Quando il respiro di Harry smise di tribolare, la sua presa si fece meno aggressiva e disperata, e con uno spasmo tremulo le sue dita si ammorbidirono tra i miei capelli e sulla mia pelle. Fu come vederlo acquietarsi di schianto, sciogliersi in una vampata di calore, e il suo corpo, adesso rilassato, si premette sul mio con languore e rassegnazione, plasmandosi sulla mia pelle, adattandosi alle mie curve.
La tempesta si sopì assieme alla rabbia e al risentimento - rimasero sulle nostre mani soltanto le cicatrici. Soltanto quelle tracce profonde del dolore che avevamo gettato l'una addosso all'altro, e adesso quel desiderio folle di starsi vicini per non spaccarsi, per non dover soffrire ancora quella lontananza irragionevole.
Avevamo già dimenticato tutto il resto: in quel momento, prima e dopo il quale null'altro esisteva, soltanto le nostre debolezze avevano importanza, e con mani ancora sanguinolente tentavamo di metterle a tacere, e quel bacio, quell'abbraccio convulso, parve riportare ogni cosa al proprio posto.
Solo allora compresi la forma e il colore delle emozioni che Harry mi procurava, il loro spessore, il profumo vivido di stelle e di cielo che le avvolgeva in un placido abbraccio.
La verità era che soltanto le mani di Harry, per quanto indelicate e ingorde, potevano colmare i vuoti che mi portavo dentro, e solo la sua stretta convulsa gridava la necessità di tenermi ancorata alla realtà, di accettarmi per quello che ero, acqua, ma pregando di sopire la tempesta, le onde, le correnti selvagge, e di indurmi a restare, di essere primavera, di mettere radici.
E lui, lui che era sangue, tentava in ogni modo di adattarsi alle mie curve morbide, e nel bacio che germogliava sulle mie labbra come un bocciolo in fiore avvertii tutto il bisogno che aveva di chiedermi perdono.
Ma a stracciare l'aria, feroce scossone, fu la voce di Jake. Un fulmine a ciel sereno che eruppe con rabbia in quella nube rarefatta di sospiri e carezze, e che mi tese il corpo come una corda di violino.
A quel punto le braccia di Harry, in un impeto di disperazione e affanno, si fecero soffocanti, e i suoi baci distratti, frettolosi.
«Harry.» mugolai, irta come un gatto, stretta nel suo abbraccio convulso. Affondai le unghie nelle sue spalle tremebonde e tentai di allontanarmi dalla sua bocca che continuava a cercarmi, che mi baciava il mento, la gola, la giugulare.
«Harry, per favore.»
L'incantesimo si ruppe. Le mie palpitazioni impennarono, il sangue mi tinse le guance di rosso porpora, e in quel disastro di sussulti e baci riuscii a strapparmi dalla stretta di Harry poco prima che un Jake trafelato facesse il proprio ingresso nella stanza.
Ci trovò così, due statue di sale: io, rigida e affannata, con il vestito stropicciato sui fianchi e il trucco colato sotto gli occhi, ed Harry che gli dava le spalle, le braccia tese, irte, il respiro come un ruggito nel petto tribolante di leone.
«Jake.» buttai fuori, io come un fascio di nervi. I suoi occhi trovarono prima le mie mani, stropiccio di dita tremanti, e poi il mio volto contratto; la mia voce aveva tradito le mie emozioni, vi trasparivano panico ed agitazione.
«Va tutto bene? Sei scappata d'improvviso-» un ansito stracciato gli strinò il respiro dopo una corsa frettolosa. Si poggiò allo stipite della porta, fiacco, e respirò a fondo quel profumo di caos.
Io ero un mare in tempesta, e le mie onde avevano rovesciato tutto ciò che mi portavo dentro; mi convinsi che se non avessi smesso immediatamente di ansimare il mio cuore si sarebbe atrofizzato, riducendosi ad un pugno di sabbia.
Eppure Harry era lì, proprio di fronte a me, irrimediabilmente distante e irraggiungibile, con la testa bassa, i capelli ad adombrare i suoi lineamenti cupi, la linea netta delle spalle che un poco sussultava. Ma lui si rifiutava di guardarmi, come bloccato sui propri passi, i pugni stretti lungo i fianchi, la mascella contrita e stretta.
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sangue nell'acqua [hs]
FanfictionHarry era questo, Harry era una carezza e uno schiaffo. Due occhi incastrati in un volto troppo cupo per meritare quella vitrea freddezza, quello scorcio di cielo gettato sul suo viso serio, distorto in un'espressione di puro sdegno per la vita - c...