XXXVII

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GENNAIO 1997

Afferrai le mani di Harry, che mi aiutò ad uscire dal piccolo passaggio segreto. Il suo volto si illuminò in un sorriso che ricambiai. Sono felice di essere qui. Dietro di lui la professoressa McGranitt era posta in una posizione retta ed autoritaria, ma infondo ero certa che fosse sollevata dal rivedermi. Affianco a me, Draco ed Harry si erano stretti la mano salutandosi in modo diffidente. Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo perché si abituassero alla situazione. D'altronde non erano mai stati nient'altro che rivali in tutto. O, almeno, era Draco a sfidare il moro in continuazione per sentirsi appagato. Ma la realtà, che avevo appreso solo dopo aver conosciuto il giovane Malfoy, era che lui cercava solo un amico, ma a causa delle convinzioni sbagliate che gli erano state inculcate nella mente fin da bambino, in Harry non l'avrebbe mai trovato.

"l'esercito di Voldemort ha perso le luci stanotte" parlò la donna al nostro fianco "ciò sta a significare che il loro campo base e il rifornimento è crollato. Cos'avete fatto, voi due?" parlò in modo conciso.

"il Malfoy Manor è stato raso al suolo" iniziai "avremo un po' di vantaggio se attaccheremo subito"

"domani mattina presto" prese la parola Harry "non se lo aspetteranno ed avremo la notte per prepararci" ci congedò.

Lo sguardo di Draco rimase serio, mentre Minerva annuì persa tra i suoi pensieri. Ci avviammo in silenzio tra i corridoi spogli di Hogwarts. Nessuno aveva osato proferire parola. Non ci avevano chiesto nulla di dove fossimo stati, né se stavamo bene. Non lo so. Faccio fatica a sentirmi. Avrei comunque risposto. E loro lo sapevano, per questo evitarono di parlarne. E noi non lo chiedemmo a loro. Tanto, la risposta sarebbe stata la stessa.

Era strano sentirsi a casa in un luogo quasi irriconoscibile. I segni del precedente combattimento erano evidenti sui muri. Alcune pareti erano crollate e al loro posto vi erano solo macerie. Deglutii sentendo il cuore salirmi in gola quando passammo davanti alla sala comune dei grifondoro. Il mio sguardo e quello di Harry si intrecciarono per qualche secondo. Restò serio, concedendomi soltanto un sorriso rassicurante. Il mio volto pallido, d'altro canto, non riusciva a farlo. La porta era esplosa e i mobili dentro erano in rovina. Non riuscivo a non immaginarmi tutte le serate passate davanti al camino insieme ad Hermione a raccontarci li pettegolezzi. Superata la casa di Grifondoro, era davvero evidente come la scuola fosse in decadenza, e più proseguivamo verso la sala comune, più le macerie aumentavano e le ferite nel mio petto diventavano sempre più dolorose. Draco mi restò accanto tutto il tempo, come se fosse stato pronto a prendermi e a stringermi tra le sue braccia in un momento di crollo emotivo. In realtà non ci guardammo in faccia per tutto il tempo del tragitto. Se l'avessi fatto, probabilmente avrei ricordato le nostre fughe notturne con ancora su le nostre vesti. Faceva male ricordare. E ora capivo che forse il fatto di non riuscire a ricordare mio fratello era un bene. Mi sollevava dal dolore enorme che avrei inevitabilmente provato una volta che i suoi occhi mi fossero tornati in mente. Forse, se avessi scoperto che Mattheo era davvero deceduto, avrei potuto dimenticarlo con una sola alzata di bacchetta.

Una volta giunti davanti alla sala grande, non tardammo ad entrare. L'esitazione che avevo provato trovandomi di fronte all'enorme portone era scomparsa. Ora tutti potevano vedermi, ora tutti mi vedevano. E io vedevo loro. E per la prima volta dopo tanto tempo i loro occhi non si illuminavano dal terrore quando incontravano i miei. Sono dalla vostra parte. Lo sono sempre stata. Perdonatemi. Avrei urlato a tutti, e il suono della mia voce avrebbe fatto eco tra le pareti scarne del salone. Mi limitai a serrare le labbra e ad inghiottire le parole. Feci scorrere lo sguardo tra i volti stanchi degli studenti, mentre Harry e Minerva si facevano largo tra i corpi e io dietro di loro. E avrei voluto dannarmi per come loro avevano dovuto combattere per sopravvivere e per riportare la luce sul mondo magico, mentre io e Draco eravamo al sicuro in un altro luogo. E tra i visi di tutte quelle persone che vedevo, gli occhi che cercavo erano solo di una. Non li trovai. E allora tentai ancora, e cercai, cercai tra gli occhi di tutti. Ma i suoi non c'erano. E, forse, non ci sarebbero mai più stati. C'era una grande possibilità che non li avrei mai più rivisti, i suoi occhi. Non quando lo beccavo a guardarmi di sfuggita durante le lezioni, né tanto meno quando i nostri corpi si incastravano alla perfezione e il mio nome pendeva ripetutamente dalle sue labbra. E ora che mi trovavo di nuovo nel luogo dove mi ero consumata per Mattheo, lo sentivo così lontano... e non riuscivo a darmi pace. Ma non riuscivo neanche a distruggermi. Non ancora. Non ancora, perché la chiave di volta che mi impediva di crollare era quel briciolo di speranza che mi restava di poterlo trovare ancora vivo. E fin quando quella non fosse stata abbattuta, allora non mi sarei lasciata andare. Perché dovevo essere forte, per me. Per noi. Ci sarebbe stato molto tempo per piangere, dopo. Ma ora, tutto quello che dovevo fare era vincere questa guerra. E trovare Mattheo vivo. Era tutto ciò per cui continuavo a lottare.

VIRAGO - Draco Malfoy or Mattheo riddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora