Capitolo 42

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NICK
La conferenza era iniziata cinque ore fa e secondo il programma che ci avevano consegnato all'ingresso, sarebbe finita tra un paio di ore.

Camille era impegnata con il business manager di una multinazionale interessata ad alcuni software, mentre io ascoltavo distrattamente la presentazione di un nuovo antivirus.
Il prossimo intervento sarebbe stato il nostro. Camille avrebbe fatto una panoramica sulle novità che sarebbero sbarcate sul mercato il prossimo anno, poi sarei intervenuto io con la presentazione della mia app.
Era una grandissima opportunità ed ero terribilmente nervoso. Per un attimo ebbi l'istinto di chiamare Emma, poi mi resi conto che non potevo farlo. Allentai leggermente il nodo della cravatta, avvertivo una sensazione di oppressione sul petto, e mi sembrò di non riuscire più a respirare. Mi alzai e uscii dalla sala conferenze.
Andai a sciacquarmi il viso. Il bagno si trovava vicino all'ingresso, e siccome mancava ancora un po' prima della mia presentazione, decisi di uscire sul terrazzo esterno e prendere una boccata d'aria.

Feci diversi respiri profondi, cercando di regolarizzare il battito che era decisamente accelerato. Da quel punto si aveva una bellissima visuale di New York. Per la seconda volta in poche ore ebbi l'istinto di sentire Emma. Mi mancava immensamente condividere i miei pensieri con lei. Ancora una volta ripensai a quanto era stata strana nei tre giorni in Florida. L'idea di rivederla a Boston mi innervosiva non poco.

"Nick! Ecco dove ti eri cacciato" la voce stridula e leggermente nervosa di Camille mi riportò alla realtà "Tra poco tocca a noi, che diavolo ci fai qua fuori?"

"Dentro si soffocava e sono uscito a prendere una boccata d'aria" mi giustificai "Non mi ero reso conto che fosse tardi"

Lei mi lanciò una strana occhiata. Poi rientrammo per prepararci alla nostra presentazione. Era arrivato il nostro momento.

EMMA
L'ingresso del Blue Night era già gremito di gente e dovetti alzarmi in punta dei piedi per vedere dove fossero Liz e gli altri. Dopo aver scandagliato tutto il locale li vidi in un tavolo seminascosto vicino alla piscina. Quella sera sarebbero arrivati anche Nick e Camille. L'idea di rivederli insieme mi chiudeva lo stomaco in una morsa, ma mi piazzai un sorriso e mi diressi verso di loro.
"Emma, finalmente!" mi salutò abbracciandomi Liz "Pensavo avessi cambiato idea e non venissi più"
La tentazione di starmene a casa, a leggere un libro tranquilla, in effetti era stata molto forte. Poi però mi ero convinta che non potevo sempre scappare dalle situazioni che non mi piacevano. Dovevo imparare ad affrontarle.
"Dai vieni a sederti qui" Tracy mi indicò una sedia libera accanto alla sua.   Andai a prendere posto, salutando Tracy e notando il bel tipo seduto vicino a me, chiaramente di origine sudamericana.
"Lui è Josè, un amico di Eduardo , è arrivato da poco dal Brasile per studiare qui da noi" lo presentò Tracy. Eduardo era il ballerino brasiliano con cui Tracy, sorprendentemente, usciva da più di un mese. Liz nel frattempo chiamò il cameriere. "Può portarci un altro Mojito?"
"Certo, subito signorina" il cameriere sparì e io guardai di traverso Liz.
"Non l'avrai ordinato per me?" protestai.
"Certo che si" confermò lei risoluta "Sono sicura che questa sera ne avrai più che bisogno".
Non riuscii a controbattere perché, proprio in quel momento arrivò Nick al nostro tavolo, con al suo fianco Camille in tutto il suo splendore.
Rimasi bloccata a fissarlo, sentii a malapena che salutava i ragazzi e presentava Camille a tutti, non riuscendo a togliere gli occhi dalla sua mano che circondava la vita di Camille.

"Ecco il suo Mojito" la voce del cameriere mi riportò alla realtà.

Ringraziai, presi il bicchiere e bevvi un sorso. Distolsi lo sguardo da Nick e mi voltai verso Josè, che non conoscendo nessuno, sembrava desideroso di scambiare due parole.

Grazie a lui e al Mojito la serata sembrava essere non poi così male. Quando però mi voltai e vidi Nick e Camille seduti sulla sdraio su cui prima di partire Nick aveva detto di essersi innamorato di me, sentii una fitta al cuore. Si era tolto la giacca per mettergliela sulle spalle e le stava sorridendo in modo inequivocabile.

UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora