Capitolo 23

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Nicole Pov.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il mio non lo è di certo! Lo definirei più un 'buongiorno un cazzo!'.
No, non è lunedì mattina. È domenica. E la domenica non dovrei svegliarmi in questa maniera.
Quel deficiente di mio fratello è venuto in camera mia, alla ricerca di non so cosa, senza degnarsi minimamente di fare piano. Anzi, non trovando quello che cercava mi ha pure chiamata più volte, giustificandosi poi con un: 'pensavo fossi sveglia.'
Gli ho tirato un cuscino, il telecomando poggiato sul comodino e se ancora fosse rimasto gli avrei tirato il comodino stesso!

Mi alzo, scendendo in cucina per cercare di calmare questo malumore con una sana colazione a base di tante calorie. È domenica, e la domenica è un giorno immune alla dieta!

"Hey, sorella.. Prima non volevo svegliarti!" mio fratello si siede accanto a me.
"Si, certo.."

Mi ruba un biscotto dalle mani.

"Oggi hai proprio intenzione di farmi uscire il fumo dalle orecchie, eh?!"
"È solo un biscotto.."

Vah beh, meglio lasciar stare.

"Comunque.. Cosa stavi cercando in camera MIA?" sottolineo l'aggettivo possessivo.
"Il borsone per la palestra.."
"Il tuo borsone? E perché dovrebbe essere in camera mia?"
"Perché quel genio di tua madre ieri, dopo averlo lavato, lo ha sistemato in camera tua!"
"Perché tutto ciò?"
"Perché sta andando avanti con l'età, quindi diventa sempre più ritardata mentalmen.. AHIO!" non riesce a finire la frase che riceve uno schiaffo sul collo. Da parte di mia madre, ovviamente.
"Chi è che si sta facendo vecchia?!"
"Tu, mammina cara.." si massaggia il punto dolente.
"Ne vuoi ancora?" gli fa la mossa dello schiaffo.
"No, per oggi basta!"

Si alza, correndo fuori dalla cucina. Che casa di pazzi!
Continuo la mia colazione in santa pace e una volta tornata di sopra trovo il messaggio del buongiorno da parte della mia bionda, che mi chiede se può passare a salutarmi. Ovviamente la risposta è positiva.
Vediamo se almeno lei riesce a mandar via questo malumore!
Sistemo la stanza, per poi correre a farmi una doccia veloce.

Mentre sto finendo di vestirmi, sento il campanello suonare.
Mi affaccio da sopra le scale e vedo la mia biondina davanti la porta.

"Buongiorno signora.." saluta sorridente mia madre.
"Ciao Jessica! Accomodati cara.." mia madre le fa spazio per entrare.
"Grazie.."
"Come stai? Era da un po' che non ci vedevamo."
"Bene, grazie." sorride.
"Sono contenta.. Nicole è di sopra, sai già la strada." indica le scale.
"Si.. A dopo!"
"A dopo.."

Mia madre si rintana in cucina mentre Jessica si avvia su per le scale. Quando mi vede non riesce a fare a meno di sorridermi.
Le tendo la mano e dopo che lei l'afferra la trascino in camera, chiudendomi la porta alle spalle e appoggiandomi ad essa, stringendo Jessica a me, facendo aderire il mio corpo contro il suo.
Sorridiamo entrambe per poi annullare quella poca distanza che separava le nostre labbra.

"Sai che ormai sta diventando faticoso svegliarmi senza trovarti addossata a me? Ci stavo facendo l'abitudine.."
"Rimedieremo questa settimana!"

Torna sulle mie labbra, facendo scivolare la sua lingua nella mia bocca. Le nostre lingue si cercano, si sfiorano, giocano.
Capovolgo la situazione, facendola poggiare contro la porta. La mia mano risale il suo lungo corpo fino ad arrivare al collo, mentre abbandono le sue labbra per lasciare una scia di baci dal suo mento fino al collo e soffermarmi su di esso.
Sento il respiro di Jessica farsi più affannato. Più ansimante.

"Amore, dietro questa porta ci sono i tuoi genitori.. E tuo fratello.."

Mi fermo, analizzando la situazione.

"Hai ragione!" mi allontano da lei, che scoppia a ridere.

Mi siedo sul letto, insoddisfatta.

"Non mettere il broncio.."

Si avvicina, inginocchiandosi e dandomi un bacio.

"Però non baciarmi subito dopo che hai detto a me di non farlo!"
"No, ti ho fermata perché mi sei saltata addosso.." ride.
"Ah, ah.. Non ti sono saltata addosso.. Ti stavo salutando come si deve!"
"Ah, certo, certo.."

Mi metto comoda sul letto, poggiando le spalle alla testiera e lei si siede accanto a me, poggiando la testa sul mio petto. Le prendo la mano, facendo incrociare le nostre dita.

"E se entra tua madre e ci trova così?" ride.
"E basta pensare a mia madre!" rido anche io. "E poi, probabilmente, dato che ci sei tu, farà l'educata e busserà.."

Si, mia madre bussa solo quando c'è qualcuno in camera mia.. E quando dico 'qualcuno', intendo Caroline o Jessica..

"Posso chiederti una cosa?" sembra seria.
"Vai.."
"So che sono passati un paio di giorni, però.. Volevo chiederti che ne pensi di Josh.." si volta a guardarmi.
"Cosa vuoi sapere?" inarco un sopracciglio.
"Non saprei.. Qualche opinione.. Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di te messa in disparte l'altro giorno.."
"Sembra a posto.. E poi.. Non ero in disparte.."
"Dai Nic, era palese che fossi a disagio."

Sospiro. Si, in effetti è vero.. Mi sentivo un po' fuori luogo.

"Cosa vuoi che ti dica? Mi.. Ero a disagio, si.."
"Perché? Voglio dire, conosci Charlotte e anche Nico.. È stata la presenza di Josh?"
"Mh.. Più o meno.. È che.."

Ho dei pensieri riguardo l'altro giorno che mi frullano in testa. Non pensavo avremmo affrontato l'argomento, così li ho tenuti per me. Anche perché non saprei come esprimerli..

"Amore, se non parli non ti capisco!"

Ok Nicole, dillo.

"Per un attimo ho visto un mondo.. Il tuo.. Quello dove la tua vita ruota intorno a Nicholas e Josh.. Un mondo dove non c'è spazio per me.."

Mi guarda quasi indifferente. Come se avessi detto una gran cazzata.

"Guarda che.. Non penso esista un mondo per me dove non ci sia tu."
"Eppure io ti ho vista.. Così sorridente.. E poi Nicholas, che vi guardava allegro mentre voi due scherzavate.. " abbasso lo sguardo.

Lo ammetto.
Sono gelosa.
Gelosa che la mia Jessica possa preferire la presenza di qualcun altro accanto a se, rispetto a me.

"Si ok, scherzavamo.. Ma non vuol dire nulla. Che tu ti faccia certe paranoie o meno, la verità è questa. La verità è che, in questo momento della mia vita, non può esistere altro mondo se non quello dove al mio fianco ci sei tu. E magari può sembrare esagerato dire una cosa simile, perché stiamo insieme da poco eccetera, ma al momento è quello che sento."

Cosa avrò mai fatto di così buono nella vita per meritarmi una persona così meravigliosa?
Ho sempre pensato che sarei stata sola.. Che mai nessuno mi avrebbe amata.. E invece adesso la vita finalmente decide di sorridermi.
Non riesco a parlare.
Riesco solo in silenzio a godermi questa fantastica persona che mi ritrovo davanti.

"Ti amo.." non riesco ad esprimere i miei sentimenti con altre parole.

Io non sono brava con le parole. Non lo sono mai stata. Vorrei poter riuscire a dirle tante altre cose.. Eppure.. Eppure riesco solo a dire quelle due parole.
Lei mi stringe la mano.
Un flash mi attraversa la mente.

"Hey.. Forse dovresti un po' fidarti di me, non credi?"

Cazzo se mi fido di te, amore mio. Ma forse non sono in grado di dimostrarlo.
Oppure si..
Punto i miei occhi sui suoi. Lei sembra un attimo smarrita da questo mio sguardo deciso.

"Sono stata vittima di bullismo."

Sono riuscita a dirlo. Dopo anni, finalmente il mostro che mi porto dentro è uscito fuori.
Jessica mi guarda con aria sorpresa. Come se quella fosse l'ultima cosa che si aspettasse uscisse dalla mia bocca in questo momento.

"Io mi fido di te, amore.."
"Lo so.." mi stringe la mano. "Ma.. Se non ti va di raccontarlo, non devi farlo per forza, ok? Io sono qui, quando avrai il coraggio di farlo io ti ascolterò.."
"No, io.. Io voglio raccontartelo.. Perché hai ragione.. Devo affrontare i miei mostri del passato per poter andare avanti.."

Si mette seduta di fronte a me, stringendo le sue mani alle mie.

"È successo tutto nel periodo tra i tredici e i quindici anni.."

Era da tanto tempo che non ricordavo quel periodo. Non so neanche che parole usare per raccontarlo. Pensavo non sarebbe mai arrivato questo momento..

"Io ero.. Ero molto più grassa rispetto a quando mi hai conosciuta tu.. Frequentavo la terza media e.. C'era un ragazzo.. Il solito bullo che prende in giro chiunque. Ma lui.. Era particolarmente interessato nel prendere in giro me.. Spesso mi rubava il pranzo o se cercavo di oppormi di certo non si faceva scrupoli nel picchiarmi.."

Sento la presa di Jessica stringersi maggiormente.

"Sì, sono stata spesso usata come sacco da box.."

Rido sarcastica di questa mia stupida metafora. In realtà vorrei solo piangere al ricordo di quei momenti.

"Era una situazione continua.. Ogni volta che mi ritrovavo a passare per i corridoi, lui era lì, pronto ad aspettarmi per deridermi davanti a tutti.."
"Non c'era nessuno che gli dicesse di smetterla?"
"I ragazzini sono fatti così.. Adorano prendere in giro i più deboli.. Inoltre se qualcuno osava andargli contro era come andarsi a cercare la rissa. L'unica che mi è sempre stata accanto è stata Caroline.."

Abbasso lo sguardo.

"E.. Se qualche volta lo incontravo per strada, fuori da scuola.. Non si risparmiava di certo la battuta del giorno.." faccio una pausa. "Sono arrivata ad un punto dove arrivavo molto prima del suono della campana ed entravo dalla porta sul retro per evitarlo, fiondandomi dritta in classe. E da quella classe non uscivo. Mai. E se per caso dovevamo cambiare aula ero la prima a fuggire per evitare di trovare altri ragazzini nei corridoi. Perché poi.. Se non c'era lui, c'erano i suoi amichetti."
"Perché non hai raccontato il tutto a qualcuno? I professori non si accorgevano di cosa stesse succedendo?"
"I professori erano troppo impegnati a fare altro per potersi accorgere delle sofferenze di una ragazzina di cui non si ricordavano neanche il nome.. E in quanto ai miei genitori.. Semplicemente non volevo venissero a saperlo, nonostante mia madre mi chiedeva sempre se fosse tutto ok.."

Guardo le mie mani tra quelle di Jessica, accarezzandole.

"La situazione è andata avanti fino al secondo superiore, quando la consulente scolastica è venuta a sapere della questione e allora le ho raccontato tutto, gettando fuori tutto quello che avevo dentro.."

Jessica mi guarda, senza proferire parola.

"Ovviamente anche i miei genitori sono venuti a conoscenza del tutto e quasi mi uccidevano perché avrei dovuto raccontare loro il tutto sin dall'inizio.."
"Sì, avresti dovuto.."
"Lo so.. Ma ero così ingenua.. Pensavo che prima o poi si sarebbe stufato di prendermi in giro e sarebbe stata acqua passata.."

Resto qualche attimo in silenzio.

"Cos'è successo dopo che i tuoi genitori hanno scoperto il tutto?"
"Ci siamo trasferiti in un'altra zona, in modo che potessi frequentare un altro liceo. Qui nessuno mi conosceva e volevo che nessuno mi conoscesse. Cercavo di stare sempre per fatti miei, evitando anche di passare troppo tempo tra i corridoi.."
"Avresti potuto ricominciare da capo.."
"Forse.. Ma in realtà volevo solo sparire dalla faccia della Terra. Per fortuna Caroline si è fatta trasferire nel mio stesso liceo e ho avuto la fortuna di averla accanto.."
"Beh ma.. Non hai fatto amicizia con i tuoi compagni di classe?"
"Più o meno.. Ma è successo dopo molto tempo.. Dopo un anno, probabilmente.. Quando qualcuno ha iniziato a parlarmi.. Ma io non ero molto socievole.. Cercavo di evitare tutto e tutti. Feste, gite, balli di fine anno.. Volevo solo che quella parte della mia vita finisse. Volevo ricominciare e sapevo che ci sarei riuscita solo andando al college. Andando via da quel posto."
"Non sei mai stata ad un ballo di fine anno?"

Sembra abbastanza intristita da questa notizia.

"Chi mai avrebbe dovuto invitarmi? Si ok, ero dimagrita rispetto a quando andavo alle medie, ma ero pur sempre la grassa di turno.."

Guardo Jessica. Ha gli occhi lucidi.

"Hey, guarda che dovrei piangere io.." rido.
"Non sto piangendo.." abbassa lo sguardo.

Poggio una mano sulla sua guancia, accarezzandola.

"In realtà una volta ci sono andata.. Caroline mi ha obbligata ad andare con lei e il suo accompagnatore, ma non appena si sono gettati in pista per ballare sono scappata via.."
"Non ti ha notata nessuno? Voglio dire.. Eri da sola.."

Una piccola risata sarcastica esce dalla mia bocca.

"Amore, guarda che queste cose succedono solo nei film.. Nella realtà la sfigata di turno non viene notata dal ragazzo figo della scuola. Mai."

Vorrei piangere. Ma non lo farò. Questo è il passato, non deve più avere ripercussioni su di me.

"Quando sono arrivata qui.. Lo scorso anno.. Ho deciso che da quel momento la mia vita sarebbe stata diversa. Certo, ormai il mio carattere era quello. Non potevo cambiare il mio modo di vedere le persone o di non volere nessuno accanto, ma ho cercato di migliorarmi. L'idea di avere un'altra coinquilina, oltre Caroline, mi metteva ansia, agitazione. Poi invece ho capito quanto le persone non sono uguali tra di loro. Quanto a volte le persone vanno oltre l'aspetto fisico.. E Katherine è stata una di quelle. E allora ho iniziato a fare amicizia, a cominciare a chiacchierare con i colleghi del mio corso.. E soprattutto ho intrapreso la lunga strada del dimagrimento."

Sorrido, perché è proprio adesso che la storia finalmente prende una bella piega.

".. E poi sei arrivata tu."

Mi guarda sorpresa da questa mia affermazione.

"Già.. Tu, che fin dal primo momento hai creduto in me, ancora prima di conoscere il mio nome. Tu che finalmente hai portato un po' di sole nella mia vita.."

Mi avvicino a lei per baciarla, accarezzandole una guancia.

"Ci sono state delle persone nella mia vita.. Persone che.. Persone a cui io volevo bene. A cui io ho dato l'anima per poi ritrovarmi con un pugno di sabbia in mano.."

Guardo le nostre mani, una stretta nell'altra.

"Ci sono persone che quando soffrono decidono di non affezionarsi più, per proteggersi.. Ed è quello che ho fatto io. O per lo meno, che ho provato a fare.. Ma con te non è stato possibile.. Io mi ero costruita un muro attorno e tu.. Tu senza neanche chiedermi il permesso, lo hai scavalcato.."

Ride.

"Se ti avessi chiesto il permesso non mi avresti mai lasciato scavalcarlo!"
"Si, probabilmente è vero.. Però.. Sono contenta tu lo abbia fatto. Perché adesso sei qui. Ed io non potrei desiderare di meglio."

Mi guarda negli occhi, poggiando una mano sulla mia guancia.

"Sai che.. Mi sono fatta una promessa? Ho promesso a me stessa che avrei fatto tutto il possibile per non farti stare male.. Perché non voglio che tu mi inserisca nella lista delle persone che ti hanno ferita. Io voglio essere per te quella che ti fa stare bene. Una volta per tutte. E.. Magari finirà tra di noi, no? Perché non possiamo sapere come andranno le cose.. Però.. Voglio poi un giorno poter dire: 'io ho fatto di tutto per farla stare bene.' E voglio che tu mi ricorderai allo stesso modo.." mi stringe le mani.

Sento gli occhi inumidirsi. Dio, mi sento così dannatamente fortunata in questo momento. Quasi non sembra neanche la mia vita. Quasi sembra tutto un sogno da cui mi sveglierò e mi renderò conto che nulla di tutto questo è successo.
Eppure non è così.
Jessica è qui.
È reale.
È davanti ai miei occhi, con le sue mani tra le mie.

"Sarebbe un po' brutto se ci lasciassimo no? Soprattutto dopo tutte queste belle parole.." cerco di scherzare un po'. Lei ride.
"Si, hai ragione! Facciamo in modo che non accada, allora.."

Si avvicina, annullando la distanza fra le nostre labbra.
Si siede a cavalcioni sulle mie cosce, portando le braccia dietro il mio collo e non perdendo tempo ad andare alla ricerca della mia lingua con la sua.
Porto le mani dietro la sua schiena, accarezzandola.

"Comunque.. È  questo il motivo della mia frase dell'altro giorno.. Del fatto che non voglio che la gente mi veda, così che non possa giudicarmi."
"Sai che non è il modo giusto per affrontare le cose, vero?"
"Potrà non essere il modo giusto, ma è il modo che ho scelto per salvarmi.."
"Ok, ci può stare.. Fino ad ora hai dovuto provvedere tu a te stessa, ma adesso ci sono io.. Adesso permetti a me di salvarti!" mi stringe le mani.
"Come?" la guardo.
"Voglio che tu capisca quanto vali.. Tu non meriti di startene in un angolo solo perché credi di non valere nulla o per restare fuori dal mondo.. La gente deve vederti e devi far capire al tuo stupido cervellino che se qualcuno ti giudica non casca il mondo, ok? Sai quante me ne sono state dette quando sono rimasta incinta a sedici anni? Eppure io sono ancora qui, più forte di prima! E tu devi fare lo stesso, amore! Devi reagire! Non devi più farti condizionare dal pensiero altrui perché così facendo non vivi! Sopravvivi e basta.."

Già, sopravvivere. Credo sia quello che io abbia fatto fino ad ora.
Mi sorride. Quel suo sorriso che mi dà forza.
Esistono sorrisi che ti fanno dimenticare tutto il male. E questo è il suo caso.
Questo sorriso che.. Mi fa dimenticare davvero tutto. Esiste solo lei in questo momento per me.

"Sai che ti amo, vero?"
"Queste minacce non mi piacciono molto, eh!"

Scoppiamo entrambe a ridere e, tra le risate, prende il mio viso tra le mani baciando il mio sorriso. Baciando quella spensieratezza che lei stessa fa nascere in me.
Si siede nuovamente accanto a me, accoccolandosi al mio petto. E così siamo rimaste per alcune ore, strette l'una nell'altra a chiacchierare di stupidaggini e ridere come due bambine.

"Ora è meglio che vada.. È quasi ora di pranzo!"
"Va bene!"

Mi scavalca, scendendo dal mio lato del letto per poi cercare di far alzare anche me.

"Non voglio alzarmi!" faccio resistenza.
"Dai!"

Continua a tirarmi e non posso far altro che alzarmi. Mi attira a se, stringendomi per il collo. Non posso fare a meno di stringere le braccia dietro la sua vita.
Mi bacia teneramente per poi stringermi e restare in silenzio per qualche secondo.
Suppongo sia il suo modo di dirmi: 'hey, io ci sono!'. Il suo modo per darmi coraggio.
Le bacio delicatamente il collo.

"Dai, ora vai!"
"Ok!" si allontana, baciandomi un'ultima volta e poi uscendo dalla stanza.

La accompagno di sotto, fermandomi un attimo con lei davanti la porta.

"Vieni dopo pranzo? Mi aiuti a studiare.." le chiedo.
"Certo.. A dopo!" mi bacia la guancia e va via, mentre io mi chiudo la porta alle spalle.

Entro in cucina, sedendomi su una sedia.

"Mi fa davvero piacere che tu e Jessica abbiate legato tanto." dice mia madre.
"Già.." rispondo vaga.
"E pensare che inizialmente non volevi neanche conoscerla!"

Avevo rimosso questo particolare dalla mia testa.. Sorrido, ripensando a quei primi giorni trascorsi insieme.

"Perché sorridi?" mi chiede con tono rilassato.

Alzo lo sguardo e anche lei sta sorridendo.

"Niente.. Ripensavo a quei giorni."
"Strano come le cose cambino senza che noi ce ne rendiamo conto, vero?"
"Eh si.." appoggio il viso su una mano, facendo peso sul gomito, e osservando fuori dalla finestra.

È vero, porca miseria. Le cose cambiano senza quasi che noi ce ne accorgiamo. Un giorno stai facendo shopping con una nuova amica e il giorno dopo ti ritrovi a provare dei sentimenti per lei. E pensare che non volevo neanche che tutto ciò accadesse. Se non fosse stato per lei ed il suo coraggio, adesso di certo non saremmo qui.

"Mi aiuti ad apparecchiare? È quasi pronto!" mia madre mi risveglia dai miei pensieri.
"Certo!"

Finito di apparecchiare lancio un urlo verso il piano di sopra, per chiamare mio padre e mio fratello.

"Hey!" mio fratello entra in cucina, dandomi uno scappellotto sulla nuca.
"Mi fai male!" cerco di colpirlo, ma lui riesce a bloccarmi il braccio e mi fa la linguaccia.
"Basta voi due!" ci sgrida mio padre.

Ci sediamo tutti a tavola, gustandoci le meravigliose lasagne che ha cucinato mia madre.
Sì, la vita al campus mi piace, ma devo ammettere che mi manca pranzare con la mia famiglia tutti i giorni. Lo so, potrei anche tornare più spesso a casa nei weekend, solo che è davvero dura tornare per soli due giorni e poi andare via. Che poi passano davvero in fretta!
Li osservo uno ad uno. Mio fratello che schizzinoso si lamenta di qualche ingrediente che non gli piace nella lasagna, mia madre che gli dà del 'rompi balle', testuali parole, e mio padre che prende in giro mia madre per qualche frase detta grammaticalmente scorretta.
Non saremo la famiglia perfetta, però siamo una famiglia unita. Ci vogliamo bene, anche se spesso io non lo dimostro, e c'è rispetto, ed è questo quello che conta.
Chissà se fosse così se sapessero che amo una ragazza. Se tutto sarebbe uguale ad adesso o.. Se mi riserverebbero un'occhiata diversa.

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