Capitolo 12

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            SANEM
Sono passate quattro settimane da quando sono ricoverata a Villa Remide. Ayhan è rimasta la mia terapeuta, sono riuscita ha fare progressi, non è stato facile, mi sono impegnata sopratutto per non perdere Ayhan. Il primo passo è stato cominciare ha mangiare da sola, e togliere la flebo, ho ripreso forze ed ho ricominciato a poter camminare autonomamente. Due settimane fa ho raccontato il mio incubo, che purtroppo ogni notte mi perseguita, ed abbiamo cominciato ad analizzarlo insieme, e da questo è nato un progetto, principalmente è per la terapia, ma è diventata anche un progetto personale, scrivere un diario, raccontare perché mi trovo qui, cosa mi ha portato ad essere qui, e sopratutto come sto affrontando tutto. Nel mio diario ho raccontato anche del ragazzo della scogliera, e sopratutto della rosa bianca che ogni mattina trovo sul mio comodino, accompagnata da un messaggio, che da un po' di tempo, mi da dei compiti da fare.Il mio obiettivo è aiutare qualcuno come me. Purtroppo ancora non parlo, e anche se non lo faccio vedere, sta diventando un incubo.

I miei genitori vengono ha trovarmi costantemente, Osman e Guliz vengono nel fine settimana, ho scoperto che tra 7 mesi diventerò zia, anche Metin e Deren vengono spesso insieme a loro. Leyla è quella che viene più spesso, quasi tutti i giorni anche solo per un saluto volante.

Ho trovato il modo di comunicare, scrivo su una lavagnetta, che porto sempre con me.

Questa mattina, come ogni mattina del resto, trovo la rosa bianca, e sul cellulare il tanto atteso messaggio, le richieste per oggi sono, fare una corsa nel giardino della clinica, sorridere almeno 10 volte in compagnia di qualcuno, Ayhan non è compresa, seguire 3 corsi di riabilitazione della parola.

Sarà stupido, ma avere degli obiettivi giornalieri mi aiuta, anche Ayhan è contenta di questo. Io mi sento soddisfatta quando la sera prima di addormentarmi, mando un messaggio raccontando la mia giornata, e i miei obiettivi raggiunti della giornata.
A volte più sento più pazza, di come effettivamente avevo già dimostrato di essere,dopo il mio gesto suicida, non so nemmeno chi ci sia dietro all'altro lato del telefono, ma infondo non mi importa, mi sta aiutando, è un giorno spero di avere la possibilità di poter ringraziare chiunque sia.

Oggi mi è stato detto che devo fare l'incontro con un altro psicologo, non capisco il motivo. È tutto il giorno che non vedo Ayhan, e da quando sono io qui, non è mai successo. Prima di andare all'incontro passo davanti la camera, che ormai è diventata sua, visto che, per non lasciarmi mai sola dorme qui.
Niente è chiusa, di lei non c'è traccia.

Vado all'incontro, questo psicologo non mi piace, mi mette a disagio, non riesco ha comunicare con lui.
Finalmente dice che la seduta è finita, mi da appuntamento per domani. Io non capisco le sedute solitamente le faccio con Ayhan, cosa vuole lui?
Prendo la lavagnetta e chiedo spiegazioni, lui risponde con un tono da stronzo seccato

 <ho scoperto che Ayhan è una tua amica, da oggi ti seguirò io. Anzi visto che la signora Remide è appena tornata dal suo viaggio, appena finisco con la prossima paziente vado ad informarla. Ayhan pagherà per questa manca di professionalità, verrà licenziata>

Io esco correndo, vado dritta nell'ufficio della signora Remide, il mio primo giorno qui, Ayhan mi aveva detto la signira Remide era l'unica ha sapere la verità su noi. Ora cosa stava facendo? Si stava nascondendo, dando la colpa a Ayhan ? Non lo avrei mai permesso. Arrivo davanti l'ufficio, una segretaria grida

<Sanem non puoi entrare, la signora Remide è occupata>

 io me ne frego busso ed entro direttamente. La vedo un po' ansiosa nel vedermi, sicuramente perché immagina ciò che sto per dire, o meglio sto per scrivere.

< Sanem tesoro, cosa è successo? Perché sei così sconvolta? Stai bene? Dov'è Ayhan?>

Ma come dov'è Ayhan? Sta scherzando? O forse ancora non sa cosa ha scoperto lo psicologo?

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