Capitolo 17

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EMMA

Continuai a fissare il telefono, senza sapere esattamente cosa fare. Nick era andato in camera sua, ma si era raccomandato che avvisassi mio padre che ero lì da loro. Io ero rimasta seduta sul letto di Liz, la schermata del telefono era aperta sui messaggi da almeno un quarto d'ora e io non avevo scritto ancora nulla. O meglio avevo scritto e cancellato almeno una decina di messaggi. Alla fine mi decisi a scrivere poche parole.

Ciao papà, sono a casa di Liz e stasera resto a dormire qui.

La risposta di mio padre arrivò dopo pochi secondi.

Emma finalmente! Non hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare! Stasera torni a casa, non si discute!

Cercai di non rispondergli male, anche se mi stavo arrabbiando.

Non me la sento di parlati questa sera, e non credo tu sia nella posizione di ordinarmi qualcosa! Torno a casa domani.

Sperai di non dover litigare con lui anche per quello. Le immagini degli anni passati, quando ero poco più di una bambina, senza mia madre accanto, mi passarono davanti come dei flashback. Non riuscivo ancora a realizzare che mia madre fosse lì a Boston, che per anni avesse tentato di contattarmi senza riuscirci. Adesso però volevo assolutamente parlarci, sapere esattamente la sua versione dei fatti.
Il telefono vibrò, annunciando l'arrivo del messaggio di mio padre.

Voglio solo spiegarti come sono andate le cose. Comunque va bene, se stanotte vuoi stare da Liz, lo capisco.

Sospirai cercando di trattenere le lacrime, che malgrado i miei sforzi continuavano uscire inesorabili. Adoravo mio padre. Dopo che mamma se ne era andata, mi ero legata moltissimo a lui, e ancora non riuscivo a capire come avesse potuto mentirmi in quel modo.

La porta della camera si spalancò e Liz entrò buttando la borsa su una sedia. Quando si voltò fece un salto per lo spavento.

"Emma! Ma che ci fai qui? Vuoi farmi venire un colpo?" esclamò quando mi vide seduta sul suo letto.

"Scusa, ho avuto un brutto pomeriggio." borbottai, senza raccontare esattamente cosa fosse successo "In più ho preso la pioggia ed ero bagnata fradicia. Nick mi ha dato i tuoi vestiti, e ha detto che potevo rimanere qui, questa notte."

"Nick, mio fratello??" chiese sconcertata.

"Si, certo... L'unico Nick che io conosco..." balbettai confusa dalle sue parole.

Lei sorrise, poi guardandomi meglio proclamò "Hai proprio una brutta cera! Sei sicura di stare bene?" disse abbracciandomi.

"Si sì, non ti preoccupare... Perché ti sei stupita che Nick mi abbia detto che potevo restare?" chiesi incuriosita dalla sua reazione.

Lei sorrise maliziosamente, ma mi rispose soltanto "Perché di solito non è così gentile, tutto qua. Adesso vieni a metterti qualcosa di decente, tra poco arriveranno i miei e dovremmo scendere per cena." mi disse trascinandomi verso l'armadio per scegliere un vestito.

Io la seguii sempre più confusa. Perché non potevo andare a mangiare vestita com'ero? E se i suoi genitori non erano ancora arrivati, chi avrebbe preparato la cena? la mia mente era un turbinio di domande senza risposta.

NICK

Ero disteso sul mio letto a fissare il soffitto. Il profumo di Emma sembrava aver invaso la mia stanza, ed io non riuscivo a far altro che pensare a lei come un idiota. Non riuscivo a togliermi dalla mente i suoi occhi tristi pieni di lacrime. Avrei voluto stringerla a me fino a farla stare meglio.

UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora