Capitolo 23

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SANEM
Sento un leggero venticello, apro piano gli occhi, la prima cosa che vedo è la mia mano sul suo petto.
Cerco di focalizzare, la crisi di questa notte, lui che mi porta qui fuori, lui che capisce i miei occhi e parla con Ayhan al posto mio.

Avevamo dormito qui fuori, lui non mi aveva lasciata sola, lo guardo è davvero molto bello, metto la mia mano sul suo viso, avevo bisogno di toccarlo, mentre lo faccio lui apre gli occhi, fa un sorriso...

<buongiorno, stai bene?>

Faccio si con la testa, e mi stringo a lui, era il mio modo per ringraziarli.

<ora ti porto dentro, hai preso già abbastanza umidità stanotte. Mentre te ne stai buona sul divano, ti preparo qualcosa di caldo per colazione.>

Scuoto la testa, provo a cercare qualcosa per scrivere, non vedo nulla, ma lui come al solito capisce ogni mio sguardo, prende il suo telefono e me lo cede. Io gli sorrido e scrivo.....

< ora entriamo dentro insieme, e mentre tu stai buono sul divano, visto il modo in cui hai dormito stanotte, io preparo qualcosa di caldo per colazione.>

<io stanotte ho dormito benissimo.>

< certo come no, seduti con me in braccio senza mai cuocerti di un millimetro. Non accetto obiezioni, si fa come dico io. Ok?>

<ok, signorina facciano come vuoi tu, ma solo perché non voglio farti arrabbiare, però io stanotte ho dormito benissimo.>

Mi prende in braccio, mi porta in casa, effettivamente ero un po' intorpidita dal freddo, lui come sempre attento ad ogni mio gesto, sguardo, espressione, dopo avermi messo giù, mi abbraccia e muove le sue mani veloci sulla mia schiena per scaldarmi. Ha funzionato mi sento meglio.

Vado dietro la cucina, e preparo un thè caldo, lui è rimasto tutto il tempo vicino a me, lascia che sia io ha preparare tutto, ma non si allontana da me.

Questo ragazzo è una calamita, ma io ho bisogno di capire molte cose, oggi vorrei trovare il coraggio di affrontare questi discorsi.

Ci sediamo, facciamo colazione, non dice una parola, è molto pensieroso, ogni tanto mi sorride, ma si vede che è preoccupato per qualcosa, noto che guarda la sua caviglia, è solo ora mi accorgo che ha una cavigliera, è il localizzatore della polizia.

<Sanem, devo andare un attimo a casa mia. Ma torno subito da te, ok?>

Io annuisco con la testa, si allontana velocemente, sicuramente era arrivata la polizia per il controllo. Non sapevo cosa aveva fatto per trovarsi in questa situazione con la giustizia, ma capivo dai suoi occhi che era turbato da questa situazione.
Potevo chiedere a Leyla cosa era successo, ma io volevo ascoltare lui.

Torna da me come aveva promesso, con un sorriso un po' sforzato.
Forse anche per lui sarebbe meglio parlare, forse dopo starà meglio, prendo la lavagnetta e scrivo...

< possiamo parlare?>

< certo, però ho bisogno di fumare una sigaretta, vieni fuori con me?>

Lui si alza e va fuori, si siede sul divanetto e io lo seguo.

< davvero fumi? Non lo avrei mai detto.>

<ho cominciato mentre ero in carcere, poi ti spiego tutto bene, anche riguardo questo.>

< ok, sei pronto al mio interrogatorio?>

< con te sono pronto a tutto, chiedi tutto quello che vuoi, e ti giuro che dirò solo la verità.>

Mentre parla, mi guarda dritto negli occhi, li percepisco sinceri, prende la mia mano e la porta sulla sua bocca, e mi da un bacio.

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