Capitolo 18

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Time.

Wendy

Fisso i miei occhi grandi e curiosi nello specchio davanti a me, nel silenzio di chi ha appena sperimentato l'altra faccia del piacere. L'ho fatto, mi dico mentre osservo il grande sorriso che si allarga e il cioccolato nei miei occhi si scioglie. Seguo attentamente la linea del mio collo incontrando tre puntini rossi e alzo la mano per toccarli. Testo quella pelle bollente e rabbrividisco pensando alla bocca sensuale e umida del tenente su di essa.
Bryan Rogers mi sta sconvolgendo la vita troppo velocemente. Sta prendendo tutto poco alla volta svelando ai miei occhi il sublime sentimento di essere desiderata eppure sento che qualcosa manca.

Tutto di lui era il fulcro di qualcosa di troppo bello e ora capisco il motivo. Non si è ancora aperto con me. Mi ha sempre chiesto di fidarmi di lui ma lui non si è fidato di me per parlare di suo padre. Ingenua, ecco sono. Semplicemente ingenua. Potrei sorridere all'infinito perché non potrei mai credere che uno come lui mi farebbe del male oppure oserebbe prendersi gioco di me ma non ho ancora afferrato tutto di lui...

Esco dal bagno, lasciando quella povera ragazza in combutta dentro quello specchio. L'asciugamano ancora attorno al busto, lo stringo bene, aspettandomi di vedere Bryan ancora in camera ma la stanza è vuota. Rivolgo i miei occhi al letto, volendo guardare l'ultima traccia della mia verginità ma le lenzuola sono state cambiate.

Per quanto continuerai a stupirmi, Bryan? Perché mi rendi felice anche quando sono arrabbiata con te per non avermi risposto a quella stupida e importante domanda?

Lascio lì le mie emozioni, pretese, insicurezze e mi vesto velocemente per uscire da quella stanza che mi da ancora le vertigini. Scendo le scale con gambe deboli e più mi avvicino alla cucina da cui provengono piccoli rumori, più il cuore batte. Guardarlo negli occhi dopo avermi appena suscitato la sensazione più strabiliante che abbia mai provato sarà un'impresa.
Mi fermo allo stipite scorrendo i miei occhi sulla sua grande figura in movimento. A terra, il pavimento è pulito senza alcuna traccia di vetro. Il bicchiere sembra non essersi mai stato rotto. Sul bancone in marmo, una tazza fumante è poggiata vicino a un piccolo piatto con alcuni biscotti dentro.
Vorrei ridere di fronte alla sua premura. È difficile immaginare che un uomo grande e freddo come lui abbia così tanto affetto da dare. La mie gambe vacillanti si muovono da sole quando eliminano la distanza fra me e lui. Lo abbraccio con il cuore che batte a un ritmo lento e armonioso. Il suo corpo rimane fermo per il mio gesto improvviso.
"Come ti senti?" Chiede e il mio cuore sembra fermarsi. Perché mi è sembrato combattuto? Sciolgo l'abbraccio e lui si gira con i suoi occhi argentei e freddi, puntandogli nei miei. "Ti ho fatto male?"

Una risata involontaria esce dal profondo del mio cuore. "Bryan, sei stato fin troppo gentile." Sussurro e allungo la mano verso il suo volto per accarezzare la sua guancia leggermente ruvida.
La sua grande mano la afferra e l'angolo della sua bocca si alza in un mezzo sorriso da togliere il fiato. "Vuoi fare uno spuntino?" Chiede accennando verso quella tazza.
"Volentieri, grazie."
Appena prendo posto, circondo la tazza con le mani e la attiro più vicino. "È per questo che siamo venuti qui?" Chiedo scherzando e in vena di ignorare l'emergere di quei dubbi che ho chiuso a chiave prima di compiere questa pazzia.

Afferra la mia ironia in fretta e si lascia andare a una piccola e rara risata. Si siede vicino a me e prende un biscotto. "No. Non era assolutamente fra i miei piani. Volevo solo passare un po' di tempo insieme prima di partire ma sei diventata impossibile da resistere, cerbiatta." Finisce con malizia la frase per poi mordere quel biscotto con estrema voluttà.

"E se ti avessi detto di no, tenente, cosa avresti fatto?" Stuzzico il suo orgoglio con gli occhi che seguono la sua bocca mangiare quel dannato biscotto.
Mi guarda senza perdere quella luce ardente nei suoi occhi e fa un ghigno, avvicinandosi di poco. "Avremmo comunque potuto combinare altro." Mormora e da un altro morso al biscotto. La sua risposta come sempre mi manda in tilt e come ogni volta è un catalizzatore per il mio povero cuore. Lentamente abbasso gli occhi e mi concentro sul mio thè.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora