Capitolo 39

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Jessica Pov.

"E poi?" chiedo ridendo, al telefono.
"E poi nulla, amore! Le ho detto che sono già impegnata, ma che comunque mi farebbe piacere uscire, come amiche!"
"E lei che ti ha risposto?"
"In realtà è stata molto tranquilla, mi ha detto che non lo sapeva e che se lo avesse saputo non avrebbe neanche provato a chiedere."
"Mi sta già più simpatica!" ridacchio.
"Stupida!" lei ride con me.
"Però.. Sei li da due giorni e già hai chi ti gira intorno, non mi piace questa cosa!" metto il broncio, quasi come se potesse vedermi.
"Tu sei costantemente circondata da persone che ti girano intorno!" ribatte lei, ridendo.
"Non è vero!"
"Si che è vero!"
"Comunque.. Quante possibilità c'erano di incontrarla di nuovo, eh? Tra l'altro, questa ti aveva baciata, o ricordo male?"

Me lo ricordo benissimo in realtà. Quella sera abbiamo anche litigato, non direttamente a causa della ragazza, ma ha dato il via a tutto.
Fu la sera del nostro incidente, quando stavamo tornando a casa.

"No, ricordi bene.." lei ha assunto un tono più serio adesso. "Amore.." mi chiama, dopo una breve pausa da parte di entrambe.
"Dimmi..."
"Se ti dà fastidio basta dirlo, cercherò di starle lontana."

Sospiro. Vorrei solo baciarla e abbracciarla in questo momento.

"Non mi dà fastidio.. Hai detto che lei ha fatto un passo indietro e poi.. Mi fido di te, lo sai."
"Si, lo so.."

Ogni tanto le piace sentirselo dire.
Un po' come a tutti, credo.

"Ieri è passato a trovarmi Jake.." le dico, cambiando discorso.

Non mi va di restare ancora sul discorso della ragazza, quindi cambiare ci sta.

"Ah si? E come sta? Mi manca, non lo vedo da tanto!"
"Sta bene.. Ha avuto una promozione al lavoro e si è anche trovato una ragazza!"
"Oh, sono felice per lui!" posso percepire il suo sorriso.
"Mi ha detto che vuole presentarmela e poi vuole farla conoscere anche a te.. Gli ho detto che avremmo potuto organizzare, quando torni."
"Si, mi farebbe piacere!"

Non so per quanto tempo siamo rimaste a parlare, anzi, ad un certo punto siamo rimaste in silenzio, solo ad ascoltare l'una il respiro dell'altra, proprio come se fosse poggiata sul mio petto. So solo che nel bel mezzo della notte mi sono risvegliata, con il telefono tra le mani e un messaggio.

-Credo tu sia crollata, quindi ho chiuso la chiamata. Buonanotte piccola.-

Non mi sono neanche accorta di essermi addormentata.
Decido di risponderle al messaggio, anche se probabilmente lo vedrà domani mattina. Mi scuso e le dico che la amo.

Il mattino seguente mi rendo conto che la mia sveglia è stata l'ultima a suonare, in quanto le mie coinquiline sono già uscite di casa, quando io mi sono alzata.
Beh, sono felice che, almeno per questo semestre, le lezioni non iniziano mai alle otto del mattino.
Anche se oggi devo andare un po' prima, perché, come ogni anno, la segreteria ha sbagliato alcune cose negli orari e mi tocca andarci di persona per farmi sistemare il tutto. Si impegnano per farci impazzire ogni anno!

È stata una lunga mattinata, ma finalmente l'ora di pranzo è arrivata. Dio mio, tra la segreteria e i professori che inseriscono prove a sorpresa, non è stata una mattinata semplice!
Mi dirigo in mensa, dovrei trovare le altre mie colleghe, da qualche parte.

"Hey tu!"

Qualcuno mi picchietta sulla testa e quando mi volto mi ritrovo il mio migliore amico di fronte.
Aggrotto le sopracciglia, confusa.

"E tu che ci fai qui?"
"Volevo pranzare con te!" sorride tranquillamente.
"Come hai fatto a trovarmi?" rido perché la mensa è stracolma di gente.
"Immaginavo di trovarti qui e da lontano ti ho vista in fila.." fa spallucce.
"E ti sei infiltrato, saltando tutta la fila!"

Lui fa lo sguardo colpevole ed io rido.
Riusciamo ad arrivare finalmente a prendere il pranzo e ci sediamo in uno dei pochi tavoli liberi rimasti.

"Hai già sentito Caroline, oggi?" gli chiedo, mentre inizio a mangiare.
"No, ancora no.. E tu?" mi risponde con la bocca piena.
"Solo qualche messaggio stamattina."
"Staranno ancora lavorando."
"Si, la chiamerò più tardi infatti!"
"Mh, prima mi ha mandato un messaggio Charlotte, chiede se una di queste sere usciamo tutti insieme!"
"Si, per me si può fare.." mando giù un boccone.
"Voleva andare al cinema. Anche se non ho capito che film vuole vedere!"
"Dopo la chiamo, considerando che non mi ha fatto sapere nulla di tutto ciò!"

Mark si lascia scappare una risata ed io con lui. Continuiamo la nostra chiacchierata, fino a quando entrambi dobbiamo andare a lezione e quindi ci salutiamo.

Entro in aula e mi dirigo verso il solito posto, dove qualche mia collega è già seduta.
Ci salutiamo e poco dopo in aula entra il prof. Quest'uomo è troppo puntuale!
Diciamo che questa non è proprio una delle mie materie preferite, potrei addormentarmi da un momento all'altro.

Sento il cellulare vibrare in tasca e quando lo prendo, il nome della mia ragazza è illuminato sullo schermo.
Guardo combattuta tra il professore e il cellulare, per poi cedere e uscire fuori dall'aula.

"Hey piccola.." rispondo, sorridendo.
"Amore.. Sei a lezione?" mi chiede.
"Mh, si.. Ma fa nulla, mi stavo annoiando!" faccio spallucce, uscendo fuori dall'edificio.
"Non puoi saltare le lezioni solo per parlare con me.." scommetto che ha la sua espressione da rimprovero in questo momento.
"Va bene, prometto che non lo faccio più.." io sorrido, anche se non può vedermi.

Mi guardo un po' intorno, alla ricerca di un posto dove sedermi in tranquillità.

"Come è andata la tua mattinata?" le chiedo, mentre mi siedo in una delle tante panchine.
"Abbastanza bene, per fortuna! Fino ad ora non mi posso lamentare. Avrei preferito anche oggi stare con quel figo di ieri, ma mi sono dovuta accontentare di una donna abbastanza grande.."
"Non ti fai mancare proprio nulla li, eh!" rido.
"No, infatti! Ce ne sono per tutti i gusti! L'unica cosa che mi manca sei tu, purtroppo.."
"Non cominciare con la tristezza, eh! Sono passati solo un paio di giorni.."
"Si, hai ragione! Come è andata la tua mattina, invece?" cambia argomento, altrimenti entrambe avremmo cominciato a deprimerci.
"Mh, non delle migliori.. Quasi tutta la mezza giornata sono stata in segreteria e poi ho seguito una delle lezioni. Invece a pranzo è venuto Mark, a farmi una sorpresa. Abbiamo pranzato insieme, era da un po' che non passavamo del tempo solo noi due!" il mio tono passa da completamente annoiato ad entusiasta.

Considerando che non ho la minima intenzione di tornare in aula, mi metto a passeggiare, mentre Nicole continua a parlarmi al telefono e senza accorgermene sono quasi arrivata al mio dormitorio.

".. E stasera vogliono uscire di nuovo! Questi escono tutte le sere, io non ci sono abituata! Ho bisogno di stare un po' da sola con me stessa!"

Io scoppio a ridere, perché infondo resta pur sempre un'asociale questa ragazza!

"E perché non rifiuti?"

Mi ingarbuglio con me stessa, cercando di tenere con la spalla il cellulare e nel frattempo prendere le chiavi di casa dallo zaino. Per fortuna, uscendo dall'aula avevo preso tutte le mie cose.

"Perché infondo sono simpatici e non mi va di mostrarmi subito asociale!"
"Dillo che lo fai solo per poter bere!" la prendo in giro e finalmente riesco ad aprire la porta.
"Mmmh.. Beh, si.. Anche.." dice un po' titubante.
"Non avevo dubbi!" continuo a ridere.

Entro in camera mia, lanciando via lo zaino e togliendomi scarpe e giacca, per poi ritornare nel nostro salotto e buttarmi sul divano.

"Hey Jessi.."

Alzo lo sguardo e ai piedi del divano vedo Sophie.

"Hey.." le sorrido.
"Io sto uscendo e forse dormo fuori stanotte.. Sei sola, quindi chiudi tutto per bene!"

Le sorrido ancora, è così premurosa.

"Va bene, stai tranquilla!"
"Chiama per qualsiasi cosa, ok?"
"Ok, mammina!" le faccio la linguaccia.
"Sei al telefono con Nicole? Salutamela!" dice.
"Hai sentito?" mi rivolgo verso la mia ragazza.
"Si, salutamela anche tu!" dice lei ed io faccio come dice.

Sophie ride e poi mi dà un bacio sulla guancia per salutarmi, lasciandomi da sola.

"Sei a casa allora?" mi chiede Nic.
"Si, i miei piedi mi hanno portata qui da soli!"
"Certo!" lei ridacchia. "Comunque amore, devo andare. Ci sentiamo stasera quando esco, ok?"
"Va bene, piccola. A stasera!"

Le mando un bacio e poi entrambe riagganciamo.
Lascio scivolare il cellulare sul comodino e porto un braccio sugli occhi, vorrei dormire un pochino.
Quasi non ho il tempo di finire il pensiero, che sento la suoneria del mio cellulare.
Sono tentata a non rispondere, ma potrebbe essere mia madre.
Riprendo nuovamente il cellulare tra le mani. Sbuffo non appena vedo il nome sullo schermo, era meglio provare a dormire.

"Ciao, Josh." Alla fine ho deciso di rispondere.
"Ciao Jessica, ti disturbo?" sento la sua voce tranquilla, dall'altro capo.
"Uhm, non proprio.. Stavo giusto ora per mettermi a letto e riposare."
"Oh, beh.. Sarò veloce! Volevo solo chiederti quando sei libera, perché vorrei parlarti di una cosa.."  sembra più serio.
"Anche adesso, se vuoi.."
"No, intendo.. Vorrei venire li, parlare faccia a faccia... Non è una cosa che mi va di fare per telefono."

Adesso mi fa preoccupare.

"Oh, mi devo preoccupare?"
"No, stai tranquilla! Dimmi solo un giorno quando posso passare da te."
"Uhm.. Domani?"
"Si, ok.. Scrivimi l'orario!"

Ci salutiamo e lui riaggancia.
Mi domando cosa sia successo, da non poterne parlare neanche per telefono.
Il pensiero si allontana abbastanza rapidamente, infatti in men che non si dica crollo in un sonno profondo.
Quando mi risveglio, fuori dalla finestra è già completamente buio.
Merda, sono le quasi le nove e mezza!

Mi faccio una doccia veloce, per poi prepararmi la cena e mettermi subito a letto.
Chiamo Nicole via Skype, parliamo forse per un'oretta, poi entrambe decidiamo di andare a dormire.
Beh, questi primi giorni stanno andando bene, ci sentiamo spesso. Sono felice abbia fatto amicizia facilmente, conoscendola avevo il timore che si chiudesse in se stessa, allontanando gli altri, invece mi ha piacevolmente sorpreso come sia cambiata negli ultimi tempi.
E poi c'è anche Caroline, il che mi tranquillizza ancora di più.

Il giorno seguente, per fortuna non ho avuto lezioni, così ho potuto cominciare a studiare per i prossimi esami e organizzare l'incontro di oggi con Josh.
Questa cosa stanotte mi ha tenuto sveglia per un po', non ho idea di cosa aspettarmi e nonostante in questi ultimi tempi è stato presente, ho paura possa tirarsi indietro, di nuovo.

