Capitolo 40

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Non avevo dormito mai,così bene in vita mia.

Era così comodo quel letto,ma non avrei voluto mai più tornarci, eccetto forse quando,e se,sarò incinta.

Andai nel bagno della camera a cambiarmi,nella borsa che mi aveva preparato Jacopo c'era un maglioncino celeste e una tuta bianca,con della biancheria intima...nera,e tanto per puntualizzare,un perizoma,il quale non amavo molto mettere.

Fialmente Jacopo, si era alzato,e dalle urla nei corridoi capii che erano arrivati i miei genitori.

Infatti dopo qualche istante entrarono nella stanza.

«Tesoro come stai?» disse mia madre abbracciandomi come,credo,non abbia mai fatto.

«Mamma sto benone,se no non mi facevano uscire. Non credi?»

«Cerro tesoro...senti ti va se andiamo a prendere non so...un caffè o un tè?»

«Come vuoi...» presi le mie cose e uscii dalla stanza,seguendo mia madre fino alla macchina,dove misi le mie cose nel portabagagli.

Jacopo andò via con la sua macchina,lasciandomi da sola con i miei, e senza avermi dato un bacio.

I miei mi avevano accompagnato a casa,ovviamente se ne andarono subito,sicuramente per una settimana o poco più.

Non è che mi importasse,erano solo i miei genitori.

I miei genitori mi avvertirono che James non sarebbe stato a casa per qualche giorno,era in un campus.

Quindi era a casa da sola,stavo male,e sinceramente ero anche un po depressa visto che il mio ragazzo non mi aveva neanche baciata e ne salutata.

E non credo che sarei andata a scuola quei giorni che mio fratello era via, non avevo ne la forza, ne la voglia di andare a scuola, tanto meno dopo che mi avevano accoltellato.

Andai sul divano e accesi la tv (tanto per cambiare),in tv c'era Awkward, beh,non potevo dire di non adorare quel programma.

Mi sarebbe piaciuto un casino se Jacopo di tanto in tanto entrasse dalla finestra del mio balcone come Matty, sarebbe romantico e alternativo,oltre che essere sorprendente,ma non farebbe mai una cosa del genere.

Comunque la mia depressione non passava,anzi,più guardavo Jenna fare sesso con Matty,e più ero depressa.

Ad un tratto(probabilmente per lo stress o per la solitudine) cominciai a piangere,mi sdraiai sul divano,e senza accorgermene mi addormentai.

Mi sveglio lo squillo del telefono,era Zhara.

Grazie a Dio qualcuno si rivordava ancora che esistevo.

«Hey» risposi.

«È un po che non ci si sente,che succede?»

«Sono stata in ospedale,e ora sono a casa sola come un cane,e depressa,molto depressa»

«Hai pianto per caso?» mi chiese Zhara preoccupata.

«Ehm...si...ma prima»

«Comunque...che significa depressa? Devo venire li?»

«No...probabilmente mi butteró da un ponte o mi taglieró le vene»

«Ma no...devi sorridere alla vita,hai un ragazzo fantastico,un fratellino che ti adora e dei genitori che in pratica non ti dicono un cazzo per quello che fai»

«Certo...un ragazzo magnifico,che stamattina non mi ha salutata,e tanto meno mi ha dato un bacio,il mio fratellino questi giorni non c'è, e i mieo genitori non ci sono praticamente mai,e non gli importa che mi hanno accoltellata, e nemmeno che non sono più vergine,sono sicura che se rimanessi incinta e partorirei nemmeno se nemmeno se ne accorgerebbero» finalmente avevo trovato con chi sfogarmi, non vedevo l'ora di tirare fuori tutto questo.

Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora