Pelle viva

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5200 parole sgorgate direttamente dalla mia anima. Vi regalo questo capitolo sperando di soddisfare ogni vostra richiesta, e di rendere giustizia alla solita attesa.

Ascoltate una canzone mentre leggete questo capitolo. Fidatevi di me. Fatelo. Una canzone che vi piace, una canzone d'amore che vi accompagni nella lettura. Spero vi piaccia.

(Vi prego di farmi notare eventuali errori di battitura. Il capitolo è lungo e potrebbero essermi sfuggiti.)

La mia improvvisa presa di iniziativa dovette stupirlo: Harry reagì al mio dolce assalto con un grugnito basso, sorpreso, e il suo corpo si irrigidì sotto la pelle di velluto.
Non riuscii a biasimarlo, perché dopotutto appena un attimo prima mi aveva vista lottare contro deliri di disperazione che minacciavano di piegarmi le ginocchia contro il pavimento; tuttavia quella sensazione scomoda di disagio, come un formicolio bruciante dentro le ossa, ancora non accennava a diminuire.

Forse era proprio per quella ragione che mi ero sollevata sulle punte dei piedi ed avevo schiantato impunemente ogni mio briciolo di rabbia e di ostinazione contro la sua bocca, chiudendola tra le mie labbra tremule.

Le baciai col respiro bloccato tra i denti, a dibattersi tra le guance, e pregai che lui non mi respingesse, che si lasciasse aggredire dal mio disperato bisogno di amore. Lo abbracciai, gettandogli le braccia al collo, e sentii il sapore delle mie lacrime farsi spazio in quel bacio umido e tremante.

Avevo la mente annebbiata, la coscienza stordita in un mare allucinazioni, e in uno slancio di panico mi ero aggrappata a lui con ogni forza come se Harry, in quel momento, fosse diventato l'unico capace di tirarmi fuori dall'abisso che minacciava di divorarmi.

Era ancora lì, alle mie spalle, e i suoi mostri mi sibilavano addosso parole ostili e umilianti - mi graffiavano le caviglie, volevano tirarmi giù...ma non ci sarebbero riusciti nemmeno quella volta.

Perché in quell'istante percepii il respiro di Harry esplodergli nel petto. Si sciolse così, d'improvviso, in quel modo tutto suo che aveva di gridare resa e accettare la sconfitta.
E allora un sollievo sconfinato mi bruciò la bocca dello stomaco quando le sue mani si chiusero possessivamente sulle mie scapole strette, e le sue dita affondarono nella mia carne come se non avessero atteso altro che una simile possibilità.

La sua bocca si spinse urgentemente contro la mia, rispondendo al bacio, e un gemito sottile mi schiuse le labbra quando avvertii il suo respiro intensificarsi e spezzarsi sulle mie guance bagnate.

Quello era il modo migliore che Harry conosceva per comunicare con me. Non aveva altri mezzi a disposizione che gli dessero coraggio a sufficienza, le parole lo mettevano in difficoltà, gli vibravano stonate sulla lingua - ma le sue mani erano calde e sempre pronte a parlare per lui, a darmi conforto più di quanto non riuscisse egli stesso. Quindi le lasciai scorrermi addosso, sulla schiena, attorno ai fianchi e alla base del collo; e la sua bocca sprigionò un calore più intenso quando si aprì come un bocciolo in fiore, pronta a invadermi con passione.

Avrei voluto pronunciare il suo nome. Avrei voluto poter rispondere agli affondi spietati della sua lingua, e avrei voluto avere forza a sufficienza per non cominciare a indietreggiare nel momento in cui Harry aveva iniziato ad avanzare verso il proprio letto, senza interrompere il bacio.

Ma la sua stretta mi intossicò, stordendomi, e ogni pensiero, negativo o positivo che fosse, sdrucciolò via, lontano da quella stanza.

Tra quelle pareti eravamo gli unici ad esistere. Jenna scomparve, e portò con sé le conseguenze del mio gesto avventato, anche se solo per quella sera ormai silenziosa. Nulla aveva più importanza all'infuori di lui, del suo bacio, dei suoi palmi immobili sulla mia spina dorsale, il suo affanno, la linea netta e decisa delle sue palle che mi nascondeva al mondo e a me stessa.

sangue nell'acqua [hs]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora