CAPITOLO 1 - Ricordi: Rebecca sei patetica!

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7 strisce rosse orizzontali, 6 strisce bianche orizzontali, 50 stelline bianche su sfondo blu, disposte su 5 file da 6 e 4 file da 5.

Le conto e le riconto fissando la sua maglietta preferita, quella comprata nel suo viaggio negli States ed ora appesa nel “servo muto” davanti al nostro letto.

Mi correggo, davanti al mio letto.

Rebecca sei patetica.

Me lo dico da sola.

Avrei dovuto prendere le forbici e ridurla a brandelli, esattamente come lui, in queste settimane, ha ridotto il mio cuore.

Non si è fatto nessuno scrupolo a tradirmi ed a gettare nel fango la nostra storia, lunga 5 anni.

Falsità ed ipocrisia, non è rimasto altro.

E pensare che nemmeno la volevo, una storia con lui.

Dopo la laurea ed un master in lingue, volevo solo lavorare ed accrescere la mia indipendenza economica.

Sono sempre stata una donna decisa ed autonoma. Ho lavoricchiato durante tutti gli anni dell’università come modella di una famosa maison di abiti da sposa.

Non è stata di certo la mia parte romantica a portarmi a quel lavoro, parte che ho da sempre ben nascosto, neppure io so dove.

Piuttosto una sostituzione del tutto fortuita di un’amica ammalata, che poi si è trasformata in un lavoro di 4 anni.

Ore di lavoro ben pagate quelle di modella, nella realizzazione dei cataloghi delle collezioni P/E e A/I, che mi hanno permesso di pagare regolarmente l’affitto dell’appartamento condiviso con le mie tre coinquiline.

Per non parlare delle sfilate alle Fiere degli sposi, eventi ai quali ero decisamente allergica per carattere, troppo zuccherosi per i miei gusti, ma che mi hanno permesso dopo pochi anni, l’acquisto della mia prima auto usata.

Una vecchia golf di colore nero alla quale resterò per sempre legata perché, a differenza di molti altri, lei non mi ha mai tradita.

Poi è arrivato il lavoro, quello serio, in un’agenzia internazionale di interpreti.
Ottimo stipendio, viaggi in tutto il mondo: non potevo chiedere di meglio, avevo tutto quello che desideravo.

Ma un giorno è arrivato lui e tutto è cambiato.

Anche io sono cambiata per lui, ma non mi meritava, lui non merita proprio niente.

Ma questo l’ho capito solo dopo, troppo tardi purtroppo.

Mi ha solo presa in giro, si è trasferito nel mio appartamento ed ha cominciato a recitare la nostra storia, giorno dopo giorno.

Tanto bella, quanto falsa.
Non era vero niente.

Posso lasciargli il beneficio del dubbio dei primi 3 anni, in cui forse un po’ era preso da me. Lasciatemelo pensare, ne va del mio orgoglio ferito.

Ma negli ultimi 2 anni, dall’apertura della sua nuova agenzia pubblicitaria a Milano, ha dato vita ad una realtà parallela in cui, restando nell’ambito della geometria, si metteva settimanalmente orizzontale con la sua formosa segretaria!

D’altra parte lui ha sempre sognato delle tette taglia IV e la mia seconda non era di certo all’altezza!

A lui poco interessava della leggenda che la “coppa di champagne” si fosse ispirata dalla famosa forma del seno di Maria Antonietta, piccolo e tondeggiante, ritenuto dai tanti dell’epoca semplicemente perfetto.

Ma non per il mio ex, che amava l’abbondanza, naturale o rifatte che fossero, ma pur sempre grosse.
E me ne ha dato dimostrazione, nel peggiore dei modi.

Avrei dovuto capirlo già in passato di stargli distante, il Signore mi aveva già mandato un chiaro segnale al nostro primo incontro.

Ero in prima superiore, lui in terza, quando al compleanno della mia amica Benedetta, tenutosi nel suo villone fantasmagorico, mi gettò completamente vestita in piscina.

Me lo ricordo ancora, si fermò proprio davanti a me, mi squadrò con aria schifata dalla testa ai piedi, e con superiorità mi disse: “torna l’anno prossimo, secca!” e mi gettò dentro.

In realtà il tuffo in piscina non mi sconvolse più di tanto, da ragazzina ero un maschiaccio, abituata a subire scherzi di ogni genere dai miei fratelli maschi, inoltre era maggio inoltrato e quel pomeriggio faceva un caldo infernale.

Fu invece quel “secca” gridato a gran voce, davanti a tutti, che mi rimase tatuato nella mente per sempre.

Stavo già per architettare un piano di vendetta, ai danni del mio attentatore, quando il Signore mi lanciò il suo secondo segnale, che catalizzò completamente la mia attenzione, facendomi archiviare, ma non cancellare, quanto avvenuto solo pochi minuti prima.

Il secondo segnale si chiamava Andrea, stava al terzo anno, due fari azzurri al posto degli occhi ed i capelli biondi ossigenati, aveva assistito all’intera scena e non ci pensò due volte ad intervenire in mia difesa.

Si tolse le scarpe, apparentemente molto costose, gettò in acqua dapprima Massimo Girardi e poi si lanciò lui stesso in un meraviglioso tuffo di testa, invitando tutti a fare altrettanto.
Due minuti dopo, quasi tutti gli invitati erano dentro la piscina.

Andrea si avvicinò a me, ancora gocciolante, e mi disse “Odio i prepotenti, soprattutto quelli che se la prendono con le bellissime principesse” dandomi un puffetto sul viso.

Avrei voluto ringraziarlo a parole, ma ne uscì solo un sorriso idiota, d’altra parte era raro che quelli di terza parlassero con quelle di prima, praticamente impossibile che si rivolgessero a me, chiamandomi bellissima principessa.

Trascorsi tutte le vacanze estive aspettando di rivederlo a scuola, ma purtroppo cambiò istituto e non ne ebbi più nessuna notizia, da lì al mio diploma, poi ci rinunciai.

5 anni fa, durante un evento d’inaugurazione di un negozio, per il lancio di una nuova linea d’abbigliamento, conobbi proprio quel Massimo, l’odioso prepotente.

Lui aveva curato la parte grafica e pubblicitaria, mentre io avevo concesso qualche scatto, per aiutare il compagno di una mia cara amica.

Era il mese di Novembre, una di quelle giornate grigie e fredde, in cui si starebbe bene sul divano con la copertina sulle gambe, a guardare un bel film.

Fuori un vento pazzesco ed una pioggia torrenziale.

Avrei dovuto stare a casa.

Ma i segnali, come avrete capito, io non li so proprio interpretare!!

Spazio autrice Kiki

Tutte solidali con Rebecca?!?
Avanti, non fate i timidi, stelline e commenti please...

Traduzione Fatale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora