CAPITOLO 59 Cena a lume di luna

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Sono le 19 quando bussano alla porta della camera e realizzo che abbiamo dormito praticamente tutto il pomeriggio.

Sono stati giorni difficili ed emotivamente intensi, finalmente ci siamo rilassati, recuperando entrambi diverse notti insonni.

E’ un facchino dell’hotel, mi recapita tutte le buste dello shopping di questa mattina, accompagnate da un biglietto scritto in russo.

Solo ora mi rendo conto di aver completamente dimenticato ed abbandonato il sig. Petrov. Ma è un uomo di mondo, sono certa che abbia capito la situazione.

“Rebecca la mia vacanza veneziana non poteva concludersi in modo migliore. Resta un’ottima compagna di viaggio, con lei è impossibile non divertirsi. Finalmente i suoi occhi sono tornati a brillare. Porti i miei saluti ed un caloroso abbraccio al Sig Andrew, con l’augurio che tutta questa brutta storia ci abbia insegnato qualcosa. A volte rimandare può essere sinonimo di perdere. La vita va vissuta intensamente, in ogni suo prezioso secondo. La lascio in buone mani, mi raccomando renda orgoglioso un vecchio romanticone come me. PS: Stasera indossi l’abito rosso che ha comprato oggi, lo stenderà al tappeto! Un abbraccio. Ivan”
 
- Andrew, svegliati, sono le 7.

- Lasciami dormire, svegliami alle 8.

- A che ora hai prenotato la cena?

- Alle 8.30. C’è ancora un sacco di tempo.

- Sei sicuro di stare bene, vuoi che ordiniamo la cena in camera?

- No, sto bene, sono solo un po’ stanco, vorrei stare a letto un’altra ora. Quando tu ti sei addormentata io sono uscito a comprarmi un abito.

- Hai comprato un abito nuovo per il nostro appuntamento?!

- Mi volevi in jeans?!

- No, hai fatto benissimo.
Ti sveglierò alle 8.
 
Lo bacio, prendo la busta dell’abito rosso, quello della biancheria e mi chiudo in bagno.

Faccio la doccia e sono emozionata.

Emozionata e felice.

Ogni tanto apro un po’ la porta del bagno per spiarlo. Non mi sembra ancora vero che sia nella mia camera, che abbia ripreso a camminare e che stia bene. Sono così felice che ho paura anche solo di pensarlo. Paura che tutto questo possa scomparire di nuovo. Ma poi lo vedo e mi tranquillizzo. Stasera usciremo a cena insieme, come una vera coppia.

Finalmente.

M’infilo la brasiliana rossa di pizzo, la commessa ha insistito per farmela comprare assieme al vestito ed aveva ragione, mi fa un fondoschiena niente male...

L’abito è meraviglioso, di quelli che vanno portati senza reggiseno, solo per questo Andrew sarà fiero di me.

E’ rosso, lungo, con lo scollo all’americana che evidenzia le spalle e si incrocia sulla schiena nuda. Una cintura in vita mi evidenzia la vita sottile.

Per fortuna in borsa ho sempre dei trucchi e finalmente il mio aspetto riflesso nello specchio mi soddisfa.

Indosso i nuovi sandali, sono neri, hanno il tacco alto, decisamente molto alto, una sottilissima fascetta sopra alle dita dei piedi ed un’altra intorno alla caviglia. Sono bellissimi, a dire il vero si vedono solo se alzo l’abito.

Per fortuna dovrò solo scendere dalla camera al ristorante in terrazza, perché più che delle scarpe sembrano delle armi improprie, come direbbe Andrew, con quel tacco a spillo.

Sono le 8.

Lo chiamo da dietro la porta del bagno.

- Andrew, sono le otto, devi prepararti, hai un appuntamento ricordi?

Traduzione Fatale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora