XIII

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"arrivederci" 

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Sdraiata a pancia un giù sul letto della mia stanza, non riuscivo a spegnere il cervello. Urlava così tanto da fare male, e il caos che avevo dentro era immenso. Draco aveva provato a venire a cercarmi un paio di volte, ma avevo pregato Ginny di mentirgli dicendogli che non c'ero; non volevo assolutamente vederlo sapendo ciò che mi aveva fatto. Non frequentavo le lezioni da due giorni con la scusa di essere malata, e pian piano era come se mi stessi lentamente decomponendo. Non riuscivo ad alzarmi, mi sentivo delusa, presa in giro, illusa, e soprattutto tradita. Tradita dall'unica persona a cui avevo mai affidato la mia fiducia in un modo così profondo. Gli avevo dato il mio cuore in mano, affidandoglielo con l'accortezza di tenerlo al sicuro e lui era stato capace di distruggerlo in mille pezzi. Mi aveva venduta a Mattheo. Aveva collaborato con lui fin dal principio, e niente di tutto quello che avevamo passato insieme era reale. A pensarci mi veniva la pelle d'oca. Sapevo benissimo che Draco era fatto in quel modo. Era permaloso, sempre chiuso in se stesso, e faceva una fatica dell'accidenti ad aprirsi con qualcuno, e allora perché con me lo aveva fatto se era tutto un piano per portarmi alla sua famiglia? Oltretutto, quindi, era anche un bravissimo attore. Per un attimo mi chiesi come poteva sentirsi in quel momento, perché, malgrado tutto, odiavo vederlo soffrire. Non riuscivo proprio a non pensare a lui, e a come mi stringeva tra le sue braccia tutte le notti, o a come mi guardava con gli occhi blu ghiaccio nel quale si intravedeva un luccichio ogni dannata volta, o ancora tutte le volte sulla torre di astronomia a guardare le stelle perchè lui le adorava, e delle serate passate in biblioteca a divorare una montagna di libri. E da quando avevo scoperto tutto e mi ero allontanata definitivamente da lui, ogni santa notte avevo gli incubi. Erano tornati, ed erano più brutti di prima. Draco mi mancava, mi mancava da morire. 

I miei pensieri però furono interrotti dal brontolio del mio stomaco che faceva male. Luna veniva a portarmi i pasti ogni giorno e mi stava vicina, anche perché probabilmente era sollevata della mia rottura con Malfoy. Mi alzai sentendo la testa girare. A furia di fingere di star male, mi ero presa qualcosa sul serio. Passai il resto della mattinata con la testa nel gabinetto aspettando che la mia amica arrivasse. 

Ero poggiata al davanzale della finestra quando la porta alle mie spalle si aprì, ma la ignorai. I fiocchi di neve scendevano lentamente, attaccandosi al suolo già ricoperto dalla distesa bianca che da qualche giorno invadeva Hogwarts. L'inverno era ormai arrivato ed aveva portato con se un freddo glaciale, ma non solo all'esterno. Dentro di me facevo fatica a sentire qualcosa che non fosse dolore. Mi sentivo svuotata, violata, e priva di emozioni, come se fossi una carcassa vagante vuota. Ero arrabbiata con me stessa per aver permesso che tutto questo accadesse, e questo sentimento mi stava logorando lentamente.

La persona che era entrata in stanza si avvicinò a me, che la percepii attraverso lo spostamento d'aria. Luna oggi era in ritardo con il pranzo, quindi mi girai convinta di trovare la Corvonero di fronte a me, ma non fu così. Draco era in piedi con le mani nelle tasche ad osservarmi senza dire nulla. Aveva i capelli leggermente scompigliati, e delle brutte occhiaie. Il viso era pallido e candido, mentre le guance erano leggermente arrossate, forse per il freddo. 

 

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VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora