Capitolo 36

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Ti odio.

Wendy

"Steve, non puoi fare finta di nulla." Sento la voce di mia madre, nonostante il buio e la sensazione di pesantezza. La sua voce è flebile e mi arriva all'improvviso, interrompendo un sogno che non ricordo più.

"Karol, ti prego..." Sento anche mio padre e quel suo tono lo riconosco fin troppo bene. È stanco, forse esasperato.

Non capisco di cosa parlano e per quanto vorrei svegliarmi e far parte della conversazione mi sento lievemente stordita per aprire gli occhi.

Percepisco un altro rumore nella stanza e quel piccolo indizio di una porta che si apre mi fa capire che non sono in un luogo che conosco e questo mi lascia molto perplessa. Per un secondo un leggero panico mi assale e non ho più scelta che svegliarmi del tutto ma mi fermo dal farlo quando sento nuovamente la voce di papà. "Leonard!" 

Lo zio? Che ci fa qui anche lui?

"Come sta?" Chiede lui e come gli altri due parla piano, ma nonostante quello la loro voce non mi sfugge.

"Per fortuna, non è nulla di grave. Un brutto taglio, sono arrivati in tempo sul posto..." Risponde papà ma poi si ferma, sento il suo sospiro inalato con pesantezza. Qualcuno si è fatto male? "Leonard, tu che ne pensi di quello che ha fatto lui? Abbiamo saputo delle cose sulla sua fedina..." Aggiunge rendendo il suo discorso sempre più indecifrabile. M sforzo meglio di mettere insieme quelle parole. Fedina ha detto? Non starà parlando di...

"Io lo sapevo, Steve." Lo zio interrompe sia papà che i miei pensieri. Nonostante io sia ferma, il mio cuore comincia a rimbombare fortemente e mi sembra di sentirlo pulsare nella testa e fa male.

Che accidenti sta succedendo? Come hanno fatto mamma e papà a sapere della fedina del soldato?...E soprattutto perché lo zio ne è a conoscenza?

"Tu sapevi del passato di quel ragazzo e hai lasciato che mia figlia continuasse a frequentarlo?" La voce di papà si alza e finalmente trovo un filo conduttore nella mia mente. Ricordo l'appuntamento, le foto, Greg e il sangue.

Questo è un incubo...

"Come hai potuto, Leonard?" Mia madre ha una voce strillante e scommetterei tutto che il suo volto e furioso.

"Steve, Leo, per favore, non fate così." Questa è la voce della nonna. Era sempre stata qui? Hanno fatto una riunione di famiglia solo per giudicare il soldato?

"Non le permetterò di continuare e frequentare uno come lui." Le ultime parole di mia madre, mi fa stringere le mani in pugno. Siamo di nuovo al punto di partenza, mi dico. Ancora una volta, mettono piede dentro il mio spazio vitale e credono di avere questo potere su di me. Sento il fastidio insinuarsi sotto la mia pelle e d'un tratto questa questione non riguarda più Bryan ma loro.

"Karol, calmati adesso, prima dobbiamo parlare con Wendy..." La nonna come al solito cerca di rimediare ma questa volta ne ho abbastanza.

"Fatte silenzio." Gracchio con la gola secca mentre apro gli occhi e mi scontro con gli sguardi delle troppe persone in quella camera d'ospedale. Sono troppo sconvolta dalle loro parole per poter dare peso al fatto che io sia qui o che sento la mia testa fasciata.

"Wendy, tesoro, come stai?" Mia madre si precipita verso il letto dal fondo della stanza, con quel cipiglio di tenerezza negli occhi che ora non voglio vedere. La prima persona da qui voglio avere delle risposte è lo zio, l'unico che tengo bloccato con i miei occhi.

"Da quando lo sai?" Chiedo non sopportando tutto ciò che mi circonda al momento. È tutto maledettamente incasinato e non ho dovuto muovere neanche un muscolo per ottenerlo. La mamma si ferma vicino al bordo del letto e resta immobile.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora