Capitolo 24

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Inutile.

Wendy

Fra tutte le cose possibili immaginabili, questa era l'ultima domanda che mi aspettavo da parte sua. Osservo il suo profilo sicuro più confusa che mai. "San Francisco?" Ripeto stupidamente incapace di arrivare a una spiegazione logica. Perché vorrebbe mandarmi così lontano?

"Si." Risponde convinto continuando a guidare sulle strade mai deserte di questa città. È una bella serata a discapito delle piogge previste per la prossima settimana ma non è un bel momento per una conversazione che darà inizio a quello che ho sempre voluto. Almeno, volevo finché lui non è entrato nella mia vita e ora mi vuole persino mandare in una città che mai avrei pensato di raggiungere o preso in considerazione di farlo.

"Bryan, è sulla parte opposta del paese." Affermo ridendo nervosamente malgrado io non abbia alcuna voglia farlo. "È troppo lontano." Aggiungo con uno strano senso di abbandono. Il suo volto però rimane un enigma, non riesco a capire che cosa gli passi esattamente per la testa in questo preciso istante.

Gira l'angolo dell'isolato e da lì a poco arriveremo a casa sua. "Esatto, è lontano ed è la città ideale per chi vuole mettere radici." Mormora sprovvisto di ogni dubbio nel suo tono di voce.

Ha davvero preso sul serio le mie parole, le mie intenzioni così scaltre.

Davvero vuole che vada lì? Non gli importa di noi? "Ma in questo modo ci sarà difficile..." non riesco a dirlo, forse ho semplicemente frainteso le sue parole.

Lui mi scruta per un secondo e sorride. Appoggia la sua grande mano sulla mia coscia e stringe. "Ci andremo insieme." Dice come se fosse la cosa più ovvia a cui potevo pensare ma non è così.

"Insieme? Bryan non sentirti obbligato a farlo, solo perché lo voglio io. Ti sei trasferito da poco qui, hai la tua casa, i tuoi amici. Potrei semplicemente cambiare idea." Mi affretto a farlo rimanere con i piedi per terra. So che è determinato quando prende le decisioni ma questo è troppo, non può rinunciare a tutto per me.

"Obbligato?" Chiede girando ancora una volta il capo per sbirciare il mio volto. "Io lo faccio perché lo voglio, cerbiatta, e non è detto che lo faremo subito. Lo faremo quando arriverà il momento, quando sarai sicura di quello che fai." Spiega e per quando vorrei esserne felice della sua comprensione mi sembra comunque tutto troppo assurdo. Chi accetterebbe così velocemente una tale decisione? Mi aveva detto che tutta la sua fretta derivi dal lavoro che fa ma è comunque irrazionale pensare a quanto sia disposto a perdere solo per esaudire i miei sogni. Per qualche istante penso alla possibilità che non sia solo per me questa sua scelta ma anche per lui. Ma se fosse così, il motivo quale sarebbe?

Prima che la macchina si fermi nel vialetto, metto da parte i miei dubbi. "Io...ci penserò su." Dico sorridendo e appoggiando la mia mano sulla sua. È bello nonostante tutto sapere che lui rimarrà al mio fianco sempre in qualsiasi momento, a qualsiasi condizione.

Dopo quella sera, per quanto vorrei soffermarmi su quella conversazione, passo le giornate a pensare ad altro. Non perché non lo voglia ma perché ho ancora bisogno di tempo per schiarirmi bene le idee. Non mi sono mai messa fretta e questo mio modo di fare e di agire è contraddittorio agli impulsi di Bryan. Questa volta però resto con i piedi saldi e ritorno alla solita routine, il mio lavoro, la famiglia, gli amici e alla parte che mi fa sorridere ogni giorno di più: Bryan.

Domenica passo la giornata insieme a lui, lo accompagno per fare alcuni acquisti, facciamo un giro in centro e una passeggiata vicino al porto. La sera prepariamo la cena insieme e scopro un fatto che mi sorprende e non di poco, il mio tenente è pessimo a cucinare. A parte le solite uova e il bacon, preparare del vero cibo non è un suo forte.

La Cerbiatta Innamorata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora