Capitolo 47

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EMMA

Richiusi la porta dietro di me. Con le gambe che mi tremavano, mi trascinai in camera e mi lasciai cadere sul letto.

Potevo ancora sentire le dita di Nick che accarezzavano la mia pelle.

Facevo fatica a realizzare che quello che era successo non fosse solo un sogno. Non solo l'avvicinamento di Nick, ma anche per non aver provato le avvisaglie che precedevano un attacco di panico.

È vero,  tremavo come una foglia e avevo lo stomaco in subbuglio, ma non mi ero sentita soffocare, non avevo avvertito il peso sul petto e non ero fuggita in preda al panico. Forse avevo ancora una speranza.

Mi addormentai vestita, con addosso ancora il suo profumo e la sensazione delle sue braccia intorno al mio corpo.

NICK

L'allenamento era stato durissimo. Il coach era veramente incazzato per le mie continue assenze dagli allenamenti, soprattutto in vista delle prossime gare.

Mi era però servito per sfogare il nervosismo che provavo per la situazione con Emma che non sapevo come gestire, e per evitare le domande insistenti di Aiden.

Sapevo che a Aiden non sarei sfuggito. Mi conosceva troppo bene, e nonostante si fosse rimbambito con mia sorella, aveva notato il mio strano comportamento della sera precedente.

Quando terminai l'ultima serie di kata ormai erano già andati tutti via. Lo spogliatoio era deserto. Andai nella doccia e mentre l'acqua bollente lavava via il sudore e la stanchezza dell'allenamento, la mia mente tornò alla sera precedente, al momento in cui Emma era appoggiata a me.

Era stato tutto così naturale, e nello stesso tempo irreale. Avevo quasi paura di averlo solo sognato.

Mi rivestii e uscii dalla palestra dove mi ritrovai Aiden ad attendermi appoggiato al muro. Era decisamente arrivata la mia ora.

"Ehi amico, che ci fai ancora qui?" chiesi con noncuranza.

Lui si affiancò a me, che intanto mi ero incamminato per ritornare a casa. "Credo che tu mi debba raccontare qualcosa amico..." sogghignò calcando sulla parola amico.

"Non so di cosa tu stia parlando" continuai a tergiversare, nella speranza che lasciasse perdere.

"Allora è più grave di quanto pensassi" sentenziò fingendosi preoccupato.

"Ma che diavolo vai blaterando? Cosa ti sei fumato fuori dalla palestra?"

"Beh, se arrivi a negare che ci stavi provando con Emma ieri sera, e non lo sbandieri ai quattro venti, vuol dire che ne sei proprio innamorato" sentenziò.

Rimasi basito per come era riuscito ad incastrarmi.

"Io non sono innamorato di Emma" protestai sebbene sapessi di risultare poco convincente "Io e Emma siamo solo amici"

Lui mi lanciò un'occhiata divertita. "Se io avessi fatto con un'amica quello che tu hai fatto ieri con Emma, posso garantirti che tua sorella mi avrebbe preso a calci nelle palle. E avrebbe fatto bene"

A quel punto non riuscii più a ribattere perché, la verità era che se Aiden avesse fatto una cosa del genere probabilmente l'avrei ucciso con le mie stesse mani.

A salvarmi fu la strada che si divideva, io e lui dovevamo andare dalla parte opposta.

"Beh ci vediamo domani sera" salutai.

"A domani. Se vuoi un consiglio non rinnegare i tuoi sentimenti per Emma o potresti pentirtene un giorno".

Camminai fino a casa da solo, senza riuscire ad allontanare dalla mia mente le parole di Aiden, che tanto mi ricordavano quello che aveva detto Camille. Quello che loro non capivano era che io con Emma non avevo proprio speranza.

UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora