Capitolo 41

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Our Love.

Wendy

Non ho potuto fare a meno di dirgli come io mi senta veramente. Mi sono lasciata andare perché in queste due settimane ho avuto troppa speranza ed è stato solo in questo momento di debolezza che ho realizzato quanto mi sembrava tutto così invano. Lo tengo stretto fra le mie braccia come se non fosse lui la causa di queste stupide lacrime con cui oltre a rigare le mie guance, bagno la sua maglietta dal familiare odore che non si toglie mai di dosso. Un odore che ho quasi la sensazione di poterlo riconoscere fra mille. Tutti i miei pensieri cupi si interrompono però, tutto quanto si ferma, il mio cuore, il mio respiro e il dolore quasi arriva alla sua fine quando la sua voce pronuncia una parola che non sentivo da troppo tempo.

"Cerbiatta!" Quella parola, sentirla dopo settimane non sembra nemmeno reale. Non mi rendo nemmeno conto di mettere da parte il buio, la pioggia e i tuoni che sembravano solo l'inizio di una nottata dettata dall'inferno.  Sollevo la testa, premendo la mano sul suo torso dove sento il suo battito sotto il mio palmo e in mezzo a nient'altro che buio cerco le sue iridi.

"Tu..." non so nemmeno cosa dire. "Cosa hai detto?" Domando sussurrando. Ho bisogno di una conferma. Ho bisogno di certezze.
Lui alza la sua grande mano sul mio volto, passando il pollice sulla mia guancia bagnata da quelle lacrime salate. Ho la sensazione che anche lui sia molto confuso, quasi incredulo.

"Ti ricordava il coniglio, quello di Alice nel paese delle meraviglie... Era questo il motivo per cui gli sei corsa dietro?" Chiede sollevando la mia testa e il mio petto da infinite insicurezze e pesi che si erano accumulati.

Mi trema il labbro inferiore quando apro la bocca per rispondere. "Sì, Bryan, era quello il motivo." Sussurro con i miei occhi che si inumidiscono e il mio cuore che sembra sciogliersi di nuovo. "Sì, era quello." Ripeto felice, appoggiandomi al palmo della sua mano calda ancora su un lato del mio volto. "Che altro ricordi?" Chiedo con quella poca speranza che sembrava mi stesse abbandonando. 

Lui alza anche l'altra mano, mettendo dietro il mio orecchio una ciocca di capelli. Vedo un mezzo sorriso a quella domanda ma poi aggrotta la fronte come se qualcosa di spiacevole lo avesse stravolto all'improvviso. "Io...credo di aver perso la foto nell'incidente. La stavo guardando quando è successo..." Mormora come se fosse quella la parte più tragica di tutto l'accaduto.

Appoggio le mie mani sopra le sue e in mezzo all'oscurità, il mio sorriso si allarga se pur colmo di un lieve rammarico. "Non hai bisogno di una foto, Bryan." Sussurro, avvicinandomi a lui. "Sono così contenta..." Dico in un sospiro liberatorio. Appoggiando la mia fronte sulla sua, chiudo gli occhi solo per un secondo, solo un attimo per ricompormi ed elaborare a pieno tutte le emozioni che sento all'unisco e mi fanno battere il cuore con sempre più grinta.

"Vuoi che trovi qualcosa per illuminare la stanza finché non torna la luce?" Chiede Bryan ma ormai quel problema è passato in secondo piano da troppo. 

Scuoto la testa e apro gli occhi, allontanandomi di qualche centimetro dal suo volto, lasciando solo un soffio d'aria fra di noi, fra la vicinanza delle nostre labbra. "Non importa, va bene così." Rispondo e spinta dall'impulso gli lascio un bacio su quelle labbra soffici e calde. Un tocco pigro e delicato che ripeto finché Bryan non prende il sopravento di quel mio gesto e lo trasforma in qualcosa di più profondo e travolgente. La sua lingua invade la mia bocca ma non ha fretta, nessuno dei due sembra essere intenzionato a terminare questa passione lenta e piena di tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altra. Il rumore della pioggia in sottofondo e i leggeri tuoni sono gli unici segni che non mi fanno distrarre troppo dalla realtà anzi mi sento in bilico fra piacere e incredibile volontà di non smettere neanche un secondo di allontanarmi da lui. Passano Infiniti minuti prima che quel bacio con mio grande rammarico si interrompa. Mi faccio di nuovo piccola vicino a lui e appoggio nuovamente la testa sul suo duro e muscoloso petto e Bryan ci copre entrambi con la coperta. Lo abbraccio ancora volta, lasciandomi avvolgere dal suo forte braccio attorno a me. Non esiste sensazione più viva di questa penso. Quando chiudo gli occhi però mi sorge solo una questione che voglio mettere in chiaro dentro la mia mente. "Bryan..." Richiamo la sua attenzione parlando con voce flebile.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora