NICK
La stanza di Emma era un caos completo, tra libri e vestiti in giro che aveva appoggiati ovunque. "Eccomi" disse rientrando nella camera con il viso struccato, i capelli sciolti sulle spalle e uno di quei pigiamoni pelosi. Era bellissima anche così.
"Lo so, la mia camera è un vero disastro, adesso tolgo tutta questa roba così ti puoi sedere" accatastò tutti i libri e li mise su una mensola e i vestiti li appoggiò sulla sedia. " Domani devo assolutamente fare una lavatrice" borbottò fra sè.
Mi sedetti sul letto rimanendo ad osservarla. Solo quando terminò di sistemare, si voltò verso di me. Era ancora imbarazzata per tutto quello che era successo poche ore prima, ma sembrava più serena.
"Ti vado a prendere qualcosa da metterti. Non puoi dormire vestito così" disse uscendo dalla stanza senza darmi il tempo di replicare. Pochi minuti più tardi ritornò con in mano con una t-shirt e un paio di pantaloni della tuta.
"Sono di mio padre, dovrebbero andarti bene"balbettò ancora imbarazzata "Purtroppo non ho ho trovato altro che potesse andarti bene"
"Non dovevi disturbarti, potevo dormire anche così" mi diressi nel bagno per cambiarmi chiedendomi se fosse stata una buona idea accettare la sua proposta. Quando me l'aveva chiesto, con gli occhioni da cucciolo smarrito e dopo quella serata, avevo accettato senza neanche pensarci su. Adesso però che mi ritrovavo con lei, l'idea di dormire insieme, senza poterla accarezzare, senza poterla baciare, mi sembrava autentica tortura.
Uscii dal bagno, Emma era seduta a gambe incrociate sul letto e mi fece segno di andarmi a sedere accanto a lei.
Mi accomodai sul letto mentre continuava a chiedermi scusa per avermi rovinato la serata.
"Non ti preoccupare" sorrisi "Ho già avuto la mia ricompensa"
Lei mi guardò di sbieco. "In che senso?"
"Potrò sempre raccontare di aver visto che trasformi in un orsetto polare dopo la mezzanotte" la presi in giro.
Lei mi tirò uno schiaffo sul braccio facendo finta di essere offesa. "Non mi trasformo in un orso" borbottò anche se sorrideva sotto i baffi. "E' solo che amo i pigiami caldi e morbidi" si giustificò.
"Si, sì è la solita scusa che usate per nascondere la vostra vera natura" continuai a provocarla.
"Sei un cretino" lei si mise a ridere dandomi un sacco di pugni "Smettila di prendermi giro"
"Perché se no cosa fai? Mi trasformi in un lupo mannaro?" continuai perché mi piaceva vederla così sorridente.
"No, al massimo in un bel vampiro come in Twilight" sogghignò lei.
"Ma io sono molto più bello di quel succhiasangue" la rimbeccai.
"Il solito modesto... Che ne dici se spegniamo la luce e dormiamo? Sono quasi le due"
"Ok comincio ad essere stanco... e comunque è solo la verità" Emma si alzò per spegnere la luce e po si accoccolò vicino a me. Con il braccio le circondai il fianco tirandola verso di me.
"Grazie per aver accettato di star qui con me, è stata una serata davvero difficile " sussurrò.
"Non devi ringraziarmi, non ho fatto nulla di speciale".
Le accarezzai leggermente i capelli lasciandomi inebriare dal suo profumo di vaniglia e dopo pochi minuti il suo respiro divenne più regolare. Rimasi a guardarla che dormiva serena appoggiata a me.
La luce fioca che filtrava dalla finestra illuminava debolmente il suo viso. L'espressione era rilassata e dolce. Sembrava una bambina.
Fottuto. Ero letteralmente fottuto. Perché quello che sentivo per lei non era solo attrazione. Non sapevo cosa fosse né tantomeno come gestirlo, non sapevo dare un nome ai sentimenti che provavo, ma sapevo che se l'avessi persa mi sarei ritrovato in un baratro senza fine.
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UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019
RomanceIscritta al primo anno di università a Yale, Emma si trasferisce a Boston insieme a suo padre. Un evento traumatico e un carattere riservato e romantico, l'hanno portata ad essere una ragazza solitaria e convinta a non volersi innamorare. A Yale in...