Era tutto pronto,mancavano solo le valigie da infilare in macchina e di andare alla stazione del treno.
In quel momento avrei avuto voglia solo di farmi una passeggiata nel boschetto vicino casa,dove a quell'ora non c'era nessuno,e si sentiva il canto degli uccelli.
Avvertii i miei genitori che stavo uscendo, mi dissero di portare anche Sansone con me. Ne aveva bisogno. Sul serio.
Uscimmo di casa,ci voleva un po per arrivare al boschetto. Ma comunque era una bella giornata,quel venticello leggero e l'aria calda erano perfette per quella giornata.
Arrivammo al boschetto,il fruscio delle foglie e il canto degli uccelli erano rilassanti.
Mi sdraiai su una panchina a sentire quei suoni rilassanti,veniva quasi di dormire.
Mi stavo per addormentare ma aprii subito gli occhi per vedere dov'era Sansone.
Non lo trovavo più, lo cercai nelle vicinanze della panchina,lo chiamai,ma non c'era.
Allora andai più avanti nel sentiero. Da lontano vedevo due sagome. Mi avvicinai ancora di più e vidi Sansone che stava giocando con un ragazzo.
"E chi era quello? E perché Sansone dava confidenza agli sconosciuti?" pensai tra me.
Mi avvicinai a passo svelto,e gridai il nome di Sansone.
Il ragazzo si girò verso me e poi guardò il mio cane.«Allora è così che ti chiami» il ragazzo accarezzò la testa di Sansone.
«Si lui si chiama Sansone, ma tu chi sei?» chiesi impacciata al ragazzo.
«Io sono David» mi disse sorridendo.
Aveva lo stesso nome di mio padre,che cosa buffa. Era un bel ragazzo,ma il ragazzo a cui pensavo ogni minuto della mia vita era il più bello del mondo.
«Te invece chi sei? » mi chiese,sempre col sorriso sulle labbra.
«Il mio nome è Isabella » contraccambiai il sorriso.
Mi sedetti sulla panchina a guardare David che giocava con Sansone.
Rimasi a contemplare il suo volto per un pó, notai che aveva una cicatrice vicino all'orecchio,come me,proprio nello stesso punto.
Oltre a quella cicatrice non aveva nessun altra imperfezione.
Aveva capelli castani e occhi del medesimo colore,era un po bassino.
Ero fissa su di lui ormai già da un po,e con molta probabilità lo aveva notato.«Ti stai annoiando?» la sua voce melodica mi svegliò dai miei sogni impossibili.
«Un pochino, per parlare di qualcosa...quanti anni hai?» chiesi alzandomi dalla panchina.
«19,te?» disse avvicinandosi a me.
«17» risposi secca,allontanandomi da lui.
«Mmmmh...» quel mugolare non mi piaceva affatto, non era una cosa buona.
«Te non sei di qua,non ti ho mai visto» gli dissi.
«No infatti,vengo qua solo nei weekend,vengo a trovare i miei nonni» si passò una mano tra i capelli.
« E di dove sei?» stavo facendo decisamente troppe domande.
Tirai fuori il pacchetto di sigarette mentre aspettavo la sua risposta.
« Città del messico» a momenti non mi soffocavo con il fumo quando sentii quella città.
Era la stessa città dove mi dovevo trasferire io.
Incredibile.«Ma non sono originario di lì, in realtà sono nato a New York» si mise accanto a me e mi rubò una sigaretta.
«Il fumo fa male» gli tolsi la sigaretta dalla mano.
«Infatti prima stavi per soffocare,ma io non ho questi problemi,sono abituato» mi fece la linguaccia,cercò di rubarmi la sigaretta,ma invano,cominciai a scappare e lui mi inseguì.
Ero avvantaggiata,ero molto più avanti di lui,mi girai per vedere dov'era mente continuavo a correre.
Andai a sbattere contro un albero e caddi a terra.
Quando ripresi i sensi c'era David davanti a me che mi guardava,aveva gli occhi che brillavano.
Non riuscivo a capire,o forse la verità è che non avevo voglia di capire.
Mi alzai di scatto sentendo un dolore intenso alla testa.
Ruscivo a sentire il piccolo bozzo che mi ero procurata.«Hai un bozzo enorme in testa» disse David.
«No davvero, pensavo di avere una banana» dissi sarcasticamente,e poi risi.
«Scusa è colpa mia se te lo sei procurato» David abbassò la testa, io gliela rialzai con la mano.
«Tranquillo,non è niente vedrai che domani già non l'avró più » gli accarezzai la testa.
«Okay» ci alzammo entrambi da terra e ci dirigemmo verso la panchina dov'eravamo prima,con Sansone a fianco.
Non so come,ma quel ragazzo era spettacolare,mi aveva fatto dimenticare completamente il mio ragazzo,ma cazzo ero fidanzata non potevo andare in giro a baciare ogni ragazzo,ma cavoli, era davvero un bel ragazzo.
Aveva un sorriso stupendo,gli si formavano delle bellissime fossette ai lati della bocca quando sorrideva,e aveva dei lineamenti facciali semplicemente perfetti.Erano quasi le quattro,dovevo andare a casa a mettere le valigie al loro posto,era ora di salutare quel ragazzo assolutamente perfetto.
«Ciao David,io devo andare,i miei mi aspettano» gli diedi un bacio sulla guancia.
«Ci rivedremo? Intendo...i weekend quando verrò» gli sorrisi e gli feci l'occhiolino «Dammi una risposta più precisa» mi voltai e annuii.
«Dammi il tuo numero almeno» presi il cellulare dalla tasca.
«Dammi tu il tuo,poi ti mando un messaggio più tardi» mi dettò il suo numero velocemente,riposi il telefono in tasca e mi voltai.
Arrivata a casa mandai subito un messaggio a David, sulla rubrica lo avevo nominato come "Spettacolo".
Gli scrissi "ci potremmo vedere tutti i giorni quando sarò a città del Messico,perché accontentarsi dei weekend".
Credo che se lo avesse saputo Jacopo mi avrebbe ammazzata.
Le valigie erano nel portabagagli, io ero in macchina, papà era al volante e il resto della famiglia sempre in macchina.
Veramente stavo lasciando questo paese,i miei amici, Jacopo?
Mi sarebbe mancato tutto, la scuola, il boschetto, la mia casa, la caffetteria, tutto!Ero alla stazione. Dovevo chiamare Jacopo, ma a che serviva,non volevo più dirgli "ti amo" non aveva più senso ormai. Sarei partita, e non l'avrei mai più rivisto, si mi sarebbe mancato, d'altronde è stato il primo con cui ho fatto l'amore.
"Che faccio lo chiamo o non lo chiamo?" pensai. Ero in ansia. Non sapevo cosa fare. Stavo malissimo.
Che domande banali mi stavo ponendo. Dovevo chiamarlo. Era il mio ragazzo, non dovevo neanche pensare di chiamarlo dovevo farlo e basta.
Dava la segreteria telefonica. Dove cazzo era quel maledetto? E perchè non rispondeva? Sentii un groppo in gola, avevo voglia di vomitare, avevo voglia di fumare, di bere, avevo voglia di qualsiasi cosa che non mi facesse pensare a Jacopo e che lì facesse pensare al suicidio.
Sentii il telefono vibrare lo presi...speravo fosse Jacopo,invece era un messaggio di David.Diceva "cosa, tu ti trasferirai a città del Messico? Perché non me lo hai detto prima? Anch'io riparto oggi per andarci".
Mi faceva ridere,perché nel messaggio sembrava arrabbiato,invece sicuramente era contento.
Ormai era ora di partire,Jacopo non si era visto, e non mia aveva neanche chiamata.
L'altoparlante ripeté per l'ultima volta di salire sul treno,era l'ultima chiamata,non potevo aspettare di più.
Ormai Jacopo faceva parte del mio passato, non si è presentato, non avrebbe più avuto notizie di me, era definitivamente finita.
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Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#
Teen FictionI genitori di Isabella e di James,decidono di fare un trasloco perché il quartiere in cui abitano è troppo pericoloso e hanno paura di lasciare i loro figli a casa da soli,quindi chiamano un baby sitter. Cosa succederà? Isabella sarà in grado di ten...