Capitolo 21

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SANEM
Dopo aver fatto giardinaggio, mi stavo annoiando. Ayhan non c'era e Muzo era andato in città.

Mi metto la tuta e vado a fare una bella corsetta.
Il mio percorso è sempre lo stesso, l'ho studiato bene con Ayhan per evitare, di passare, avanti al mare. Ancora non sono pronta per affrontarlo.
Metto le cuffiette, musica e parto.

Mentre corro, noto che dall'altra parte del sentiero c'è una bellissima pianta di rose, anzi ce ne sono molte, di vari colori, mi fermo e mi avvicino a quelle rose, sono bellissime grandi e profumatissime, un po' in disparte vedo un'altra pianta di rose bianche. A questa visione la mia testa comincia ha viaggiare, il ricordo di lui è molto prepotente in me. Ormai ogni rosa bianca mi portava a lui, almeno con la mente.

Mi accorgo che più di mezz'ora fa mi aveva inviato un messaggio Leyla. È qui alla tenuta. Le rispondo

 < sono andata ha correre, ora ti raggiungo> .

Ritorno sul sentiero, inizio ha correre verso casa, mi arriva un altro messaggio, questa volta è Ayhan, vuole sapere come procede la mia giornata. Stavolta non voglio fermarmi quindi decido di rispondere mentre continuo a correre.

Improvvisamente vado a sbattere contro qualcosa di molto duro. Dalla forte botta perdo l'equilibrio e vado all'indietro sono consapevole che sto per cadere, strizzo gli occhi aspettando l'impatto contro il suolo, qualcuno mi afferra, fa in modo che il mio corpo cade sul prato come fosse seta.
È stato tutto molto veloce. Apro gli occhi e vedo i suoi color miele, sono di nuovo immersi nei miei.

Rimaniamo così, io adagiata sul prato e lui pochi centimetri sopra me, siamo immobili.

< sei proprio tu?>

Mentre sussurra piano queste parole, mi accarezza il viso. Il suo tocco non mi da fastidio, anzi, mi fa sentire bene. Vorrei rispondere alla sua domanda ma come? Non avevo la lavagnetta con me, e il mio telefono dopo l'urto con lui è volato da qualche parte. Mi limito ad un cenno di testa.

< ti ho fatto male?>

scuoto rapidamente la testa, non voglio che si preoccupi per me.

<aspetta ti aiuto ad alzarti.>

Lui si alza, questo movimento mi fa l sentire un vuoto, come una sensazione di freddo, il suo corpo quasi sopra il mio mi faceva sentire bene.

Allunga una mano verso me, io l'afferro e mi aiuta a mettermi in piedi, mentre lo fa io gli rivolgo un sorriso per tranquillizzarlo che sto bene e che non è successo nulla di grave, ma lui sembra comunque molto agitato, guarda a destra e sinistra, forse sta cercando qualcosa. Io continuo a guardarlo, sono incantata da lui, non riesco ancora ha credere che sia proprio il mio ragazzo della scogliera. Il mio sguardo perde la visuale di lui quando si sposta verso destra e raccogli qualcosa da terra. Il mio cellulare, ecco cosa cercava.

< il tuo telefono, controlla se funziona, altrimenti domani te ne farò avere uno nuovo.>

È completamente in preda al panico, è molto più agitato di me. Mi faccio coraggio. Avvicino la mia mano alla sua ma, anziché prendere il mio telefono, prendo la sua mano e l'accarezzo.
Spero capisca il mio modo di rassicurarlo, non posso farlo con le parole, ma posso provare con i gesti, non mi importa nulla del telefono.
Nel momento in cui le nostre mani si toccano i suoi occhi si fanno molto più intensi, sempre fissi nei miei.
Mi sorride, deduco abbia capito il mio messaggio, inaspettatamente mi tira verso lui è mi accoglie nelle sue forti braccia. Nonostante l'assurda situazione io in modo naturale ricambio il suo abbraccio, sto bene, rimarrei così nelle sue braccia per sempre.
Sono sorpresa di me stessa, questo ragazzo dalla prima volta che lo avevo visto, era entrato dentro il mio cuore è dentro la mia anima. Non conoscevo nulla di lui, nemmeno il suo nome, ma in quelle braccia io mi sentivo a casa, protetta da tutte le cose brutte.

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