Capitolo 32

5.7K 233 39
                                    

Dilemma

Wendy

Mi faccio forza e, con piccoli passi e un sorriso copiosamente sicuro, mi dirigo verso la porta sul retro della casa. Devo lasciare perdere, mi dico, devo mettere da parte quelle parole, non hanno alcun senso...

Fuori, in mezzo a quella che non è più una festa di mio gradimento, poso gli occhi su qualcosa che mi congela il sangue. Bryan è in compagnia di Melanie e stanno parlando, ma non è quello il problema, lei alza una mano con disinvoltura e la posa sull'avambraccio del soldato, sorridendo con espressione luminosa.

Merita qualcuno molto di più alla sua altezza...

E se fosse così? So, che ne abbiamo parlato e lui avrà pazienza con me ma se non dovessi mai cambiare? Se invece lui volesse davvero qualcuno che gli dia tutto quello che io al momento non posso dargli? Mi sento sbagliata, in quel poco tempo, in quelle poche parole di quella donna mi sento semplicemente sbagliata...

A disagio da tutto ciò, retrocedo abbattuta, lasciando momentaneamente tutto al di fuori della mia portata. Esco fuori da quella casa, e mi siedo sul primo gradino delle scale, in solitudine. Ormai la musica in sottofondo mi infastidisce e non posso fare a meno sentire le parole di Melanie saltare da un angolo all'altro della mia mente. Appoggio la testa sulle ginocchia e chiudo gli occhi cercando di far zittire quelle insinuazioni.

Scuoto la testa dandomi della stupida. Che cosa faccio qua fuori?
Non posso commettere questo errore. Perché mi arrendo così facilmente? Io lo amo e lui mi ha dato la possibilità di scegliere i miei tempi. Non devo farmi influenzare in questo modo da parole che non hanno un minimo di senso.

Quando imparerò a mettere da parte questa codardia?

Sto per alzarmi e andare dentro e guardare in faccia quella donna ma qualcuno si siede al mio fianco. Lentamente vedo quelle gambe lunghe fasciate dai jeans scuri, arrivare fino terzo gradino. È Bryan. Sollevo il capo per guardarlo. "Che ci fai qui, da sola?"  Chiede e nel profondo sento il sollievo nel vederlo qui, accanto a me e non vicino a quella baldracca. I suoi bellissimi occhi argentei mi scrutano attentamente e io sorrido inconsciamente, troppo felice.

"Volevo vedere le stelle." Rispondo, trovando l'unica scusa che ho fra mille cose che mi passano per la testa.

Lui porta il suo sguardo al cielo e lo stesso faccio io. Non c'è molto da vedere, le stelle sono nascoste dalle nubi che probabilmente porteranno la pioggia durante la notte. Una brezza d'aria piuttosto fresca passa, muovendo l'albero davanti al vialetto e poi fra i nostri corpi. Ho un brivido e mi stringo nelle spalle.

"Hai freddo?" Chiede Bryan ancora una volta troppo attento a ogni mia mossa, il che non mi dispiace.

"Un po'." Dico e lui senza rispondere, si avvicina di più e mi circonda con il suo forte braccio. Appoggio la guancia contro di lui, sentendone subito il calore del suo corpo circondarmi e respirando a pieni polmoni il suo profumo di pulito che si mescola all'odore della notte, è un mix che senza dubbio rimarrà impresso per sempre nella mia mente.

Vagamente mi rendo conto di mettere da parte le parole dette da quella baldracca e ne sono grata. Sono grata che accanto a lui tutti i miei tumulti si dissolvono così facilmente.

Chiudo gli occhi, sentendo il suo cuore battere e per ogni rimbombo vorrei fosse tutto più facile ma essere felici a quanto pare ha sempre un prezzo.

Fra i miei ricordi più remoti, trovo qualcosa che mi fa ridacchiare involontariamente. Tutta questa situazione è molto simile alla prima volta che ho sentito il suo corpo potente contro il mio, ed era successo esattamente in questo modo.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora