Capitolo 69

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                                        CAN

Stiamo andando alla tenuta, Sanem vuole parlare tranquillamente, credo che questa volta finalmente riuscirà ad aprirsi a raccontarmi cosa è successo e perché si è allontanata da me.

Ho un po' paura, di ascoltarla, non so se sono pronto, ma devo farmi coraggio, se proprio ora che si è sbloccata io la rifiuto non lo farà mai più, non ci sarà mai più una possibilità per noi se non l'ascolto oggi.

Arriviamo alla tenuta, lei si guarda intorno prima di aprire la porta di casa.

Provo una strana sensazione l'ultima volta che sono stato qui dentro ero solo e arrabbiato e ho portato via ogni cosa che mi apparteneva.

Ci sediamo sul divano, è arrivato il momento.
Mi tiene la mano, e guarda verso il basso, non voglio influire ma davvero vorrei che mi guardasse.

Con molta dolcezza le chiedo.

<Sanem ti va di guardarmi mentre mi parli? >

Ancora a testa bassa fa segno di si con la testa.
Finalmente mi guarda, finalmente i miei occhi si perdono nei suoi. A questo punto potrebbe anche non raccontarmi più nulla, lo stanno già facendo i suoi occhi. 


                                      SANEM
Siano arrivati alla tenuta mi guardò intorno, nulla è cambiato, entriamo e ci sediamo sul divano.

Non posso e non voglio più tornare indietro e nascondermi voglio aprire  il mio cuore, voglio confessargli ogni mia paura che mi ha spinto a fare la cazzata più grande della mia vita.

Gli tengo la mano, e proprio dal contatto con lui che sto prendendo la forza di iniziare, faccio un respiro ma prima che io possa cominciare lui con molta dolcezza mi chiede se ho voglio di guardarlo mentre gli parlo, questa frase me l'ha detto tante volte, io ho sempre rifiuto mi sono sempre nascosta, questa volta no, voglio aprire tutta me stessa a lui compresi i miei occhi.

Alzo la testa e lo guardò dritto nei suoi occhi, così buoni così puri ma come ho fatto a non guardarli per tutto questo tempo?

<Can ti chiedo scusa per come mi sono comportata. >

Il mio viso è già pieno di lacrime che lui asciuga velocemente.

<Sanem ascoltami, non voglio che mi chiedi scusa, non voglio che ti focalizzi su ciò che puoi aver sbagliato, io ho bisogno che mi racconti cosa è successo dall'arrivo in ospedale voglio capire e provare le tue emozioni, poi parleremo di quello che entrambi abbiamo sbagliato ok? Te la senti ? Altrimenti raccontami quello che vuoi. >

<ok Can, me la sento, ma tu continua sempre a guardarmi e tenere la mia mano. >

Mi sorride e mi da un bacio sulla guancia.

<mentre ero sdraiata sull'asfalto ho visto la tua mano, provavo a chiamarti la voce non mi usciva, non riuscivo a muovermi sentivo dolore ovunque, sentivo voci e poi più niente ho perso conoscenza. >

Faccio un respiro, Can mi asciuga una lacrima.

<stai bene? >

Faccio si con la testa e continuo.

<mi sono svegliata già in ospedale, ricordo una forte luce bianca e il viso di una dottoressa che cercava di tranquillizzarmi, chiedevo di te e del bambino ero preoccupata per voi, la dottoressa mi ha detto che si stavano prendendo cura di te, e che purtroppo il bambino non c'è l'aveva fatta. In quel momento mi sono sentita vuota. Ho avuto una crisi di nervi mi hanno sedata ma questa cosa mi è stata raccontata da Leyla perché io non la ricordo. 
Al mio risveglio c'era Leyla e Embre, che mi hanno detto che tu eri in sala operatoria già da un po'. Qualcuno ha chiesto a Embre di raggiungere il medico perché il tuo intervento era finito, volevo essere presente a tutti i costi ma volevano impedirmelo, stavo per avere un'altra crisi ma è intervenuta mia madre, assumendosi la responsabilità.
Il medico ci ha detto che non vedevi per il momento ma che saresti tornato a farlo, e ci ha proibito di dirti del bambino perché poteva causarti uno stress troppo forte. >

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