Capito 8

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                                            CAN
L'incontro che abbiamo avuto io e Embre con l'avvocato è andato male, le azioni e la casa di Ceyda rimangono a mio padre. Io non posso crederci. Ma insieme a Embre abbiamo decido di consultare un altro avvocato, non vogliamo arrenderci.

Sono le 18:00 mancano 3 ore al mio volo per l'Italia dove devo fare un servizio fotografico importante.
Embre l'ho salutato dopo l'incontro con l'avvocato, lui doveva tornare in agenzia, io non sono voluto entrare, troppi ricordi. So che Embre ha fatto togliere tutte le foto della famiglia Divit, mi aveva raccontato che gli faceva male vedere le foto appese sopratutto quelle mie e di Ceyda perché, gli ricordavano che era solo lì in agenzia.
Provo grande stima e rispetto per mio fratello, è solo grazie a lui se l'agenzia continua ad essere nostra, proprio come voleva mia sorella.

Sono stanco, questi 2 giorni sono stati terribili, mi butto sul letto e provo a rilassare il corpo ma sopratutto a svuotare la mente.

                                     SANEM
La visita del medico è andata bene, fisicamente non ho più nulla, mi hanno persino tolto la flebo, da come dicono posso mangiare da sola ora.

Sento molte voci in corridoio, sicuramente è orario di visite, immagino che anche la mia famiglia tra non molto arriverà.

Sono sdraiata su un fianco, guardando verso la porta, vedo che si apre, vedo lui, rimango paralizzata, senza respiro, mi guarda, i suoi occhi mi infastidiscono e inquietano, non mi era mai successo eppure li avevo guardato milioni di volte. Si avvicina a me con passo svelto. 


<Sanem ma sei matta? Volevi punirmi? Cosa credi che dopo questo stupido gesto cambi qualcosa tra me e te? >


Io lo guardo non sono i miei occhi ha piangere, è la mia anima a farlo, pensa che io volevo punire lui, pensa che l'ho fatto per farlo tornare da me. Lui non ha capito nulla, e mai lo capirà, è troppo concentrato su se stesso. 


< Sanem, rispondimi, con me la storia che non riesci a parlare non funziona, so che stai mentendo, ora per colpa tua il e Aylin siamo guardati male da tutto il quartiere, ma questo gioco non mi farà comunque tornare indietro sappilo. Quindi smettila di fare la vittima>

La porta si apre di nuovo, vedo Guliz entrare e come una furia sbatte fuori Deniz dalla stanza gridando di non farsi più vedere e di stare lontano da me.

Io sento il mio cuore uscire fuori dal corpo, non riesco a respirare. Guliz dopo aver chiuso Deniz definitivamente fuori dalla stanza, si precipita addosso a me, mi abbraccia forte, e io ricambio il suo abbraccio, piango, singhiozzo. Faccio uno scatto quando vedo di nuovo la porta aprirsi, entrano a passo svelto 2 infermiere è il medico. Guliz evidentemente aveva premuto il pulsante delle emergenze, mi rendo conto che sto avendo una crisi di nervi, non ho più il controllo del mio corpo. Mi fanno una puntura, credo sia un calmante molto forte perché in pochi secondi cado in un sonno profondo.

È ancora buio quando mi sveglio, ho di nuovo la flebo, effettivamente sono quasi 3 giorni che non mangio nulla. Mi sento frastornata, vorrei alzarmi, ma non credo le mie gambe sia in grado di tenermi, provo a mettermi seduta con la schiena poggiata sul cuscino. Mi guardò intorno è tutto buio, accendi la luce sopra il letto, è noto subito una rosa bianca sul mio comodino. Chi l'avrà fasciata li?, la porta della mia stanza è aperta e vedo passare un infermiera, che vedendo la luce accesa entra in camera, la riconosco è la stessa che ieri notte ha avvisato il ragazzo della scogliera che stava arrivando il medico. 


<va tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?>


Io guardo la risa sul comodino, e lei con i suoi occhi segue il mio sguardo, mi indica la rosa

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