Capitolo 57

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                                       SANEM

Io e Leyla siamo andate in banca e subito dopo in agenzia. Di Can e Embre nessuna traccia, eppure erano partiti prima di noi.

Ceycey ci dice che Embre ha chiamato poco fa dicendo che sarebbe arrivato tardi perché è con Can.

Forse avranno colto l'occasione per stare un po' insieme.

Vado nel mio ufficio e comincio a lavorare sui vari progetti, da quando Can non lavora qui sembra sempre tutto più complicato faccio il mio è anche il suo lavoro, ma almeno così non ho tempo per pensare, difficilmente mi fermo per fare una pausa, cerco di rimanere più tempo possibile concentrata nel lavoro.

Vedo arrivare Embre ma è solo, lo raggiungo subito nel suo ufficio.

<Embre perché Can non è con te? Non doveva venire in agenzia? >

<si stavamo venendo, ma poi Metin ci ha detto che il commissario aveva bisogno della deposizione di Can dell'incidente. >

<quindi Can è con Metin al commissariato? >

<no Sanem è voluto tornare a casa, forse aver ripercorso quei momenti lo ha un po' turbato, quindi è voluta andare a casa. >

<Embre sarà a pezzi, non dovrebbe stare solo a casa. >

<Sanem conosci mio fratello, non ha voluto sentire ragioni, forse stare un po' solo gli fa bene. >

<ok Embre! >

Esco dall'ufficio di Embre e torno nel mio, provo a concentrarmi sul lavoro ma ormai non faccio che pensare a lui. Lo chiamo.

<pronto! >

Già dal tono capisco che sta male, sembra che abbia pianto.

<amore sono io, tutto bene? >

<si, tutto bene! >

<ti aspettavo in agenzia, ma poi è arrivato solo Embre...>

<si volevo stare un po' solo. >

<Can so che sei andato in commissariato, so che fa male ripercorrere quei momenti. Ma sai che io ci sono! >

<certo Sanem, so che posso fidarmi di te, giusto? >

<certo. Can è successo qualcosa?>

<no Sanem! Ci vediamo dopo. >


                                   CAN

Dopo aver ribaltato mezza casa dalla rabbia, chiamo il dottore lo informo sul forte dolore alla testa e subito dopo essere riuscito a vedere anche se non in maniera lucida. Mi dice che è normale e che arrivati a questo punto è solo questione di giorni e la mia vista tornerà.

Suona il telefono è riesco a malapena a leggere Sanem sul display. Vorrei attaccargli il telefono non rispondergli, ma scappare non serve a nulla.

Mi chiede come sto, gli dico che volevo stare solo, sento la sua voce tremante quando dice di capirmi nell'essere turbato dopo aver rivissuto quei brutti momenti, sicuramente per lei è stato così, ma per me è stato peggio, scoprire da un perfetto estraneo che mio figlio non c'è più e per di più che non è stato un incidente ma una cosa volontaria mi fa ribollire il sangue. Cerco ti tagliare corto la chiamata,  non ho voglia di parlare ora con lei al telefono, ma sicuramente stasera avremmo molto di cui parlare.

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