Capitolo 38

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NICK

Le prime luci dell'alba inondarono la stanza. Stropicciai gli occhi cercando di aprirli. Con un occhio chiuso e uno aperto riuscii a vedere la piccola sveglia sul comodino che segnava le cinque. Camille dormiva ancora, nuda. Rimasi ad osservarla qualche secondo. Le lunghe gambe affusolate, il seno prosperoso e sodo, il corpo tonico, l'espressione del viso rilassata.

Mi rivestii velocemente cercando di non svegliarla. Prima di andarmene presi un foglietto da un piccolo blocco che avevo trovato in cucina e scrissi un messaggio.

"Sono andato a casa per farmi una doccia e cambiarmi. A più tardi, Nick"

Uscii dalla casa di Camille e presi un autobus per tornare a casa. Presi posto nel primo sedile libero e cercai di riordinare le idee, misi gli auricolari e presi il telefono per far partire una delle mie playlist. Avevo bisogno di ascoltare un po' di musica. Accesi il display e vidi un messaggio di Emma di ieri sera.

Spero che la cena di lavoro sia andata bene. Buonanotte, ti voglio bene

Se avessi ricevuto un pugno nello stomaco probabilmente avrebbe fatto meno male. Non stavo facendo nulla di male, cercai di convincermi. Eravamo solo amici, io ero libero di andare  a letto con chi volevo, eppure in quel preciso istante ebbi la sensazione di averla appena tradita.

EMMA
Era il quarto giorno che Nick non si faceva sentire, se non per rispondere ai miei messaggi. Lo sentivo lontano come non lo era mai stato da quando ci conoscevamo e questa cosa mi faceva stare male.
Bevvi un caffè senza riuscire a mangiare nulla, lo stomaco sembrava fare a pugni e la nausea non mi abbandonava.
Una volta in ufficio sperai che il lavoro mi facesse smettere di pensare a lui e mettesse a tacere tutte le sensazioni negative che non mi abbandonavano.

"Buongiorno Emma, tutto bene?" chiese Ian entrando con un caffè per lui e un thè per me.

"Certo, tutto bene. Grazie per il thè" confermai accendendo il computer e prendendo la mia tazza.

"Hai una brutta cera, se non stai bene me lo dici e vai a casa, ci siamo capiti?" disse scrutandomi in viso per nulla convinto della mia risposta.

"Ai suoi ordini capo" scherzai cercando di fare ironia. Lui fece un mezzo sorriso, poi mi consegnò il manoscritto che avrei dovuto iniziare a visionare.

"E' un suspance romance" spiegò lui mentre stava esaminando la scheda del libro "L'autore è giovane ma sembra promettere bene"

Ian tornò nel suo ufficio e io tirai un sospiro di sollievo. Almeno non avrei dovuto sorbirmi uno di quei romanzi mielosi, tutto baci e scene romantiche, o piene di sesso. Non ero proprio dell'umore per leggere un libro del genere.

Mezzogiorno arrivò in fretta, il libro pieno di intrighi mi aveva coinvolto quel tanto che bastava per non pensare continuamente a Nick. Prima di uscire per la pausa pranzo, andai in bagno.

Mi guardai allo specchio e il riflesso che vedevo era di un viso spento, con due occhiaie profonde da far concorrenza ai panda e leggermente dimagrito. Non c'era da stupirsi che Ian avesse pensato che stavo poco bene. Cercai di coprire un po' le occhiaie con una passata di correttore e un po' di fondotinta.

Presi la giacca e la borsa per uscire ma Ian mi fermò. "Emma, oggi vieni con me a pranzo, almeno sono sicuro che mangi qualcosa. Devi aver perso due chili negli ultimi quattro giorni"

Non obbiettai. Non avrei saputo trovare una scusa credibile in quel momento.

Ian mi portò in un bar tavola calda non troppo lontano dall'ufficio, dove era solito pranzare lui. Io di solito preferivo andare a prendermi un hamburger o un pezzo di pizza in un piccolo chiosco vicino al porto. Me lo aveva fatto conoscere Nick, in un pomeriggio in cui eravamo stati insieme per studiare fino a tardi e ci era venuta fame.

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