Dopo pranzo, ecco che suona il campanello e la mia ansia aumenta.
Apro la porta e saluto Josh, facendolo accomodare.
Sono ancora sola in casa, così possiamo stare tranquilli.

"Siediti dove più ti piace.." gli indico il salotto e mi richiudo la porta alle spalle.

Lui si siede sulla poltrona, mentre io mi avvicino al divano.

"Vuoi un caffè? Qualcosa di caldo?"
"Un caffè va benissimo, grazie." Mi sorride.

Vado in cucina a preparare i due caffè. L'ansia mi sta divorando viva.

"Ecco a te.." gli porgo il suo caffè e poi mi siedo sul divano.
"Grazie.." tiene gli occhi bassi, sul caffè.
"Mi stai facendo morire di ansia, puoi dirmi cosa è successo?" finalmente riesco a sputare.
"Non è successo nulla, tranquilla!" abbozza un sorriso per farmi tranquillizzare.

Fa un sospiro, poi riprende a parlare.

"Si tratta di Nicholas.."
"È successo qualcosa?!" entro subito in allarme.
"No, no.. Riguarda me."

Non capisco perché deve fermarsi ogni due parole! Mi sta facendo agitare in una maniera assurda.

"Ormai faccio parte della vita di Nicholas da.. Quasi un anno e.. Lui si è affezionato a me, come io a lui. Mi è sembrato di averti anche dimostrato che le miei intenzioni sono totalmente serie.." alza finalmente lo sguardo su di me.

Questa frase mi rassicura. Annuisco, perché infondo è vero.

"Beh, mi chiedevo se.. Mi piacerebbe che qualche volta Nico restasse a casa mia. Magari non nel weekend, perché ci sei tu, anche nei giorni di settimana."

Finalmente ha sputato il rospo.
E che rospo.
Sento il mio mondo fermarsi per qualche attimo. Questa era l'ultima richiesta che mi potessi aspettare. O forse no.. Forse, una parte di me sapeva che prima o poi questo momento sarebbe arrivato.
E adesso? Cosa gli rispondo?
Ho paura.

"Io.. Io non so che dire.." tengo lo sguardo basso.
"Vorrei davvero passare più tempo con Nicholas, Jessica. Io.. Gli voglio bene e ho sempre cercato di fare ciò che volevi. Non mi sembra di chiedere molto, solo un giorno alla settimana. E poi non sarei da solo, ci sarebbero i miei genitori. Lo hanno visto solo poche volte, gli farebbe davvero piacere conoscerlo."

Ha ragione, infondo se lo meriterebbe.
Da un lato mi dispiace che Nicholas debba vivere così.. Con mia madre tutta la settimana e poi solo nel weekend con me. E adesso anche con Josh e la sua famiglia.
Dio, sono confusa.

"Dì qualcosa, ti prego.." dice, quasi in un sussurro.

Finalmente alzo lo sguardo verso di lui.

"Hai ragione.. Sei stato bravo con lui da quando sei rientrato nella sua vita, lui ti vuole bene e mi parla spesso di te.. Inoltre ci sei sempre stato quando ho chiesto il tuo aiuto."

Lo vedo sorridere timidamente.

"Non sai quanto piacere mi faccia sentirti dire queste cose.."
"Facciamo che.. Posso pensarci un po'? E poi.. Vorrei anche parlarne con Nicholas, per vedere cosa gliene pare. Lo sai, non l'ho mai forzato a fare nulla."
"Si, mi va più che bene.."
"Ti chiedo solo di non parlargliene durante questa settimana.. Vorrei farlo io."
"Si, mi sembra più che giusto."
"Grazie.." gli sorrido lievemente.
"Grazie a te, Jess. Sono felice che tu riesca a fidarti di me. So che in passato mi sono comportato male con te e probabilmente non me lo potrai mai perdonare, però ti sono grato, per questa possibilità. Te ne sarò sempre."
"Non ti avrò perdonato, ma sono andata avanti. Non farti riavvicinare e Nicholas sarebbe stato solo un gesto egoistico da parte mia. L'ho notato sin da subito quanto fossi cambiato e ogni giorno spero sempre di non sbagliarmi, ma devo ammettere che ogni giorno riconfermi la mia idea e sono felice che tu adesso sia così.."

Lui mi sorride e si siede sul divano, accanto a me, abbracciandomi.
Per un momento credo di essermi pietrificata, ma poi sono riuscita a ricambiare l'abbraccio.
Sono felice che sia cambiato così tanto, è un bene per Nicholas e, infondo, anche per me.

"Ti va di fare una passeggiata?" mi chiede, sorridendomi.
"Si, fammi cambiare al volo!"

Lui annuisce ed io vado in camera mia per mettermi qualcosa di più decente addosso.
Ci dirigiamo verso il parco del campus, passeggiamo e chiacchieriamo come due vecchi amici.
Lui mi ha raccontato del lavoro e delle ultime cose che ha fatto con Nico in questi giorni, mentre io gli ho parlato di Nicole e degli esami che si avvicinano.
Ci siamo anche seduti un pochino in riva al laghetto. Non c'è stato un solo attimo di silenzio imbarazzante, anzi! Non abbiamo smesso di parlare, che si trattasse delle nostre vite o di Nicholas.
Tutto questo è estremamente bello.
In questi momenti mi capita sempre di pensare a come sarebbero potute andare le cose, se lui non si fosse comportato in quel modo.
Probabilmente avremmo un rapporto ancora più bello di questo. Magari staremmo ancora insieme, o forse no. Forse ci saremmo lasciati comunque, ma lui sarebbe sempre stato presente nella vita di nostro figlio.
Poi però mi appare sempre un viso. Il suo meraviglioso viso e quegli occhi così verdi, e allora sono felice che sia andata così, perché altrimenti non avrei mai avuto la possibilità di avere quella ragazza nella mia vita.

Si fa quasi buio quando Josh mi riaccompagna a casa e ci salutiamo.

Sono quasi le nove di sera, io ho già cenato e adesso sono sul divano a cercare qualcosa di decente in tv. Vorrei chiamare Nicole per raccontarle di Josh, a quest'ora dovrebbe essere uscita da lavoro.
Anche se, forse stasera usciva di nuovo con i suoi colleghi.. Dovrei chiamarla? E se si sentisse oppressa? Magari le mando un messaggio.
Si, forse è meglio.

-Hey piccola, finito al lavoro?-

Perché sento addosso questa sensazione di pesantezza nei suoi confronti? Dai Jessica, sono passati solo tre giorni. Non puoi farti sopraffare da queste emozioni già da adesso. Non ne hai nessun motivo.
E, difatti, la risposta della mia ragazza arriva subito.

-Proprio adesso, ma sto tornando a casa, non mi va di uscire nuovamente.-

Decido di chiamarla.

"Ti stavo per chiamare io!" ridacchia.
"Perché hai già rinunciato ad uscire?" le chiedo, mentre mi distendo meglio sul divano.
"Perché da quando siamo arrivate è stato tutto molto frenetico e mi è sembrato di non avere un attimo libero per starmene tranquilla."
"Beh, non hai tutti i torti. E Caroline?"
"Anche lei la pensa come me. Considera che non abbiamo avuto neanche cinque minuti per parlare tra di noi! È stressante avere tutte queste cose da condividere e non avere tempo per parlarne! Stando quasi tutta la giornata separate non abbiamo tempo di aggiornarci e ho paura di dimenticare cosa devo raccontarle!" ride un po'.

Anche io rido nel sentirla così e posso solo immaginarmi le sue espressione in preda alla confusione.

"Comunque stiamo per prendere la metropolitana, ci sentiamo più tardi, se non dormirai, va bene?"
"Va bene, a dopo piccola."
"Ti amo." Sussurra, come se non volesse che le persone attorno a lei la sentano, perché è una cosa che solo io posso sentire.
"Anche io." Sorrido e chiudo la chiamata.

Immagino abbiamo molto da processare, si ritrova in una nuova città e sta vivendo una nuova esperienza, per una come lei, abituata a starsene tanto tempo per conto suo, sarà tanto.
Mi sono appena ricordata che io l'avevo chiamata per raccontarle di Josh, ma mi è totalmente sfuggito dalla mente! Che disastro che sono!

Quando Nicole prova a richiamarmi è quasi mezzanotte, ma sono ancora ben sveglia, ho appena finito di vedere un film.

"Allora, com'è la nuova casa? Non mi hai mandato neanche una foto!" la sgrido.
"Uh, hai ragione! Aspetta, faccio qualche foto e te le mando! Comunque è davvero carina, la mia stanza mi piace davvero tanto e c'è anche una piccola veranda."
"Impressioni della città, invece?"
"Mmh, caotica, ma non come New York. Forse domenica i nostri nuovi colleghi ci porteranno un po' in giro!"

Sorrido mentre la ascolto attentamente raccontare di quei piccoli dettagli a cui ha fatto caso in questi giorni.
Spesso parla così tanto poco che quando finalmente si trova a suo agio nel raccontarmi qualcosa, non riesco proprio ad interromperla.

".. E stasera abbiamo ordinato cinese, ma questo ristorante era veramente terribile!" fa un verso di sgusto e io scoppio a ridere.
"Comunque è da oggi che devo raccontarti una cosa e finalmente me ne sto ricordando!"
"Dimmi!"
"Josh è venuto al dormitorio, mi ha chiesto di passare più tempo con Nico, magari tenendolo a casa con lui qualche giorno a settimana."
"Mh.. E cosa gli hai risposto?"
"Che ci penso e soprattutto ne parlo con Nicholas."
"Mi sembra giusto, ma hai già la risposta, non è vero?" lei assume un tono serio.

Resto in silenzio qualche secondo.

"Beh, io voglio solo che Nico sia felice ed abbia una vita piena d'amore. E se questa nuova famiglia è pronta ad accoglierlo e ad amarlo, non posso che essere d'accordo."
"Quanto vorrei abbracciarti in questo momento."
"Già.." abbasso lo sguardo, come se potesse vedermi.

Infondo è la pura verità. Il bene di mio figlio prima di ogni altra cosa.
Chiacchieriamo ancora un po', poi decidiamo di chiudere perché se no domani non riesco a svegliarmi neanche per l'ora di pranzo.
Anche se non può essere qui ad abbracciarmi, è pur sempre bello poter parlare e stare un po' insieme, anche se lontane.

Le lezioni di questa settimana sono state abbastanza pesanti, senza contare il fatto che ci sono stati assegnati anche degli esercizi, quindi mi sono ritrovata a dover stare china sui libri anche dopo cena.
È venerdì mattina ed io mi sento abbastanza distrutta.
Per fortuna ho solo due ore di lezione e poi posso tornare a casa mia.

"Jessica, vuoi un caffè?" mi chiede mia madre.
"Si, grazie!"

Io sparecchio, mentre lei prepara i caffè e mia sorella è intenta a giocare con Nicholas in salone.
Approfitto del momento di solitudine per poter parlare a mia madre di ciò che mi ha chiesto Josh e, stranamente a quanto mi aspettassi, lei è d'accordo con lui. Trova sia giusto per Nicholas avere rapporti anche con la famiglia del padre e mi ha consigliato di presentarglieli, magari andare insieme qualche pomeriggio, fino a quando non sia completamente a suo agio con loro.
Mi ha rassicurata sul fatto che lei papà saranno sempre dalla mia parte e mi supporteranno sempre.

Ci abbracciamo e poco dopo anche io mi sposto in salone, ma quei due non ci sono. Dove si saranno cacciati?

"Nico!" lo chiamo, mentre mi siedo sul divano.

Sento i suoi passi, un po' troppo veloci, e in pochi attimi è davanti la porta del salone.

"Non sono stato io, mamma!" urla di fretta e spaventato.
"Cos..?"

In un attimo anche mia sorella è sul ciglio del salone, proprio accanto al piccolo.

"Non sgridarlo, è stata colpa di entrambi!" dice lei, con le mani giunte, come se mi stesse pregando.
"Cos..?" ridico.

Ma che sta succedendo? Che hanno combinato?

"Di che state parlando tutti e due?!" incrocio le braccia al petto.
"Non.. Non hai visto?" mia sorella guarda prima me e poi scambia uno sguardo con mio figlio.

Li fulmino con lo sguardo e in meno di niente li sto seguendo mentre mi portano fino alla mia stanza.

"Io vi uccido."

Sul letto è poggiato uno dei miei quadri e le foto che vi erano all'interno completamente sparse.

"Vi uccido." Ripeto.
"Non lo abbiamo fatto apposta, giuro! Stavamo facendo una lotta con i cuscini e.. è successo.." mia sorella mantiene un tono lieve e lo sguardo basso, si vede che è pentita.

Mi avvicino al letto, osservando le foto e prendendo il mio cuscino.

"Vi conviene scappare via." Dico, con tono ancora serio.

I due si guardano, tremanti.
Normalmente gli avrei urlato contro talmente tanti insulti, a tutti e due, che probabilmente resterebbero spaventati da me per settimane.
Tutto quello che faccio, invece, è lanciare il mio cuscino verso entrambi.

"Scappate, potrei veramente uccidervi, a cuscinate!" 

I due scoppiano a ridere ed io con loro, per poi cominciare a rincorrerli.
Escono di corsa dalla mia stanza, ridendo e correndo per tutto il corridoio ed io faccio finta di prenderli a cuscinate.
Nico mi gira un po' intorno e poi riesce a scapparmi via, dalla parte opposto.

"Oh, piccola peste!" non me lo aspettavo di certo da questo nanetto!

Sto per ricominciare a rincorrerlo, ma mia sorella mi salta sulle spalle.

"Dai Nico, l'ho presa!" urla e allo stesso tempo mi riesce a togliere il cuscino dalle mani.

Mio figlio si avvicina di nuovo a me, di corsa, e mi lancia il cuscino addosso.

"Vi odio, sul serio!" non riesco a liberarmi dalla presa di mia sorella perché le troppe risate mi stanno indebolendo.

Nico continua a prendermi a colpi di cuscino e mia sorella, ancora sulle mie spalle, mi fa il solletico.

"Bastaaaa.." non riesco più a respirare e potrei soffocare dalle risate, ma i due non hanno intenzione di fermarsi, sommersi dalle risate anche loro.
"Cosa state facendo?!" la voce ferma e severa di mia madre ci fa bloccare tutti e tre.

Io mi volto lentamente verso di lei, mentre mia sorella scende dalle mie spalle.

"Mamma.. Stiamo solo giocando.." parlo io per prima.
"State distruggendo il corridoio, ecco cosa state facendo!" incrocia le braccia al petto e mantiene uno sguardo serio.

Ci voltiamo tutti e tre verso la parte opposta del corridoio e in effetti abbiamo messo un po' in disordine. Per fortuna non abbiamo rotto nulla.

"Forza, tutti in camera."

E tutti e tre abbassiamo la testa, rientrando in camera mia.

"La nonna non si arrabbia mai.." dice il mio piccolo, mentre si siede sul mio letto.
"Tu non l'hai mai vista arrabbiata solo perché sei il nipotino.." mia sorella ride.
"Già." Le do corda, ridacchiando anche io, mentre provo a sistemare il quadro che i due hanno fatto cadere.

Poco dopo, mi siedo anche io sul letto.

"Nico, ti volevo proporre una cosa, vieni qua!"

Lui si avvicina a me.
Bene, adesso devo solo dirgli che suo padre vuole che vada a dormire da lui.
Ma come faccio? Non mi vengono le parole.
Alzo lo sguardo verso mia sorella, quando prima ne ho parlato con mia madre c'era anche lei e penso abbia capito voglia dirlo adesso a Nicholas.
Mi sorride, per infondermi coraggio.

"A te.. Piace passare del tempo con Josh, non è vero?"
"Si, è un bravo papà!"

Sapere che lo considera suo padre è un grande passo avanti. Poi lo ha chiamato così più di una volta.

"Sono felice.." sorrido. "Lui mi ha chiesto una cosa ed io gli ho detto che te ne avrei parlato, quindi.."

Il piccolo mi guarda confuso e ha tutte le buone ragioni, non riesco a parlare.

"Ecco.. A lui piacerebbe se qualche volta, durante la settimana, stessi con lui, nel senso di andare a casa sua e magari dormire li.."

Ok, ci sono riuscita.
Nico mi guarda un po' confuso e poi sembra quasi entrare in panico.

"Stai entrando in panico piccolo, rilassati." Gli carezzo una guancia.
"Io non conosco la sua mamma e il suo papà, non posso dormire a casa di chi non conosco.."

Sorrido lievemente, è così piccolo e ingenuo.

"Lo so, per questo te ne sto parlando, prima di dare una risposta a Josh."
"Prima dovrei conoscerli e se mi stanno simpatici potrei andarci a dormire!" adesso si sta un po' tranquillizzando.
"Si, mi sembra una buona idea.." sorrido teneramente.
"Mamma.." dice, dopo una pausa di riflessione. "Loro sono i miei nonni?"
"Si.. I miei genitori sono i tuoi nonni, quindi anche i suoi genitori sono tuoi nonni.."
"Wow, figo.. Quattro nonni!"

Lui sorride contento ed io non posso che abbracciarlo in situazioni del genere.

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato.
Oggi la mia famiglia e quella di Josh si riuniranno dopo anni.
Ho paura e ansia mischiate insieme. Spero che i miei genitori, mio padre più che altro, non si rivolga male a loro.
Oggi è una giornata dedicata interamente a Nico e alla conoscenza dei suoi nonni paterni.
Negli anni precedenti ho pensato tanto a questo giorno, ma non pensavo si sarebbe mai avverato. E invece eccomi qui, di fronte casa loro a suonare il campanello.
L'ultima volta che ho visto suo padre è stato in ospedale, quando hanno operato la madre di Josh, qualche mese fa. Ricordo che era stato piacevole rivedere lui e suo fratello.
Quando ci hanno aperto la porta, la prima cosa che hanno fatto è stata abbracciarmi. Si, anche loro mi volevano bene e lo so che ci sono rimasti male quando.. Beh, quando Josh ha preso la sua decisione.
Al contrario di come mi aspettassi, si sono salutati tranquillamente con i miei genitori e infine gli ho ufficialmente presentato Nicholas.

Ci hanno fatti accomodare prima in salone e poco dopo ci siamo tutti seduti a tavola.
Nicholas era abbastanza timido, lo è sempre con le persone nuove, ma i genitori di Josh hanno cercato di farlo sentire a suo agio.
Il pranzo è stato davvero tranquillo, i genitori di Josh mi hanno tempestata di domande, informandosi sulla mia vita e come fossero stati questi ultimi anni ed io ho risposto tranquillamente.
Più di una volta mi è capitato di incontrare lo sguardo del padre di mio figlio.
Lui mi sorride teneramente, si nota quanto sia felice di questa riunione familiare ed io non posso far altro che sorridergli altrettanto.

"Mamma.." Nico mi chiama sottovoce, tirandomi per la camicia.
"Dimmi piccolo."
"Ma devo chiamarli 'nonno e nonna' o 'signora mamma di Josh e signor papà di Josh'?"

Tutti scoppiamo a ridere e Nico si rifugia tra le mie braccia, super imbarazzato.

"Puoi chiamarci come vuoi." Risponde la madre di Josh, sorridendo teneramente al mio bimbo.

E così, tra qualche altra risata provocata da Nico e delle chiacchiere come se fossimo una vera grande famiglia, trascorriamo questa piovosa prima domenica di ottobre.





*
*
*
Questo capito è stato scritto molti anni dopo l'inizio della storia. Perché, come ho scritto nelle note del primo capitolo, l'avevo abbandonata, per questioni di mancanza tempo e altro, ma non ho mai dimenticato queste due ragazze. È stato bello tornare da loro, sembrava come se mi stessero aspettando.

Beh, comunque volevo avvisarvi che manca poco al finale e volevo ringraziarvi comunque di essere arrivati fino a qui ☺️

Lasciatemi qualche commento, se vi va.

Alla prossima 😘

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