EMMA
Sistemai la tovaglia con i girasoli sul tavolo in terrazza, e tornai in cucina a prendere i piatti e i bicchieri. Era una bellissima giornata d' inizio estate, e avevo pensato che la temperatura gradevole e il panorama avrebbero reso l'atmosfera un po' più rilassata. Almeno questo era quello che speravo.Mancavano pochi minuti alle sei quando il campanello suonò.
"Ciao mamma, non ti aspettavo così presto" la salutai facendola entrare.
"Dopo che aver letto il tuo messaggio, non sono più riuscita a fare nulla" confessò lei, sistemandosi una ciocca di capelli che era sfuggita dal suo chignon. Solo in quel momento mi resi conto che il suo sguardo di solito sereno, ora era preoccupato, e un paio rughe le erano apparse sulla fronte di solito distesa e luminosa.
"Mi dispiace averti fatto preoccupare" dissi tornando in cucina per finire di guarnire i pancakes salati con un formaggio cremoso alle erbe e fettine di salmone affumicato.
Continuai a lavorare senza riuscire a guardarla negli occhi, quasi temessi che potesse leggere i miei pensieri.
"Sei sicura di stare bene Emma?" la voce di mamma sembrava ancora preoccupata.Tentai di fare un mezzo sorriso, smisi di cucinare e la abbracciai forte "Ora va tutto bene, stai tranquilla"
In quell'istante arrivò mio padre, precipitandosi in cucina. "Emma che cosa è successo? Sono uscito dall'ufficio prima che ho potuto!" esclamò trafelato.
"Papà! Non volevo preoccuparti così tanto, va tutto bene. Volevo solo parlare ad entrambi di una cosa" nonostante il mio tono pacato sentivo i battiti del cuore sempre più accelerati "Perché non andate a sedervi fuori sul terrazzo, mentre io finisco di cucinare?" proposi.
Quando entrambi uscirono fuori, feci un grande respiro, cercando di incamerare ossigeno e ritrovare il coraggio per riuscire a raccontare loro quanto mi era successo.
Spensi il fornello sotto il pollo al curry che avevo preparato per accompagnare il riso basmati e controllai l'arrosto nel forno, infine cercai di metter su il mio miglior sorriso e andai sul terrazzo con in mano il vassoio dei pancakes.
"Lo so che è presto per cenare, ma ormai siete qui, che ne dite di iniziare?" parlai velocemente posando il piatto sul tavolo, cercando di far finta che non ci fosse nulla di strano, nel vano tentativo di fare un po' di conversazione leggera.
"Emma, ci vuoi dire che succede?" chiese la mamma sempre più preoccupata, segno evidente che non aveva creduto per nulla alla mia finta calma.
Anche papà sembrava essere sempre più nervoso. "Emma, perché non dici nulla? Non è che centra Nick?"
Stavo per ribattere che Nick non centrava nulla, quando lui se ne uscì con "Non sarai mica incinta??"
"Ma che dici papà!" esclamai diventando rossa come un peperone. Non avevo previsto che la situazione potesse degenerare in quel modo.
"Ok, vi dirò qual è il motivo per cui ho voluto parlare con entrambi. Avevo sperato di poter aspettare ancora un po', perché per me non è facile parlarne." feci una piccola pausa "È successa una cosa, ma non adesso, due anni fa." iniziai.
"Due anni fa???" esclamò mio padre sempre più agitato.
"John, cerca di stare calmo, e lasciala parlare" disse mamma nel tentativo di tranquillizzarlo.
"Scusami Emma, non volevo interromperti" si addolcì lui "Cosa ci volevi raccontare?"
Presi un respiro profondo, e mi ripetei mentalmente come un mantra Non hai niente di cui vergognarti, non è colpa tua. Fissai il piatto con i pancakes decorati senza realmente vederli, e iniziai a raccontare "Due anni fa, sono uscita per un po' con un ragazzo, Matt, te lo ricordi papà? Era il capitano della squadra di football"
STAI LEGGENDO
UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019
RomanceIscritta al primo anno di università a Yale, Emma si trasferisce a Boston insieme a suo padre. Un evento traumatico e un carattere riservato e romantico, l'hanno portata ad essere una ragazza solitaria e convinta a non volersi innamorare. A Yale in...