EMMA
"Emma sei pronta?" Sentii urlare mio padre dal piano di sotto.
"Arrivo, solo un attimo"risposi sbuffando.
Le valigie erano accatastate tutte in un angolo della mia camera. Il mio sguardo vagava su quello che era stato il mio rifugio da quando ero nata ed ora era tutto spoglio... non potevo credere che fosse già arrivato il momento di andarmene.
"Emma! Il taxi ci sta aspettando, ti vuoi muovere!" urlò mio padre esasperato.
Io non gli risposi nemmeno, presi le valigie e le portai giù.
"Finalmente!" borbottò prendendo le valigie per caricarle sul taxi, ma io a malapena lo sentii. Continuavo a guardare quella casa che stavo per lasciare per sempre. Il tavolo della cucina, dove ogni mattina, mi lasciava la colazione pronta, prima di andare a lavoro; il grosso divano marrone, dove ero solita a studiare, guardare i film in tv e leggere i miei amati libri; il muro dov'erano appese numerose foto, alcune solo con me e altre insieme a mio padre; e poi il grosso mobile dov'era custodito l'album con le foto di lei... mia madre... quello che non aprivamo mai.
"Dai vieni Emma, dobbiamo andare" la voce di mio padre mi riportò alla realtà.
Presi la mia borsa, ed uscii da quella casa ripetendo a me stessa che ero pronta ad iniziare la mia nuova vita.
Una folata di vento autunnale mi scompigliò i capelli, e mi maledii per non averli legati. Salii sul taxi e feci un enorme sospiro. Stavo per andare a Yale.
Ovviamente, quell'essere protettivo di mio padre non avrebbe mai permesso alla sua bambina di vivere al campus come una normale studentessa universitaria, e aveva deciso che ci saremmo trasferiti entrambi in una casa vicino all'università. Odiavo il fatto che mio padre non mi avesse permesso di vivere al dormitorio del campus. Capivo che voleva proteggermi , ma non avevo più 10 anni e lui questo sembrava non comprenderlo.
Avevo litigato con lui per settimane, ma alla fine aveva deciso di trasferire l'ufficio della sua azienda a Boston e di prendere casa là, e io non avevo avuto scelta.
Durante il viaggio in taxi rimasi immersa nei miei pensieri, tanto che mio padre arrivati all'aeroporto mi chiese "Tutto bene Emma? Non sei contenta di iniziare l'università?"
"Certo che sono contenta, ero solo sovrappensiero" gli dissi scendendo dal taxi.
L'aeroporto era gremito di gente. Uomini d'affari che parlavano al cellulare, ragazzi innamorati in partenza per un viaggio romantico, turisti arrivati per visitare la città.
Una parte di me era eccitata da tutto questo. Il trasferimento, iniziare l'università, l'inizio di una nuova vita... ma in quel momento stava prevalendo la parte di me spaventata e che non amava i cambiamenti.
Dopo una fila interminabile al check in, finalmente ci sedemmo sull'aereo.
Mi misi gli auricolari e accesi il mio ipod. Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a nulla.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Come avevo anticipato ho iniziato questa nuova storia! Fatemi sapere cosa ne pensate... attendo i vostri commenti.
A breve posterò anche il secondo capitolo, anche perché per adesso saranno un pochino corti, poi man mano saranno un po' più lunghi.
A presto
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UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019
RomanceIscritta al primo anno di università a Yale, Emma si trasferisce a Boston insieme a suo padre. Un evento traumatico e un carattere riservato e romantico, l'hanno portata ad essere una ragazza solitaria e convinta a non volersi innamorare. A Yale in...