Capitolo 16

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Jacopo aveva sentito tutto,era dispiaciuto che me ne andassi,non voleva,e nemmeno io volevo.
I genitori non capiscono mai,non sanno quanto certe cose possono essere importanti per noi,e non capiscono che i cambiamenti che fanno per loro,a noi fanno soffrire.

I miei genitori rimasero a casa per poco,perché dovevamo andare in agenzia,di nuovo, che poi non ci vuole tanto a trovare una casa,volevo proprio sapere cosa facevano tutto il giorno in quella cazzo di agenzia.

Io e Jacopo potevamo stare insieme,tutto il giorno,perché non c'era neanche mio fratello,stava ancora dal suo amico,e ci rimaneva fino alle 20.00.

Io e Jacopo decidemmo di andare al parco. Mi infilai il cappotto rosso e uscimmo di casa.

«Non voglio che vai via,mi mancherai tanto,non voglio che finisca così» disse Jacopo dando un calcetto ad un sassolino. Anche io la pensavo come lui,non era giusto,volevo stare lì,con i miei amici e il mio ragazzo.

Cercammo di goderci ogni momento che passavamo insieme,ogni bacio era importante,ogni abbraccio era importante.

Mi sarebbe mancato troppo,e pensare che qualche giorno prima non lo sopportavo,lo odiavo praticamente.

«A dirti la verità, ti volevo lasciare lunedì, così non ti sarei mancata,e non avresti sofferto,ma hai sentito tutto,io non voglio partire...Ti amo!» lo avevo detto,forse un po troppo presto,ma non ci saremmo più visti,dovevo farlo.

«Idem» disse lui con un sorriso stampato sulle labbra,mi abbracciò forte,e mi accarezzò i capelli,era bellissimo.

Ancora non avevo detto niente a Sel e Jason. Sicuramente avrebbero voluto impedire la partenza,li conoscevo fin troppo bene,e sicuramente sarebbero andati dai miei genitori a fare una protesta.

Perché mi volevano bene,ed ero sicura che se avessimo reso la nostra relazione pubblica,anche Jacopo avrebbe fatto la protesta.

Jacopo e io andammo a casa a pranzare.

Dopo pranzo non sapevamo che fare,perché uscivamo alle 17.00,ed erano ancora le 15.00.

Accendemmo la TV, io ero seduta da un lato e Jacopo dall'altro.

Ad un tratto Jacopo si avvicinò lentamente a me,e appoggiò la testa sulle mie gambe incrociate,poi con la mano cominciò a toccarmi la pancia,mi faceva solletico.

«Smettila scemo» dissi sorridendo.

«Perché? La tua pancia è così carina» alzò il maglione e mi diede un bacetto

«Ma quanto sei scemo tu. Dico sul serio smettila,sono gelosa della mia pancia» dissi solleticandogli il collo.

«Okay,la smetto,ma anche tu devi smetterla,soffro il solletico» disse togliendomi la mano dal suo collo.

«Oh,davvero?» chiesi io cominciando a solleticargli da tutte le parti.

Lui si alzò e si buttò su di me,e mi fece il solletico sulla pancia e dietro le ginocchia,dove soffrivo di più il solletico.

«Dai...basta...lo soffro troppo» cercavo di trattenere le risate mordendomi il labbro inferiore.

«Ok,ma solo perché sei tu» mi fece un sorriso e andò in cucina a prendere qualcosa.

Io mi alzai e andai fuori a fumare una sigaretta e prendere un po d'aria.

Ad un tratto Jacopo mi prese la vita e mi tirò in dietro e mi diede un bacio sulla testa.

«Che facciamo? Io mi sto annoiando...andiamo, tanto sono quasi le cinque. Andiamo da soli e poi aspettiamo Sel e Jason» feci un "ok" con la mano,mi misi il cappotto e uscimmo di casa.

Camminando lungo i vari negozi della via,ci soffermammo su uno,quello di musica.

Ci attirava parecchio,a tutti e due piaceva molto la musica,ci piacevano i stessi generi(pop,rap) e poi ci piaceva suonare, io ho fatto tre anni di flauto traverso,mentre Jacopo suonava la chitarra,ed era bravissimo.

Entrammo nel negozio,che vendeva CD di tutti i generi,vari strumenti,plettri,cuffie ecc.

La ragione per cui eravamo entrati non c'era...o forse si...la musica ci attirava... Jacopo già che era lì si comprò un plettro rosso,che si intonava perfettamente alla sua chitarra elettrica.

Aveva anche una chitarra classica, era color terra di Siena.

Io invece avrei dato uno sguardo ai CD,per vedere se c'era qualcosa di nuovo.

Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora