NICK
Le prime luci dell'alba filtravano dalla finestra, quando la sveglia del telefono iniziò a suonare. La spensi prima che svegliasse Emma. Ero rimasto ad osservarla per ore la sera precedente, e prima di addormentarmi avevo inserito la sveglia per evitare che suo padre che beccasse a letto insieme.
I nostri corpi erano un incastro perfetto e le nostre bocche erano a pochi centimetri di distanza. Rimasi ancora qualche istante a guardarla. Era adorabile, sembrava una bambina quando era addormentata. Le scostai i capelli dal viso accarezzandole una guancia, poi sfiorai le sue labbra con un bacio leggero. Lei si mosse leggermente. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai "Buongiorno amore".
Lei si stropicciò gli occhi. "Buongiorno... allora non era tutto un sogno" biascicò assonnata.
"Assolutamente no" la baciai intensamente a dimostrazione del fatto che non fosse un sogno.
"Che ne dici se andiamo a far colazione al bar, prima che rientri tuo padre?" proposi.
A quelle parole Emma fece un balzo dal letto."Oddio mio padre!!" urlò fiondandosi in bagno. Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare la cosa che lei era già tornata vestita e pronta per uscire."Cosa fai ancora in mutande? Se ci vede mio padre ci ammazza tutti e due!" continuò agitata.
"Stai tranquilla Emma, è presto, ho messo la sveglia apposta" cercai di calmarla mentre finivo di sistemarmi.
"Meglio non sfidare la sorte" disse e si tranquillizzò solo una volta usciti di casa. Nonostante fosse presto, il sole era già caldo. Emma indossava un paio di short e una maglietta corta che faceva intravedere una striscia di pancia. Mi persi una guardarla ancora una volta. Non riuscivo a farne a meno. Mi sembrava ogni volta più bella."Dove andiamo a fare colazione?" la sua voce interruppe i miei pensieri e mi riportò alla realtà. La cinsi sui fianchi e le feci un buffetto sul naso. "È una sorpresa!"
Lei mi fece la linguaccia e poi un sorriso, che si allargò ancora di più quando arrivammo alla caffetteria sul lungomare.
"È un sogno questo posto" esclamò entrando.
Era un locale molto carino, con i tavolini esterni che davano direttamente sulla baia, e una gran varietà di torte e dolcetti di cui Emma andava matta.EMMA
La caffetteria sul lungomare dove mi aveva portato Nick era un paradiso, e non solo per la varietà di dolci tra i quali si poteva scegliere. Sembrava un luogo incantato. Era leggermente fuori mano e si affacciava sulla baia, i tavolini erano posizionati nella parte esterna del locale dalla quale si godeva un panorama da cartolina.
Mentre attendavamo che ci venisse servita la colazione, continuammo a scherzare e chiacchierare del più e del meno. Non riuscivo a smettere di sorridere. La sensazione di gioia che provavo era talmente grande che avevo paura di svegliarmi e scoprire che era stato solo un sogno.
"A cosa stai pensando?" la voce di Nick interruppe il flusso dei miei pensieri.
"Nulla, solo che dovrei rispondere ai 20 messaggi che mi ha mandato Liz" risi prendendo il telefono che si era illuminato evidenziando le notifiche.
"Mia sorella è troppo curiosa" borbottò lui.
La cameriera arrivò in quell'istante con i nostri cappuccini e i dolci che avevamo scelto.
Assaporai il muffin che avevo preso, e bevvi un sorso del mio cappuccino, prima di trovare il coraggio di tirare fuori la domanda che mi aveva attanagliato in quel mese.
"Nick, posso chiederti cosa è successo con Camille?" tirai fuori di getto.
Lui tossì come se gli fosse andato per traverso il boccone che aveva appena mangiato. " In che senso?"
"Beh, lo so che non sono affari miei, ma... prima di partire avevi detto di essere innamorato di me e poi dopo una settimana hai iniziato a stare con lei. Ora vi siete lasciati e..." abbassai lo sguardo e non riuscii a terminare la frase dall'imbarazzo.
"Emma, lo so di averti fatto soffrire in questo periodo, ma non ti ho mai preso in giro. Prima di partire per la Florida, quando ti ho detto quello che provavo per te, ero sincero, ma mi sono sentito esposto, vulnerabile. Tu mi hai detto che ero solo un amico per te, e volevo ritornare ad essere quello di prima. Il ragazzo che andava con tutte e non provava nulla per nessuna. Avevo paura di soffrire. Camille era la persona giusta, con lei volevo dimostrare a me stesso che potevo andare avanti anche senza di te. Ma non avevo considerato che avrei sofferto lo stesso perché non eri tu. Perché non c'eri tu vicino a me"
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UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019
RomanceIscritta al primo anno di università a Yale, Emma si trasferisce a Boston insieme a suo padre. Un evento traumatico e un carattere riservato e romantico, l'hanno portata ad essere una ragazza solitaria e convinta a non volersi innamorare. A Yale in...