Mi amava.
Anche io lo amavo,ma era strano,io stavo andando via,e lui diceva di amarmi,senza pensare che si potessero creare problemi.
Già ci eravamo detti ti amo,ma quando ancora non sapevamo del trasferimento.
Lo amavo con tutta me stessa, non avrei voluto lasciarlo, come non avrei voluto lasciare i miei amici e il mio piccolo mondo, ma non era una mia scelta purtroppo.
La mostra era andata bene. Tanti collezionisti mi avevano chiesto di vendergli i miei disegni, erano rimasti entusiasti dei miei lavori,e avrebbero voluto averne degli altri.
Magari quello era il mio campo e sarei rimasta.
Ma era totalmente impossibile.
Quello era il mio ultimo giorno lì.
Cioè sarei partita il pomeriggio,avevo la mattinata libera perché a scuola c'era assemblea,e non andavo mai,con Selena andavamo al centro commerciale o a vedere un film.
Ma quel giorno era diverso.
Avrei passato la mattinata volentieri con Jacopo ma dovevo fare le valigie,che non avevo preparato prima perchè ero occupata a stare con Jacopo quei giorni. E poi dovevo ancora farmi la doccia e passare lo smalto sulle unghie.
Non potevo andare in giro con le unghie mangiucchiate e le rimanenze del precedente smalto.
Purtroppo Jacopo non sarebbe venuto quella mattina,perché c'erano mamma e papà...ed era tornato anche Sansone.
Non ci saremmo visti.
Forse sarebbe venuto alla stazione del treno.Magari.
James si stava "impiccando", cercando di fare le valigie,poverino non le aveva mai fatte prima di quel momento.
Io ero abituata,perché con il liceo avevo fatto tante gite fuori città.
In quel momento ero sola a casa, mamma e James erano andati a fare la spesa per il viaggio,le solite cose, qualche panino all'olio e un po di affettato di prosciutto o salame.
Papà invece era andato in banca a prelevare i soldi.
Andai a farmi la doccia. Mentre ero dentro sentii il campanello suonare.
Forse erano mamma e James, però avevano le chiavi.Mi finii di sciacquare la testa, mentre il campanello non smetteva di suonare, mi avvolsi in un asciugamano e scesi le scale.
Guardai nello spioncino. Dovevo immaginare chi era. Selena ovviamente, sapevo che sarebbe venuta a salutarmi.
«Selena che ci fai qua?» chiesi stupidamente.
«Ti voglio bene, e volevo passare un pò di tempo con te prima che partissi» disse lei abbracciandomi.
«Ma stavi facendo la doccia?» disse lei notando l'asciugamano avvolto su di me.
«Eh già» risi.
Salimmo nella mia camera, Sel si mise seduta sul bordo del letto mentre io mi misi a cercare qualche vestito comodo nella valigia.
Misi una tuta grigio scuro e una canottiera bordeaux e per sopra una felpa non troppo pesante,sempre bordeaux.
Poi presi il beauty case con gli smalti all'interno e lo poggiai sul letto.
Presi il mio colore preferito "azzurro" e la limetta, poi mi misi seduta alla scrivania e cominciai a dipingermi le unghie dopo averle limate per bene.«Come va con Jacopo?» mi fece l'occhiolino Selena.
«Se vuoi sapere se siamo arrivati a quel punto la risposta è si, ma non chiedermi come»dissi con disinvoltura.
Selena si mise a gracchiare dalla gioia,e comincio a saltellare per la stanza.
«Perché non mi hai detto nulla?» mi diede un pugno sulla spalla facendo finire lo smalto su tutto il dito.
«Ops!» disse facendosi scappare una risatina.
«Almeno vai a prendere l'acetone» dissi infuriata,ma anche un pò divertita.
«Vado subito» si mise sull'attenti facendo poi scappare una risata dalla mia bocca.
Dopo essermi tolta lo smalto di troppo, finii di dipingere le unghie e mi misi vicino a Selena aspettando che lo smalto si asciugasse.
«Tu invece con Jason?»
«Ancora niente, lo sai com'è Jason, uno all'antica...però i baci come li da, e mio dio se li sa dare» si passò la lingua sulle labbra.
«Ma quanto sei scema»
«E Jacopo come bacia?» diventai paonazza.
«Mmh...bene si...»dissi completamente imbarazzata.
«Certo solo bene...e invece...il resto?» mi morsi il labbro inferiore.
Erano domande da fare quelle?«Tanto non te lo dico...perché mai t'interessa, è il mio ragazzo non uno qualunque» dissi agitando le mani davanti al suo viso.
«Ma quando te ne andrai lo sarà e allora...» mi punzecchió con le dita.
«E allora niente! Perché noi ci amiamo, e mi fido di lui. Il nostro rapporto avrà vita anche a distanza» dissi sicura di me.
«Se lo dici tu...è pur sempre un ragazzo, e i ragazzi,beh...non te lo devo dire io. Lo sai come sono fatti» si spostò la frangia all'indietro.
Ovviamente anche quello che aveva detto lei era giusto, molto giusto, ma lui teneva a me,non dovevo preoccuparmi.
Sel mi salutò dicendo che doveva sbrigare delle commissioni per la madre e che cu saremmo sentite tramite skype o sul telefono.
Dopo qualche minuto arrivarono mamma, James, e papà.
Decidemmo di pranzare a casa e partire dopo le 16.00 perché così potevamo riposarci.
Dopo pranzo andai in camera mia, ovviamente non a riposare, ma a leggere.
Mi accorsi però che non ne avevo voglia e che avevo voglia di qualcos'altro, tipo di Jacopo.
Mi mancava così tanto, e poi mi aveva detto "ti amo" non si dimenticano certe cose e anch'io dovevo dirglielo,per l'ultima volta.Prima di partire.
Dovevo farlo alle 16.00 in punto, non prima e non dopo.
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Mi fido di te [in revisione] #wattys2019#
Teen FictionI genitori di Isabella e di James,decidono di fare un trasloco perché il quartiere in cui abitano è troppo pericoloso e hanno paura di lasciare i loro figli a casa da soli,quindi chiamano un baby sitter. Cosa succederà? Isabella sarà in grado di ten...