Capitolo 26

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Chasing him.

Wendy

Faccio pochi passi verso la casa, con le gocce di quella pioggia fredda che non smettono di cadere sul mio capo, scivolando lentamente anche sul mio viso. È meglio così mi dico, se mai dovessi versare anche una sola lacrima questa non si noterà. Nonostante la mia voglia sfrenata di allontanarmi da quello scontro mi inciti a compiere altri passi, a metà del vialetto mi blocco.

Che cosa sto facendo? Non è questo il modo di affrontare questo ostacolo. Per una volta devo farmi coraggio, anche se so non derivi tutto da me ma dall'alcool, e sfidare l'inevitabile.

Ho paura di esagerare e di non azzeccare le giuste parole ma voglio farlo, voglio dirgli come stanno le cose, voglio che capisca come mi sento.

Mi giro incurante di incontrare nuovamente i suoi occhi, di cui so per certo di aver visto solo la superficie e non quello che c'è più in profondità. Lo colgo di sorpresa, anche lui ha fatto dei passi verso di me ma e si è fermato. Ci studiamo a vicenda, lui che vede, si insinua con le sue iridi chiari là dove nessuno ha mai osato e io che ammiro solo quello che ha deciso che io possa vedere di lui.

"Perché mi fai questo?" È una domanda retorica perché io lo so, che l'unica motivazione è la sua paura più profonda di mostrarsi a me ma non lo ammetterà mai. Io non sono abbastanza forte per lui.

"Che cosa?" Stringo i pugni lungo i fianchi per la poca pazienza che mi rimane. Davvero non ha capito che cosa sta succedendo?

Sospiro con il fiato tremante e guardo altrove. È davvero tardi, fuori dalle case non c'è anima viva, solo i lampioni ai lati della strada da un po' di sostegno a quel silenzio. "Wendy, guardami." Mormora lui e lancio un'occhiata veloce quando noto i suoi piedi muoversi.

"Avevi chiesto la mia fiducia e tu non fai altro che nasconderti. Sei così buono con me ma non è questo che voglio. Voglio anche io una persona su cui contare ma tu... tu hai incasinato tutto." La mia voce esce debole ma le parole bastano per fermarlo anzi rimane in silenzio, il suo sguardo freddo mi guarda come se avessi detto qualcosa fuori dal comune. Quando sembra realizzare, si irrigidisce, mostrando una postura severa. "Lo sai..." non è una domanda, sono due parole riferite più a se stesso, che a me.

"Si, Bryan, lo so." Gracchio con voce tremante.

"Chi te l'ha detto?" Riconosco la rabbia dietro quel suo tono basso.

"Ti sembra questo il punto di questa faccenda?" Chiedo non riuscendo a capire il suo punto di vista. "Sei un idiota." Dico calpestando tutta la mia bontà. Mi giro, questa volta voglio andarmene per davvero.

"Wendy, aspetta!" Lui mi ferma raggiungendomi in pochi secondi. La sua grande mano avvolge il mio braccio, rischiando di far cadere la giacca. Con uno strattone cerco di liberarmi ma lui mi tiene stretta.

"Lasciami, cazzo!" Dico quasi strillando.

"Fammi spiegare." Cerco di liberarmi un'altra volta, tirando più forte. "No." Lui si avvicina di più, fin quando sono costretta ad alzare la testa per guardarlo.

"Mi avresti mai guardato allo stesso modo se avessi saputo le cazzate del mio passato? Lo avresti fatto, Wendy?" Chiede riducendo al minimo la distanza che ci separa. È così vicino che ho di nuovo il calore del suo corpo ad avvolgermi. Osservo i suoi occhi tumultuosi e vorrei aver solo immaginato ma il suono della sua voce mi sembra disperato. Non sembra nemmeno lui.

Mi fermo dal cercare di mettere una distanza fra di noi e lo guardo dritta negli occhi. "No, non credo ma almeno ti avrei guardato sapendo la verità, la tua storia, invece mi sembra di non sapere nulla di te." Ammetto tristemente e fa male esporre questa verità ma non c'è altro scampo, in quel lampo di tempo ogni sillaba mi sembra più che giusta.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora