Capitolo 13

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Trust

Wendy

Ho le guance così calde che mi sembra di averle esposte troppo a lungo vicino a una fonte di calore ardente. Sono ancora sul ripiano quando la persona che meno mi aspettavo di vedere in quel momento, fa il suo ingresso in cucina. Aaron e altri i suoi due amici si fermano quando notano la nostra presenza, il suo viso si indurisce. Forse è la mia posizione o la presenza di Bryan o forse entrambe ma so che qualcosa è scattato dentro di lui.
Guarda verso il sodano è piega le labbra in un sorriso che non gli ho mai visto fare. Non c'è cortesia e non c'è accoglienza. "Bryan, se ricordo bene hai detto che non potevi venire." Mentre parla la sua mascella è rigida e i suoi occhi stanno già sgranando l'uomo davanti a sé.

"Infatti era così." Il soldato si limita a dire quello e come sempre non mostra l'intento di dare spiegazioni a nessuno di ciò che fa. È fin troppo calmo e al contrario di mio fratello ha la solita maschera fredda ma basta quella per intimorire chiunque gli stia davanti.

Il suo coraggio è sempre più sorprendente ma lo stesso non vale per me. Non sono brava a mentire, soprattutto ai miei familiari perciò evito il contatto visivo con gli occhi di Aaron in caso volesse fare anche a me qualche domanda.

"Ragazzi vi dispiace lasciarci soli per un momento?" Chiedi ai due dietro di lui mentre passa gli occhi da me al soldato. Ho la sensazione che mio fratello non farà il finto tonto. Bryan non doveva farsi vedere insieme a me questa sera. Non se aveva detto di non venire e poi non avevo idea che fosse stato invitato ma se è qui non è certo per l'invito.

Quando i due ragazzi dietro mio fratello si guardano per quel secondo che basta per capire che è giusto lasciarci soli, Aaron ha già fatto due passi avanti verso di noi. In un secondo momento i due lasciano la stanza lasciano la stanza ma Aaron resta in silenzio.

Vorrei allungarmi e rifugiarmi fra le braccia di Bryan per non affrontare mio fratello ma resto immobile.

"Non è divertente." Dice lui con tono fintamente calmo quando si nota chiaramente che per non gli va affatto bene quello che ha intuito. "Wendy, torna in camera tua. Io e Bryan dobbiamo parlare." Mi ordina e a quel punto alzo gli occhi su di lui.
Parlare con Bryan? Che cavolo vuole combinare?

"Cosa? Perché mai dovresti, tu non-" le mie parole vengono bloccate sempre dal suo tono che diventa gradualmente più duro.

"Io non cosa? Non pensare che abbia frainteso." Dice facendo un altro passo verso di me e il mio cuore scatta. "Guardati, cazzo, conosco quello sguardo perso. Sono un uomo, non perdermi in giro!" Spiega con sempre meno pazienza ma quando sto per ribattere, il soldato mi copre la visuale con la sua ampia schiena mettendosi fra me e Aaron.

"Aaron, non dovevi parlarmi?" Gli chiede e non aspetta risposta un secondo dopo è girato verso di me e prende il mio viso fra me mani.
"Va tutto bene." Dice piano con tono rassicurante poi si abbassa fino al mio orecchio. "Prendi quello che ti serve e aspettami fuori, ok?" Sussurra bruciando tutto corpo con quelle parole. Mi prende a casa sua?

"Tenente, io sono qui!" Mio fratello quasi urla dietro le sue spalle.

"Ve bene." Acconsento e prima che provi a saltare giù, Bryan mi afferra e mi fa scendere delicatamente a terra. Alzo il capo senza vergogna e supero sia lui che Aaron e vado diretta in camera mia.

I due rimangono lì ma non sono preoccupata, il soldato sembra duro ma non farà mai del a mio fratello ma non posso dire lo stesso di quest'ultimo. Era proprio di questo che avevo paura prima di svelare il nome del mio ragazzo a questa famiglia anche se forse Aaron sta esagerando. In un momento mi fermo sulle scale chiedendomi se dovrei tornare lì e fare qualcosa ma non saprei che fare. Bryan non sembrava affatto turbato dalla reazione di Aaron, come se sapesse già cosa dire per calmarlo. Ed è quello il motivo che mi fa continuare la mia marcia verso ma mia stanza.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora