Capitolo 15

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La mattina seguente me lo ritrovai nel letto,era ancora lì con me. Non sapevo cosa pensare,cos'eravamo,fidanzati?

Non ci pensai troppo,se si pensa troppo alle cose poi diventano complicate.

Quindi mi rimisi giù nel tentativo di riaddormentarmi...erano le 6.30 però e alle 8.00 sarebbero arrivati i miei.

Non potevano trovarci nel letto insieme...e mio padre sospettava già qualcosa.

Dovevo svegliare Jacopo.

Cominciai a dargli delle spinte,finché non lo buttai giù dal letto,letteralmente parlando.

«Ma che cazzo fai?» si accarezzò la testa,probabilmente l'aveva sbattuta cadendo a terra.

«S-scusa,solo che sono le 6.30 e-» non mi fece finire la frase che già aveva capito.

«Mi vesto e scendo di sotto,fai con comodo» mi disse con la voce più dolce del mondo.

Forse qualcosa era cambiato dalla sera prima,anche se avevo molta paura,e se quello che era successo lo aveva fatto solo per divertirsi perché si annoiava? Glielo dovevo chiedere.

«Jacopo...posso farti una domanda?» mi guardò perplesso.

«S-si» disse infilandosi i pantaloni.

«Riguardo a ieri sera...» mi vergognavo a chiederglielo.

«Tranquilla,se ti stai chiedendo se sono uno stronzo...non lo sono,e se la domanda è se è stata una cosa seria,ti rispondo che lo è stata» aveva pensato a tutto lui,ma c'era ancora una cosa da chiedersi. Eravamo fidanzati?

Lui era già sceso di sotto,mentre io mi dovevo ancora cambiare.

Non sapevo cosa mettermi,faceva ancora freddo,quindi un maglioncino era l'ideale.

Mi misi un maglioncino grigio,semplice,con fusò neri e stivaletti neri.

Lasciai i capelli sciolti e trucco leggero.

Scesi di sotto.
Jacopo aveva preparato la colazione,latte caldo con i biscotti al cioccolato.

Mi salutò con un bacio a stampo.

Magari eravamo fidanzati,oppure lo stava fecendo per non sentirsi in colpa.

«Adesso posso dirlo "buongiorno cara"?» forse lo eravamo,ma era meglio aspettare una dichiarazione ufficiale.

«Mmh...non lo so,me lo devi chiedere prima, ti pare?» dissi in modo di fargli capire cosa volevo.

«Okay,okay...qui c'è qualcuno che vuole una vera e propria dichiarazione...ci provo,ma non sono capace» disse un pò in imbarazzo.

«Isabella White vuoi essere la mia ragazza?»

«Solo se tu vuoi essere il mio ragazzo?» dissi sorridendo.

«Certo che lo voglio. Senti per renderlo ancora più ufficiale,vuoi un anello?» disse sghignazzando.

«Molto simpatico. Comunque no, non mi serve» dissi poi dandogli un bacio sulle labbra.

Finito di fare colazione ci sedemmo sul divano.

Eravamo accoccolati l'uno fra le braccia dell'altro. È meraviglioso quando si ha qualcuno da abbracciare e sbaciucchiare.

Io vivrei solo di questo,di coccole.

È bellissimo avere qualcuno che ti chiama "tesoro" o "cucciola" o cose di questo genere,anche se io non ero decisamente il tipo,avrei preferito altri termini.

Sapevo che non sarebbe durato molto,perché sarei partita quella stessa settimana,e le relazioni a distanza si sa,non durano mai.

Ma finché ero lì ho voluto godermelo.

Per evitare di farlo soffrire avevo pensato di lasciarlo il giorno prima della partenza,anche se so che soffrirò molto anche io.

Erano quasi le 8.00 e i miei genitori sarebbero arrivati a momenti,quindi niente più coccole.

«Tesoro oggi usciamo?» suonava benissimo il termine "tesoro",ma come ho già detto avrei preferito altri nomignoli.

«Ma certo. Usciamo in gruppo? Intendo,con Sel e Jason» annuì con la testa e mi diede un bacio,anzi tanti baci.

I miei genitori entrarono dalla porta,io ero sul divano,mentre Jacopo era in cucina a far finta di bere qualcosa.

«Ciao mamma,com'è andata? Già trovata la mia nuova casetta?» dissi con un sorriso falsissimo in viso.

«Proprio di questo dobbiamo parlare,Isabella cara» quando mi chiamava "isabella cara" non si prospettava nulla di buono «la casa che abbiamo trovato è più  lontana di quanto pensassimo,e dovrai cambiare scuola» avevo immaginato che non avrebbero trovato una sistemazione tanto vicina,non mi preoccupa cambiare scuola o luogo, mi preoccupa il fatto di cambiare amici.

«Ma posso uscire comunque con Sel e Jason,giusto?» chiesi con la speranza di non andare a vivere molto lontano.

«No,cara. Non potrai,e loro non potranno venire da te» avevo paura che mia madre avesse scelto il polo nord come nuovo luogo dove andare a vivere.

«Non possiamo più mentirti vedi...io e tuo padre abbiamo trovato un lavoro al sud, e dobbiamo trasferirci per questo» avrei dovuto allontanarmi per sempre dai miei amici e dal mio nuovo ragazzo perchè i miei avevano trovato un nuovo lavoro,so che lo facevano per mantenere me e James, ma io stavo bene con Jacopo e gli altri. Non potevo andare via.

«Mamma,ma io qui ho una vita,non puoi portarmela via,ho i miei amici,la scuola,e una persona molto speciale,e non potrò più vederli per un lavoro?» mia madre mi capiva perfettamente,ma forse quello che non capiva era mio padre. Non potevamo farci nulla,e mio padre non avrebbe di certo cambiato idea,e di certo non avrebbe fatto rimanere una ragazzina di 17 anni ad abitare da sola.

Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora