Maybe mine or maybe not.
Wendy
Sono appena le sette di sera quando l'aereo atterra all'aeroporto di Boston, il più trafficato da queste parti. Le parole di André mi ronzano nella testa e non faccio altro che cercare di elaborare il tutto mentre passo in mezzo alla gente, puntando occhiate veloce alle decorazioni natalizie ancora appese ad ogni angolo di quel grande ambiente.
"Bryan è tornato ma si trova in ospedale." sono state le parole successive che mi hanno fatto scattare in piedi dal letto con il panico imminente e il gelo che sembrava rubarmi la terra sotto i piedi. "Ma non temere, non è nulla di grave." Aveva aggiunto subito dopo e ho ricominciato a respirare se pur neanche quelle parole mi hanno sollevato. Non ho dovuto pensare due volte prima di prendere il prima possibile un volo per venire qui. Ho avvisato poche persone con messaggi veloci e la crescente ansia derivante da quella dannata parola, ospedale.In appena mezz'ora, il taxi mi porta davanti all'edificio dove Bryan è stato ricoverato insieme a tutta la sua squadra. Non hanno detto molti dettagli sull'accaduto mi aveva detto André, per questione di segreto della missione ma ormai quello è poco rilevante. Una volta dentro, chiedo di Bryan Rogers a una delle donne indaffarate dietro il grande banco rotondeggiante e ho subito una risposta.
Prendo l'ascensore in fondo alla grande hall e salgo subito al quarto piano. In fondo a un lungo corridoio noto subito la figura di André intento ad entrare dentro a una delle stanze. A passi falcati avanzo verso di lui. "André." Lo chiamo e lui si ferma con la mano sulla maniglia e si volta verso di me.
Sgrana gli occhi. "Wendy, sei arrivata in fretta." Dice chiaramente sorpreso ma non ho tempo di spiegarli con quale velocità e assenza mentale ho preso le decisioni in quelle ultime dodici ore.
"Bryan è lì dentro?" Chiedo con le mani che sudano freddo e il cuore che non ha mai spesso di martellare come impazzito.
Lui guarda la porta chiusa e risponde. "Sì." La apre e si fa da parte per farmi passare.
Odio dover mettere piedi in un'altra stanza d'ospedale ma facendomi forza, oltrepasso la soglia e neanche due passi dentro, in mezzo ad una luce debole e il rumore di un macchinario ronzante mi fermo per fissare il soldato steso e inerme sopra quel orribile letto impersonale. L'unico sollievo che trovo è il movimento del suo torace che si alza lentamente su e giù per ogni suo respiro. Non so cosa pensare in quell'istante se dovrei esserne felice o inorridita di averlo in questo stato davanti a me. Sento un tocco sulla mia spalla e mi volto verso André, che sta al mio fianco, rassicurante e paziente. Immagino già cosa si sta tenendo dentro. Suo padre che combatte per la vita dall'altra parte del paese e ora suo fratello e in queste condizioni, forse dovrei essere io a sollevare lui e non il contrario. "Tranquilla, come ho già detto, si riprenderà, sta solo dormendo. Ha subito una commozione cerebrale e una frattura alla gamba ma per il resto sta bene." Spiega con un tono di voce dolce poi sorride. "Non dubitare mai di quel cattivo gigante." Aggiunge e io sorrido nonostante tutto.
Torno di nuovo a guardare il volto dormiente e rilassato del soldato e mi asciugo una piccola lacrima all'angolo dell'occhio, annuendo per il suo ottimismo. Faccio un piccolo passo verso il letto poi un altro e mi siedo sulla poltrona di un orribile colore arancio scuro, vicino ad esso. Lascio cadere la mia borsa a terra e titubante cerco di spronarmi a reagire come una persona normale e non restare impalata e piuttosto incredula davanti a lui.
"Vi lascio soli." Dice André prima di uscire dalla stanza e dare inizio a un silenzio non del tutto gradevole. Mi concentro sul suo respiro e passo gli occhi sul suo corpo fino alla gamba sinistra ingessata. Domande su domande affollano la mia mente ma non è su questo che dovrei concentrarmi mi dico e ritorno a guardare il suo volto. Sulla linea destra della sua mascella un brutto graffio mi fa alzare la mano ma quando arrivo vicino, evito di sfiorarlo, toccando solamente la sua guancia. Come sempre la sua pelle è calda e più abbronzata.
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La Cerbiatta Innamorata.
Чиклит➡️ La storia revisionata è disponibile su Amazon. (Ebook, cartaceo e kindleunlimited.) Wendy Miller è una giovane cuoca che lavora al Leo's Diner, il locale di suo zio, dove coltiva il suo più grande sogno: aprire un ristorante tutto suo lontano dal...