jessi!"
"Non chiamarmi Jessi! E, per la cronaca, anche io ero una ragazzina!"
"Voglio solo provare ad essere un buon padre.."
"Dovevi pensarci quando ti ho detto di essere incinta. Dovevi pensarci durante i nove mesi che l'ho tenuto in grembo. Dovevi pensarci al momento della nascita, dandogli il tuo cognome. Dovevi pensarci quando insieme avremmo dovuto cambiargli i pannolini!"
Mi guarda, con sguardo da cane bastonato.
"Tu te ne sei semplicemente lavato le mani! Da bravo ragazzino egoista che non eri altro!" sento gli occhi inumidirsi al solo ricordo di quello straziante periodo. "Io ho dovuto fare sacrifici! Io ho dovuto imparare a fare da madre! Cosa credevi? Che una volta partorito mi avrebbero dato il manuale per fare la mamma? No, mio caro. Ho dovuto imparare! Come avresti dovuto fare tu!"
"Io.."
"Tu un cazzo! Tu dovevi starmi accanto! Non venire adesso a pretendere che io ti faccia conoscere MIO figlio magari per vederlo solo qualche volta e poi sparire di nuovo! Lui non merita di essere trattato male da una persona di merda come te!" Ho alzato la voce, spero di non aver attirato l'attenzione.
Si alza e si avvicina, lentamente. La sua mano si muove verso la mia guancia. Ma che fa?
Manda via una lacrima dal mio viso. Non mi ero neanche accorta che fosse uscita fuori dal mio controllo.
Mi allontano da lui, che per un attimo resta con la mano alzata a mezz'aria.
"Hai ragione.. Non ci sono stato quando avevi più bisogno e.. Me ne rendo conto solo ora.."
"Già.. E comunque, c'è già chi pensa a fargli da padre.. E ringrazio il cielo che abbia avuto accanto mio padre e Mark, perché con uno come te non credo avrebbe avuto un buon esempio!"
"Mark?"
Ride.
"Quell'idiota di Mark? Non dirmi che crede lui sia suo padre.."
"No, Nicholas lo sa benissimo che Mark non è suo padre. E, per dire, 'quell'idiota', come lo definisci tu, è stato un esempio di padre che tu ti sogni di essere. 'Quell'idiota', lo ha portato al parco, gli ha insegnato a nuotare, lo tratta come se fosse davvero suo figlio! E tu in tutto ciò dov'eri? A scopare a destra e a manca con ragazze di cui non conosci nemmeno il nome, suppongo!"
Resta qualche attimo in silenzio.
".. Si chiama Nicholas?"
Oh, davvero? Di tutto il discorso lui ha capito solo questo?!
"Si.."
"È un bel nome.."
"Lo so.."
Restiamo entrambi in silenzio.
"Credo che i tuoi dieci minuti disponibili siano finiti.."
Gli volto le spalle, avviandomi verso il mio appartamento ma lui mi blocca per un polso, senza stringere la presa.
"Ti sei sfogata, l'ho capito.. Mi hai sputato in faccia tutto quello che avresti sempre voluto dirmi e adesso hai avuto la possibilità di farlo.. Ho capito che ci tieni davvero tanto a lui e, se davvero ci tieni, non negargli di conoscermi.. Non negargli di conoscere suo padre, proprio adesso che ho deciso di farmi avanti. Non voglio tirarmi indietro, sul serio. Voglio far parte della sua vita."
Silenzio. Da parte mia solo il totale silenzio.
"Mettimi alla prova! Una settimana.. Permettimi di frequentarlo solo per una settimana! Se farò lo stronzo, come mi ritieni tu, allora sparirò dalla tua e dalla sua vita, lo prometto. Ma se tu stessa riconoscerai in me un cambiamento, devi promettermi che mi permetterai di stargli ancora accanto."
Mi volto verso di lui, guardandolo negli occhi.
Questi dannati occhi. Ero così innamorata di loro. Del suo sorriso. Del suo odore. Di lui.
"Ci devo pensare.."
Un sorriso nasce sul suo volto.
"Se ti lascio il mio numero, prometti che mi chiamerai?"
"Va bene.. Ma ora smettila di sorridere!" stranamente anche io sorrido, contagiata.
"Hey, quanto tempo che non vedevo quel sorriso dedicato a me!"
"Idiota!" lo spintono via, ancora sorridendo, avvicinandomi alla porta.
"Grazie Jessi.."
"Non ti ho detto che puoi conoscerlo, quindi non ringraziarmi.. Ora vai!" indico la strada.
"Va bene, va bene! Ciao!"
Lo osservo amdare fino a quando non sparisce dalla mia visuale. Sto per aprire la porta del mio appartamento quando qualcosa mi ferma. Mi volto, poggiandomi con le spalle sulla porta. Sospiro.
Mi avvicino alle scale, sedendomi su un gradino.
Cosa dovrei fare, adesso? Se fosse davvero cambiato?
Se davvero avesse intenzione di essere un buon padre?
E se non lo fosse?
Domande su domande invadono il mio cervello.
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Blue like the sky // 🏳️🌈
Romance"Forse, prima di parlare del mio aspetto, dovrei presentarmi. Mi chiamo Nicole Sanders, ho 21 anni e frequento la Columbia University, a New York. Sono iscritta al secondo anno di Economia e in questo momento non mi viene nient'altro da aggiungere s...