Leggete lo spazio in fondo, è molto importante. x
A legare me ed Harry era un filo sottilissimo, una connessione fragile e preziosa che tremava insieme a noi, riflesso delle nostre incrinature.
Il tempo si era rivelato essere il miglior compagno di viaggio.
Lui mi aveva permesso di scorgere, seppur in minima parte, il vero volto di Harry. E io, ora, finalmente capivo.
Nonostante conoscessi soltanto ciò che Harry mi aveva concesso di vedere, potevo percepire le sue sfumature con maggiore concretezza, come se, dentro di me, i suoi gesti avessero finalmente assunto un senso proprio.
La sua iniziale diffidenza...era il riflesso della mia.
Troppo tardi avevo compreso che avrei soltanto dovuto studiare il tutto da una prospettiva differente.Perché la sua natura insidiosa, così simile alla mia, lo aveva portato a respingermi come io mi ostinavo a fare con lui - ed era un circolo vizioso di dubbi e accuse infondate, di parole crudeli e insolenza.
Oh, la sua era pura sfiducia. Niente di più. Ero sempre la stessa - cambiava l'atteggiamento di chi aveva il coraggio di starmi a sentire.
Più mi convincevo di star ricevendo odio, più il mio atteggiamento si faceva schivo. Ed Harry mi guardava con occhi tortuosi, affilati, studiandomi con diletto e irritazione. Ma ero pur sempre una sconosciuta, e mangiavo alla sua tavola, e ridevo con suo padre senza che neppure avessi rivelato i miei trascorsi.
La sua inclemenza era del tutto lecita.
Non tutti erano capaci di interpretare i miei silenzi.Eppure lui avevo imparato a inquadrarlo. Era stato sufficiente un po' di tempo...ma avevo compreso. Harry non era cattivo.
Non era cattivo quando tentava di difendermi, seppur a modo suo; non era cattivo quando mi gridava addosso le sue inquietudini - era soltanto un povero animo disperato.
E mentre piano piano io cucivo tra di loro i vari pezzi di quel ritratto, senza rendermene conto la mia anima si insidiava in quel suo riflesso perché vi riconosceva se stessa.
Così mi ero innamorata di Harry.
Della vulnerabilità che tanto ardentemente tentava di nascondere dietro quel suo atteggiamento crudele e irriverente. Dei gesti che mi concedeva raramente, così preziosi da far paura.Di lui e delle sue insidie, oltre le quali avevo imparato a scorgere la sua vera natura solitaria.
Mi bastava saperlo dalla mia parte. Mi era sufficiente che lui conoscesse la bontà delle mie intenzioni - non chiedevo altro che la sua clemenza.
Quella notte compresi di averla ricevuta. Perché nell'abbandono con cui mi ero concessa al sonno, io avevo avvertito tutto il tempo lo scudo del corpo di Harry. Non mi aveva abbandonata un attimo, e neppure mi aveva concesso di allontanarmene - sotto i miei palmi, solo la pelle delle sue braccia, e a sfiorarmi le ginocchia la peluria brunita dei suoi polpacci.
Quella notte, non feci più incubi.
*
Riemersi dal mio stato di incoscienza in placida tranquillità, senza fretta, senza fare rumore. Fu come abbandonarsi ad una docile risalita, e i miei sogni si interruppero senza che neppure me ne rendessi conto, sdrucciolando via.
Mi avvolgevano lenzuola dal profumo familiare. Erano aggrovigliate come serpenti attorno alle mie gambe, stropicciate sotto il mio corpo indifeso in quel mare di cotone.
In uno sfarfallio di ciglia le mie percezioni si allargarono, e a poco a poco riuscii ad aggrapparmi ai suoni leggeri che avvertivo intorno a me.
C'erano rumori morbidi, di tessuti e pelle, e un respiro docile, di una frenesia trattenuta.
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sangue nell'acqua [hs]
FanfictionHarry era questo, Harry era una carezza e uno schiaffo. Due occhi incastrati in un volto troppo cupo per meritare quella vitrea freddezza, quello scorcio di cielo gettato sul suo viso serio, distorto in un'espressione di puro sdegno per la vita - c...