Capitolo 28

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"I miei occhi diranno anche tutto,ma i tuoi dicono anche troppo".

Ma come aveva fatto,come sapeva cosa stavi pensando.

Ora dovevo cominciare ad avere paura.

Come era possibile.

O mi conosceva troppo bene o mi aveva letto nel pensiero.

No impossibile che mi conoscesse così bene,ma d'altronde è anche impossibile che mi legga nel pensiero.

Volevo spiegazioni,ma non avevo tempo di correre dietro a uno stupido.

Ma che cazzo dico,certo che volevo spiegazioni.

Uscii fuori dalla porta di casa,lo cercai con lo sguardo,ma non lo trovavo,forse si era nascosto.

Non poteva fare così, era il nostro baby sitter,non poteva andare via quando voleva.

Non trovandolo rientrai in casa, appena chiusa la porta mi squilló il cellulare.

Era...David. E ora cosa voleva. Perché mi cercava.

«Pronto»

«Ciao Isa,come stai? È tanto che non ci vediamo» che voce sensuale che ha.

«Ehm...diciamo bene...apparte il ginocchio rotto»

«Cosa? Come è successo? Chi è stato...lo devo picchiare?» disse in tono minaccioso.

«No,no tranquillo,vedi io sono imbranata quindi sono scivolata su un sasso e sono caduta in acqua» dissi ridendo.

«Ma che dici,te non sei imbranata,sei bellissima...senti,posso venire da te oggi?» mi colse di sorpresa,ma avevo bisogno di qualcuno che mi voglia bene.

«Certo,a che ora puoi venire?» chiesi.

«Alle...17:00 va bene?» domandò.

«Perfetto» confermai.

«Come te» sentii che stavo arrossendo.

«Allora a dopo» lo salutai.

Chiusi la chiamata,girandomi trovai Jacopo che mi stava guardando.

Lo ignorai e presi le stampelle per salire le scale,ma non feci in tempo a salire il primo gradino che andai a finire con il culo per terra.

«Ma allora sei stronzo» dissi rivolgendomi a Jacopo.

«Perché?» disse sghignazzando.

«Come perché? Perché mi hai tolto le stampelle da sotto le braccia» Jacopo buttò le stampelle a terra.

«Quali stampelle?» disse guardandosi attorno.

«Quelle che hai appena buttato a terra» dissi incazzata cercando di raccoglierle.

Quando le presi cercai di tirarmi su.

Jacopo mi prese per un braccio.

«Lasciami» mi strinse più forte.

«Lasciami ti ho detto» insistetti.

«No,non ti lascio».

«Cosa vuoi?» dissi sbuffando.

«Ma...niente» disse semplicemente.

«Non mi prendere per il culo,tu vuoi sempre qualcosa quando fai così, ti conosco fin troppo» mi tirò a se.

«Tu non sai un cazzo di me,chiaro?» disse duramente.

«Per primo lasciami il braccio,secondo non mi fai paura,quindi smettila di fare il duro che non lo sei,allora...mi vuoi dire cos'hai?» dissi spostandomi da lui.

«Voglio una cosa... Ma non posso averla» disse lasciandomi il braccio.

«Ricordati che puoi avere tutto,se lo vuoi veramente,fai di tutto per ottenere quello che vuoi» dissi seriamente salendo le scale.

«Certo che lo farò» disse con aria di sfida.

Ma non stava sfidando me...chissà a chi era riferito.

Entrai in cameretta e mi misi sul divano a guardare la televisione aspettando con ansia David.

Dopo un pò suonò il campanello,sicuramente era David,ma io non potevo andare ad aprire e quindi andò Jacopo.

Ad un tratto sentii cadere qualcosa a terra dopo l'apertura della porta.

Scesi giù a vedere cos'era successo,era faticoso scendere e salire le scale tutto il giorno con le stampelle.

Appena arrivata al piano terra vidi solo Jacopo in piedi davanti alla porta con il pugno destro chiuso.

Mi avvicinai per vedere meglio.

Davanti a Jacopo c'era un corpo steso a terra...quello era David,ed aveva il sangue che gli usciva dal naso.

«Ma che cazzo hai fatto coglione?» mi sedetti a terra accanto a David e cercai di alzargli la schiena.

«Perché gli hai dato un pugno? » Jacopo mi guardava soltanto.

«Ma che...perché sono a terra?» si toccò il naso«e perché mi esce del sangue dal naso?» «Ehm...veramente non te lo ricordi?» chiesi sconvolta.

«Ricordo solo la porta che si apriva e poi...sono svenuto» disse massaggiandosi la testa.

«Sono stato io,ti ho dato un pugno in piena faccia» disse Jacopo soddisfatto.

«Scusa...ma...perché? Cosa ti ho fatto?Neanche ti conosco » disse David alzandosi.

«Lo so io cosa mi hai fatto» guardai Jacopo perplessa.

«Dai,Isa vieni,andiamo nella tua camera» mi propose David dandomi la mano.

«Ti raggiungo subito,intanto tu vai» annuì e salì le scale.

«Ma sei impazzito per caso?» dissi dandogli uno spintone.

«Ora mi spieghi perché lo hai fatto e non mi dire che non c'è un motivo» dissi puntandogli il dito contro.

«Ma c'è, glielo dato e basta» disse ridendo.

«Guardami,soni seria,se tu fai del male a David,va a finire male,molto male» dissi seriamente.

«Quindi tu vorresti fare del male a me,e cosa mi vorresti fare,il solletico fino alla morte per caso» disse ridendo follemente.

«Ah ah ah,simpatico,io sto dicendo sul serio»

«Isa vieni su?» mi chiese David dalle scale,annuii.

Feci per salire le scale ma Jacopo mi bloccò, di nuovo.

«E ora cosa vuoi?» dissi scocciata.

«Niente»

«E allora perché mi stai tenendo il braccio, cos'è...un hobby? » dissi sbuffando.

«Ecco...vedi...io gli ho dato un pugno perché... No niente» lasciò la presa.

«No ora me lo dici» lo presi per il colletto della maglia.

«Okay,beh io l'ho fatto perché tu mi hai detto che devo lottare per quello che voglio, e che devo fare qualunque cosa per ottenerla».

«Si ma lui che centra?» dissi stupidamente.

«Perché io voglio... Te» rimasi a bocca aperta.

Senza parole. Non sapevo cosa dire.

Rimasi a fissarlo per qualche minuto e lui lo stesso.

I miei occhi erano puntati sui suoi e viceversa.

Ora dovevo avere paura.

Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora