CAPITOLO 48: 48H in terapia intensiva

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Domenica mattina mi sveglio con il suono delle campane.

La vita frenetica spesse volte non ci permette di fermarci ad ascoltare, a vedere, a pensare.
Siamo così presi dalla nostra routine, che trascuriamo un sacco di cose.

Il cinguettio degli uccelli, il susseguirsi dei colori del sorgere del sole, il panettiere che spalanca la serranda del negozio, il camioncino che pulisce la strada.

Oggi sono distesa nel mio letto e, nonostante il russare di Ginevra, per fortuna leggero, sento le campane suonare.

Sono ormai diversi anni che vivo in quest'appartamento, ma non ci avevo ancora fatto caso.

Sono le 8, mi alzo e vado a farmi una doccia nella speranza poi, con il magico aiuto dei trucchi, di avere un aspetto più presentabile.

Mi gusto la mia dose giornaliera di caffè con latte e biscotti.

Un'ora dopo sono in ospedale, resto in attesa dell'aggiornamento dei medici nel salottino dell'accettazione ed intanto guardo fuori dalla finestra.

Un'anziana signora è seduta su di una panchina intenta a leggere il giornale, mentre il suo cane, tenuto al guinzaglio, gironzola per l'aiuola.

Una mamma accompagna la bambina di 4/5 anni a visitare il papà ricoverato: appena lo riconosce, seppure mascherato con gli indumenti dell'ospedale, gli corre incontro e l'abbraccio mi lascia senza fiato.

Più in là un gruppo di infermiere chiacchierano tra loro all'uscita del Pronto Soccorso, interrotte prontamente dall'arrivo di un'ambulanza a sirene spiegate.

Vengo raggiunta e tranquillizzata dal medico di Andrew.

La situazione è stabile, lo stanno cambiando pertanto ne approfitto, prima di sottoporlo al supplizio della lettura del mio ennesimo romanzo rosa, per andare nella Cappella dell'Ospedale.

E' piccola, molto intima ed emana un senso di pace.

Al momento c'è solo una ragazza in seconda fila.

In tutto ci sono una decina di panche in legno, ai lati, appesi alle pareti, diversi dipinti sacri, sulla destra una statua della Madonna, sulla sinistra le candele liturgiche da accendere e sulla parete davanti un enorme crocifisso.

Decido di accendere una candela, da bambina adoravo farlo, una sorta di ringraziamento alla Madonna per le condizioni stabili di Andrew.

Mi siedo sull'ultima fila, la prima che incontro entrando e mi metto a pregare.

Quando torno da lui trovo Lisa incantata a guardarlo.

- Buongiorno Lisa.

- Buongiorno Rebecca. Venerdì notte hanno arrestato tutti e 4 i rapinatori, ieri li ho identificati alla polizia. Sono stati recuperati anche i gioielli ma quello che mi ha resa più felice, per quanto si possa essere felici in una simile situazione, è stato il recupero dell'orologio di Andrew.
Glielo aveva regalato la mamma per la laurea e quando l'ho visto in mano al rapinatore, lui ha alzato le spalle come per dirmi per non era importante, ma i suoi occhi tradivano le sue vere emozioni.
Ci teneva tantissimo ed era giusto ritrovarlo.

- Bene, sarà felice quando glielo consegnerai.

- Voglio che lo tenga tu, quando starà meglio potrai ridarglielo.

- Lisa, forse tua mamma preferirebbe che lo teniate voi, è prezioso, lo capisco, davvero.

- L'ho già avvisata ed è d'accordo con me. Non era molto tempo Rebecca che vi frequentavate, dubito tu abbia delle cose sue e magari ti farebbe piacere averne una.

- Non immagini quanto, grazie Lisa.

- Figurati e poi siamo sicure che Andrew vorrebbe così.

- Lisa in verità venerdì sarebbe stato il nostro primo vero appuntamento.

- Lo so, ma qualche giorno fa abbiamo pranzato noi tre assieme e ci ha tolto ogni dubbio.

- Ha parlato di me di fronte a te e a tua madre?!?

- Diciamo che gli abbiamo un po' forzato la mano, ma era talmente terrorizzato che abbiamo capito quanto fosse coinvolto.

- Lisa io devo confessarti una cosa, mi sono innamorata di lui...

- Ce lo ha detto e credimi che la sua è solo paura.

- Lo so, spero solo che voglia ancora provarci, che non mi tagli fuori.

- Gli servirà un po' di tempo.

- E se mi dimenticasse?

- Rebecca no, non farti questo.
Dovevi vederlo venerdì era completamente su di giri per il vostro appuntamento.

- Spero tu abbia ragione Lisa.

- Vedrai che è così. Ci sono cresciuta insieme, lo conosco ed è molto preso da te, deve solo ammetterlo a sé stesso, prima di poterlo dire anche a te.

In quello arriva Ginevra con un enorme cartone di pizza.

- Ginevra non dirmi che sei andata da Gennaro?!

- Certamente, tu meriti il meglio. Ho pensato che con tutto quello che è successo non vi ricorderete neanche di mangiare, così ecco a voi la più buona pizza del paese!

- Ginevra ti adoro!

- Ipocrita! Ma lo so è troppo buona questa pizza. In quanti siete qui?

- Veramente solo io e Lisa, che stupida non vi ho ancora presentate, lei è la mia migliore amica, Ginevra, lei invece è la sorella di Andrew.

- Piacere, Lisa.

- Piacere mio, Ginevra.

- Allora mi fermo anch'io e che aspettiamo, diamoci sotto che si raffredda.

- Ginevra non è che per caso....

- Per chi mi hai preso? non avrai veramente pensato che te la facessi mangiare bevendo dell'acqua.
Ecco 4 belle birre fresche!

E tutto appare già un pochino meno nero, diciamo più una sfumatura di grigio...

- Ginevra abbassa la voce siamo nella sala d'attesa di un ospedale, non ad una pizzata in spiaggia...

- Beh, metti che attiri l'attenzione di qualche bel medico, single ed incredibilmente sexy....

- Vuoi dirmi che ti sei lasciata definitivamente dal ragazzo "diversamente ricco"?

- Rebecca purtroppo era anche "diversamente fedele" e con il negozio a Venezia, tutte le turiste straniere erano sue. Mi sono stancata di fare da ruota di scorta!!

- E brava Ginevra. Vediamo di cancellarli quei deficienti dei nostri ex!!

- Hai proprio ragione!

Spazio autrice Kiki

E abbiamo fatto fuori un altro ex infedele!! Che ne pensate?

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Traduzione Fatale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora