CAPITOLO 53 Odio, paura, rassegnazione

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Un’altra settimana è terminata.

C’è stato impegno, fatica e determinazione.

Gli allenamenti sono proseguiti tutti i giorni, sia in palestra che in piscina, in un crescendo di difficoltà e di sforzo fisico.

La mia presenza in questo lo ha incredibilmente aiutato, sia io che Manuel abbiamo capito che non si sarebbe mai arreso di fronte ad una donna.

E’ troppo orgoglioso e, seppure con una sottile cattiveria a fin di bene, ne abbiamo approfittato.
Non ha mai ceduto, mai una volta si è tirato indietro.

Neppure si è mai lamentato.

Fino a domenica sera.
 
- Ciao Andrew, ci vediamo domani mattina in palestra.

- Ciao Rebecca, è stasera che vai al cinema con le tue amiche?

- Sì, ci troviamo in centro per le 8, mangiamo una cosa al volo e poi abbiamo prenotato lo spettacolo delle 9.30. Andrew a te piace il cinema?

- Sì, non sono un assiduo frequentatore, ma quando esce un bel film mi piace andare a guardarlo.

- Mi piacerebbe andarci con te un giorno.

- Me ne ricorderò. Buona serata e fai la brava.

- Andrew sono con le moschettiere …

- Appunto, 4 splendide donne, in centro, di sera, da sole.
Meglio se non ci penso...

- Facciamo che ti scrivo appena sono a casa?

- Ci conto.

- A domani Andrew.

- A domani tigre.

 
Andrew

E’ domenica sera e mi trovo in una stanza di ospedale.

Una camera fredda, asettica, impersonale.

Lo sguardo fisso al soffitto.

Ho 33 anni e mi hanno sparato.

A me, che odio la violenza e la delinquenza.

Quando posso aiuto il prossimo, collaboro abitualmente con associazioni di beneficienza, pago le tasse e mai mi permetterei di fare del male a qualcuno.

Ma mi hanno sparato comunque.

Prima sono entrati nella mia azienda, mi hanno derubato, hanno terrorizzato me e tutti i miei collaboratori, mi hanno sottratto anche gli effetti personali e nonostante io abbia fatto tutto quello che mi avevano chiesto, mi hanno sparato lo stesso.

Sono nato sano, seguo una dieta abbastanza sana ed equilibrata, non fumo, bevo il giusto, faccio regolarmente attività fisica.

Ma mi hanno comunque sparato, danneggiando parzialmente anche alcuni organi, sino a quel giorno sani.

Ho una paralisi parziale degli arti inferiori. Non cammino.

E adesso sono incazzato, con i rapinatori, ma anche con il mondo intero.

La consapevolezza della mia attuale situazione mi porta all’odio.

Non dovrei trovarmi alla mia età in un letto di ospedale.
Sono due settimane che faccio esercizi di riabilitazione di ogni genere, dal letto, in palestra ed in piscina.
Ma ancora non sto in piedi.
Arrivato a questo punto avrei dovuto essere in grado di farlo, di camminare.

L’odio si trasforma in paura.

Il terrore di non essere più in grado di tornare a camminare, di restare per sempre legato ad una sedia a rotelle.
Ma non sarò né il primo né l’ultimo.
E chi sono gli altri a meritarsi la stessa condanna, vuoi da incidente, vuoi da malattia?
Perché io dovrei guarire e loro no?

La paura diventa rassegnazione.

Dovrò imparare a convivere con questa realtà.
Cambiare i miei programmi, le mie abitudini, i miei sogni.
Nonostante ne avessi appena iniziato uno, nella mia nuova realtà, non c’è più spazio per quello.
Ci saranno delle persone che resteranno inevitabilmente coinvolte in questa mia condizione.
La mia famiglia, mio malgrado, soffrirà con me.

Ma c’è qualcuno che posso ancora salvare, non è necessario portare tutti a fondo con me, nei profondi abissi.

Non so cosa io possa aver fatto nella mia vita per meritarmi questo, forse era solo destino, ma se io non ho potuto scegliere per me, potrò ancora farlo io per qualcun altro.

Qualcuno che si merita tutto, non metà.

Ed io oggi, perdonatemi lo sfogo, mi sento solo un uomo a metà.

Lo sguardo sempre fisso al soffitto, mi mordo il labbro inferiore, e qualche lacrima mi scende rigandomi il viso.

E per la prima volta, almeno da quando sono un uomo, un adulto, ho pianto.

Perché ho la consapevolezza di aver perso qualcosa che avevo appena trovato.

Qualcosa di importante.

Qualcosa di unico.

Qualcosa che mi piaceva veramente.

Domani tornerò ad essere forte, oggi ho solo voglia di piangere.

Concedetemelo.

Spazio autrice Kiki

😭😭😭😭😭😭😭 Non farlo Andrew....

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