Capitolo 49 - 72H Ritorno alla vita

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La notte ho dormito malissimo, ero troppo emozionata all’idea che oggi avrebbero provato a risvegliarlo.

Ho continuato a girarmi e rigirarmi per ore.

Ginevra è tornata a dormire nell’appartamento delle moschettiere, così avevo tutto il letto per me.

Ma non c’è stato verso di dormire serena.

Così ho cominciato a fantasticare su come sarebbe stato bello avere lui qui con me, quando invece, a casa mia, non ci ha mai messo piede.
Neanche una volta.
Neanche per una cena.
A dirla tutta, neppure io sono mai stata a casa sua.

E comincia a prendermi il panico.

Ho davvero creduto che poche settimane trascorse insieme lo avrebbero fatto innamorare di me?!

Io sono una donna, per noi è diverso, noi abbiamo l’innamoramento facile, la lacrima facile e la strisciata della carta di credito facile!

E’ contenuto dentro al nostro DNA.

La donna sente le farfalle nello stomaco, vede sguardi bramosi, sente i brividi prima ancora di essere toccata.

Per l’uomo è un’altra cosa: pensa di fare sesso, sogna di fare sesso, fa sesso. Punto.

Chissà se tutto quello che io ho provato durante il nostro primo bacio a Parigi, durante il nostro ballo lento al compleanno di Brigitte e durante la nostra prima volta ad Is Molas sia stato davvero così intenso da sentirlo anche lui, e, se anche fosse, se ne ricorderà ancora?

Avrà ancora voglia di vedermi e di frequentarmi?

Ha vissuto un’esperienza traumatica, fisicamente e psicologicamente, adesso avrà bisogno di tutto l’affetto ed il supporto delle persone care.

I suoi cari.

Come ho fatto a credere che mi avrebbe annoverato con sua madre e sua sorella?

Sono solo un’illusa, una patetica ingenua sognatrice!

Probabilmente è sempre stato questo il mio problema con i miei ragazzi, considerarmi importante, pensare di essere l’unica donna della loro vita, quando in realtà non lo sono mai stata.

In nessun caso.

Mai!

Se non ho saputo essere “l’unica”, la “sua Donna” per Massimo, in una relazione lunga 5 anni, come ho potuto pensare di poterlo diventare per Andrew in sole 3 settimane?

Non riesco a trattenere le lacrime.

Andrò in ospedale e mi accerterò che stia bene, gli lascerò il suo orologio e lo lascerò libero.

In fondo amare veramente qualcuno nel profondo non significa proprio lasciarlo libero di andare?

Sarà la mia prova d’amore. La più difficile che abbia mai dovuto superare.

Glielo scriverò su una lettera, non sarò mai in grado di dirlo di persona, guardandolo negli occhi, i suoi meravigliosi occhi azzurri.

Quegli stessi occhi che adesso rappresentavano tutto il mio mondo.

Così con una ferita nel cuore, le lacrime sul viso ed una penna nella mano, comincio a scrivere.

L’inizio della fine.

Arrivo in ospedale verso le 9, riuscire a darmi un aspetto decente ha necessitato di molto più tempo del previsto o forse, il mio, è stato solo un patetico tentativo di allontanare il momento del distacco da lui.

La sig.ra Scott e Lisa sono già arrivate e mi avvisano che il Dr. Bianchi sta valutando le condizioni di salute di Andrew.

- Rebecca tutto bene? Ha una faccia…

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