Capitolo 45

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NICK

Arrivai all'hotel con qualche minuto di anticipo rispetto all'appuntamento con Camille.

Mi fermai nell'ingresso cercando di riordinare le idee. Dovevo trovare il modo di andarmene subito dopo aver concluso il lavoro. La sola idea di fare sesso con lei la trovavo in quel momento nauseante, e questo era davvero insolito per me. Camille era bellissima e nemmeno stupida, come la maggior parte delle ragazze con cui ero stato, ma da quando ero ritornato avevo la sensazione di sentire Emma ancora più vicina di prima, e sebbene non avessi nessuna intenzione di espormi ancora, questo mi impediva anche solo di immaginare di andare ancora a letto con Camille.

Presi l'ascensore ripassandomi mentalmente una serie di scuse per le quali sarei dovuto scappare non appena terminato il lavoro.

Quando però bussai e mi apparì davanti vestita solo con una sottoveste nera, vacillai per un secondo.

"Ciao Nick, finalmente sei arrivato" mi salutò con un tono di voce volutamente sensuale.

Distolsi lo sguardo dal suo corpo, e cercai di ritornare a pensare lucidamente.

"Ciao Camille, non mi sembra di essere in ritardo" salutai freddo " E poi mi sembrava dovessimo vedere il lavoro da presentare al cliente"

Lei rimase interdetta qualche secondo, poi si riprese. "Certo mi sono solo  messa comoda e poi la maggior parte del lavoro è stato fatto, basterà definire qualche dettaglio e poi ci possiamo rilassare insieme" ammiccò, poi si andò a sedere sul bordo del grande letto matrimoniale. La sottoveste già minuscola di per sé si alzò ulteriormente facendomi intravedere il bordo degli slip.

Presi il materiale per iniziare il lavoro e mi sedetti sul letto vicino a lei, cercando di ignorare le sue provocazioni, e le frasi allusive.

"Mi dispiace Camille, ma oggi ho poco tempo" dissi mentre aprivo i vari file "Appena abbiamo terminato devo scappare"

Lei non si lasciò scoraggiare dalla mia affermazione "Oh dai Nick, non vorrai dirmi che non riesci a dedicarmi una mezz'oretta" insistette facendo gli occhietti da cerbiatta.

"No, non posso proprio, anzi sarà meglio che finiamo il lavoro al più presto, perché ho proprio i minuti contati" confermai deciso.

A quel punto lei non ribatté, preparammo le modifiche richieste dal cliente e i dettagli mancanti e finimmo il lavoro in poco tempo. Una volta terminato, recuperai il materiale e lo infilai nello zaino, preparandomi ad andare.

"Aspetta un attimo Nick" mi fermò sbloccando la porta con una mano. La voce ferma e lo sguardo determinato facevano presagire nulla di buono.

"Ho dimenticato qualcosa?" chiesi facendo il finto tonto e sperando di uscire al più presto da quella stanza.

"E' per quella ragazza, non è vero?" chiese invece lei continuando a scrutarmi negli occhi.

"Come scusa?" rimasi sconcertato dalla sua domanda.

"E' per la ragazza che è venuta a trovarti a Miami, non è vero? Non hai nessun impegno, l'ho capito. Hai evitato di guardarmi per tutto il tempo, mi sembra evidente che tu sia innamorato di lei" concluse serafica.

"Innamorato? Io? Emma è una amica a cui tengo molto, tutto qui. In ogni caso credo che le cose di noi non possano continuare, perché come avrai capito io non sono un tipo da storie fisse" affermai con una sicurezza che in realtà non provavo.

Lei fece un sorriso amaro. "Non credo ad una sola parola. Se vuoi un consiglio, vai da lei dille cosa provi e cerca di non perderla. Persone importanti in grado di provocare certi cambiamenti sono rare e rischi di non trovarle più. Ora vai."

UN PEZZO DEL MIO CUORE#WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora